Vi sono leggende che non muoiono mai, vi sono leggende che vivono in eterno, vi sono leggende che raccontano terrore, vi sono leggende che raccontano storie felici, vi sono leggende che raccontano storie romantiche… Ognuna ha un suo obiettivo, ognuna ha il suo motivo di esistere. E questa leggenda è una di quelle, la mia leggenda.
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Camminavo in un corridoio oscuro, privo di luce, come se stessi andando contro le mie stesse paure, delle paure prive di luce.
Questo era il nostro ultimo obiettivo, annientare un semi-dio.
Colui che portò da sempre terrore nelle vaste lande di Astral, l’Imperatore Oscuro…
Improvvisamente raggiunsi la fine del corridoio. Mi girai per vedere il mio gruppo di spedizione e dissi;
<<Non siamo arrivati fino qui per morire, spero che vi sia chiaro.>>
Con il mio lungo mantello rosso e la mia imponente armatura cercai di incoraggiare i miei compagni. Ero a capo della spedizione, e le nostre vite dipendevano da questo.
Feci scendere il mio cappuccio che copriva il capo, mostrando corti capelli bianchi e occhi color arancio. Il mio sguardo rimase ferreo, mostrava quanto ero determinato a compiere questa missione. Il mio nome era Parche, Comandante dei Signori della Guerra e Portatore di Sanji.
Sentii una piccola risata, una risata che riempì di speranza tutti quanti, rivolgendosi con un tono molto scherzoso e spavaldo;
<<Heh, certamente che è così, che credi? Di certo non siamo venuti qui per farci ammazzare dal primo che capita, soprattutto dopo quello che abbiamo passato!>> disse il membro più giovane del gruppo di spedizione, con i suoi lunghi capelli viola raccolti in una coda di cavallo, benda sull’occhio sinistro nascondendo i suoi occhi rossi. Il suo carattere ironico riempiva di armonia il gruppo, anche nei momenti più critici e difficili. Vestiva con una semplice armatura di pelle marrone e mantello verde. Il suo nome era Avelok, Spadaccino dei Signori della Guerra.
Un altro parlò, con un tono incoraggiante;
<<Non ci facciamo chiamare Signori della Guerra perché moriamo contro il primo coglione di turno.>> conficcò la spada nella roccia che ci faceva da pavimento e continuò;
<<Abbiamo la nostra umanità sulle spalle: i nostri figli, mogli… Tutti credono in noi, non possiamo fallire per nessun motivo.>> disse un altro membro, armatura di ferro color viola oscurità, lungo mantello del medesimo colore, corti capelli marroni e fascetta viola che teneva i suoi capelli. I suoi occhi erano di un blu cristallino, portante la speranza e determinazione umana. Il suo nome era Yokano, Stella Oscura dei Signori della Guerra e Portatore di Akumu.
Infine parlò l’ultimo membro, ma non per importanza.
<<Così mi piace sentirvi. La nostra umanità è sulle nostre spalle, e da Re non desidero altro.>> disse il Re, teneva una fitta barba blu e capelli del medesimo colore, cicatrici da guerra lungo la sua faccia e occhi cremisi ricolmi di vendetta e sete di sangue. Il suo abito erano le vesti da Re che portava anche nel Castello, ma armato con protezioni di metallo e spalliere.
La sua importanza tra i Signori della Guerra era elevatissima, essendo che era il nostro asso nella manica per vincere. Il suo nome era Darlus, Hexella Knight dei Signori della Guerra e Portatore di Hexella.
Lo guardai, e iniziai a ridere sotto i baffi. Presi il mio lungo mantello e lo alzai in aria, per poi prenderlo e stringerlo sulla mia vita, annodandolo. Poi spinsi la mia mano verso il centro;
<<Allora da oggi in poi, i Signori della Guerra porranno la parola fine a questa insulsa Guerra. Abbiamo superato molti pericoli e anni di duro allenamento… Nessun Dio è forte quanto noi, poiché siamo noi gli Dei stessi di questo mondo!>>
<<Così ti vogliamo, Parche!>> esclamò Avelok, alzando la voce dall’euforia.
Mi girai verso la porta, prendendo un cristallo rosso dalla mia tasca.
La lanciai come se fosse una monetina e la impugnai nel mio palmo della mano, stringendola forte e in pugno;
<<Scendi in basso, verso gli inferi di questo mondo, distruggendo ogni creato, col verdetto delle fiamme imperatrici. Io consulto la tua volontà, come ella consulta la mia forza, crogiolandomi nelle pure fiamme dell’imperatore Sanji!>>
Tre cerchi magici si crearono attorno al mio pugno, diventando sempre più grandi fino a lanciare una mastodontica eruzione di fiamme distruggendo il portone che ci divideva da…
<<Quindi siete riusciti ad arrivare… Signori della Guerra. Pure se il vostro comportamento così vandalistico comincia ad infastidirmi e non poco.>> disse una voce che somigliava a quella di un ragazzino.
