Capitolo 11

Viaggio verso il regno dell'oscurità

Entrata del dungeon – Anno 391 – 20 Maggio – Ore 13:00 – Avish’ s POV

Appena entrai nel dungeon mi ritrovai in un posto completamente buio e roccioso: il clima era come se fosse mite e a malapena si vedeva qualcosa; se si andava sempre più infondo in questo lunghissimo corridoio non troppo stretto, la luce che si scostava dall’uscita spariva poco a poco andando quasi completamente nel buio più totale: non vidi quasi più nulla.

“Beh…pensavo peggio…perlomeno qualcosa si vede ancora…anche se man mano che vado avanti…la visibilità diminuisce sempre di più.” Contemplai con un tono ed un volto concentrato, girando la mia testa continuamente a destra e sinistra; mentre continuai a passeggiare decisi di attivare una sfera di luce dorata sulla mia mano mancina: in questo modo potevo intravedere qualcosa anche nei luoghi più bui. Il percorso continuava in modo dritto per parecchio tempo fino a quando non si giungeva in un bivio per scegliere dove poter andare: dopotutto il corridoio era sia largo che alto circa tre o quattro metri, quindi non c’erano pericoli di sbattere la testa oppure di non riuscire a continuare se fosse stato troppo stretto; la maggior parte dei luoghi erano comunque sia rocciosi, solamente in alcuni si poteva avere un pavimento diverso come l’erba, ma il muro rimase quasi sempre simile. Improvvisamente passando tra tantissimi percorsi e bivi dove incontravo anche dei vicoli cechi, mi sembrava di vedere un luogo che conteneva della luce: difatti arrivai in un posto spazioso dove c’era un’atmosfera che illuminava tutta la zona di blu.

“Wow…sembra potere magico: sarà sicuramente qualcosa che darà il dungeon in sé per fare luce in questi posti, oppure sono i mostri a fornire dell’energia? Perché altrimenti non si vedrebbe nulla.” Dissi con tono pensieroso mentre stavo ammirando quel luogo pieno di luce raggiunto in alcune ore: feci un volto sorpreso e guardai in giro con molta curiosità, annullando subito dopo la sfera dorata che avevo sopra la mano sinistra. Il dungeon doveva essere un luogo buio ed enorme dove la luce non riuscirebbe mai ad arrivare, ma i cosiddetti mostri che ci vivevano riuscivano ad esternare il loro potere magico, rilasciando in questo modo la loro cosiddetta: energia luminosa; grazie a ciò riuscirono ad illuminare anche le parti delle caverne più buie. Continuai ad andare avanti per questa zona, notando tanti altri dettagli.

Questa zona era larga e lunga circa una quarantina di metri totali: il pavimento rimase roccioso e si riuscì a capire che fosse grigio, grazie alle piccole sferette magiche di colore blu che girovagavano nell’aria e che riuscivano a dare colore in tutta la zona. I muri ed il soffitto erano completamente uguali al terreno, sia con il materiale che con la tonalità del colore: mentre avanzai notai che ci furono alcuni pilastri sparsi che raggiungevano la superficie più alta di questa zona.

“Se non posso vivere o governare in un paese di umani…allora sottometterò tutti i mostri che esistono…e mi vendicherò contro di loro…li farò rimpiangere a tutti coloro che mi hanno voluto trattare come spazzatura: non ne farò rimanere in vita nemmeno uno; se poi per puro caso dovessero condividere il mio stesso ideale…allora ben venga…potrebbero anche unirsi a me per accogliere ogni mio ordine.” Detto questo: feci un ghigno malvagio mentre tenevo un tono molto cupo ed intimorente; mentre passeggiai verso la fine della zona per continuare la strada, mi accorsi che di fronte a me vicino all’uscita c’erano delle salamandre: si tenevano su quattro zampe ed erano molto lunghe, avevano nella loro pelle un colore piuttosto verde che sembrava luccicante e piuttosto unto, notandosi dei riflessi bianchi in alcune parti del loro corpo.

“(Stanno bloccando l’entrata, non le vorrei disturbare…ma mi serve per procedere e per poter esaudire il mio desiderio.) Ehi voi…spostatevi o passerete sopra la mia lama.” Presi il manico della mia spada dal fodero che tenevo sulla schiena e la sfoderai verso le tre salamandre: utilizzai un tono serio unito ad un volto piuttosto freddo e autoritario, accentuando maggiormente lo sguardo nei miei occhi.

