Anno Imperiale Cento trentacinquemila uno.
Siede sul trono Dionisio Magno NoGheminis, il padre di Chaos. In quell’anno Chaos si diresse sul pianeta Terra del primo universo un meraviglioso pianeta, ma prima di andare all’altura si diresse al castello dall’imperatore reggente, nonché il suo amato precettore di corte nell’età giovanile. Sebbene in quell’anno Chaos avesse soltanto ventisette anni.
“Su quel pianeta tutta via si datava l’anno Ventimila trecento cinquantotto.”
Mentre era in cammino pensava:
“Quel libro era assai intrigante, ma quanti universi esistono? Cos’è che è giusto e cos’è sbagliato? Non trovo risposte, forse se mi riposo e medito su quell’altura qualcosa verrà fuori!”
Passano i giorni e la meta si avvicina passo dopo passo. Finalmente dopo un lungo tragitto si ferma in una città costiera, cerca un luogo dove dissetarsi, ma nulla è più vivo, nemmeno il torrente che vi passa. Si dirige verso un pozzo anche quello era ormai secco, la città era disabitata, presumibilmente per motivo di siccità. Era una città fantasma ma le montagne e le colline erano rigogliose e così si dirige verso le montagne in cerca di un rifugio temporaneo. Mentre si incamminava verso la vetta innevata vide una piccola grotta, vi si dirige, man mano che si avvicinava la sete e la fame si facevano sentire. e poi entra, vide un comodo giaciglio, si sedette per poi riposare. Ma talmente stanco che era che svenne, in quell’istante, le sacre dee appaiono nel suo sonno e gli dicono che hanno mandato un loro destriero, e delle provviste affinché si sfamasse e avesse un comodo destriero che lo aiutasse lungo il cammino. Al suo risveglio si trova d’innanzi uno splendido esemplare di grifone con una sella d’oro e un cesto colmo di scorte per il viaggio. Ad un giorno dalla meta, qualcosa si muoveva nell’oscurità, il principe ignaro di tutto ciò si fermò ai piedi dell’altura per riposare.
Sulla vetta dell’altura della divinazione, vi era un piccolo tempio circolare circondato da un panorama mozzafiato che con il grande rossore del tramonto introduceva al crepuscolo serale che a sua volta indicava ad una sacerdotessa l’inizio della preparazione per la cerimonia di divinazione. Al centro del piccolo tempio vi era un piccolo altare rupestre, dal lato del cerimoniale vi era una botola che conduceva nella grande cavità del monte dove vi erano custoditi tutti i tomi antichi su cui le varie sacerdotesse elencavano per iscritto le loro divinazioni, profezie e anatemi.
Sempre dalla stessa si accedeva a tre macro aree scavate interamente nella roccia dell’altura, la prima conduceva a delle piccole grotte che fungevano da giaciglio per le varie sacerdotesse, la seconda era la cripta sepolcrale dove venivano riposte le spoglie delle precedenti sacerdotesse e la terza alla vasca di purificazione.
In quegli attimi di silenzio e meditazione una delle sacerdotesse era impegnata nel rito di purificazione. Il principe intanto si era addormentato, in cuor suo voleva incontrare le sacerdotesse al sorgere del sole ma in un sogno aveva visto delle ombre avvicinarsi verso di lui. Quel breve sogno si tramutò in realtà, ed ecco il principe voltarsi verso il suo destriero ordinandogli di assalire quelle ombre. Quest’ultime cadono verso la valle, il principe sicuro di averle respinte sale sul suo destriero e si dirige alla vetta. Non appena arrivato sulla vetta, dalla botola sale la sacerdotessa, che ignara dell’accaduto, vede sul tempio il principe ed il grifone, sporchi e affaticati. Il viso suo sì scurò d’altronde era vietato l’accesso ai non prescelti o a chi non avesse un invito scalare la vetta da parte della stessa sacerdotessa. La sua reazione fu spontanea, sono attimi in cui non può esserci esitazione, così, soccorre i due, poi dopo averli fatti sistemare al piano inferiore, risalì per completare la cerimonia.
“Oh Sacre dee, vi prego ascoltate il mio cuore, possano le vostre calde piume rivelarmi il futuro o c’ò che minaccerà l’intero universo, io sono il vostro oracolo, sono la vostra sacerdotessa e a voi m’inchino”
Dopo averle pronunciate cade in estasi e come al solito ebbe delle visioni all’inizio sembrano così confuse ma dopo averle trascritte saprà cosa esse vogliono rivelare. Dopo alcune ore, la sacerdotessa ritorna giù, si siede davanti allo scrittoio e scrive ciò che ha visto. Poi si avvicina al principe che nel frattempo era steso su un semplice giaciglio e lo osserva, si incanta, è incredula che un uomo così bello e robusto fosse su quell’altura, così lo sveglia:
“Su, svegliatevi buon uomo!”, Sussurrò la sacerdotessa.
