“Se, per un accidente qualsiasi, il condottiero sparisce e non è subito sostituito, la folla ridiventa una collettività priva di coesione e forza”
Dall’incidente del lassativo è passato un ulteriore anno. Siamo infatti arrivati ad Aprile del 2053, con Lucio che ha appena terminato i propri studi e il governo del Gotha che continua a funzionare senza alcun problema.
Jessica ha dato appuntamento a Lucio in una sala comune del Gotha per festeggiare il conseguimento della laurea di quest’ultimo. Proprio a questo scopo Lucio sta passeggiando tranquillamente nei corridoi del secondo piano del Gotha, riflettendo da solo, mentre si dirige nella stanza indicata da Jessica. <<Sono riuscito a finire tutto in soli due anni eh… ero consapevole di essere sveglio, ma non pensavo di poter compiere un’impresa simile. Beh… in fondo qui non avevo nient’altro da fare, senza amici è più facile concentrarsi nello studio. Comunque mi aspetto che Jessica mi riveli finalmente qualcosa come da accordi.>> Lucio, continuando a camminare, arriva davanti a una porta chiusa. <<Dovrebbe essere questa.>> Lucio apre la porta e al suo interno trova Jessica e gli altri Membri del Gotha che lanciano dei coriandoli in sua direzione, lasciando di stucco Lucio che sicuramente non si aspettava tutta quella gente. Tutti i presenti si congratulano con lui per la laurea conseguita.
<<Bravo Lucio!>> Esordisce il Membro della biologia Accardi.
<<Congratulazioni!>> Esclama il Membro dell’informatica Salari.
<<Laurearsi in così poco tempo, davvero un risultato incredibile.>> Dice invece il Membro dell’economia Gimberti.
<<Degno del nostro Lucio!>> Aggiunge il Membro della giurisprudenza Bormioli.
<<B-bravissimo.>> Si congratula timidamente il Membro della chimica Casella.
<<Ottimo lavoro moccioso.>> È invece l’espressione di complimenti scelta dal Membro della medicina Corti.
Anche i Membri della psicologia Fontana, quello della matematica Castelli, e quello dell’ingegneria Ruppi si congratulano con Lucio per il risultato raggiunto. Quest’ultimo dal canto suo è estremamente imbarazzato, infatti all’interno del Gotha non ha avuto quasi mai contatti con nessuno, se non con Jessica, quindi è sostanzialmente la prima volta che parla con i vari Membri del Gotha da quando era stato giudicato due anni prima.
Jessica, che è la più euforica di tutti, non riesce a trattenersi e corre ad abbracciarlo.
<<Congratulazioni Lucio, sei stato davvero bravissimo! Hai fatto anche meglio di quanto mi aspettassi.>>
<<T-ti ringrazio Jessica.>>
<<Il tuo risultato è stato così incredibile, che anche tutti gli altri Membri del Gotha hanno deciso di prendersi una piccola pausa dal lavoro per festeggiarti… beh non proprio tutti…>>
<<Effettivamente manca il Membro della fisica Davoli.>> Osserva il Membro della biologia Accardi.
<<Sarà stato troppo impegnato con il lavoro.>> Prova a suggerire il Membro dell’ingegneria Ruppi.
<<Non diciamo idiozie, sappiamo tutti che quel uomo non ha grande simpatia per Lucio.>> Precisa il Membro della giurisprudenza Bormioli.
Jessica a questo punto cerca di stemperare gli animi. <<Suvvia… non prediamocela con lui. È una scelta lecita, nessuno può obbligare qualcun altro a interrompere il proprio prezioso lavoro per partecipare a una festicciola come questa… anzi dovremmo essergli grati per l’impegno che mette nel portare avanti il progetto del Gotha, mentre noi siamo qui a divertirci. Più tardi andrò nel suo ufficio a portargli una fetta di torta come ringraziamento per il suo instancabile lavoro.>>
A questo punto il Membro dell’economia Gimberti mette una mano sulla spalla di Jessica e da ulteriore sostegno al suo discorso. <<Ben detto Membro della Logica Mori… Allora diamoci dentro con la festa! Erano anni che non ci ritrovavamo in un contesto così informale al Gotha. Normalmente passiamo le giornate tra le nostre stanze e i nostri uffici senza nemmeno incontrarci, se non per delle riunioni del Consiglio, quindi non sprechiamo questa occasione!>>
Tutti i presenti esultano e iniziano a festeggiare. Lucio taglia la torta, nel frattempo i vari Membri del Gotha mangiano e bevono felici, chiacchierando tra loro e sfidandosi a vari giochi lì presenti come le freccette e i videogames.
A un certo punto Jessica richiama l’attenzione di tutti, battendo con un cucchiaino sul bicchiere di champagne che tiene in mano. <<Cari colleghi, sono felice di vedere il sorriso sui vostri visi, ma ora vorrei che tutti ci concentrassimo un attimo sul festeggiato. Lucio vieni qui per favore, devi fare un discorso.>>
Jessica indica la sedia che era stata assegnata a Lucio, dalla quale si era allontanato per sfidare il Membro dell’economia Gimberti in una partita ai videogiochi. Il ragazzo comunque non sembra molto entusiasta della proposta. <<M-ma adesso sto giocando…>>
<<Non ti preoccupare, spengo!>> Esclama Gimberti, andando a mettere fine alla partita che i due stavano svolgendo in un videogioco di corse in macchina.
