“I popoli hanno sempre sentito il bisogno di credenze generali e compreso istintivamente che la loro scomparsa segnava il loro precipitare in una fase di declino.”
Per metà mattina è stato convocato un Consiglio straordinario del Gotha e la prima persona a prendere la parola è il Membro della fisica Davoli, ossia l’organizzatore dell’evento. <<Stimati colleghi… ho voluto chiamare d’urgenza questa riunione del Consiglio, più che mai preoccupato dalla decisione che ieri è stata presa in questa sede. Mi riferisco alla scelta di non condannare quel ragazzo… Lucio Galli. Fonti interne alla nostra città hanno riferito di un veloce passaggio di notizie tra i cittadini. Alcuni dichiarano che quell’uomo sia tornato, altri rifiutano di credere a un’idea tanto assurda, ma in ogni caso la nostra autorità è compromessa.>>
A questo punto interviene Jessica in veste di Membro della logica. <<Di cosa sta parlando Membro della fisica Davoli? Se è realmente questo il motivo della convocazione credo che dovrebbe chiedere scusa a tutti noi per aver sottratto tempo prezioso alle nostre attività di ricerca.>> Davoli assume subito un’espressione indispettita a causa delle parole della collega. La stessa Jessica continua il suo discorso. <<Da quando il più importante organismo della nazione si occupa dei pettegolezzi dei cittadini? Il nostro compito era originariamente quello di riportare l’ordine in una società corrotta dal male e oggi è quello di mantenere quello stesso ordine, che abbiamo faticato così tanto a raggiungere, seguendo il principio della non sopraffazione. Al tempo stesso con le nostre ricerche e la specializzazione nei vari campi permettiamo all’umanità di progredire. Queste sono le sole ragioni di esistenza dell’istituzione chiamata Gotha.>>
<<Ovviamente questo lo sappiamo tutti!>> Interviene Davoli.
<<A volte è necessario ricordare alle persone il perché di quello che stanno facendo.>> Risponde Jessica, per poi lanciarsi in un attacco dialettico verso il collega. <<Membro della fisica Davoli… la mia logica mi impone di dire che questo Consiglio di emergenza è stato convocato senza validi motivi. In primis occuparci di leggende urbane non è un compito che ci spetta. In secondo luogo la decisione di liberare Lucio è stata presa ieri grazie ai voti della maggioranza del Consiglio e ogni decisione del Gotha è assolutamente insindacabile. Infine credo che la sua vera motivazione sia la paura di perdere il posto di Membro della fisica.>>
Davoli a questo punto esplode di rabbia e si lancia in un’accesa risposta. <<Paura? Come si permette di fare un’assunzione di tale portata? Lei, che ci tiene tanto a ricordarci le regole del Gotha, dimentica forse che i suoi membri una volta ottenuto il posto nel Consiglio lo tengono a vita. L’unico modo per perderlo è violare le regole stesse di questa società, proprio come aveva fatto quel Lucio.>>
<<Certo, ha perfettamente ragione Membro della fisica Davoli. Le porgo le mie più sentite scuse, sarebbe illogico pensare che un uomo retto come lei violi le norme pensate dal Gotha per governare la nazione.>> Davoli abbozza un sorriso, fiero di averle fatto ammettere che aveva ragione, ma Jessica non ha ancora concluso. <<In ogni caso le motivazioni alla base di questa convocazione del Consiglio non hanno ragione di esistere, per cui lo dichiaro concluso. Qualcuno si oppone?>> Nessuno dice nulla. <<Perfetto… allora questa riunione di emergenza del Consiglio è ufficialmente terminata.>>
I Membri del Gotha abbandonano i propri palchetti, anche Davoli, seppur furente di rabbia per quanto successo, sta per fare lo stesso, ma Jessica richiama la sua attenzione. <<Membro della fisica Davoli!>>
<<Cosa vuole ancora Membro della logica Mori? Ha già chiuso la riunione mi pare.>>
<<Vorrei solo aggiungere una cosa in termini personali.>>
<<Mi dica.>>
<<Lasci stare Lucio.>>
Davoli abbozza un sorriso divertito. <<Mettermi in mezzo tra il Membro più influente del Gotha e il suo protetto? Non si deve certo avere una logica fine come la sua per capire che non è una grande idea.>>
<<Bene.>> Replica Jessica, che poi abbandona il suo palchetto. Nella stanza del Consiglio del Gotha rimane solo Davoli, che appare ancora divertito dall’ultimo scambio di battute avuto con la collega e si lascia andare a un commento tra sé e sé. <<Non lascerò mai il posto di Membro della fisica a quel ragazzino.>>
Jessica rientra nella sua stanza e trova con grande sorpresa Lucio coricato nel suo letto.
