“I soli reali tiranni dell’umanità sono sempre state le ombre dei defunti o le illusioni che quelle hanno seminato.”
Lucio e Fausto sono seduti nel banco degli imputati di un tribunale. Nel giro di un paio di minuti fa il suo ingresso nell’aula il giudice, che prontamente viene informato da un funzionario relativamente al caso su cui si deve esprimere. <<Il caso di oggi riguarda due individui colti in flagrante mentre realizzavano scritte contro il governo del Gotha. Inoltre uno dei due ha anche tentato di aggredire gli agenti in servizio.>>
<<Ho capito… mostratemi le immagini del satellite.>> Ordina il giudice, che cambia posizione e si gira verso uno schermo gigante presente alle sue spalle. Le immagini proiettate sono ben visibili da tutti i presenti, quindi anche da Lucio e Fausto e dai due poliziotti che li hanno catturati, i quali sono rimasti ai lati degli imputati per controllare che non facciano nulla di strano.
Sullo schermo appaiono le immagini di quanto successo in precedenza, ossia il gruppo della Resistenza che stava scrivendo con le bombolette spray sui muri e la successiva fuga del gruppo all’arrivo dei due poliziotti del Gotha. Viene anche trasmesso il pezzo in cui Lucio tenta di salvare il compagno Fausto, finendo però catturato. Una volta mostrate tutte queste parti, lo schermo si spegne e il giudice si gira nuovamente verso gli imputati. <<Direi che le immagini sono piuttosto chiare. Questi individui appartengono alla Resistenza?>>
<<Possiamo affermare di sì. Abbiamo fatto un’analisi dello scanner su di loro e appaiono privi di microchip.>> Risponde sempre il funzionario.
<<Questo direi che è una prova assoluta della loro colpevolezza. Nonostante tutto voglio comunque dare loro la possibilità di ammettere le proprie colpe e andarsene con dignità. Come si dichiarano gli imputati?>>
<<Colpevole!>> Risponde Fausto.
<<Bene>> Esclama il giudice, che poi aggiunge. <<Qual è il suo nome?>>
<<Mi chiamo Fausto Tanniti e sono un orgoglioso appartenente alla Resistenza.>>
Il giudice batte il martelletto.
<<Dichiaro Fausto Tanniti colpevole di appartenere alla Resistenza e dunque di minacciare all’esistenza del Gotha. Portatelo nella stanza di esecuzione!>>
<<E-esecuzione?>> Ripete Lucio spaventato, che immediatamente si alza in piedi e in maniera esagitata cerca di capire cosa succederà all’altro ragazzo. <<Ehi voi! Cosa intendete per esecuzione? Non potete certo ammazzarlo! Non vorrete farmi credere che basta un reato così insignificante per arrivare a una condanna morte?!>>
<<Lei si calmi! Fatelo sedere!>> Urla il giudice.
Il poliziotto vicino a Lucio gli punta immediatamente contro la Stop-gun. <<Siediti o dovrò colpirti di nuovo.>>
<<No che non mi siedo! State condannando un ragazzo a una pena così severa per una scritta su un muro! Allora è vero che voi del Gotha siete l’incarnazione del male! Avevano ragione Bianca e Mirco… uccidere è sbagliato… ne sono profondamente convinto. Anche se lo fa la giustizia, la morte non è mai la soluzione giusta!>>
<<Guarda che se non la smetti di urlare ti sparo di nuovo. È l’ultimo avvertimento!>> Avvisa il poliziotto, ma tutto viene fermato dalla fragorosa risata che esce dalla bocca di Fausto, mentre l’altro agente lo sta portando via.
<<Cosa c’è adesso da ridere?>> Chiede il giudice.
Fausto continua a ridere di gusto e non sembra potersi fermare.
<<Muovetevi a portarlo via!>> Urla il giudice al poliziotto, ma Fausto, prima di abbandonare la stanza, fa una dichiarazione che spiazza tutti sull’identità di Lucio.