<<Siamo venuti a prenderti, Imperatore del Kazumu, Shükanz!>>
<<Oh… Ne avete di coraggio per lanciarmi una sfida così diretta.>>
Appena la nube di polvere si dissipò, vedemmo un ragazzo in giovane età che portava una strana veste nera. Il suo corpo era ricoperto di venature spesse di color viola scuro, il suo sguardo era spento. Era seduto su un trono, mentre la stanza in cui entrammo era illuminata dalla luce lunare mista con l’atmosfera oscura che emanava il Kazumu. Non si alzò dal trono, bensì alzò la mano destra schioccando le dita. Improvvisamente, il centro della stanza iniziò ad accumulare energia oscura, facendo nascere delle strane entità metalliche che ricordavano quelle di Yorung. Appena nate, si notò qualcosa di diverso non appena che si girarono verso di noi, tenevano uno strano cristallo viola sopra la loro testa metallica: la loro corporatura era semi-umana, mostrando però degli strani tentacoli metallici che fuoriuscivano dalla schiena e una testa più schiacciata. Non avevano bocca o naso, bensì solo due occhi viola e un cristallo sopra il capo.
<<Che cosa sono… Quelle cose? Non sono creature del Kazumu… Ma neanche di Yorung…>> chiesi, mentre cercai di analizzare le truppe nemiche.
<<Oh, queste stupende creature? Sono i miei nuovi servitori, creati da un mio caro collaboratore Myluida… La tecnologia dei Tex-Mechaniker è veramente stupenda, Yorung ha veramente delle belle truppe! Sfruttarle non donerà nient’altro che uno stupendo spettacolo!>>
Improvvisamente tutti iniziarono a guardarci, facendo girare le loro teste e emettendo degli strani rumori metallici. Alcuni si misero a correre e altri sparavano con le loro armi a distanza.
<<Magical Shield!>> iniziai proteggendomi dagli attacchi nemici, le loro armi sparavano diversamente da come aspettato, era potere oscuro, o come la chiamavamo noi… Umbrexella.
<<Disruptive Fire!>> appena l’attacco nemico cessò, provai a lanciare un contrattacco, ma non fece nessun danno all’armatura nemica. Nel mentre altre entità meccaniche ci raggiunsero senza che ce ne accorgessimo, attaccandoci da dietro.
<<Attento, Yokano!>> esclamai, prima che Yokano venisse attaccato da un fendente della spada energetica nemica. Riuscì a schivare, arretrando verso la porta.
<<Ngaaaah!!>> evocai la mia spada “Horunka”, materializzandola nella mia mano destra e attaccando il mostro meccanico, ma…
<<Come… Può essere?!>> dissi sconvolto, notai che il mio attacco non lo graffiò nemmeno.
<<Ah…ahahahah!! Formidabile! Questa razza è semplicemente fantastica! Vai, annientate una volta per tutte i Signori della Guerra!! Finalmente avrò la mia vendetta per tutte le sconfitte subite!>> esclamò, mentre la zona circostante iniziò a diventare sempre più cupa. L’atmosfera divenne sempre più soffocante, e molti altri mostri meccanici vennero evocati.
<<Questo è troppo da contenere…!>> esclamò Avelok, mentre cercava di ritirarsi. Da quel momento i ricordi iniziarono a sfocarsi, granulandosi come sabbia.
E la nostra fine, lentamente, arrivò.
──── Presente ────
<<Fratellone!! Fratellone!>> una voce mi chiamava. Svegliandomi da un pesante sonno. Era la mia sorellina. Mi ributtai le coperte sopra la testa accompagnati da alcuni lamentii.
<<Su dai, è già tardi, oggi hai l’esame di qualifica, non devi fare tardi!>>
<<Hmmn… Lo sho…ma io…altri cinque minuti dai…>> nemmeno il tempo di finire la frase che sollevò le mie coperte, buttandole per terra;
<<Vedi che se fai tardi tu, faccio tardi anche io! Quindi deciditi finalmente di alzarti, sennò ti faccio alzare con le maniere forti!>>
<<Ugh… Che chiassosa che sei già di prima mattina…>>
Erano ormai da anni che vivevo insieme alla mia sorellina, Igea.
Avevo 15 anni e la mia sorellina 13, frequentavamo entrambi la stessa scuola situata nel Terzo Anello; la Scuola di Hallewart.
<<Fratellone che hai? Sembri pallido… Ti senti male? Non puoi mancare proprio questo giorno!>> esclamò Igea preoccupata, scattando subito fuori dalla camera in cerca di medicinali.
<<Ah… No, tranquilla. Ho avuto solo un incubo… Non sto male…!>> esclamai a mia volta, saltando fuori dal letto e rincorrendo Igea.
Quei giorni erano un vero incubo per me, e sicuramente anche per la mia sorellina.
Pure a distanza di anni, continuavano a tormentarmi.
<<Comunque, andiamo a prepararci, Igea?>> chiesi ad Igea dopo averla raggiunta e chiarito che io non stessi male.
Dopo aver fatto una buona colazione preparata da lei, si presentò con il suo abito scolastico, chiedendomi come stava.
Beh, che dire, una vera e propria bellezza! Tanto da farmi andare fiero di avere una sorellina così adorabile!