<<T-tu sei ancora qui?>>
<<Non sapevo dove altro andare… conosco solo te in questo posto.>>
<<Giusto… visto che non avevi un posto dove andare, ti ho tenuto a dormire nella mia stanza la scorsa notte.>> Jessica appare comunque agitata. <<In ogni caso ti avevo fatto preparare una brandina, perché ora sei nel mio letto?>>
<<Sembrava più comodo della brandina, così quando mi sono svegliato e ho visto che non c’eri ho pensato di provarlo… sei forse arrabbiata? Sei diventata tutta rossa…>> Dice Lucio, alludendo al colore paonazzo che è apparso sul viso di Jessica fin dall’inizio della conversazione.
<<C-cosa? Certo che no! Anzi dovrei dire di sì! Senti… alzati subito di lì e seguimi.>> Mentre Lucio si alza dal letto, Jessica formula un pensiero che tiene nella propria mente. <<Che diavolo mi prende? Non è da me reagire in quel modo… lo so che è Lucio, ma è solo un ragazzino adesso.>>
Il momento di riflessione di Jessica viene immediatamente interrotto da Lucio, che ormai alzatosi in piedi, è impaziente di sapere dove lo vuole portare la donna. <<Allora? Dove andiamo?>>
<<Seguimi e vedrai.>>
I due escono dal palazzo del Gotha e a piedi raggiungono una struttura poco lontana. <<Cos’è questo posto?>> Domanda Lucio
<<L’università della città.>>
<<Oh… è piuttosto imponente.>>
<<Guarda che non è cambiata poi tanto dal 2023… avresti dovuto riconoscerla.>>
<<In realtà ho sempre cercato di starci alla larga…>>
<<Comunque sia… da oggi inizierai a studiare qui.>>
<<Studiare? All’università? Guarda che ho 17 anni, vado ancora al liceo.>>
<<Lo so, lo so… mi è sempre stato detto che eri un ragazzino indolente.>>
<<Eri?>>
<<Beh… per quel che so di te, ti avevano proposto molte volte di saltare gli ultimi anni di liceo e andare all’università direttamente o sbaglio?>>
<<Effettivamente è vero, ma non ho mai voluto abbandonare i miei amici Margherita e Fabio.>> Il sentire quei nomi provoca una reazione istintiva a Jessica, che stringe il pugno della mano destra come a tentare di sopprimere una sensazione di rabbia. Lucio si accorge che nella donna c’è qualcosa che non va. <<Ehi Jessica… ti senti bene?>>
Il Membro della logica riesce a calmarsi e risponde con fare tranquillo. <<Sì, sto bene. Come stavo dicendo… questo è il luogo dove passerai buona parte delle tue giornate nel prossimo periodo.>>
<<E va bene, in fondo non ho particolari motivi per rifiutare, anche se poi vorrei discutere di alcune cose con te.>>
<<Ottimo!>>
<<Ma come farò con l’affitto e il cibo? Dovrò trovarmi un lavoretto part-time?>>
<<Affitto? Oh giusto non te lo avevo spiegato… nella nostra società tutti i cittadini ricevono un posto in cui stare nel momento in cui vogliono diventare indipendenti. La casa è un diritto di tutti, questo è stato uno dei primi emendamenti del Gotha. Ogni persona riceve un’abitazione nel momento in cui completa il suo percorso di studi e inizia a lavorare ed è il Gotha stesso a fornirgliela. Normalmente fino a quel momento i ragazzi come te vivono con i genitori o in case per studenti, nel caso frequentino l’università in una città diversa dalla propria.>>
Lucio rimane stupito da questo sistema.
<<Sei sorpreso?>> Domanda Jessica notando la sua espressione.