<<Ehi! Stavo vincendo io!>>
Gimberti ride, consapevole del fatto che sarebbe stato sconfitto se non avesse spento la console. Intanto tutti i presenti iniziano a inneggiare al discorso di Lucio in coro.
<<Discorso! Discorso! Discorso! Discorso! Discorso!>>
Gimberti e Bormioli prendono Lucio per le braccia, sollevandolo di peso e portandolo verso Jessica in un clima molto scherzoso.
<<Fermatevi! Non voglio farlo! È imbarazzante!>>
<<Eh dai… sei un genio! Non te la farai addosso per un piccolo discorso.>> Risponde Bormioli.
<<Su, su, fremiamo tutti per ascoltarti.>> Ribatte Gimberti.
Lucio continua a dimenarsi per cercare di sfuggire a quel infausto compito, ma a un certo punto nota che, sopra Jessica, il lampadario sta dando piccoli segni di cedimento. Lucio senza pensarci due volte si libera dalla morsa di Gimberti e Bormioli e corre all’impazzata verso Jessica, lanciandosi verso di lei e scaraventandola a terra qualche metro più in là con un placcaggio. Un’istante dopo il lampadario cade sopra la sedia di Lucio, vicino a cui Jessica si trovava.
I due rimangono qualche secondo uno sopra l’altro, guardandosi negli occhi intensamente. Questo momento viene interrotto dal resto dei presenti, i quali sopraggiungono per sincerarsi delle loro condizioni.
<<Ehi voi due, state bene?>> Domanda Corti.
<<Quel lampadario le stava per cadere in testa.>> Aggiunge Accardi.
<<Avrebbe schiacciato di sicuro il Membro della logica Mori.>> Sottolinea Castelli.
Lucio si toglie dal corpo di Jessica e la aiuta ad alzarsi, poi rassicura tutti. <<Sì, stiamo bene.>>
<<Per merito tuo… quel lampadario mi avrebbe colpito altrimenti.>> Precisa Jessica.
<<Incredibile che una cosa come questa sia potuta accadere proprio qui.>> Esclama Bormioli.
<<S-sarebbe stata una tragedia!>> Dice Casella, quasi piangendo per la scena a cui ha assistito.
Jessica si avvicina al lampadario. <<Una tragedia… voluta da qualcuno.>>
<<Vuoi dire che non si tratta di un incidente?>> Chiede Accardi.
<<Temo di no. Guardate…>> Jessica indica la parte che funge da aggancio del lampadario con il soffitto. <<È stato corroso.>>
<<Chi mai potrebbe aver fatto qualcosa di simile?>> Domanda Salari.
<<La stessa persona che tempo fa ha lasciato una lettera di minacce a Lucio e poi si è introdotto nella sua camera per contaminare il suo bicchiere d’acqua con del lassativo.>> Risponde Jessica che, dopo qualche istante di pausa dettato anche dall’aver creato un po’ di scompiglio nei presenti con le sue rivelazioni, riprende a parlare. <<So che molti di voi non erano a conoscenza di questi fatti. Purtroppo non erano faccende così gravi da poter chiedere la condanna dell’individuo che le aveva commesse o comunque non avevamo alcuna prova per dimostrare la colpevolezza dell’attentatore. L’unica cosa che sappiamo è che si tratta di uno di noi… di qualcuno che può accedere al palazzo del Gotha e che conosce le informazioni sensibili discusse nel Consiglio.>>
La rivelazione genera ancora più confusione, con i presenti che discutono tra loro sempre più spaventati e preoccupati.
<<Stimati colleghi… se quello che il Membro della logica Mori dice è vero, dobbiamo correre ai ripari. Anche in questo caso il soggetto a cui era indirizzato questo attacco era chiaramente Lucio, dato che quella era la sua sedia.>> Dice Accardi.
<<Ma chi può avercela così tanto con lui?>> Chiede Gimberti.
<<Forse qualcuno che non è felice del suo ritorno. Secondo me potrebbe essere uno di quelli che votarono per la sua condanna a morte due anni fa e non hanno accettato il verdetto del Consiglio di salvarlo.>>
<<Non guardate me… ho già chiarito con il Membro della logica Mori. Per quanto mi riguarda la scelta che feci al tempo fu un errore che non ripeterei.>> Dichiara il Membro della medicina Corti e subito dopo anche il Membro della chimica Casella fa lo stesso. <<V-vale anche per me! A-avevo solo paura, ma adesso ho fiducia in Lucio e voglio proteggerlo da questo individuo che cerca di eliminarlo!>>
Dopo che, sia il Membro della medicina, sia quello della chimica hanno chiarito le proprie posizioni al gruppo, l’attenzione di tutti si sposta sul Membro dell’ingegneria Ruppi, un uomo di 50 anni con ricci capelli castani e occhi del medesimo colore.
<<Perché guardate tutti me adesso? Non penserete che sia stato io?>>
<<Anche tu avevi votato contro la sua salvezza o sbaglio?>> Domanda Accardi.
<<Beh sì…>>
<<Allora puoi comprendere i nostri sospetti.>>
<<M-ma non farei mai nulla di simile.>>
<<Allora perché votasti in quel modo?>>
<<Il fatto… è che…>>
Dato che Ruppi non riesce a rispondere all’incalzante Accardi, così tutti i presenti iniziano a pretendere risposte e ad accusarlo.