Teneva la classica uniforme della Hallewart, un uniforme scolastica color marroncino, con un fiocco rosso sul petto e una gonna corta che arrivava sopra le ginocchia.
Risaltava molto bene i suoi occhi color cremisi, insieme ai suoi capelli del medesimo colore.
Iniziando a mettersi in posa e alzando leggermente la gonna scolastica chiese;
<<Eheh, che ne pensi?>> teneva uno sguardo scaltro e gli occhi che risplendevano come una stella.
Mi mise tremendamente in imbarazzo e chiesi a mia volta;
<<A—aah! Cosa fai Igea?! Non sono cose che dovresti fare! Dove lo hai imparato?!>> chiesi con il viso completamente rosso come un pomodoro. Cercai di coprirmi la faccia per non profanare la purezza di mia sorella, ma lo sguardo mi ricadeva sulla sua gonna leggermente alzata dalla sua tenera mano.
<<Hehe, è solo per farti vedere come mi sta! Sai, solo da questo nuovo anno ci hanno fornito queste nuove uniformi, quelle vecchie erano scomode senza le gonne!>> continuò. Ripensandoci era vero, i primi anni scolastici forniscono solo dei pantaloni lunghi alle ragazze. Dopo superato il secondo anno, entrando nel terzo, le ragazze possono indossare anche delle gonne.
Molto probabilmente era un sistema pensato per non cadere nel tema “sessualizzare delle ragazzine”…credo.
Dopo un breve lasso di silenzio e ritornando in me, risposi sorridendo;
<<Ti sta davvero bene, Igea.>> e lei girando su se stessa felice mi rispose con un bel sorriso candido;
<<Grazie mille, Fratellone Virtus!>> il suo sorriso era talmente stupendo che riuscivo a sentire un’aura di felicità sopprimermi, come se stesse urlando “Continua ad elogiarmi, fratellone!”. Era troppo accecante, al punto di chiedermi quale grazia divina mi donò un angelo come lei!
<<Uffa, fratellone! Potresti farmi dei complimenti più spesso!>> esclamò con un broncio, mentre si rimise la gonna per bene.
<<Non posso fare certe cose, sono pur sempre tuo fratello!>> esclamai a mia volta, provando a far risalire la mia posizione come “Fratello maggiore”.
Dopo un breve lasso di tempo continuai;
<<Ci tengo che rimani una ragazza pura, non devi fare queste cose.>> dissi infine, mentre spostai il mio sguardo. Lei mi guardò stranita ma fece un lieve sorriso, iniziando subito a parlare provando a cambiare discorso e rompere il ghiaccio creato;
<<Riguardo il tuo tesserino… Se superi gli esami lo riceverai no?>> io la guardai non appena tornai in me, rispondendo;
<<Ah, si? Cioè si. Lo riceverò, perché?>>
<<Ecco.. No ero solo curiosa di sapere che nome d’Avventuriero vorrai scegliere.>> appena me lo chiese, iniziai a ridere. Non so perché, ma mi sentivo stranamente felice in quel momento.
<<Perché ridi?>> chiese Igea col broncio e con sguardo infuriato.
<<Ahah…Nono nulla. Penso fosse una risata di piacere…se si può definire così. Comunque sia, già so cosa scegliere. Te lo farò sapere non appena avrò il tesserino con il nome stampato sopra, fino ad allora…>> mi alzai prendendo il mio borsone e finì la frase;
<<Rimarrà un segreto, intesi?>> dissi, tirando un sorriso scaltro verso la mia sorellina.
<<Uff… Va bene.>> rispose Igea prendendo un pranzo al sacco, lo preparò per me.
<<Tieni, magari ti verrà fame prima degli esami, o dopo averli finiti.>> disse, tenendo un pranzo al sacco con entrambi le sue mani. Era solita a fare cose simili, ma stavolta sembrava che ci avesse messo tutta se stessa.
<<Grazie mille, Igea. Sei pronta per andare?>> chiesi, prendendo il sacchetto in mano e ricambiando il sorriso.
<<Sì!>>
E così, si inizia un nuovo capitolo della mia vita.
I famosi Esami di Qualificazione della Scuola Hallewart.
◖Fine Capitolo 1◗
Angolo dell’autore:
Ciao a tutti! Qui è YuukiToyaro, grazie mille per aver scelto di leggere MaDoShi. Questa storia è un re-upload essendo che già era stata scritta da me due annetti fa, e sto provando a recuperare tutti i capitoli caricandoli ogni martedì e venerdì alle 19. Attualmente sono stati scritti oltre 50 capitoli e la storia si trova al terzo arco narrativo; il 50% della prima saga era stata completata.
Adesso mi sto occupando solo della riscrittura e correzioni dell’opera, puntando a presentare i primi capitoli in maniera più ottimale possibile.
Ovviamente se avete pareri o critiche riguardo la storia, trama o segnalazioni di errori/altro ancora sono sempre aperto a miglioramenti e critiche! ^-^
Spero che la storia sarà di vostro continuo gradimento;
– YuukiToyaro