??? – Anno 652 – 1 Agosto – Ore 13:00 – ??? POV
Col passare degli anni mi chiedevo sempre perché esseri della stessa razza si dovessero odiare; purtroppo non era una domanda così semplice per poter dare una risposta immediata: difatti la mia squadra ed io decidemmo di indagare per cercare di capire il motivo di questa divisione. L’impero della luce e quello delle ombre si odiavano sempre tra di loro e noi giovani ragazzi, non riuscivamo mai a comprendere il significato di tutto ciò: visto che i genitori del regno oscuro non osavano profanare mai nessuna parola ai loro figli; quindi l’unico modo era quello di chiedere all’imperatore Avish in persona. Tuttavia, nessuno poteva conoscere la sua perfidia e cattiveria; se esaudivi ogni suo ordine come uno schiavo sopravvivevi, altrimenti: dovevi piangere dalla sofferenza per poi morire.
Impero delle ombre – Anno 652 – 1 Agosto – Ore 13:00 – Daruku’s POV
Mi chiamavo Daruku Reiji; ero un abitante dell’impero delle ombre quindi non avevo mai visto la luce del sole, visto che come ben si sapeva: in quel luogo non esisteva nulla che poteva considerarsi vera e propria luce se non alcune magie che si effettuavano nei combattimenti. Ero alto 1,76 m e molto snello, avevo sia occhi che capelli blu: essi erano a caschetto e con tre ciuffi in avanti di cui due laterali e uno centrale; indossavo un vestito nero di tessuto unico ed attillato che facevano anche da pantalone per poi portare anche delle scarpe del medesimo colore: il mio viso era amichevole e molto gentile nonostante fossi nato in quella zona lugubre. Appeso nella vita tenevo un normale fodero con dentro una katana caratterizzata da una lama di colore nero: il manico invece era grigio e aveva delle sfumature violacee sparse casualmente in tutta l’arma; per finire ero anche di livello 5.
Come l’impero della luce anche in quel regno era stato costruito un sistema di tessere completamente uguale rispetto all’altro: allenandosi si saliva di livello e compiendo sforzi si andava avanti; tutto questo perché il luogo si era evoluto tantissimo negli ultimi anni grazie all’imperatore Avish. Ad essere un popolo con quasi nessun umano: molti iniziarono a ribellarsi ed anche in quella nazione era stata creata una popolazione vivente di persone; i mostri e gli umani condividevano lo stesso ideale: poteva sembrare molto strano il fatto che odiavano tutti gli esseri come noi ma allo stesso momento ci concedevano di vivere con loro; ma lo facevano per un sentimento reciproco che ci permetteva di sopravvivere. Gli ultimi che erano nati come parecchi giovani oppure me: non sapevano perché le nostre famiglie odiavano gli umani essendo nati direttamente in questo impero; semplicemente credevamo alle nostre famiglie però ero comunque molto curioso di conoscerli, dopotutto non sapevo se veramente erano così spietati come veniva detto.
Stavo andando in giro per prendere una bella boccata d’aria fresca in una strada dove c’erano alcuni tendoni che vendevano: armi, armature e tanti altri oggetti; anche se l’umanità si era espansa non eravamo ancora molto moderni, quindi cercavamo di adeguarci nei migliori modi possibili. Quella zona aveva i tendoni ai lati ed in giro non c’erano molti esseri se non alcuni umani o goblin che vagavano e parlavano tra di loro; il terreno ed ogni cosa che veniva dalla natura era lastricato e di colore rossastro come quasi tutto l’impero delle ombre. Ovviamente avevamo anche delle case dove vivere ma si trovavano in tutt’altra zona: dopotutto l’impero delle ombre era davvero molto grande; sicuramente anche oltre il castello di Avish c’era un mondo tutto da scoprire.