<<Dai sputa il rospo!>>
<<Sì, muoviti!>>
<<È di certo lui il colpevole. Non riesce a trovare nessuna scusa.>>
A questo punto Ruppi scoppia in un forte urlo. <<State zitti!>> Dopo essere riuscito a far tacere tutti, con la stessa foga continua a parlare. <<Voi non capite! Nessuno di voi ha mai capito quanto quell’uomo fosse geniale! Io sono considerato il migliore nel campo dell’ingegneria, eppure non ho mai compreso il funzionamento di quella macchina. Lui non aveva bisogno di noi, se l’era costruita da solo ancora prima che io entrassi nel Gotha! Un genio assoluto, ben superiore a noi nei nostri stessi campi. Al suo confronto Accardi non sa nulla di biologia, Bormioli niente di legge, Gimberti è un ignorante in economia. Avrebbe potuto dominare l’intera nazione da solo, eppure ci ha voluto al suo fianco… perché fare qualcosa di simile? Perché creare il Consiglio del Gotha?>>
<<Quello che dici è vero… ci era superiore in ogni cosa, anche nelle nostre stesse materie, ma non capisco comunque la tua decisione di condannarlo a morte una volta che si è ripresentato nelle vesti di un ragazzino.>> Ribatte Accardi.
<<Avevo paura che fosse tornato per spazzarci via, per togliere di mezzo il Gotha… sapete tutti benissimo cosa è successo dopo l’incidente. Oggi il Gotha non ha la forza di un tempo, ma continua a governare l’Italia, riuscendo a rendere questo posto ideale per la vita, senza criminalità e senza sopraffazione. Per questo presi quella decisione… un Gotha senza Lucio è forse più debole, ma di certo è più democratico.>>
Jessica ride nel sentire quest’ultima frase e subentra nella discussione. <<Democratico dici? Cosa c’è di democratico in 11 persone che decidono per milioni di altre… però non fraintenda Membro dell’ingegneria Ruppi, non è nemmeno un modo di operare egoistico, anzi, il Gotha è il simbolo dell’altruismo. Le persone più colte del Paese sacrificano le proprie vite chiusi in questo palazzo, per permettere una vita migliore con il proprio lavoro a tutti coloro stanno là fuori.>>
<<A-allora poteva anche fare tutto da solo, no? Perché creare il Consiglio con gli 11 Membri? Poteva essere lui stesso il Gotha.>>
<<Forse non lo ha mai detto, ma era chiaro che il suo desiderio era far continuare questa utopia per sempre. Quando la gente aveva cominciato a vederlo come un dio, iniziando per esempio a innalzare statue in suo onore, ha capito che non poteva permettere che le persone identificassero il Gotha solo con lui o il mondo che aveva duramente costruito sarebbe scomparso nel momento della sua morte. Grazie all’istituzione del Consiglio con gli 11 Membri il Gotha vivrà per sempre, andando anche oltre la sua persona. Per quanto possiate averlo temuto e odiato dopo quell’incidente, sono convinta che lui stava continuando a tifare per noi, affinché il mondo che aveva creato potesse perdurare nel tempo.>>
Ruppi si lascia cadere in ginocchio, sfinito dalle verità che Jessica gli ha fatto capire. <<Membro della logica Mori… a questo punto ho solo un’ultima domanda… se il suo desiderio era davvero quello di farci continuare a governare il Paese, perché non ci ha istruito sul funzionamento della macchina del tempo?>>
Lucio a sentire parlare di macchina del tempo ha un brivido lungo la schiena, intanto Jessica risponde anche a quest’ultima domanda. <<Perché è un oggetto troppo potente, non poteva permettere che cadesse in mani sbagliate e poi per lui quella macchina era stata solo il mezzo con cui raggiungere quest’utopia, non era necessaria per il suo mantenimento… quel compito lo ha lasciato a noi.>>
Ruppi, con un filo di voce, ha ancora qualcosa da dire. <<Ora finalmente capisco…>> Il Membro dell’ingegneria si gira verso Lucio. <<Scusa se ho votato per la tua condanna a morte due anni fa, ma uno stolto come me è riuscito a comprendere solo ora. Ora che sei tornato potrai solo istruirci al meglio su come far proseguire il progetto del Gotha in eterno.>>
Lucio è paralizzato e non riesce a dire nulla, è quindi Accardi a inserirsi, facendo una domanda a Ruppi. <<Allora non è stato lei a mettere in atto questi vili attacchi nei confronti di Lucio?>>
<<No di certo! Il mio unico errore risale a quel voto.>>
<<Quindi non abbiamo ancora trovato il colpevole.>>
Jessica non è però d’accordo con l’ultima affermazione di Accardi e con tono perentorio dà la sua sentenza. <<Sì che lo abbiamo trovato. Ora che è tornato il pastore e tutte le pecorelle smarrite sono rientrate nel recinto, fuori è rimasto solo il lupo.>>
Ore 18:57
Qualche ora dopo che la festa di Lucio ha avuto il suo rocambolesco epilogo, Jessica bussa a una porta, sempre nel secondo piano del palazzo del Gotha. Dall’interno una voce maschile la invita ad entrare. <<Prego.>>
Jessica, che ha in mano un piattino con sopra una fetta della torta preparata per la festa di Lucio, entra nella stanza.
