Se l’inizio del test aveva dato ad Erwin un’enorme iniezione di fiducia, i successivi 4 che seguirono test non furono per nulla facili per il ragazzo; affrontarono il test d’agilità, che consisteva nello schivare dei proiettili di terra generate con uno strano macchinario magico, che gettava i colpi ad alta velocità, riducendone però il potere distruttivo, per non ferire gli alunni; nonostante l’attacco e la velocità di quel macchinario non erano minimamente paragonabili a quelle del golem Erwin affrontò due giorni prima nella foresta, Erwin ed i candidati erano costretti a muoversi all’interno di un certo spazio cerchiato di rosso, e la difficoltà del test aumetava con l’avanzare dei minuti, dato che aumentavano pure il numero di macchinari, e di conseguenza, aumentava di molto la difficoltà del test;
Ma per Druk, il terzo test sembrò realmente una passeggiata, stracciando di gran lunga tutti i partecipanti per durata, compresi i ragazzi che possedevano il suo stesso elemento; Erwin, rispetto agli altri, se l’era cavata pure piuttosto bene, anche grazie a quello che aveva appreso nellla sua ultima prova con Ron, ottenendo un risultato davvero buono, ma il modo in cui si muoveva Druk, unito al fatto che non aveva ancora addomesticato quella tecnica, gli aveva impedito di muoversi come Druk.
Le cose però iniziarono a prendere una brutta piega durante la prova difensiva: il test era per lo più simile al test d’agilità, ma questa volta, era obbligatorio utilizzare il proprio mana (elemento) per eregere una barriera difensiva, e ad ogni minuto che passava, veniva chiesto agli aspiranti alunni di aumentare di dimensioni di tale barriera; Questa volta Druk non fu il migliore tra di noi: all’inizio, quando il macchinario a colpirlo era solamente uno, non ebbe grosse difficoltà, mantenendo intorno a lui una barriera molto solida, ma la musica cambiò repentinamente non appena i macchinari divennero due, dato che la sua barriera, espandendosi, divenne flebile, e nel giro di pochi istanti, venne colpito da una di quelle roccie con facilità.
Ma il peggiore di quel test fu proprio Erwin: infatti, non era un problema per lui eregere una barriera intorno al suo corpo dal diametro di un 1 metro, ma non appena gli venne chiesto di aumentare le dimnesione della sua barriera difensiva, non riuscii a creare una barriera per nulla solida, collassando sul colpo, senza che peraltro le roccie impattassero la sua barriera. Si aspettava che prima o poi avrebbe faticato nel test, ma non si aspettava che le cose potessero prendere di colpo una piega simile.
Le cose non andarono esattamente bene nemmeno nell’utilizzo delle armi: Mentre Druk possedeva una destrezza senza uguali nel nostro gruppo, Erwin invece era proprio negato nell’utilizzo di qualsiasi arma, ma dato che non poteva ridicolizzarsi in quel modo, mostrò tutte le sue abilità marziali, lasciando di stucco Druk ed alcune esaminatrici dei test precedenti, che seguirono i suoi movimenti con molta attenzione.
Infine, salirono nell’ultimo piano di quella immensa palestra, dove ad attenderli con ansia c’era Enrid, il quale aveva tra le sue mani il nostro destino: l’ultima prova era già iniziata.
*P.O.V di Erwin*
Arrivammo nell’ultima sala del test, dopo aver affrontato le prime 5 prove; in me cresceva un vago sospetto del fatto che forse non sarei stato ammesso nell’accademia. Ma nonostante tutto, cercavo di rimanere positivo, benché in quel momento il mio umore era sotto terra.
Ci ritrovammo di fronte ad una gigantesca porta in ferro, che separava la stanza dove ci trovavamo noi con la sala dell’ultimo test; accanto a quel portone, sulla nostra destra c’era una piccola stanza, dove entrarono le 5 assistenti di Enrid, ordinandoci di aspettare fuori.
“Cosa credi che riguardi l’ultima prova, Druk?”
Cercavo in tutti i modi a pensare positivo tentando di eliminare tutte i cattivi pensieri lontano da me, cercando di concentrarmi nell’ultimo test.