Continuando a passeggiare mi incrociai casualmente con la mia migliore amica, ovvero Marianne Takashi: era una bella ragazza alta 1,65 m e snella con dimensioni del seno che raggiungevano circa una seconda o terza di taglia; aveva i capelli rossi molto lunghi e lisci che superavano metà della schiena insieme ad un viso caratterizzato da degli occhi di colore marrone. Indossava un bellissimo vestito elegante nero costituito anche da una gonna del medesimo colore che arrivava fino alle ginocchia; per passeggiare utilizzava sempre degli stivaletti neri e aveva uno sguardo molto solare e attraente. Portava con sé sulla schiena una lancia di colore rosso: aveva una forma piuttosto generica con delle sfumature nere in tutta l’arma; ma quando voleva la poteva tramutare in un arco completamente viola: in questo modo poteva differenziare la sua tipologia di attacco ricevendo diversi vantaggi. Lei era nata con il privilegio di poter cambiare la forma della sua arma usando semplicemente la magia a suo piacimento: però poteva farlo solamente se utilizzava una lancia visto che era la sua arma principale; in più aveva raggiunto recentemente il livello 3.
“Ehi Daruku…buongiorno! Cosa stai facendo di bello?” Chiese vivacemente Marianne con un sorriso splendente nel suo volto e chiudendo i suoi occhi; si trovava a qualche metro di distanza frontalmente da me e aveva le sue braccia dietro la schiena.
“Ah…beh, nulla di che…stavo solo andando in giro per prendere un po’ d’aria: stare dentro casa non fa per me, ahahah.” Le risposi in modo svogliato, facendo una risata leggermente imbarazzata mentre mi grattai il capo chiudendo i miei occhi. Subito dopo Marianne riaprì gli occhi e decise di avvicinarsi leggermente: il mio viso ed il suo erano a pochi centimetri di distanza, facendomi subito dopo una domanda con il tono di voce molto basso.
“Sai che oggi pomeriggio dobbiamo incontrare tutti gli altri, no? Per parlare di ‘quella’ cosa.” La faccia di Marianne era innocente nonostante avesse tirato fuori un argomento molto serio: solo lei aveva queste capacità alquanto curiose. Divenni serio e le risposi in modo determinato:
“Certo che lo so…vogliamo andare infondo a questa storia una volta per tutte.” Presi con le mie mani le due spalle di Marianne mentre dissi queste parole: avevo uno sguardo piuttosto grintoso e gli esseri intorno a noi continuarono a passeggiare come se nulla fosse. Da non troppo tempo i miei amici ed io creammo una squadra; volevamo sapere perché noi umani vivevamo in quel regno oscuro continuando ad odiare la nostra stessa razza che si trovava dall’altra parte della montagna. Ci sembrava davvero strano il fatto che non riuscivamo a coesistere con loro; oppure volevamo cercare di capire cosa differenziava la razza umana dell’impero della luce a quella del regno delle ombre: poiché i mostri non riuscivano a sopportare solamente le persone che provenivano dal lato opposto; pensavamo che fosse successo un qualche conflitto ed in questo caso si poteva provare a risolvere. Il nostro imperatore odiava a morte tutte le persone che vivevano oltre la montagna, quindi per noi semplici ragazzini sarebbe stato alquanto complicato provare a convincerlo.
“Esattamente, secondo me non sono così cattivi gli umani dell’altra parte…ci sarà stato sicuramente qualche fraintendimento.” Tolsi le mie mani dalle spalle di Marianne ed iniziammo a passeggiare insieme rimanendo affiancati a pochi centimetri di distanza: disse queste parole continuando ad avere un sorriso ed usando un tono leggermente comprensivo; stavamo percorrendo sempre la strada piena di tendoni ai lati mentre lei aveva sempre le mani dietro la schiena.
Dopotutto non sapevamo proprio nulla di quello che avevano passato degli individui come Avish o il resto della popolazione; quindi poteva anche essere una stupidaggine per noi, ma di certo non potevamo saperlo in quel momento.
“Non sarà di certo facile…figurati se Avish darebbe ascolto a dei ragazzi come noi…dovremo trovare un modo convincente per dare una possibilità all’impero della luce; speriamo non sia pericoloso se dovessimo mai andare da lui…” Spiegai a Marianne in modo serio mentre misi la mano sul mento e alzai il mio volto verso l’alto: iniziai a pensare per alcuni secondi facendo uno sguardo concentrato; nel mentre Marianne continuò ad osservarmi girando la faccia sulla sua destra.