“Dove sono?”, Domandò il principe ancora assonnato.
“Siete nella sala della sacerdotessa del tempio della divinazione, vi ho trovato stanco e tutto sporco. Ho soccorso anche il vostro grifone.”,
Una bellissima ragazza era davanti al suo volto, con abiti sacerdotali tutti bianchi e nella penombra della piccola fiaccola essi sembravano emanare luce calda e rassicurante. La sacerdotessa, tuttavia, vedeva un giovane ragazzo dal fisico allenato ma ricoperto di cicatrice sparse per lo più sul petto e sulle braccia. Infatti, accanto al giaciglio vi era la sua armatura, di un nero corvino con una piccola pietra di ametista,
“Grazie, allora sono finalmente al tempio!”, Sospirò il principe.
“Chi siete e cosa vi porta qua su, dove non vi è nulla da portar via?”, Domandò la sacerdotessa.
“Tranquillizzatevi, vengo per meditare! Spero di poter trovare le risposte che cerco”, Disse il principe.
“Non so se credervi o no, ma per ora non vi posso lasciare vagare per il tempio, dunque, riposatevi con calma, quando vi sveglierete mi chiamerete sarò sul tempio per pregare, una volta finito ne parleremo”, Disse la sacerdotessa.
Dopo alcune ore, il principe salì su, verso la vetta e seguendo le scale a chiocciola scavate al centro dell’altura interamente nella roccia arrivò alla botola che conduce al tempio. Lì un’altra sacerdotessa appare dietro ad una colonna e senza esitazioni si precipita da lui e con voce un po’ irritata gli chiede il motivo per cui era sul tempio.
La sacerdotessa socchiuse gli occhi, sospettosa. “Un grifone con una sella? Davvero?”
“Sì, è vero!”, rispose il principe, orgoglioso della sua creatura.
“Allora, se è vero, permettetemi di vedere questo grifone”, disse la sacerdotessa con un tono divertito.
Il principe annuì e con un cenno della mano richiamò il grifone, che atterrò sulla terrazza del tempio con un battito d’ali potente. La sacerdatessa rimase sbalordita, non aveva mai visto un animale così magnifico e fiero.
“Sì, è proprio vero, siete benedetti dalle Fenici della Creazione!”, disse la sacerdotessa con rispetto.
“Finalmente qualcuno che mi crede!”, esclamò il principe, sollevato.
“Vi concedo il permesso di meditare nel tempio, ma fatelo con rispetto e umiltà”, disse la sacerdotessa con solennità.
“Lo farò, ve lo prometto!”, rispose il prince, inchinandosi.
E così, il principe iniziò la sua meditazione, mentre la sacerdotessa lo guardava con un sorriso divertito e pieno di rispetto. Era evidente che la loro incontro sarebbe stato ricordato come un incontro epicamente comico nei secoli a venire.
La sacerdotessa Cordelia si avvicina alla sella del grifone e ispeziona attentamente l’incisione. “Ho visto e confermo!” esclama. “Sedetevi comodamente, giovane principe, e raccontatemi il motivo del vostro viaggio. Ma prima, purificatevi nella vasca sacra, solo allora potrete iniziare la meditazione.”
“Grazie, Cordelia” risponde il principe Chaos NoGheminis, sedendosi accanto a lei. I due iniziano a parlare del misterioso libro “Dominio del regno di Oblio” e Cordelia diventa sempre più pallida, come spaventata dalle parole del principe.
Ore dopo, Chaos chiede: “Cosa ne pensate di questo mondo opposto al nostro, Cordelia?”
“Penso che dovremmo approfondire. Andiamo nella biblioteca, forse troveremo delle risposte che ci aiuteranno a fare luce su questo mistero” risponde Cordelia.
Proprio in quel momento, un gruppo di sei individui assale il tempio. “Attenta! Ci stanno attaccando di nuovo!” grida Chaos, richiamando il suo grifone e salendo in groppa per affrontare i nemici. “Chi siete e perché attaccate questo tempio?” chiede Chaos, pronto a difendere il suo amico.
Il gruppo risponde con un urlo feroce: “Il nostro padrone esige la conoscenza nascosta in questo tempio!”. Ma Chaos non si fa intimidire e comincia un terribile scontro che nessuno dei sei sopravviverà. Il principe è agilissimo, come un fiero giaguaro, e indossa un armamento leggero ma resistente, adatto per chi va in esplorazione. Dopo aver sconfitto i primi sei, un altro gruppo si prepara all’attacco, ma anche questi verranno sconfitti. Chaos è deciso a difendere il tempio a qualunque costo.