<<Beh sì… penso a tutte le persone che faticavano a pagare un affitto o che vivevano per strada nel tempo da cui provengo.>>
Jessica con un sorriso soddisfatto risponde al ragazzo. <<Problemi come questi non esistono più ora ed è tutto merito del Gotha.>> Lucio guarda con ammirazione Jessica, che se ne accorge e arrossisce di nuovo. <<Ehi ma che fai? Perché ora mi fissi in quel modo?>>
<<Sono solo felice. Grazie al tuo lavoro tante persone in meno stanno soffrendo.>>
<<Oh.>> È l’unica cosa che riesce a dire Jessica, toccata dai complimenti di Lucio, ma poi tenta di riprendere il discorso precedente. <<In ogni caso… tu ora sei completamente solo e metterti in una casa momentanea come quella di uno studente non avrebbe senso. Sei un cittadino di questa città, dunque ti farò avere una soluzione abitativa conforme alla tua situazione.>>
<<Grazie, ma non vorrei disturbarti. Hai un ruolo così importante e stai perdendo tanto tempo per me.>>
<<Non dire idiozie Lucio. Oggi resterai ancora nella mia stanza, ma da domani farò in modo che ne avrai una tutta tua.>>
<<Grazie mille allora. Invece per quanto riguarda l’università? È forse gratuita anche quella?>>
<<Certo! Nessuno deve pagare la conoscenza, ma al tempo stesso solo chi riesce a mantenere voti adeguati e rispettare i tempi previsti può continuare gli studi.>>
<<Fantastico! Ma come trovate i soldi per fare tutto questo?>>
<<La nostra nazione è fortemente statalizzata, la ricchezza privata è concessa solo fino al raggiungimento di un tetto massimo. Ogni misura che prendiamo è improntata a evitare la sopraffazione di un individuo sull’altro, che sia essa fisica, economica o di qualunque altro tipo… seguendo queste indicazioni il Membro dell’economia Gimberti ha stilato tutta una serie di norme che ci permettono di poter sostenere finanziariamente i nostri cittadini negli aspetti basilari alla vita, come l’avere una casa e accedere all’istruzione. I risultati ci dicono che il nostro meccanismo funziona a pieno. Gli studenti che il Gotha si occupa di mantenere negli anni universitari sono coloro che successivamente, tramite il proprio lavoro, arricchiscono il nostro Paese.>>
<<Sembra che abbiate pensato a tutto. In ogni caso non dovrei forse scegliere a quale facoltà iscrivermi e che corsi seguire?>>
<<Farai fisica.>>
<<Ehi… ma hai già scelto tu?>>
<<Avevi forse in mente qualcos’altro?>>
<<Beh… no… in realtà pensavo di iscrivermi proprio a fisica, è la materia in cui sono sicuramente più bravo.>>
<<Lo so bene.>>
<<Però odio che mi precedi sempre… è come se sapessi già ogni mia mossa.>>
Jessica si mette a ridere. <<Dai Lucio entriamo. Ti devi immatricolare, così potrai cominciare a frequentare già da domani.>>
<<Certo!>>
Qualche ora dopo Jessica è nella sua stanza all’interno del palazzo del Gotha, pronta per farsi un bagno e per questo ha solo un asciugamano a coprirla. Intanto riflette sulla sua giornata e su ciò che l’aspetterà il giorno successivo. <<Sono davvero sfinita… e pensare che oggi tra la riunione del Consiglio voluta da quel vecchio invidioso di Davoli, l’iscrizione all’università di Lucio e il fargli avere una stanza qui all’interno del palazzo del Gotha, non ho avuto nemmeno un minuto per lavorare. Domani dovrò sicuramente fare i salti mortali per recuperare il tempo perso… va beh, adesso però un bagno per rilassarmi me lo sono proprio guadagnata.>> Appena si immerge nella vasca sente bussare alla sua porta e urlando tenta di capire chi la disturba in quel momento di relax. <<Chi è?!>>
<<Sono Lucio.>>
Jessica è sorpresa. <<Oh Lucio… entra pure! La porta è aperta!>>
Lucio entra nella stanza, ma una volta al suo interno non vede nessuno, così prova a chiamare la padrona di casa. <<Jessica! Dove sei?>>
Dal bagno, che però ha la porta chiusa, si sente la voce della donna rivolgersi a Lucio. <<Sono qui, sto facendo un bagno.>>
Lucio, appena realizza che Jessica dietro quella porta è completamente nuda poiché intenta a lavarsi, diventa tutto rosso e deglutisce a fatica. Quindi con voce tremante cerca di abbandonare la situazione divenuta per lui un po’ troppo imbarazzante. <<A-allora forse… è meglio se passo più tardi.>>
Lucio sta per lasciare la stanza, ma Jessica dal bagno lo richiama. <<Non preoccuparti Lucio! Puoi parlarmi tranquillamente anche da dietro alla porta… non sarai forse imbarazzato?>>