“L’ultima prova, eh….” – disse Druk, che comiciò ad osservarsi intorno – “Se avrai notato, questa stanza è decisamente diversa dalle altre; quella porta, ad esempio, oltre ad esssere fatta di un metallo che non conosciamo, presenta degli strani segni incavati sulla parete delle due ante che formano appunto la porta. E poi, se ti ricordi, l’ultima prova è la simulazione di battaglia…”
“Quindi dovremmo combattere uno contro uno…?”
Druk si guardò intorno, e chiudendo gli occhi, mosse la testa i segno di dissenso.
“Beh, non credo proprio che—!”
“Sig. Druk? Prego, entri nella stanza!”
Una della esaminatrici interrupe il nostro discorso, invitando Druk ad entrare in quella piccola stanza vicino al portone. Senza battere ciglio, Druk entrò nella stanza, lasciandomi solo immerso nei miei mille pensieri;
Passarono alcuni minuti, ma di Druk, ancora nessun ombra; Qualcuno provò ad avvicinarsi alla porta, per sentire cosa si stessero dicendo, ma dalla stanza non si percepiva alcun rumore, come se non ci fosse nessuno all’interno; All’improvviso però, l’esaminatrice uscì di nuovo da quella stanza, dando la possibilità a tutti di vedere cosa stesse succedendo dentro; Rimanemmo sorpresi nel non vedere Druk;
L’esaminatrice chiamò un’altro ragazzo, sempre con quel fastidioso sorriso che le esaminatrici portavano dall’inizio del test fino alla fine; questa volta però passarono pochi minuti, anzi pochissimi; l’esaminatrice uscì di nuovo da quella stanza, e così com’era successo con Druk, nemmeno l’altro ragazzo era presente nella stanza;
“Sig. Erwin, venga avanti, la prego.”
Colto di sorpresa, scattai in piedi in preda all’agitazione, e dopo alcuni secondi di tentennio, mi avvicinai a passi lenti verso quella stanza; mentre entravo dentro, la mia mente cominciai a pensare che ci potevano essere due motivi per la quale ne Druk ne l’altro ragazzo non erano presenti nella stanza: o entrambi avevano passato il test, oppure avevano fallito entrambi, e se Druk aveva fallito il test, allora voleva dire che io non avevo nessuna chance di poter entrare nell’accademia. Entrammo in quella piccola stanza, di cui il pavimento era totalmente bianco, con una grandissima vetrata alla mia destra che mostrava il bellissimo paesaggio sulla quale era posto il campus; all’interno della stanza poi, c’erano veramente poche cose: una lunga scrivania fatta di quarzo, una libreria piena di libri sulla teoria della magia e sulla lotta, un tappeto rosso e dietro le loro spalle erano presenti due porte: una porta era a sinistra vicino a quella grossa finestra, e portava a delle scale in ferro che erano ben visibili dalla vetrata; l’altra invece era posta a destra, e sembrava collegare queesta piccola stanza a quella che c’era dietro quel gigantesco portone che era presente al di fuori di qui; forse, Druk si trovava da l’altra parte di quella esatta porta!
Ednir era seduto davanti alla sua scrivania mentre beveva del thé, e dietro di lui, le sei esaminatrici mi guardavano con quel solito sorriso falso fra le labbra. Accanto a Ednir, c’era anche quelle strane tavolette luminescenti che quelle signore portavano con se, ed in una di queste potevo vedere la mia foto con anessi i miei relativi dati, ed uno strano disegno a forma pentagonale posto di fianco alla mia foto.
“Sai, Sig Zendhyix..” – disse all’improvviso Ednir, mentre sorseggiava rumorosamente la sua bevanda, dando fastidio pure alle sue collaboratrici, a giudicare dalle loro espressioni contorte in quel momento – “Oltre ad essere un insegnante di questa prestigiosa accademia, sono anche l’esaminatore di molti giovani stolti che pensano di poter venire qui ed entrare facilmente nel miglior istituto al mondo. In questo momento quindi, sta a me decidere se sei degno o meno di affrontare l’ultima prova…”
Ednir si alzò dalla sua sedia, passeggiando intorno a me, il quale ero seduto ed ero completamente paralizzato: pensavo che tutti potessero affrontare l’ultima prova, ma il fatto che era solo lui a decidere se eravamo idonei o no, per qualche strana ragione mi metteva ancor più ansia – “Sai, dal mio palmare, ho osservato tutti i test da voi affrontati, e devo dire che mi hai relativamente sorpreso…” – disse l’uomo, che si fermò a pochi centimetri da me, squadrandomi con uno sguardo quasi diabolico; era come se cercasse di analizzarmi in ogni mio più piccolo particolare… quell’uomo, in quel preciso momento mi fece dannatamente paura.