Senza nemmeno pensarci mi vennero incontro improvvisamente: correvano a quattro zampe ed erano abbastanza veloci; ad ogni passo compiuto da loro sembrava che le loro zampe si attaccavano al terreno come delle ventose. Erano tutte quante affiancate l’un l’altra: quella al centro provò a darmi dei colpi orizzontali con la sua coda, mentre le altre due che si trovavano una a destra e l’altra a sinistra; volevano bloccarmi le braccia con la loro bocca mettendosi a saltare verso esse. Inizialmente riuscii a schivare quelle che intendevano fermarmi gli arti: mentre invece su quella centrale evitai solamente tre dei suoi attacchi continui; al quarto venne colpita la lama della mia spada visto che l’avevo messa davanti al mio corpo, indietreggiando di alcuni metri e riuscendo ad avere una visione migliore di tutte le salamandre: le avevo tutte e tre di fronte a me.

“Pff…niente male per degli animaletti di poco conto.” Feci un ghigno, usando un tono altezzoso mentre abbassai la spada vicino alla mia gamba destra per poter analizzare le salamandre una ad una; subito dopo decisi di andare verso colei che mi aveva colpito con la coda, provando a tirarle un paio di fendenti che riuscì a schivare indietreggiando: le altre due erano di nuovo dietro di me e senza che me ne potessi accorgere stavano saltando per venirmi in picchiata.

“Dannazione, non devo perdere la concentrazione sulle altre due!” Esclamai con un tono leggermente preoccupato mentre avevo una goccia di sudore sulla guancia: feci uno sguardo nervoso ma decisi di reagire subito. Nel momento esatto in cui mi girai: attivai immediatamente una mia abilità sbloccata al livello 3; la spada iniziò ad avere dell’aura oscura attorno, emanando un potere parecchio corrotto e vendicativo.

Swings of Revenge!” Con molta rabbia e cattiveria feci un salto e tirai due fendenti oscuri mentre roteai su me stesso: attuai un colpo sulla salamandra che si trovava alla mia destra e poi anche sull’altra, creando su di loro delle ferite oscure ed eliminandole completamente mentre mi stavano arrivando in picchiata; scomparirono in una nuvola di cenere nera mettendosi a fare un verso straziante. Tornai sulla terraferma dopo alcuni secondi e mi girai verso l’ultimo avversario rimanente.

“Perfetto…ora rimani solo tu.” Feci alcuni passi in avanti mentre stavo sorridendo e utilizzando un tono alquanto minaccioso, puntando subito dopo la spada verso l’animaletto del dungeon. La salamandra sentendosi minacciata ricominciò a correre verso di me in un modo ancora più rapido; appena mancarono pochi centimetri iniziò a sferrare tantissimi colpi con la sua coda muovendo il suo corpo, li fece sia diagonali che orizzontali: avendo ormai intuito le sue mosse, schivai senza problemi continuando a muovere il mio corpo a destra e sinistra ed indietreggiando.

“Ormai conosco le tue mosse!” Avendo sempre lo stesso tono e sguardo mentre schivavo: feci un salto all’indietro ed iniziai a caricare un fendente verticale, tirando indietro il mio braccio destro sul lato sinistro del mio corpo; le andai addosso e per la potenza immessa nell’attacco, la divisi completamente in due e la feci scomparire come le sue due compagne. In questo mondo, solamente agli esseri umani era concesso che quando morivano o perdevano tanto sangue potevano rimanere con un corpo privo di vita; invece per gli esseri del dungeon e dell’impero delle ombre il discorso era diverso: loro perdevano parecchio sangue che solitamente era addirittura di colore diverso dal nostro, ma dopo la morte il loro corpo si dissolveva completamente in fumo o cenere nera. Dopo la mia vittoria rimasi in silenzio per alcuni secondi, dopodiché ricominciai a parlare mentre rimisi la spada nel fodero.

“Finalmente posso andare avanti…vediamo cosa potrà mai accadere da adesso in poi…ormai non posso più tornare indietro. (Ho ucciso coloro che mi hanno messo al mondo e con cui passavo il tempo ogni giorno prima della mia fuga: ma ero obbligato a farlo…nella mia vita non esisteva la felicità; ogni giorno venivo odiato e picchiato violentemente sia dai miei compagni di scuola che dalla mia famiglia…e non ci poteva essere dolore più grande per un figlio…che sentirsi dire dal proprio genitore che non voleva che tornasse a casa…facendolo marcire anche in un luogo sperduto del mondo…e poi…soprattutto tu…Alicia…eri l’unica che…)” Dopo aver parlato con un tono piuttosto tranquillo: iniziai a pensare facendo uno sguardo parecchio cupo ma sconsolato allo stesso momento.