Lucio, colto in flagrante, cerca di dissimulare, pur non riuscendoci molto bene. <<Imbarazzato io? Ma che ti salta in mente… perché mai dovrei esserlo… sono abituato a situazioni come questa.>>
Jessica ride. <<Ti conosco bene Lucio, non mentire.>>
Il ragazzo allora prova a cambiare discorso. <<E comunque se vai a farti il bagno dovresti almeno chiudere a chiave la porta della stanza. Insomma così qualunque malintenzionato potrebbe entrarci.>>
<<Lucio… da quando esiste il Gotha i crimini violenti si sono ridotti del 98% e i furti del 96%. Nessuno entrerà qui, come nessuno entrerà nella tua stanza, stai tranquillo.>>
Lucio rimane sorpreso da questi dati, comunque è Jessica a continuare a parlare. <<In ogni caso… cosa sei venuto a dirmi?>>
La voce di Lucio si fa più pesante, sintomo che sta per dire qualcosa di serio. <<Sono venuto per ringraziarti ancora una volta di ciò che stai facendo per me.>>
Ora è Jessica a sentirsi un po’ imbarazzata, ma Lucio continua con il suo discorso. <<Inoltre voglio mettere le cose in chiaro… non ho dimenticato i compagni che ho conosciuto nella Resistenza… Bianca, Mirco, lo scimmione e tutti gli altri. Non posso nemmeno dimenticare Fausto che è stato condannato a morte sotto i miei occhi da voi del Gotha o quelli che sono stati uccisi mentre tentavano di salvarmi durante il tragitto dal tribunale a qui. Al tempo stesso sentire i progressi che il vostro governo ha portato all’Italia non mi permette di comprendere il perché della loro ferrea opposizione a voi. Comunque sia non ho ancora deciso da che parte stare, credo che manchino ancora dei pezzi a questo puzzle… sia tu che quelli della Resistenza mi state tenendo nascosto qualcosa, sul mio passato o futuro, insomma su ciò che ho fatto in questi 28 anni e sul perché sembra che tutti mi considerino così importante. Volevo solo mettere chiaro questo Jessica… per quanto a te debba la vita, in questo momento non posso dire di essere un tuo alleato.>>
<<Capisco Lucio. Comunque da quando hai ricevuto il chip sottocutaneo sei diventato un cittadino del 2051 come chiunque altro. Nessuno di noi si aspetta nulla da te, eccetto che tu viva nel rispetto delle regole. Per il resto sei libero di fare qualsiasi scelta, l’unica cosa che conta è farlo con consapevolezza.>>
<<Consapevolezza?>> Ripete Lucio.
<<Sì, consapevolezza di ciò che ti sta attorno, la consapevolezza che il Gotha ha abbattuto la povertà e la criminalità da cui la tua epoca era circondata, realizzando l’utopia di una società perfetta. La consapevolezza che unendoti alla Resistenza verresti condannato a morte, la consapevolezza di ciò che come singoli individui possiamo dare a questo mondo. Quando prendi delle decisioni considerandone tutti gli aspetti e sei consapevole delle conseguenze a cui andrai incontro con le tue azioni, non avrai mai alcun rimpianto.>>
Lucio sorride. <<Avrei un’ultima domanda.>>
<<Prego, ti ascolto.>>
<<Quando ho sentito il Membro della fisica Davoli parlare, ho capito di essere già morto nel 2051 e in fondo se non fosse così forse io non potrei essere qui ora. Ma invece i miei genitori? Sono morti anche loro, vero?>>
<<C-come lo sai?>> Risponde Jessica, sorpresa per questa intuizione.
<<Me lo sentivo, insomma… so che il paradosso del nonno non è applicabile ai viaggi nel futuro, ma il fatto che nessuno mi abbia parlato di loro me lo ha fatto intuire. E poi non avresti dovuto trovarmi una stanza qui se ci fossero ancora.>>
<<Anche se hai solo 17 anni sei davvero molto sveglio… tuttavia non ti dirò ancora cosa ha portato alla tua morte, ma stai tranquillo, non centra nulla con quella dei tuoi genitori. Loro se ne sono andati da poco tempo, entrambi a causa di una lunga malattia.>>
Sul volto di Lucio scende una lacrima. <<Meno male… temevo di essere stato io la causa della loro fine.>>
Jessica sentendo quelle parole si alza di scatto dalla vasca. <<Certo che no Lucio! Tu sei quanto di meglio questo mondo abbia partorito, sei tu che hai salvato tutti!>>
Subito dopo essersi messa l’asciugamano in fretta e furia apre la porta per essere il più chiara possibile con Lucio, ma appena lo fa si rende conto che il ragazzo ha già lasciato la stanza. L’unica cosa che può fare a quel punto è abbandonarsi a un commento tra sé e sé. <<Vorrei poterti già dire tutto, ma anche quei ragazzini della Resistenza se ne sono accorti… ora non riusciresti a reggere la verità.>>