“Non ho mai visto un “paesano” con così tanta forza distruttiva, pur non avendo nessun elemento che ne potenzi le abilità, ed in più possiedi un’ottima agilità ed un’ottima flessibilità, sempre considerando la tua grave mancanza di un elemento. Ma i tuoi pregi finiscono qui, dato non solo non possiedi nessun elemento, ma hai un orribile controllo del mana per la tua età, e questo non ti permette di poter creare determinati tipi di barriere, e probabilmente sei pure incapace di lanciare magie a media/lunga distanza, oltre al fatto che la tua maestria con le armi è prossima allo zero…Non ci siamo proprio..”
Ecco. Lo sapevo… quella sensazione che avevo provato diversi minuti prima sembrava essersi trasformato in realtà; credevo che con l’impegno, sarei risucito a passare qualsiasi prova, ma evidentemente mi sbagliavo. Non riuscivo nemmeno a piangere dalla rabbia, ma tutto quello che potevo fare era rimanere in silenzio, mentre il mio sogno veniva demolito da quel bastardo che mi guardava con disprezzo.
“Di norma, uno come te non sarebbe mai ammesso nella nostra scuola, ma…”
Il professore si alzò dalla sua sedia, dirigendosi verso la porta di destra, che collegava la sua stanza a quela dove forse si sarebbe voltal’ultima prova. Inseri una strana chaive all’interno, e senza che la spingesse, la porta si aprì da sola; la quantità di luce emanata da quella stanza era tale da non riuscire a capire cosa diavolo ci celasse dietro tutta quella illuminazione.
“Sembra che la dea bendata ti abbia sorriso. Fosse dipeso da me, ora non saresti qui, ma non posso farci nulla. Entra dentro, c’è il tuo amico Druk che ti aspetta…”
Eh? Ero stato ammesso all’ultimo test? Ormai le mie speraze erao meno di zero, e quando sentii quelle parole, mi diedi dei colpi in testa; doveva essere un errore, sicuramente doveva essere così. Ma quando richiesi di ripetergli, mi disse che avevo le credenziali per poter affrontare l’ultimo test.
“…W-Woaaaah!” Scattai in piedi dalla sedia, urlando di felicità, con le lacrime che scendevano come un fiume in piena… diamine era tutto così surreale!
“V-Vai dentro, prima che cambi ideai!” disse frustrato Ednir, che in quel momento voleva liberarsi di me il più presto possibile; Ora però, dovevo mettere i piedi per terra: non ero ancora passato, e avrei dovuto dare il tutto per tutto.. Non mi sarei fatto sfuggire questa opportunità.
Mi asciugai velocemente le lacrime, e dopo essermi ricomposto, avanzai in direzione di quella porta, pensando alle parole di Ednir: Non sapevo cosa fosse successo, ma a quanto pare, qualcuno aveva imposto di farmi partecipare all’ultima prova; Questo voleva dire che tutti i miei sforzi, anche se in quel momento sembravano inutili, avevano raggiunto qualcuno!
Superando quella porta, venni inghiottito da tutta quella luce, rimanendo brevemente accecato. Ma quando riaprii gli occhi, ritrovai dentro un”immensa stanza bianca; Guardando davanti a me, oltre ad alcuni oggetti d’allenamento quali spade, scudi e lance, non riuscivo a vedere la fine di quella stanza; era quasi come se fosse infinita.
“C-Cosa diavolo è questo posto…?!” dissi a bassa voce, cominciando ad aggirarmi per la stanza, salvo poi essere fermato da Druk, il quale era adagiato sulla parete di destra;
“Meglio se stai fermo qui, altrimenti potresti perderti…”
“Druk!” Esclamai felice, avvicinandomi rapidamente verso di lui; in effetti, ednir mi aveva detto che Druk era idoneo per affrontare l’ultimo test, ma ero così felice per me che mi dimenticai di ogni cosa.
“Dopo le tue ultime prove, avevo veramente pensato che non potessi più entrare nell’accademia, ma mi hai sorpreso ancora una volta” disse sorpreso Druk, che sembrava comunque felice nel vedermi lì in quella stanza insieme a lui.