Andando in giro insieme a Marianne si fece pomeriggio e ci recammo nel luogo richiesto dai nostri amici: volevamo discutere tutti insieme di questa situazione piuttosto soffocante, visto che i nostri genitori ci privavano della completa libertà di esplorazione. Ci dirigemmo in un luogo dove solitamente non veniva mai nessuno: era una piccola grotta che risiedeva in un canyon dove per vedere qualcosa facevamo luce con una magia dorata, in più non c’era il rischio di essere sentiti da esseri strani quindi poteva rivelarsi un’ottima base per le riunioni.
In quella zona incontrammo tutti i nostri amici: avevano la stessa età di Marianne che era anche la mia, ovvero 16 anni; in quel momento tutti loro indossavano una divisa uguale per simboleggiare la squadra. Per i maschi era un’uniforme a cappotto bianca che aveva alcune linee arancioni sparse con pantaloni neri e scarpe del medesimo colore; al centro di essa c’era uno stemma che rappresentava una spada posizionata diagonalmente verso destra. Le ragazze invece indossavano un’uniforme con gli stessi identici colori: le uniche differenze erano che la maglietta sembrava una divisa scolastica e quindi non era un cappotto, in più invece di portare dei pantaloni indossavano delle gonne che arrivavano poco sopra le ginocchia; sempre nere logicamente. Dopotutto le persone in questione erano:
Hirokichi Ikemoto: un ragazzo dai capelli castani stirati e occhi di colore verde; era alto 1,74 m e aveva un fisico abbastanza snello con uno sguardo molto rassicurante e calmo: portava una semplice spada di colore nero che era leggermente più dura dell’acciaio con una tessera d’avventuriero al livello 3.
Kaoru Masashi: una persona parecchio vivace e reattiva con dei capelli neri molto corti, di cui quei pochi erano leggermente arruffati e aveva degli occhi col medesimo colore; era alto 1,72 m con un fisico abbastanza muscoloso e portava: un’ascia d’acciaio col manico di colore marrone e tutto il resto grigio; anche lui era di livello 3.
Shunsuke Takechi: era alto 1,81 m e aveva i capelli biondi a caschetto appuntiti con degli occhi di colore arancione; era un individuo molto pacato e gentile quindi ci affidavamo molte volte ai suoi ragionamenti come un rappresentante: usava uno spadone enorme ed aveva il corpo tutto robusto, infatti era il più forte di tutti noi con una tessera d’avventuriero al livello 6.
Kaede Maiko: era una ragazza che portava dei capelli lunghi ricciolini e biondi insieme a degli occhi dorati; la sua corporatura era molto snella con un seno alquanto piccolo e la sua altezza equivaleva ad 1,53 m: dimostrava un carattere molto carico e vivace, in più teneva come arma un pugnale; stava al livello 4.
Mitsuki Mutsumi: era caratterizzata da dei capelli blu corti a caschetto e occhi del medesimo colore; il suo corpo si vedeva snello ma dimostrava un seno piuttosto prorompente: aveva uno sguardo calmo ed un carattere affettuoso che era quasi materno: la sua altezza era di 1,68 m e la sua tessera stava ancora al livello 3; utilizzava una normale spada d’acciaio per combattere.
Yumi Tamafune: anche lei molto snella ma portava un seno simile alla taglia di Marianne; era alta 1,60 m ed aveva i capelli lunghi di colore nero legati in due codini: il suo carattere invece poteva sembrare scontroso ma in realtà voleva bene a tutti noi e per finire aveva uno sguardo dolce; usava come arma uno spadino ed il suo livello era 5.
Mini grotta del canyon (Impero delle ombre) – Anno 652 – 1 Agosto – Ore 16:20
Tutti quanti eravamo seduti in cerchio davanti ad un fuoco acceso per discutere della situazione che pervadeva in quel momento; affianco sulla mia destra si trovava Marianne e di fronte a me Shunsuke: il cosiddetto rappresentate della squadra. La grotta presentava delle murature rocciose di colore grigio con il pavimento sempre rossastro.