<<Le ho portato un pezzo di torta dalla festa… Membro della fisica Davoli.>>
Davoli è molto indaffarato, ma sentendo quelle parole alza gli occhi dai libri che stava studiando e guarda verso Jessica. <<Oh… è lei Membro della logica Mori. Grazie del pensiero.>>
Jessica appoggia la torta sulla scrivania. Di tutta risposta Davoli la invita a sedersi. <<Prego si accomodi.>>
<<Grazie.>> Risponde Jessica, mentre prende posto su una sedia dall’altra parte della scrivania rispetto a dove Davoli è seduto.
<<Quindi alla fine siete riusciti a farla… sono passato stamattina alle undici, come da orario scritto sull’invito che mi ha fatto avere, ma non c’era nessuno.>>
<<C’è stato un contrattempo purtroppo e la festa è stata spostata al pomeriggio. Nella confusione dei preparativi devo essermi dimenticata di avvisarla, mi perdoni.>>
<<Non si preoccupi, con questa torta si è già fatta perdonare.>> Dice Davoli, dando un boccone al dolce che gli è stato portato.
<<Sono grata di sentirglielo dire, non sa l’imbarazzo che provo per aver commesso un simile errore.>>
<<Suvvia, non esageri ora… era solo una festicciola, tutto sommato è andata bene anche così. Ho potuto continuare le mie ricerche e al tempo stesso ho comunque avuto la torta, una situazione ideale oserei dire.>>
<<Sta ancora cercando di capire come funziona la macchina del tempo?>>
<<Certo, probabilmente lei non prova particolare stima per me e si augura che Lucio possa prendere il mio posto ora che è tornato, ma finché ricoprirò questa posizione continuerò a studiare quella macchina per capire come sia possibile l’esistenza di un simile strumento.>>
<<Non dica sciocchezze, conosce le regole del Gotha anche meglio di me. Lei ha diritto al suo posto nel Consiglio fino al giorno della sua morte, nemmeno se Lucio tornasse quello di un tempo potrebbe reclamarlo.>>
<<Quel che dice è vero, ma la sua presenza sicuramente mi inquieta. Avevo ormai accettato l’idea che le informazioni potessero viaggiare nel tempo per quanto fosse assurda e contraria alla teoria fisica che avevo sempre preso a riferimento, ma ora anche le persone posso viaggiarci attraverso? È qualcosa di davvero inconcepibile, ci sono centinaia di formule che lo vietano… eppure è successo.>>
<<Come ho già detto quando avevamo discusso sulla condanna di Lucio durante il Consiglio straordinario di due anni fa, la teoria perde di importanza quando i fatti dimostrano il contrario. Se Lucio è qui, evidentemente tutte quelle teorie erano semplicemente sbagliate. La stessa logica mi impedisce di spiegare la sua presenza in quest’epoca, ma non posso fare altro che accettarlo. In fondo qualcosa esiste solo nel momento in cui viene determinato dall’osservatore o mi sbaglio?>>
<<La teoria di Bohr… chapeau. Non potevo aspettarmi niente di meno da un altro fisico come lei.>>
<<Quella materia non mi appartiene più da tempo.>>
<<Le appartiene invece, appartiene a tutti. I Membri del Gotha e tutte le loro materie non sono altro che applicazioni di ciò che la fisica ci insegna, c’è della fisica nella medicina, nell’ingegneria e perfino nella giurisprudenza, ma non possiamo dire che avvenga anche l’inverso. In fondo la fisica è alla base della nostra stessa esistenza, non solo di esseri umani, ma anche del mondo e dell’universo intero.>>
Sul viso di Jessica appare un sorriso. <<Questo discorso mi ricorda un’altra persona.>>
Anche Davoli sorride. <<Posso immaginare di chi si tratta.>>
<<Infatti era stato lui a indicarla come suo successore, è stato il suo ultimo messaggio prima di lasciarci.>>
<<Ancora non mi spiego il perché di un simile gesto… ero stato una vera spina nel fianco per lui e il Gotha fino a quel momento.>>
<<Chissà… non posso dire di aver mai compreso a pieno cosa gli passasse in quella testaccia. Comunque ora è meglio che io vada, c’è un’altra persona che devo vedere.>>
<<Capisco… prima che se ne vada, visto che ne abbiamo parlato… per quanto riguarda il Consiglio di 2 anni fa… non glielo ho mai detto, ma sono pentito di ciò che feci. Per fortuna la maggioranza dei Membri del Gotha preferirono seguire lei e non me, salvando la vita a Lucio. Purtroppo aveva ragione lei, quel giorno provai paura per la mia posizione e l’invidia che avevo in passato verso Lucio venne di nuovo a galla. Forse non supererò mai quell’umiliazione, ma essere qui ogni giorno, tentando di venire a capo riguardo al funzionamento della macchina del tempo e nel contempo collaborando con gli altri Membri per tenere in piedi il Gotha, credo sia la giusta pena per me.>>
<<Non si preoccupi… noi 11 siamo semplici esseri umani, per questo non prediamo le decisioni da soli.>>
<<Grazie per la sua comprensione.>>
<<Le auguro un buon lavoro. Il Gotha conta su di lei.>> Conclude Jessica, lasciando l’ufficio di Davoli.