Passeggiai per un po’ di ore nel dungeon incontrando vari labirinti e vicoli ciechi; però con poche difficoltà riuscii ad andare avanti e finalmente trovai una via d’uscita. Facendo uno sguardo stranito iniziai a correre, cercando di raggiungere quell’uscita il prima possibile: il corridoio dell’uscita era molto simile all’entrata con cui avevo iniziato questa spedizione; per un momento sembrava di vedere una luce ma appena raggiunsi completamente il luogo prestabilito, mi ritrovai in una zona che conteneva un cielo completamente violaceo e che emanava anche un’atmosfera molto cupa.

Impero delle ombre (Entrata del dungeon) – Anno 391 – 20 Maggio – Ore 20:00

Analizzai attentamente questa nuova zona in cui ero arrivato, respirando in un modo leggermente affannoso mentre mi girai in varie parti per poterla ammirare al meglio. L’impero delle ombre era un luogo completamente oscuro che il sole non riuscì mai ad illuminare, come se fosse il dungeon stesso ad impedirglielo: se si continuava la strada si poteva notare che tutta la zona conteneva un terreno rossastro e completamente lastricato, riuscendo anche ad ammirare un bellissimo cielo violaceo visto che non c’era niente di colossale che potesse bloccare la visuale.

“Quindi sarebbe questo l’impero delle ombre? Non mi sembra male come posto…poi questo cielo violaceo non è affatto male: infine il dungeon è così alto che riesce a coprire il sole…DAVVERO INCREDIBILE!” Iniziai ad incamminami facendo uno sguardo esaltato ed un tono molto sorpreso: allargai le mie braccia lateralmente continuando a vedere il cielo. In quel momento si poteva notare intorno a me che si trovavano alcuni alberi morti: erano davvero pochi ma si trovavano sparsi in alcune parti; quindi erano tutti separati tra di loro. Frontalmente a centinaia di metri di distanza da me, si potevano notare dei canyon colossali ai lati dello stradone principale, come se volessero far capire che quello sarebbe stato il percorso giusto per raggiungere le abitazioni; invece proprio al di fuori delle vallate sembrava ci fosse un semplice deserto roccioso che continuava per tantissimi chilometri senza una meta. Dopo essermi calmato abbassai la testa e ricominciai a passeggiare tranquillamente: ero anche abbastanza stanco e affamato per tutte le ore passate dentro al dungeon senza mangiare niente.

“Mmmhh…non saprei da dove iniziare però…come funziona qui per governare…? Sicuramente non posso chiedere poiché i mostri mi attaccherebbero a vista…penso…ma poi capirebbero quello che gli potrei dire?” Posizionai la mia mano destra sul mento ed iniziai a pensare con un volto concentrato, provando a trovare una risposta mentre guardai continuamente di fronte a me. Improvvisamente ad una decina di metri di distanza vidi quattro goblin verdi che girovagavano in un modo completamente casuale: avevano un fisico molto secco ed erano alti circa un metro, tenevano nella mano destra delle piccole asce in acciaio con un manico di legno, insieme a degli occhi che sembravano completamente di colore nero con la pupilla dorata. Stavano camminando completamente in sincronia in fila indiana uno dietro l’altro; incuriosito decisi di andare verso di loro per vedere quale sarebbe stata la loro reazione. Appena mi videro iniziarono a fissarmi per qualche secondo facendo cadere un silenzio tombale: cercai di spezzarlo facendo una innocente domanda.

“Sapete…parlare la mia lingua…?” Chiesi con una faccia molto perplessa e quasi innocente, facendo anche un tono quasi rilassato mentre appoggiai l’indice della mia mano destra sulla guancia dello stesso lato. Gli esserini mi videro straniti mentre tenevano la loro bocca leggermente aperta: si notava che avevano dei denti leggermente aguzzi; dopo alcuni secondi urlarono tutti quanti in contemporanea.

“CARNE! CARNE UMANA…UCCIDIAMOLO!” I goblin avevano un tono leggermente strozzato ma poco acuto: si misero ad urlare con un volto parecchio assetato di sangue e corsero verso di me mentre facevano anche dei versi alquanto strani. Anche se quelle asce erano piccole potevano risultare piuttosto fatali, quindi appena mancarono pochi centimetri da loro cercai di schivare tutti i loro attacchi: attuarono dei colpi diagonali uno dopo l’altro ma io con successo li evitai tutti quanti anche se erano in gruppo; feci un sorrisetto alquanto soddisfatto.