<<Senza quel maledetto chip non sapete niente di noi, non vi siete nemmeno accorti di chi avete davanti, vero? Il nome di quel ragazzo è Lucio Galli!>>
<<Di cosa parla questo criminale? È impossibile.>>
<<La statua che avete eretto… guardate quella stupida statua e chiedetevi se è davvero impossibile per un dio vivere due volte.>>
Il giudice guarda fuori dalla stanza, verso l’esterno del tribunale, dove è presente una grossa statua e si immerge nei suoi ricordi, rimembrando quando più giovane aveva iniziato a lavorare lì e la stavano ancora costruendo, di come ci è passato davanti ogni giorno con ogni condizione meteo, dalle più belle con sole e alberi in fiore, alle più avverse con forti piogge e bufere di neve. Inoltre si ricorda di quando è stato promosso a giudice e ha festeggiato con la moglie e i figli proprio sotto quella statua. Una statua che ricorda perfettamente a memoria e che come fisionomia del volto ricorda molto Lucio.
<<N-non può essere, il tuo cognome è davvero Galli?>>
<<S-sì.>> Risponde Lucio.
<<Si può sapere da dove vieni ragazzo?>>
<<Beh non so se mi crederà… sono nato in questa città nel 2006, ho 17 anni e improvvisamente il 3 giugno del 2023 mi sono ritrovato qui, che a quanto pare è il 2051.>>
Il giudice si alza in piedi e si toglie gli occhiali. Sta sudando freddo, come se in pochi istanti tutto il suo mondo fosse finito sottosopra.
<<G-giudice… quindi che facciamo con questo?>> Domanda il funzionario.
<<Chiamate la sede centrale del Gotha, diteli di chi si tratta e che dovranno giudicarlo loro. Io non posso farlo.>>
<<La sede centrale? Non crederà davvero a questa storia?>>
<<Sì invece… riconoscerei quel viso ovunque. È sicuramente più giovane e non ha quella cicatrice che lo caratterizzava, ma si tratta di lui, anzi non riesco a capacitarmi di come ho fatto a non accorgermene immediatamente. Per ora portatelo in una delle nostre celle.>>
<<Agli ordini!>> Esclama uno dei poliziotti.
Intanto il giudice abbandona la stanza in evidente stato di shock.
Lucio viene portato in una stanza all’interno del tribunale dove sono presenti alcune celle, che però sono tutte vuote. Successivamente viene chiuso in una di queste.
<<Hai capito ragazzo? Ora come da ordini vado ad avvisare la sede centrale, saranno loro a decidere su di te.>> Dice il sorvegliante a Lucio.
<<O-ok, ma sinceramente non sto capendo molto di quel che sta succedendo.>>
<<Vale lo stesso per me a dire il vero…>>
L’uomo si allontana e Lucio viene lasciato da solo nella cella, mentre fissa il vuoto oltre le sbarre.
Qualche ora dopo Lucio è rannicchiato sulla brandina presente nella cella e sta finalmente dormendo. Questo sonno però viene interrotto dalla guardia che sbatte con le chiavi sulle sbarre, provocando un forte rumore e intanto urlando verso il ragazzo. <<Ehi tu! Svegliati… hai visite!>>
Lucio, un po’ assonnato, si alza sfregandosi gli occhi e intanto avanza verso le sbarre. Dall’altra parte, insieme alla guardia, c’è una donna di circa 40 anni dai capelli rossi e gli occhi marroni, che appare comunque piuttosto giovanile e curata nell’aspetto.
<<S-salve>> Dice Lucio.
La donna sorride. <<Non ho dubbi, sei proprio tu Lucio.>>
<<Certo che sono io, ma lei chi diavolo è?>>
Sentendo queste parole un po’ sopra le righe, la guardia si infervora con Lucio. <<Ehi! Non puoi parlare in quel modo al Membro della Logica Mori!>>
È però la stessa donna a intervenire per sedare gli animi. <<Vi prego, non arrabbiatevi. Sono convinta che tra poco saremo tutti dalla stessa parte.>> Poi, sempre lei, si rivolge alla guardia. <<Apra la cella.>>
<<C-come ha detto?>>
<<Le sto dicendo che voglio entrare.>>
<<N-non posso. Le regole dicono di non far uscire il prigioniero per nessuna ragione e…>> La guardia viene interrotta dalla donna, la quale fa capire il suo potere all’interno di questa società. <<Ignorare una richiesta da parte di un Membro del Gotha mi sembra un ottimo modo per restare tutta la vita a controllare delle carceri vuote. Da quanto tempo non c’era qualcuno qui da sorvegliare?>>
<<A-anni.>>
<<Infatti… deve sapere che si è appena liberata una posizione prestigiosa nella polizia che sorveglia il palazzo del Gotha e io sarei felice di raccomandarla.>>
Gli occhi della guardia si riempiono di gioia sentendo quelle parole e si lascia andare a un inchino.