“Ed eccoci tutti quanti in questo luogo…per capire il motivo di questa separazione e provare a risolvere la situazione una volta per tutte.” Iniziò Shunsuke mentre era seduto vicino al fuoco con sguardo e voce seria ma rilassata; Kaoru decise di intervenire cambiando argomento improvvisamente.
“Si…lo sappiamo…ma Marianne e Daruku non hanno indossato la divisa di squadra.” Disse usando un tono infastidito e facendo un volto leggermente irritato: ci stava fissando intensamente sia a lei che a me mentre si trovava diagonalmente sulla mia sinistra.
“Ascoltami, ero già uscito e non avevo voglia di tornare a casa per mettermela, l’importante è che ci siamo, no?” Risposi a Kaoru facendo un volto ed una voce alquanto tranquilla, chiudendo i miei occhi per poi riaprirli subito dopo verso la fine della frase.
“Uff…va bene va bene, per questa volta lascio perdere…ma non dimenticarla più mi raccomando.” Kaoru sospirò e fece un sorriso diventando tranquillo subito dopo; Yumi decise di intervenire per rialzare le cosiddette fiamme della discussione: si trovava frontalmente a Kaoru quindi diagonalmente sulla mia destra.
“Kaoru…smettila di dare fastidio a Daruku; fai il bravo forza.” La sottoscritta iniziò ad usare il suo solito tono da ragazza che comanda fissando la vittima: il volto era anche piuttosto serio e autoritario in quel momento, quindi era meglio non risponderle.
“Che fai? Adesso mi tratti come un animale domestico? Che tristezza.” Kaoru si demoralizzò e abbassò il suo sguardo verso il basso usando una voce sconsolata: le sue braccia erano conserte e anche Yumi se le mise in quel modo facendo un broncio subito dopo.
“Su su, forza: ricomponetevi.” Intervenne Shunsuke battendo le mani un paio di volte per provare a calmare le acque: il suo tono di voce era sempre calmo e serio come se nulla potesse sbilanciarlo o spiazzarlo improvvisamente, perlomeno non in queste stupide sceneggiate; anche per quel motivo avevamo deciso che doveva essere lui il capo del gruppo.
“Va bene capo…stiamo tranquilli adesso.” Confermò Kaoru, rialzando il suo sguardo sconsolato guardando Shunsuke e utilizzando una voce oramai rassegnata.
“Dai: siamo una squadra, dobbiamo andare tutti d’amore e d’accordo coraggio!” Esclamò Hirokichi utilizzando un tono di voce alquanto simpatico e carico mentre aveva nel suo viso un innocente sorriso: si trovava affianco a me sulla mia sinistra.
“Oh, cielo: sembrate tutti dei bambini adorabili che litigano.” Arrivò Mitsuki improvvisamente in modo dolce a recensire il comportamento alquanto inadatto di tutto il gruppo; mentre disse quella frase chiuse i suoi occhi con un sorriso e appoggiò le mani sulle sue guance: lei si trovava nel lato destro di Shunsuke affianco a lui.
“Ti ringrazio, così mi fai sembrare più grande.” Rispose infine Kaede in modo sconsolato guardando Mitsuki con un volto rassegnato e girandosi sulla sua destra: quella ragazza invece stava nella parte sinistra del nostro capo.
Dopo un paio di minuti dove continuammo a ridere e scherzare decidemmo di tornare seri: dovevamo iniziare a parlare seriamente riguardo la questione dei due imperi che si odiavano fino alla morte; sicuramente non sarebbe stato facile capire il motivo principale visto che quel regolamento era stato citato dall’imperatore Avish in persona, contando anche che c’erano molti abitanti che condividevano il suo ideale. Probabilmente non avevamo molte scelte per scoprire la verità, ma era pur sempre meglio evitare il contatto con il sovrano oscuro: visto che chiunque si opponeva a lui sarebbe sicuramente morto subito dopo; quindi dovevamo fare molta attenzione.
Fine Capitolo 14