Il principe Chaos si avvicinò al tempio con passo sicuro, determinato a scoprire ciò che qualcuno voleva con tanta avidità. Si fermò un istante, guardandosi attorno con un’espressione minacciosa.
“Qualcuno vuole ardentemente ciò che vi è custodito!”, pensò con una voce roca e decisa.
Le sacerdotesse, intente a studiare antichi manoscritti, si accorsero della presenza del principe.
“Su Athena, svegliatevi e cerchiamo qualche indizio! Non possiamo lasciare che il principe parta senza risposte!”, disse Cordelia con urgenza.
“Dimostriamo che tutti questi anni di meditazione e tradizioni sono serviti a qualcosa!”, esclamò Athena, decisa a non lasciarsi intimidire.
Fuori dalle mura del tempio, la battaglia si faceva sempre più feroce. All’improvviso, uno dei nemici si palesò davanti al principe.
“Chi sei tu che ti poni sul nostro sentiero?”, lo sfidò.
“Io sono Chaos, il principe ereditario dei NoGheminis!”, rispose il principe con orgoglio.
“Non ci credo! Il principe ereditario è Gemini e lo abbiamo ucciso molto tempo fa!”, rispose il nemico con disprezzo.
“Siete stati voi, maledetti farabutti!”, gridò il principe, la furia che gli ardeva negli occhi.
In un istante, il principe scatenò la sua ira e sconfisse tutti i nemici con gesta eroiche e attacchi fulminei. Poi, sedendosi sul tempio, osservò il tramonto con espressione triste.
Una frase detta spesso dal fratello lo tranquillizzò: “Fratello, non lasciare mai che il male ti divori. Siate luce in questa oscurità, fiamme d’amore, fari di speranza e roccia sulla quale il male non avrà vittoria”.
Il principe Chaos si calmò e, con occhi lucidi, pianse lacrime di dolore e di amarezza. Sapeva che il fratello era in coma, ma non poteva rivelarlo a nessuno prima del tempo dovuto.
Le sacerdotesse, intanto, cercavano senza sosta fino a quando non trovarono un antico rotolo.
“Ecco! Ho trovato un antico rotolo risalente al periodo descritto dal libro accennato dal principe!”, esclamò Athena.
Il principe, eroe coraggioso e determinato, entrò nella piccola sala, stanco ma non ferito, per raccontare le sue scoperte. “Assurdo, è tutto così assurdo… senza uno schema, senza una soluzione” esclamò il principe, sconcertato.
La somma sacerdotessa gli propose di fare un viaggio indietro nel tempo, grazie alla funzione del tempio come portale spaziotemporale. Il principe decise di tornare al primo regno del primo Grand’universo, ma prima voleva rispettare la sua promessa di meditare da solo.
Mentre meditava, il principe riviveva i ricordi di suo fratello, Gemini NoGheminis, e capì che era stato qualcuno di importante a architettare la sua morte. Con nuova determinazione, il principe decise di scoprire la verità sull’assassinio di suo fratello.
Dopo ore di silenzio e meditazione, il principe incensò l’altare e si preparò per la sua nuova missione. “Venite, principe, vi prepariamo alla cerimonia” disse la sacerdotessa, con voce solenne. “Va bene” rispose il principe con voce triste.
Mentre si incamminava verso la vasca di purificazione, il cielo improvvisamente divenne viola. “Cosa accade qui?” chiese il principe, confuso. “Quando il cielo è viola, significa che qualcosa è accaduto nel futuro” rispose Athena. “E qualcosa di brutto” aggiunse Cordelia Hiris.
In quel momento, nella linea temporale del futuro, Chaos stava morendo, lasciando l’universo nelle mani di un despota senza pietà per molti anni. Il principe era deciso a impedire questo tragico destino. Con il suo valore e la sua astuzia, il principe avrebbe affrontato ogni sfida, combattuto ogni battaglia, e portato pace e giustizia all’universo.
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Il viaggio del principe verso l’Altura della Divinazione si fa sempre più avventuroso e pericoloso. Le sue scoperte sulla minaccia che incombe sulla famiglia imperiale lo costringono a fare i conti con un’oscura realtà che non aveva mai immaginato. L’incontro con i soldati provenienti dal futuro lo sconvolge e lo fa dubitare di tutto ciò che credeva di sapere. Ma il suo desiderio di conoscere la verità lo spinge a intraprendere il rito per incontrare le Sacre Fenici Gemelle della Creazione. Cosa scoprirà il principe nel Grande Tempio? Quali segreti gli sveleranno le dee? La risposta si trova nel prossimo capitolo, che promette di essere ancora più avvincente e ricco di colpi di scena.