“Beh, in qualche modo c’è l’ho fatta, anche se credo che qualcuno abbia imposto a Ednir di farmi affrontare l’ultimo test…” dissi leggermente imbarazzato, grattandomi la testa.
“Eh? Che intendi dire?”
Raccontai così tutto quello che accadde in quella piccola stanza a Druk, e pure lui rimase perplesso di quel risvolto del tutto imprevedibile.
“Strano, di solito, gli esaminatori sono persone in grado di giudicare il talento di una persona in modo quasi accurato, e le loro scelte spesso non vengono mai messe in discusse. Comunque, il fatto che qualcuno si sia messo in mezzo per te, vuol dire che qualcuno è rimasto stupito. L’importante è che tu ora dovrai dare il 100% per affrontare l’ultimo test, non avrai seconde chanche”
“Beh, questo era chiaro” – dissi convinto, stringendo i miei pugni con forza; nelle altre prove avevo fatto davvero schifo non potevo farmi sfuggire questa opportunità caduta dal cielo – “Comunque, che razza di stanza è questa?”
“Non ne sono pienamente sicuro” – disse Druk, che nel mentre si alzò, stiracchiandosi la schiena lentamente – “Ma credo che in questo preciso istante, non siamo su Earthland”
“Non siamo su Earthalnd? che intendi?”
Druk si grattava la testa, cercando probabilmente le parole giuste da poter utilizzare per farmi capire meglio quello che intendeva. Dopo alcuni secondi di silenzio, infine, ricominciò a parlare.
“Beh, come avrei notato anche tu, un edificio del genere è troppo grande per non essere visto da fuori” – disse Druk, cominciando a camminare avanti ed indietro davanti a me, mentre osservava la stanza con una strana espressione, non saprei di dire se fosse di curiosità o altro – “E’ da prima che ci sto pensando, e sono arrivato alla conclusione che forse ci troviamo dinanzi ad un fenomeno di magia spazio-temporale.”
“Magia..spaziale?? che roba è?” chiesi perplesso a Druk, il quale mi guardò con un aria molto strana, per poi battersi un colpo sulla testa, come se si fosse ricordato qualcosa.
“Già, è vero che tu non sai proprio nulla!” – disse con il sorriso, provocandomi un leggero fastidio… – “In questo mondo esiste un’altra tipologia di magia, che viene denominata magia astrale; I maghi che utilizzano questa magia generalmente non possiedono alcun elemento come te, ma posso effettuare incantesimi del tipo astratto, fisico e di potenziamento temporaneo; ad esempio, coloro che utilizzano questa tipologia di magia, possono manipolare i pensieri delle persone, manipolare il tempo, lo spazio ed addirittura distorcere la realtà, senza contare che dispongono di una numerosaserie di magie difensive molto potenti; I maghi in grado di fare questo sono chiamati devianti, proprio come i maghi che controllano gli elementi superiore, benché di base siano due classi completamente diverse fra loro… Per questo, vengono chiamati anche Maghi Arcani…”
Wow.. Non credevo esistessero altre tipologie di magie, e per di più, una magia che forse, anch’io potevo imparare. Cominciai a fantasticare su quante cose avrei potuto fare, quando però Druk frenò bruscamente le mie fantasie.
“Non pensarci minimamente” – mi ammonì Druk, guardandomi con sguardo severo, capendo subito quello stavo pensando – “Non c’è possibilità che tu possa imparare una cosa del genere. Concettualmente parlando, oltre al fatto che i maghi arcani hanno un’affinità unica con il mana, cosa che tu non hai, il loro mana è molto più puro del nostro ed ha origine nel cuore, mentre l’origine del nostro mana e di coloro che controllano gli elementi superiori è il core, che è posizionato nel meridiano “di Stomaco”, quindi probabilmente il modo in cui utilizzano loro il mana è diverso dal nostro; inoltre, i maghi arcani per controllare le loro magie sono addestrati fin dalla nascita, non c’è possibilità che un—-“
“Si, ho capito!” dissi sbuffando, dato che non mi diede nemmeno il tempo di fantasticare un po’ su cosa avrei potuto fare con quel tipo di magia. Comunque, allo stesso tempo ero felice: in questi 2-3 giorni di viaggio, avevo imparato tantissime cose in pochissimo tempo, e c’era ancora tanto da scoprire. Al solo pensarci, mi veniva da ridere.