Ore 20:02
Poco dopo Jessica si trova davanti alla stanza di Lucio e tira un lungo sospiro prima di entrare. Quando vi accede, trova Lucio seduto sul bordo del letto ad aspettarla.
<<Finalmente! Sei in ritardo.>> Esclama Lucio, che in volto ha stampata un’espressione estremamente seria.
<<Scusa… con tutto quello che è successo ho avuto da fare, ma ora sono qui solo per te.>> Jessica si siede sul letto di fianco a lui. <<Immagino tu abbia molte domande considerato quello che hai sentito oggi, vero?>>
<<Certo! Quel tizio, Ruppi, ha addirittura parlato di una macchina del tempo!>>
<<Va bene, ti dirò tutto, al dire il vero avevo già deciso di farlo stasera. In fondo era parte del nostro accordo, tu hai completato gli studi e ora sta a me spiegarti cosa è successo tra il 2023 e il 2051, però non facciamolo qui… seguimi.>> Jessica si alza e fa strada a Lucio fino a una porta del secondo piano, ossia là dove ci sono i vari laboratori e uffici dei Membri del Gotha. Una volta entrati in quella stanza, i due si trovano in un laboratorio dove al centro è presente una strana macchina, mentre per tutta la stanza sono appesi alle pareti fogli con appunti e disegni di progetti. Jessica prende un altro grande respiro, poi comincia a raccontare tutto a Lucio. <<Inizierei a parlare di noi due. Ad essere sincera io non posso raccontarti proprio tutto, questo perché prima del 2033 non ti conoscevo nemmeno, nonostante vivessimo nella stessa città. Devi sapere che il 2023 è stato un anno particolare anche per me… la notte tra il 2 e il 3 giugno i miei genitori vennero uccisi nel corso di una rapina nella nostra casa. Io invece riuscii a salvarmi, nascondendomi nell’armadio. A quel tempo la violenza era all’ordine del giorno, anche perché la crisi economica aveva tolto lavoro e ogni bene a molte persone, girando per le strade era facile trovare numerosi senza tetto che chiedevano l’elemosina. In ogni caso dopo la morte dei miei genitori, io iniziai a vivere con i miei zii, rimanendo sempre a Torino.>>
Lucio sentendo la storia ha un sussulto e ricorda di aver sentito quella notizia al telegiornale la mattina del giorno in cui è stato trasportato nel 2051.
<<Ogni anno il 3 giugno ero sempre triste, ma tu tutte le volte mi raccontavi la storia della cicatrice che ti aveva segnato il volto. Te l’eri fatta proprio quello stesso giorno, cadendo all’interno di uno stabilimento abbandonato. Entrambi in pratica, per una ragione o per un’altra, continuavamo a ricordarci perfettamente quel maledetto giorno del 2023.>>
<<Ah già, la cicatrice… ho sentito diverse persone farne riferimento da quando sono qui.>>
<<Comunque in quelli anni stavo frequentando il liceo, ma iniziai ad avere paura di ogni cosa e mi isolai da tutti i compagni di classe. In poche parole me ne stavo sempre da sola, fantasticando ogni giorno sul trovare un modo per far tornare i miei genitori in vita. Ricordo che spesso mi passava per la testa l’idea di costruire una macchina del tempo, credo sia quella la ragione per la quale ho iniziato ad appassionarmi alla fisica e una volta finito il liceo scelsi proprio quella materia come corso universitario. Io e te entrammo in contatto per la prima volta dopo che conseguii la laurea, infatti entrai nel laboratorio di ricerca che avevi fondato assieme a Fabio e Margherita, i tuoi migliori amici.>>
Anche qui Lucio ha un sussulto e stavolta non riesce a trattenersi. <<Quindi tu li conosci? Ti prego dimmi subito dove sono!>>
<<Ora ci arrivo… come dicevo entrai nel tuo laboratorio di ricerca. Eri un genio, quindi non c’è da sorprendersi se così giovane avevi già fondato una cosa simile. Il nome di quel laboratorio era Gotha. Lucio… sei tu il fondatore di tutto questo.>>
<<D-davvero?>>
<<Certo, fa ridere pensare che un piccolo laboratorio come quello, formato da pochi amici, oggi controlli le sorti di un’intera nazione.>>
<<Incredibile… avevo intuito di aver avuto un ruolo di spessore in questi 28 anni, ma non avrei mai pensato di esserci io dietro tutto ciò.>>
<<In realtà le cose non sono tutte rose e fiori. A quei tempi, io iniziai a lavorare con voi attirata dal tuo progetto. Gotha era l’acronimo di “Guide On Time’s HAzards” e il vostro obiettivo era quello di comprendere a pieno come il tempo funzionasse, qualcosa di davvero folle ripensandoci. Comunque, nonostante i soldi non fossero molti, eri riuscito a catturare la mia attenzione trattando una simile materia, ma la cosa che fece davvero colpo su di me, fu quando mi rivelai e mostrai la macchina del tempo che eri riuscito a costruire.>>
<<Sono davvero stato in grado di fare qualcosa di simile?>>
<<Certo e ora è qui davanti ai tuoi occhi.>> Risponde Jessica, appoggiando una mano sulla macchina al centro della stanza. <<Però non pensare che sia la risposta alla domanda del perché ti trovi qui. Questa macchina si basa su un sistema di laser e riesce solo a trasmettere informazioni di qualche minuto nel passato in forma di codice binario.>>
<<È comunque stupefacente che questo aggeggio possa inviare messaggi attraverso il tempo.>>
<<Sì, anche se tu eri l’unico a capirci veramente qualcosa. Noi facevamo più che altro da aiutanti, ma a nostro modo eravamo fondamentali. Senza i tuoi amici non avresti trovato la motivazione per fare nulla, lo hai dimostrato anche adesso… hai studiato così rapidamente solo per sapere che fine avessero fatto Fabio ed Margherita.>>
Lucio sorride. <<Sì, li voglio davvero bene, non vedo l’ora di rivederli.>>
Qui lo sguardo di Jessica diventa più cupo. <<Ai tempi eravamo molto combattuti su cosa farne della macchina del tempo. Tu eri consapevole dei pericoli che una simile strumento poteva portare al mondo intero, tant’è che il significato stesso di Gotha stava ad indicarlo, ma tutto cambiò il 22 dicembre 2034. Quella volta eravamo usciti a festeggiare tutti e quattro, Fabio e Margherita infatti in quel periodo avrebbero avuto il loro primo figlio, anzi due gemelli a dire la verità.>>
<<C-cosa? Fabio e Margherita stavano assieme? Perché?>> Domanda Lucio, sconvolto come non mai per l’inaspettata notizia che i suoi amici formassero una coppia.