<<La ringrazio infinitamente.>>
<<Inoltre le regole dicono che è vietato far uscire un prigioniero, ma io le sto chiedendo di entrare nella cella. A rigor di logica nessuno di noi sta andando contro la legge.>>
<<G-giusto.>>
<<Quindi ora si sbrighi ad aprire questa porta.>>
<<Certamente.>>
La guardia apre la cella, ma Lucio ci tiene a mettere in chiaro la sua ostilità. <<Signora io sono un appartenente alla Resistenza! Non posso garantire per la sua incolumità se entra qui dentro. Mi sembra di capire che fa parte del Gotha, quelli come lei sono solo feccia, avete ucciso Fausto e…>>
La donna non si fa intimorire da queste parole ed entra tranquillamente nella cella, interrompendo le avvertenze del ragazzo. <<Allora caro Lucio, quanti anni hai adesso?>>
<<17, ma io stavo parlando di…>>
La donna lo interrompe di nuovo. <<Fa strano vederti nelle vesti di un ragazzino, eppure la tua indole non sembra cambiata… sposi sempre delle battaglie per qualche ideale apparentemente irraggiungibile.>> Dice la donna ridendo.
<<Lei sembra parlare come se desse per scontato che vengo davvero dal passato.>>
<<Ammetto che per crederci sul serio ho dovuto incontrarti di persona.>> Mentre parla, Jessica inizia a mettere le mani sul viso di Lucio, accarezzandolo dolcemente e mantenendo un intenso contatto visivo con lui. <<Ma appena ti ho visto non ho più avuto alcun dubbio. Quando si tratta di viaggiare nel tempo solo un essere umano potrebbe riuscirci.>>
<<Non capisco a cosa si riferisce… è stato un caso, probabilmente sono solo caduto in un cunicolo spazio temprale.>>
<<Un caso dici? Permettimi di dubitarne. Da quando ti conosco il caso non ti ha mai comandato, al massimo è stato il contrario.>> La donna toglie le mani dal viso di Lucio, che è un po’ arrossito dall’imbarazzo per essere stato toccato da una donna, che seppur è ben più grande di lui, mantiene ancora un certo fascino. La stessa si gira di spalle e si dirige verso l’esterno della cella, continuando a parlare.
<<Non devi preoccuparti, quello che è successo oggi al tuo compagno della Resistenza non accadrà anche a te. Domani sarai un uomo libero e a poco a poco potremo tornare ad essere quelli di un tempo.>>
<<M-mi scusi… lei sembra sapere molto di me, io però non conosco nemmeno il suo nome.>>
<<Oh giusto… quando tu avevi 17 anni, io ne avevo 15 e ancora non ci conoscevamo. Mi chiamo Jessica Mori e sono il Membro del Gotha della logica.>>
<<Della logica?>> Ripete Lucio come se non avesse compreso a pieno.
<<È strano presentarsi a una persona che conosci da così tanto… comunque non ho intenzione di gettare al vento questa seconda chance, però tu smettila di darmi del lei. Anche se nel 2051 attuale sono più grande di te, vantiamo una lunga conoscenza. Ora ti saluto… ciao Lucio!>>
La guardia chiude la cella e Jessica prima di andare a un ultimo pensiero per quella persona.
<<Mi dica il suo nome, farò in modo che possa ottenere quell’incarico di cui le parlavo.>>
La guardia, con gli occhi ricolmi di gioia e gratitudine, urla il proprio nome <<Ettore Circi!>>
<<Bene Ettore… me ne ricorderò>>
<<La ringrazio infinitamente Membro della logica Mori.>>
Jessica si allontana definitivamente e Lucio rimane in piedi a fissare il vuoto. Dopo qualche istante si lascia cadere in ginocchio e urla a squarciagola. <<E adesso questa chi diavolo è?!>>