“Comunque, è strano…” disse Druk, il quale si siedette di nuovo in quell’angolo – “Sono qui da diversi minuti, eppure, il test non è ancora iniziato. Chissà cosa stanno aspettando…”
*POV di Elaine*
Diversi minuti dopo….
Diversi minuti dopo che il primo gruppo aveva preso parte al primo test, era arrivato il nostro turno; nell’incamminarci verso il luogo dell’esame, vidi molti ragazzi fuori con in mano i loro oggeti e vestiti, dirigersi verso l’uscita del campus; a giudicare dai loro sguardi, era palese che non avevano superato il test. Tra loro, non vidi quel ragazzo ed il suo nuovo amico; forse erano riusciti a passare il test, o forse… Beh, non che m’importava, ero solo “riconoscente” a Ron, e di quel che potesse accadere al suo nipote, non m’importava nulla; L’unica cosa che m’interessava sul serio, era fare un primo vero passo verso la mia vendetta, e per fare ciò dovevo passare il test, costi quel che costi.
Nel nostro gruppo, erano presenti degli elfi, ed alcuni di loro mi osservavano con aria sospetta: mio padre, tempo fa, mi disse che una leggenda metropolitana raccontava il fatto che tra noi elfi esisteva un legame che andava al di là di un semplice legame di sangue, quasi come se fossimo legati da uno strano filo del destino. Ovviamente, non credevo a tale storia, però vedendo il comportamenti dei miei “connazionali”, sembrava che qualcosa di vero c’era. Comunque, era un problema a qui avrei pensato dopo.
“Tu… tu sei forte, non è vero?” All’improvviso, una gigantesca ombra apparve alle mie palle, mentre ci stavamo dirigendo verso la sala del primo test.
Voltandomi, mi resi conto che si trattava di quel energumeno che diversi minuti prima stava mangiando in mensa con voracità, lanciando delle occhiate fulminanti a Erwin, il quale era visibilmente a disagio; cosa diavolo voleva da me l’amico di quel idiota?
“…Anche se fosse?”
Quel ragazzo ultrasviluppato mi guardò con uno sguardo quasi di sfida per alcuni secondi; forse voleva intimorirmi, ma quello sguardo non aveva avuto il risultato che sperava, anzi, mi stava facendo irritare di più.
Finalmente, quell’idiota si decise di lasciarmi in pace, ma prima di andarsene, voltò leggermente la testa, e con la coda dell’occhio mi lanciò un’ultima occhiataccia
“Le donne portano solo problemi a noi uomini… vedi di non distrarre troppo Erwin, o ti farò fuori…”
Quelle erano le parole di un’idiota che aveva completamente frainteso tutto, ma ciò nonostante, potevo intuire dalla sua sete di sangue che quelle non erano frasi di circostanza: credo che intendesse dire al 100% ogni minima parola che disse, non stava scherzando. Non mi faceva paura, ma ora avrei dovuto fare più attenzione a non finire in situazioni fastidiose.
Dopo essere arrivati al luogo dell’esame, e dopo averci spiegato le varie fasi di questi test, ogni persona del nostro gruppo iniziò ad affrontare il test; benché i test fossero “semplici” di primo achito, ognuno di noi doveva prendere un certo punteggio per poter sperare di poter entrare nell’accademia, e molti del nostro gruppo fallirono già al primo test; fortunatamente, ero stata addestrata fin dala tenera età, e grazie anche al fatto che noi elfi eravamo molto portati ad utilizzare il mana, ricevei un’ottima valutazione (B+). Anche altri elfi presero dei voti buoni, ma ovviamente, grazie alle lezioni che ricevetti da piccola, nessuno poteva avvicinarsi al mio livello…
O almeno era quello che credevo fino a pochi istanti fa, dato che quell’idiota tutto muscoli aveva preso il mio stesso voto… L’importante per me era passare tutti i test con dei voti eccellenti, ma ero sorpreso del fatto che quel ragazzo avesse un livello del mana molto simile al mio.