<<B-beh perché si amavano…>> Risponde Jessica, presa alla sprovvista.
<<Quel bastardo di Fabio… io la conoscevo da molto prima di lui, spettava a me finire con Margherita!>>
<<Non me ne hai mai parlato, ma probabilmente volevi così bene ad entrambi da decidere di fare un passo indietro per non ostacolare la loro felicità.>>
<<Comunque gliene dirò quattro appena lo vedrò… non si trattano così gli amici e anche a Margherita… cosa diavolo le è preso? Ha passato l’intero liceo a dargli del maniaco per poi mettersi con lui, davvero non capisc…>>
Jessica sbotta e interrompe Lucio, urlandogli addosso. <<Adesso finiscila e ascolta!>>
<<C-che cosa ti prende ora?>>
<<Quella sera…>> Jessica deglutisce a fatica, mettendo in evidenza come per lei sia difficile parlare di questo argomento. <<Il 22 dicembre 2034… Margherita morì…>>
Anche l’espressione di Lucio cambia completamente e immobile come un sasso rimane ad ascoltare la voce tremante di Jessica, che racconta i dettagli della storia. <<Stavamo tornando a casa, dopo una breve passeggiata, quando un uomo tentò di borseggiare Margherita. Lei d’istinto non mollò la presa e così quel rapinatore la colpì con un coltello prima di riuscire a scappare. Tutta la scena durò pochi secondi, nessuno di noi riuscì nemmeno a capire cosa stesse succedendo, tantomeno poté impedirlo.>>
<<Quindi Margherita è morta?>> Domanda Lucio con un filo di voce e gli occhi sbarrati.
<<Sì, la portarono disperatamente in ospedale, ma per lei non ci fu niente da fare. Almeno riuscirono a far nascere i suoi figli, anche se prematuramente. Loro per fortuna stanno ancora bene.>>
<<Non ci credo… non può essere morta.>> Continua a ripetere Lucio.
<<Purtroppo è così, anche se dalla nostra parte avevamo una macchina del tempo, non potemmo cambiare le cose. Quella sera tu corsi immediatamente in laboratorio, tentando di usare la macchina per mandare un messaggio che potesse avvertirti e salvare Margherita, ma fu tutto inutile. Come ti ho già detto la macchina riusciva a operare con un lag temporale di pochi minuti e noi eravamo troppo lontani dal laboratorio per fare in tempo, oltre a fatto che avremmo dovuto essere lì anche nel momento di ricevimento del messaggio, ma in quelli istanti concitati anche uno come te smise di ragionare al pieno delle sue facoltà.>>
<<Non può essere morta per davvero… che senso ha avuto costruire una simile macchina, se poi non ho nemmeno potuto aiutare la persona che amavo…>>
<<Stai usando le stesse parole che mi dissi allora quando ti feci capire che era tutto inutile.>> Jessica fa un sospiro e prende posto su una sedia presente nel laboratorio, per poi riprendere a parlare. <<Ma anche dal terreno più arido può nascere un fiore meraviglioso. Da quel momento iniziasti a lavorare tutto il giorno, tutti i giorni, con l’obiettivo di perfezionare la tua macchina e capire come poteva essere applicata al meglio. A quel punto era già nata nella tua testa l’idea di una società ideale, dove tutti potessero vivere al sicuro, quella che conosciamo oggi insomma. Per prima cosa avevi bisogno di soldi e iniziasti a fare importanti scommesse online, riuscendo a guadagnare cifre spaventose, ovviamente sfruttando la tua macchina. Non era gran che bello dal punto di vista etico, ma ormai problemi di quel tipo non ti toccavano più… così a poco a poco il Gotha divenne un laboratorio sempre più influente. Con quei soldi riuscisti a mettere in piedi anche una milizia privata, quella che oggi è conosciuta come polizia del Gotha. Alla fine, nel 2038, ci fu un colpo di stato da te guidato e in quel momento annunciasti al mondo intero l’esistenza della macchina del tempo. L’anno successivo organizzasti il Consiglio degli 11 Membri e da lì iniziò a essere costruita una nuova costituzione, un nuovo piano economico e tutto il resto. La popolazione dopo un inizio in cui vi erano state anche delle rivolte, più che altro figlie della paura di qualcosa di diverso dalla democrazia, iniziò ad accettare questa nuova forma di governo e in pochi mesi quasi tutti erano già schierati dalla tua parte, guardando con entusiasmo alla nascita di una società ideale dove viene impedita la sopraffazione.>>
<<Quindi è così che è andata…>>
<<Nonostante quello che stavi facendo, qualche oppositore rimase. Per esempio l’attuale Membro della fisica Davoli ai tempi si autoproclamò tuo rivale e tentò in tutti i modi di poter avere accesso alla macchina del tempo, almeno fino a che tu non decidesti di esaudire il suo desiderio.>>
<<Quel Davoli è il tizio che voleva condannarmi a morte quando mi avete tolto dalla Resistenza, giusto?>>
<<Proprio lui. Comunque tornando alla storia… tu gli avevi concesso una settimana di libero accesso alla macchina, dandogli anche la possibilità di consultare liberamente gli appunti e il progetto. Se fosse riuscito a farla funzionare avresti lasciato la tua carica di Membro della fisica del Gotha a lui, inutile dire che era troppo bello per essere vero. Davoli accettò la sfida, ma non riuscì nemmeno ad accendere la macchina. Da quel giorno credo sia nato il suo odio nei tuoi confronti, quella fu per lui un’autentica umiliazione.>>