“Oh beh…almeno parlate la mia lingua…è già qualcosa!” Esclamai con un tono e volto che si sentiva appagato: dopo alcune schivate decisi di afferrare il manico della mia spada e di sfoderarla; incrociai velocemente l’arma in modo diagonale con tutti e quattro i goblin, facendoli indietreggiare mentre si trovavano in diverse angolazioni come se avessero creato un quadrato intorno a me. Con questa formazione dovevo spostarmi e girarmi molto velocemente in tutti i lati: altrimenti avrei ricevuto dei colpi molto dolorosi alle spalle; dopo un paio di attacchi respinti da tutti quanti riuscii ad uscire da quella stretta in modo di riaverli di fronte a me: due si trovarono a destra e gli altri a sinistra. Calciai uno dei goblin che si trovava sulla mia destra con la gamba del medesimo lato, facendolo indietreggiare di un po’ di metri e attuai subito dopo un salto molto alto: il secondo fece lo stesso e gli tirai un fendente orizzontale mentre eravamo a mezz’aria; sbilanciandolo e facendolo cadere.

“Dai, non voglio uccidervi: potreste essere il mio futuro popolo.” Dissi con un sorriso arrogante mentre tornai sulla terraferma. Subito dopo mi vennero incontro gli altri due goblin che erano ancora senza ferite: fecero sempre dei versi non sensati e maneggiavano quell’ascia in un modo totalmente casuale. Nel mentre quelli colpiti riuscirono a tornare ben dritti e composti con le loro armi in mano: in quel momento riuscirono a vedere che stavo per attivare un’abilità.

“Beh…vi avevo avvertito…prendete questo! Sharp Void!” Esclamai, alzando parecchio il tono di voce mentre facevo un volto molto maligno e sorridente. Era un’abilità che avevo sbloccato al livello 4: consisteva nel tirare quattro poderosi fendenti orizzontali contro il nemico, erano fisici e causavano un dolore elevatissimo che possibilmente portava alla morte. Sferrai contro i goblin infuriati due fendenti oscuri ciascuno, effettuando un totale di quattro colpi orizzontali devastanti: per la potenza volarono via e vennero ridotti in cenere mentre erano a mezz’aria, facendo anche dei versi di sofferenza alquanto fastidiosi. Dopo averli uccisi mi girai leggermente in diagonale sulla mia destra, ammirando gli ultimi avversari rimanenti che erano piuttosto intimoriti dalle mie abilità: tremavano leggermente e non riuscirono a scappare, facendo anche un volto sconvolto mentre mi fissavano intensamente.

“Meglio che mi ascoltiate…se non volete essere ridotti in cenere pure voi.” Dicendo queste parole con un tono minaccioso mentre puntavo la spada verso di loro, iniziai a fare un’espressione parecchio soddisfatta, sorridendo leggermente facendo mostrare anche i miei denti; mi sentivo come un imperatore tirannico che aveva un completo potere sul suo popolo, quindi ero davvero contento. I due goblin per la paura indietreggiarono leggermente, ma per tranquillizzarli decisi di fare un accordo con loro.

“Non dovete aver paura…vorrei solamente sapere se avete un superiore o qualcuno che comanda in questo luogo: se è così, portatemi da lui e non vi ucciderò.” Feci una proposta agli esserini che si trovarono di fronte a me, usando un tono autoritario mentre avevo sempre lo stesso sguardo. Subito dopo i goblin si scambiarono uno sguardo veloce e annuirono: si girarono improvvisamente e iniziarono a correre nella stessa direzione che desideravo intraprendere; a quanto pare volevano che io li seguissi. Rimisi la spada nel mio fodero ed iniziai ad inseguirli: correvano in un modo non troppo veloce vista la loro piccola stazza, quindi non era molto faticoso stare al loro passo mentre stavamo proseguendo in questo enorme percorso lastricato.

Dopo che i goblin decisero di accordare la mia richiesta si misero a correre in quell’enorme percorso lastricato. Onestamente non sapevo a cosa andavo incontro ma una cosa era certa: mi avevano capito appieno e quindi decisero di portarmi dal loro superiore; sicuramente era un essere molto più grande e pericoloso rispetto a quei piccoli goblin, quindi se avessi fatto un solo passo falso facendolo infuriare, avrei dovuto fare uno scontro sicuramente molto pericoloso e mortale.

Fine Capitolo 11

Hoshi no Kishi (The Knight of the Stars)

Hoshi no Kishi (The Knight of the Stars)

Stato: In corso Tipo: Autore: Rilascio: 2023
Un ragazzo chiamato Kevin Nakamura, ovvero un abitante dell'impero della luce, decise di diventare un avventuriero per proteggere il suo popolo, da una imminente minaccia futura proveniente dall'impero delle ombre. Nella sua avventura li aspetteranno molte sfide impegnative e sofferenti, insieme alla scoperta di nuove zone e nazioni sconosciute, con dei nuovi compagni che incontrerà nel suo lungo cammino, così da dover diventare abbastanza forte per proteggere le persone a lui care.
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