Affrontammo poi il test per osservare le nostre capacità d’attacco, ed anche qui, passai i test senza particolari problemi; non utilizzai però la mia magia di ghiaccio, limitandomi semplicemente di utilizzare l’elemento dell’acqua, non volendo attirare troppo l’attenzione. Ma ancora quel ragazzo, di cui il nome era Gygas, aveva preso la scena a tutti, sfoderando una forza distruttiva senza uguali. Non conoscevo ancora i professori che facevano parte dell’accademia, ma il suo potere offensivo doveva essere molto simile a quella dei nostri insegnanti, ne ero assolutamente certa; Gygas possedeva l’elemento della terra, e normalmente non era molto portato per attacchi potenti, però il modo in cui utilizzava il suo elemento era decisamente ambiguo…. Comunque, anche se avessi utilizzato i miei poteri al massimo della mia forza, non avrei comunque raggiunto un risultato simile.
Nel test della difesa e dell’agilità, nella quale mi sentivo molto più confidente, le cose andarono decisamente bene. Anche se all’inizio non ci davo peso, non volevo che fossi seconda anche in queste due categorie, dato che per anni i miei genitori mi avevano addestrata maggiormente su queste due cose; dovevo mostrare a loro il frutto del lavoro dei miei genitori.
Fui felice di vedere quella bestia senza cervello faticare nel test sulla difesa, anche se però dava l’impressione che tale test non gli interessasse più di tanto, dicendo robe del tipo “Non è da uomini difendersi”.. Era incredibile che un idiota come lui fosse così portato forte…
Poi toccò al test di abilità con le armi bianche; nonostante mia madre mi avesse proibito di utilizzare qualsiasi arma bianca, anni fa imparai segretamente alcune tecniche di spada da mio padre, il quale era ben contento di poter insegnare ad uno dei suoi figli l’arte delle lame*. Era da tanto che non mi esercitavo con le lame, e quindi, decisi di affrontare il test utilizzando due pugnali, come ero solita fare; Cercai di massimizzare ogni movimento che facevo, enfatizzando ogni passo che facevo con l’obiettivo di ammaliare l’esaminatrice lasciandola a bocca aperta. E ci ero riuscita, dato che quando finii la mia prova, uno scroscio di applausi mi travolse.
Ormai, quel Gygas mi aveva attirato, così osservai il suo test, curioso di vedere che tipo di stile utilizzava, dato che per tutto il test non si staccò da quella sua maledetta spada di legno gigante, ma rimanemmo tutti scioccati dinanzi alla sua prestazione, che finì nel giro di mezzo secondo, o forse anche meno; con quello spadone che si portava sempre con se, diede un unico, rapido e violento fendente, generando uno strano rumore d’esplosione, creando inoltre delle folate di vento, che lasciarono tutti senza parole, me compresa. Non si basava sulla tecnica come noi, ma solo sulla velocita e sulla sua brutale forza bruta.
“…Questo è tutto quello che so fare” disse con aria soddisfatta quell’idiota, ma quell’attacco bastava per far comprendere a tutti che razza di mostro era entrato in quella scuola;
Arrivammo così nell’ultima stanza del test, dove io e Gygas fummo chiamati subito per primi. Entrati nella stanza, dove, come immaginavo, c’era il capo degli esaminatori che ci accolse con uno strano sorriso sulle labbra, quasi come se gli fosse successo qualcosa di estremamente piacevole.
“Prego, accomodatevi!”
Senza fare troppi complimenti, ci sedemmo dinanzi a lui, con quel insegnante che cominciò a darci del thé e dei biscotti, facendoci sentire a nostro agio.
“Mangiate senza fare complimenti!”
Mentre quell’ingordo di Gygas a momenti mangiava pure il tavolo, Enrid ci fissava continuamente, ed alla lunga, quello guardo cominciava a darmi fastidio. Ma non era quella la cosa più strana; no, nella stanza avvertivo una strana sensazione che mi dava il tormento da quando misi piede in quella stanza.
Credevo che pure quell’idiota di Gygas provasse le mie stesse strane situazioni, però a guardare il suo comportamento così spudorato e tranquillo, non pareva il caso: che mi stessi immaginando tutto?
“Bene prima di tutto, voglio chiedervi… cosa ne pensate dei test appena svolti? erano relativamente facili, non trovate?” disse il capo degli esaminatori, che appoggiò la sua testa sul palmo delle mani, mostrandosi molto interesseto dalle nostre risposte.
“Beh, niente di così difficile..” dissi annoiata da quei continui sguardi ossessivi, mentre Gygas, avendo la bocca piena di cibo, reagì alle mie parole annuendo sempicemente il capo.