Lucio si aggira per la stanza e guarda i fogli sparsi in giro per essa. <<Tutti gli appunti nella stanza sono stati scritti nella lingua che avevo inventato con Margherita e Fabio, capisco perché nessuno è mai riuscito a capire come funzionasse. Non c’è nessuna logica in quella lingua, sono solo parole e caratteri inventati da imparare a memoria. In pratica senza una spiegazione alla base dei loro significati è impossibile comprenderla.>>
<<Nemmeno io sono mai stata in grado di capirci qualcosa, nonostante lavorassi con te non hai mai voluto insegnarmela… dicevi sempre che meno persone sarebbero state in grado di usare la macchina del tempo e più il mondo sarebbe stato al sicuro.>>
Lucio, che stava continuando a girare per il laboratorio osservando i suoi vecchi appunti, si sofferma su un progetto dove vede la bozza del disegno di una macchina diversa da quella presente nella stanza. Dopo qualche secondo passato a fissare quel foglio, Jessica richiama la sua attenzione, continuando a spiegare gli avvenimenti tra il 2023 e il 2051. <<Successivamente all’umiliazione inflitta a Davoli, le attività del Gotha ripresero. Il faro che continuava a guidarti era sempre il desiderio di vendetta verso quella società che aveva preso una deriva criminale e che era responsabile della morte di Margherita. In quei giorni vennero approvate pene severissime per chi violava la legge. Inizialmente la condanna a morte era solo per gli assassini, ma dopo poco tempo la tua sete di giustizia ti portò ad allargarla a tutti i reati che andavano a danneggiare qualcun altro, andando così a utilizzare la pena capitale anche in risposta al furto, alla guida in stato di ebrezza, al danneggiamento… insomma a quasi tutto ciò che venisse riconosciuto come reato. Il Membro della giurisprudenza Bormioli ebbe un bel da fare in quel periodo.>>
Jessica smette di parlare per qualche istante, infatti ripercorrere quei momenti non è facile nemmeno per lei, ma dopo aver ripreso fiato continua il racconto. <<Dopo quattro anni di governo del Gotha, le persone giustiziate erano oltre 10 milioni e fu in quel momento che Fabio, primo Membro del Gotha della matematica e tuo migliore amico, decise di abbandonarti. Diceva che non ti riconosceva più, che Margherita non avrebbe voluto tutto questo, che non poteva più essere responsabile della morte di così tante persone. Si oppose ai microchip e al riconoscimento satellitare, creando un’organizzazione che potesse riunire tutte le persone che avevano i suoi stessi ideali, ossia la Resistenza.>>
<<Quindi persi anche lui? Anzi Fabio divenne addirittura un mio nemico.>>
<<Non direi proprio così… in fondo avresti potuto farli sparire da un momento all’altro, sono sempre stati poche centinaia di persone che si nascondevano da qualche parte. Se non vennero mai catturati e giustiziati era proprio perché Fabio era un tuo amico e la tua influenza sul Consiglio del Gotha era totale, nessuno aveva mai il coraggio di opporsi a te. Comunque non potevamo nemmeno subire gli attacchi della Resistenza in totale passività. Infatti, seppur pacifici, potevano portare instabilità al controllo del Gotha, così ci limitavamo a catturare qualcuno dei loro di tanto in tanto durante le loro attività di volantinaggio e imbrattamento, purtroppo però nel corso di una di queste le cose degenerarono. Il 26 agosto 2049, uno dei nostri uomini della polizia perse la testa, alcuni colleghi presenti quella notte dichiararono che per lui il Gotha era come una religione da seguire ciecamente e che odiava con tutto il cuore la Resistenza, l’unica minaccia rimasta a un mondo completamente giusto, così, al posto di attenersi all’ordine di utilizzare le Stop-gun, iniziò a sparare all’impazzata contro quelli della Resistenza con un’arma da fuoco, uccidendo 5 persone e tra queste sfortunatamente c’era anche Fabio.>>
<<Quindi anche Fabio è morto…>>
<<Purtroppo chi come noi sta in alto a dare ordini, non sempre considera variabili come l’emotività del singolo. Hai già assistito a qualcosa di simile, ricordi? Il tenente Ilari e il suo sottoposto Costa.>>
<<Sì.>>
<<Come loro, anche il poliziotto che uccise Fabio venne a sua volta giustiziato, ma questo non ti bastò per non lasciarti consumare dal rimorso. Ti sentivi in colpa per la morte di Margherita e addirittura il responsabile di quella di Fabio. Così, pur sapendo che il Gotha era qualcosa di giusto, dopo quell’incidente te ne andasti.>>
<<Lasciai il Gotha?>>
<<Sì, per unirti alla Resistenza. Non so cosa successe lì, sotto certi punti di vista sono sorpresa che ti accettarono, in fondo tu per loro eri il nemico numero uno e avevi ucciso il loro leader. Tra l’altro so che quella posizione venne presa proprio dai figli di Fabio e Margherita, anche se giovanissimi. Dovresti conoscerli, avendo passato con loro alcuni mesi…>>
<<Mirco e Bianca?>> Chiede incredulo Lucio.