“Bene, capisco…”
L’istruttore si alzò in piedi, cominciando a passeggiare lentamente intorno a noi, mettendo le sue mani dietro la schiena.
“Sapete, l’anno scorso in questa accademia sono entrati alunni non all’altezza del nome di questa accademia, quindi abbiamo deciso con gli altri professori di irrigidire le modalità d’ingresso della nostra accademia. Ebbene, non solo siete al di là di tutti i ragazzi visti finora in questi test, ma avete affrontato ogni esame splendidamente, e per questo siete i primi alunni ad essere ammessi ad entrare nell’accademia quest’anno! Congratulazioni!”
Ednir si girò per vedere le nostre reazioni, ma io e Gygas rimanemmo impassibili, dato che, almeno per me, era scontata la mia ammissione all’accademia. Quello che volevo davvero invece, era far parte della classe A.
“Beh, è normale che non siate sorpresi…” – disse Ednir, il quale si siedette di nuovo al suo posto, con un’espressione compiaciuta – “Di geni come voi se ne vedono davvero pochi in giro. Però credo che quello che succederà ora vi coglierà impreparati.”
All’improvviso, quella strana sensazione disturbante che avvertii non appena entrai nella stanza, si fece sempre più opprimente, e all’improvviso dinanzi a noi apparì dal nulla una strana nube violacea, dalla quale incredibilmente uscì fuori un’uomo di mezza età;
L’uomo portava dei lunghi capelli neri che arrivavano fino alla fine della sua schiena. Del medesiomo colori erano i suoi occhi, che redenva il suo sguardo freddo e quasi maligno; portava dei vestiti da nobile sempre dello stesso colore, mentre il suo cappotto aveva un colore viola molto scuro; il suo volto era virile e presentava qualche ruga sul volto; sul fianco, portava con se una strana bacchetta di color marrone scuro, che era posizionata sulla sua cinta;
L’aura che emanava quell’uomo era opprimente, e provocava in me un senso di malessere; pure Gygas, che fino a quel momento se ne stava praticamente infischiando di tutti, non poteva non ignorare quella presenza ingombrante: che fossimo dinanzi ad un mago di grado S?!
“Capisco perché mi hai detto di far particolare attenzione a questi due ragazzi, Enrid” – disse l’uomo, quando ad un certo punto, quella tensione schiacciante che aveva inglobato la stanza si annullò completamente – “Sono più promettenti di quel che pensavo, bravo…”
“Te l’ho detto no? Questi due forse possono diventare forti quanto il tuo pupillo!” disse Enrid, mentre gongolava sulla sedia, soddisfatto del suo lavoro svolto
“Non allarghiamoci troppo…” – Disse l’uomo, che cominciò a scrutarci dall’alto al basso, per poi sedersi sul bordo di quel tavolo – “Però si, sono interessato ad averli come miei studenti.”
“I miei studenti?” Ci misi un po’ a capire, ma in quel momento solo un’idea mi venne in mente: dal modo in cui parlavano, forse… forse!?
“Aspetta, non mi dire che…”
“Sei una sveglia, Lucy. Io sono il professor Aaron Cherbog, e sono l’insegnate non che coordinatore della sezione A, ovvero le sezioni destinate ai più talentuosi allievi di Mykotos.”
“Aaron C-Cherborg? C-Credo di non aver sentito bene…” disse scioccato ma allo stesso tempo emozionato Gygas scattando in piedi. Pure io rimasi scioccata, guardando con sguardo esterefatto l’uomo dinanzi a me; Aaron Cherborg, il più giovane Capofamiglia della casata dei Cherborg, ovvero una delle famiglie più potenti del regno di Mykotos, è considerato da molti come uno dei migliori maghi di Mykotos ed al mondo; in passato, solamente all’età di 22 anni, era già il commandante della gilda dei Dragons Breath, una delle più potenti gilde al mondo, ed affrontava numerosi dungeon uccidendo senza scrupoli una valanga di bestie di vario livello; non gli interessava quanto forte fosse una bestia, perché l’avrebbe uccisa con qualsiasi mezzo pur di portare a termine la missione. Durante i Dungeon, era solito non aiutare i suoi compagni, lasciandoli spesso morire come luridi aniamli, o comunque lasciandolì in grave difficoltà; per questo, ad un certo punto perse il suo ruolo di comandante, dedicandosi quindi a dei “Solo Raid”, una pericolosa pratica che consisteva nell’affrontare i dungeon da solo, uccidendo quanti più mostri possibili.
Voci dicono che per un breve periodo, fece parte anche della squadra d’assassini del regno, e che i crimini commessi da lui in quel piccolo lasso di tempo furono migliaia, e non si limitavano solamente al regno di Mykotos, ma pure agli altri regni ed nell’abbattimento di alcune tribù. Per questo, molte volte viene ricordato come “The Sweeper” o come “Il Macellaio del Regno”. Normalmente, una persona così potente avrebbe ricevuto la nomina di Paladino, ma oltre al fatto che il suo carattere non era proprio amichevole, aveva avuto la sfortuna di nascere nella stessa generazione di Artemisius, considerato da tutti il mago più forte degli ultimi 30 anni, nonché arcirivale di Aaron. Non solo erano l’uno l’antipodo dell’altro, ma il loro carattere era completamente diverso: Artemisius era una persona calma, amante delle avventure e delle nuove scoperte, e faceva di tutto per aiutare i suoi compagni, mentre Aaron era il “male” assoluto di Gilde e milizie, ed era molto odiato dalla popolazione e pure dalla sua stessa famiglia, che lo considerava troppo pericoloso da poter controllare. Quando la loro rivalità arrivò al punto più critico, i due si affrontarono in una sanguinaria battaglia dinanzi ad un’incredibile folla proveniente da tutti i regni, e quella lunga, incredibile e scioccante sfida, culminò con la sconfitta di Aaron. Ma dopo quella sconfitta, Cherborg sparì dalla circolazione, e d’allora non si seppe più nulla di lui…. almeno fino ad oggi.
“Ho osservato attentivamente il vostro esame, e devo dire che mi avete veramente stupito: Lucy, il livello del tuo mana è davvero eccezionale per la tua età, inoltre la tua maestria per la spada, la tua difesa e la tua agilità sono incredibili. Inoltre, mi sono accorto che eri in allerta fin dal momento in cui eri entrata in questa stanza per via della mia aura, e questo dimostra la tua grossa affinità con il mana che ti circonda; tu invece Gygas, sei letteralmente una forza della natura, ma non potevo aspettarmi di meglio dalla famiglia Diamherd…”
Diamherd? Avevo già sentito quel cognome, ma ero troppo felice per me stessa per poter anche solo riuscire a pensare a qualcos’altro!
Cherbog ci mise le sue gorsse e ruvide mani sulle nostre spalle, mostrando un leggero sorriso, che andava in contrasto con tutto quello che si diceva su di lui…
“Da oggi, voi farete parte della prestigiosa classe A. Congratulazioni!”
Finalmente! Avevo fatto il più importanti dei passi, ovvero entrare nell’accademia, ed ero riuscita ad entrare nella classe A! Per di più, avevo la fortuna di poter imparare da uno dei migliori maghi al mondo. Mentre mi sentii al settimo cielo, con l’immaginazione potevo vedermi avvicinare sempre di più all’obiettivo della mia vita, ovvero la testa di Umarth: presto, sarei riuscita a vendicare la mia gente!
FINE CAPITOLO 10
-RUBRICA DI RUUK-
- CLASSE A: la classe A è una classe di elite, che raggruppa i migliori prospetti di tutta Earthland; oltre a godere di insegnanti e lezioni di livello top, hanno la possibilità di poter partire per brevi stage presso le milizie militari, verso le gilde più famose oppure possono passare diversi giorni con le guardie reali del re, che sono trai i migliori maghi in circolazione; ovviamente è inutile che vi dica che se un ragazzo entra nella classe A, al 99% avrà una vita molto agiata in futuro.
- CLASSIFICAZIONE MAGHI: i maghi vengono classificati secondo un criterio, che parte dal grado E-, denominato anche grado “novizio”, al SS, denominato “grado leggendario”; Comunque, ogni grado di un mago, corrisponde al grado del suo core;
- GRADO D-
- GRADO D
- GRADO D+
- GRADO C-
- GRADO C
- GRADO C+
- GRADO B-
- GRADO B
- GRADO B+
- GRADO A –
- GRADO A
- GRADO A+
- GRADO S-
- GRADO S
- GRADO “Demigod”