<<Esatto! Comunque devo ammettere che il tuo voltafaccia ci mise in grande difficoltà. A quel punto nessuno di noi era in grado di utilizzare la macchina del tempo e come Membro della fisica venne incaricato Davoli, assecondando un tuo desiderio che ci avevi lasciato scritto prima di fuggire. In noi restava la consapevolezza che l’unico uomo che era riuscito in così poco tempo a creare questo mondo ideale, era anche l’unico in grado di distruggerlo. Da quel giorno, diventasti il ricercato numero uno e gli attacchi alla Resistenza da parte del Gotha divennero molto più frequenti e violenti rispetto al passato. L’obiettivo era quello di eliminarli totalmente e in circa un anno riuscimmo a condannare a morte quasi l’80% dei loro appartenenti. A quel punto però, forse sentendoti ancora una volta la causa di tutto, prima che potessimo sferrare l’attacco definitivo ai pochi rimasti nella Resistenza, decisi di presentarti sotto la sede del Gotha da solo e davanti ai nostri occhi ti tagliasti la gola con un coltello, suicidandoti.>> Lucio a sentire ciò che gli è successo ha una reazione nervosa e addirittura rischia di vomitare. <<Quel gesto però risparmiò la vita al resto della Resistenza. Dato che con la tua fuga ero diventata la persona più influente del Consiglio del Gotha, essendo l’unica rimasta del gruppo fondatore, convinsi gli altri Membri a interrompere gli attacchi e sostanzialmente a lasciare che la Resistenza potesse continuare a vivere. A pensarci bene qualche volantino non ci poteva impensierire in alcun modo. La maggior parte della popolazione era felice del nostro modo di governare e vedeva quei pochi oppositori come dei pazzi fanatici, così quello fu il mio regalo di addio per te.>>
<<N-non posso credere di aver fatto tutte queste cose.>>
<<Hai sofferto molto, ma hai creato anche ciò che di meglio gli esseri umani potessero desiderare.>> Dice Jessica, abbracciandolo forte.
<<Comunque non mi hai spiegato come sono tornato qui.>>
<<Per quello non ho una risposta… non ne ho davvero idea, forse è stato solo un caso. La tua macchina del tempo in realtà può trasmettere solo le informazioni, nulla di più.>>
<<Quindi ho creato tutto ciò, ma sono solo… senza Margherita, senza Fabio, senza i miei genitori…>>
Jessica si alza e si avvicina a Lucio, poi guardandolo negli occhi con grande fermezza esprime il suo pensiero. <<Non dire sciocchezze… tu hai me!>> Jessica dopo questa frase bacia Lucio, che si allontana d’istinto. <<M-ma che fai?>>
<<Scusa, è che ricordare questa storia mi ha fatto tornare a galla i miei sentimenti… sai Lucio… io ti ho sempre amato. Non ero mai riuscita a dirtelo, così quando sei riapparso mi sono ripromessa di farlo.>> Lucio non sa che dire e quindi è Jessica, seppur arrossita per l’imbarazzo, a riprendere la parola. <<M-ma probabilmente è inopportuno. Effettivamente anche tu non sei esattamente lo stesso Lucio che ho conosciuto… per questo spero che tu possa fare delle scelte diverse. Se ti ho salvato è perché abbiamo bisogno di nuovo di te, senza qualcuno che sappia utilizzare la macchina del tempo il dominio del Gotha potrebbe anche venire soppresso un domani.>>
<<Quindi è per questo che mi volete qui.>>
<<Sì, ora che sai tutto puoi anche pensarci un po’ su. Ti consiglio di fare una passeggiata in città domani e renderti conto con i tuoi occhi di quanto sia meraviglioso questo mondo, starà a te decidere se provare a conservarlo o meno. Io domani dovrò partecipare a un Consiglio straordinario, al tuo ritorno ci saranno importanti novità.>>
<<Di che tipo?>>
<<Sorpresa.>> Esclama Jessica, facendo l’occhiolino e lasciando immediatamente la stanza.
Lucio resta nel laboratorio e si siede al centro di esso, appoggiando la schiena alla macchina del tempo. <<Io ho davvero fatto tutte quelle cose?>>