Cento trentacinque mila trecento cinquanta novesimo Anno Imperiale, a pochi giorni dopo l’usurpazione.
L’Impero NoGheminis è ormai un ricordo lontano. Il neoimperatore Diòrtane dichiara Guerra a dodici universi, questo atto è l’inizio del grande bagno di sangue, noto in futuro con l’appellativo di “Epurazione del Cielo”.
Nel frattempo, sale al trono sacerdotale il più intimo dei suoi amici, Diablo Erem, uomo assai crudele pari e forse più fermo di Diòrtane, era il figlio del Grande Destiorna, l’antico acerrimo nemico dell’impero.
Nel momento dell’investitura di Diablo vennero “reclutati” circa duemila abitanti da far giustiziare non appena si sarebbe alzato dal suo nuovo seggio. Il motivo della condanna era:
“Oggi Io, Diablo, nuovo sommo sacerdote dell’impero, esigo il sacrificio di voi uomini e donne scelti per questo giorno per onorare il Dio UNICO! E abbandonare il vecchio credo ormai passato di moda e meno fermo di quello nuovo!”
Non bisogna certamente dire che fu una carneficina. Tutti, ormai, compresero che non vi era più via di fuga da questi despoti. Le parole di Diòrtane a Diablo poco prima dell’investitura furono:
“Sii come un demone, afferra, sii avido, uccidi, ringhia, azzanna, che i tuoi occhi siano iniettati di sangue. Sii crudele e malvagio. Non permettere a nessuno di giudicarti! Sii feroce! Comanda se non vuoi essere comandato. Sii un tutt’uno con il tuo dolore, non lasciare che le belle parole entrino nel cuore, perché quando tu soffrivi nessuno c’era. Fallo e sarai temuto! Distinguiti e sarai Inneggiato, Sii il nuovo simbolo dell’odio e del risentimento! Non avere nessuna pietà, perché loro non l’hanno avuta con te!”
Da quel giorno in poi fino alla sua morte Diablo divenne un demone assetato di sangue, e in alcune notti d’inverno si narra che il suo spirito vaga per il pianeta Sion in cerca di un povero malcapitato. Diablo Erem era già noto molto tempo fa nell’ottavo universo e già dai primissimi anni della sua adolescenza era noto per essere una persona sadica e di mentalità cinica, cresciuto in un pianeta dove l’anarchia e il più forte regnavano Diablo divenne un assassino seriale e verso i trent’anni divenne il capo di un’organizzazione malavitosa che aveva come sede un’intera galassia dell’ottavo universo. Suo acerrimo nemico prima della sua nomina fu Aron Salem, che successivamente catturò, e poco dopo la nomina lo torturò a morte. Dopo la sua nomina porterà la distruzione e la morte in ogni suo ordine e ogni suo piano, sarà nominato anche come gran ammiraglio della flotta imperiale dell’imperatore Diòrtane.
Diablo era intelligente ed eccelleva in ogni facoltà e soprattutto anche nei poteri sovrannaturali, ma a confronto di Diòrtane, Diablo non avrà mai pietà per nessuno. Sarà lui stesso l’uccisore dell’imperatore Diòrtane quando capirà che per entrambi non vi sarà alcuna via di fuga dal supplizio eterno per le loro colpe. Diablo fino alla fine, anche in punto di morte covò un odio spropositato per tutti gli esseri viventi un odio che aveva radici antichissime e che in lui aveva trovato l’occasione di vendetta.
L’amicizia tra lui e Diòrtane nacque durante una missione del principe Diòrtane svoltosi proprio nell’ottavo universo e fu quell’incontro tra lui e Diablo a liberare un mostro informe e malefico.
Tutto ebbe inizio quando Diòrtane aveva ventidue anni. Un giorno, l’imperatore Chaos fece chiamare il figlio appena tornato da un viaggio nella regione nordorientale del pianeta Sion.
“Convocatemi il gran gonfaloniere!” ordinò l’imperatore.
“Sì, vostra altezza,” rispose subito il gran gonfaloniere Kai Margas.
Poco dopo, Kai Margas si presentò all’imperatore.
“Kai, il principe Diòrtane è appena tornato. Convocalo qui al mio cospetto!” disse l’imperatore.
“Come voi volete, altezza!” rispose il gran gonfaloniere.
“Kai, sai perché ti ho convocato?” chiese l’imperatore.
“Sì, signore, perché sono il precettore del principe ereditario,” rispose Kai.
“No, caro, ti ho chiamato perché sai come prendere mio figlio senza che vada in escandescenza per un non nulla!” disse l’imperatore.
“Oh, davvero, altezza? Non dovreste essere voi a conoscere ogni cosa dei vostri figli? A saperli prendere con le buone?” obiettò Kai.
“Hai ragione, ma sai che mi sono assentato per molti anni e come se io per loro sia solo l’imperatore e non il loro padre. Ho questa strana sensazione quando li guardo. Ho perso molti anni, non li ho visti crescere. Mi sono ritrovato con loro già grandi o adolescenti. So di avere tante mancanze come genitore, ma non potevo non rispettare gli impegni e le promesse fatte al mio popolo. Sono l’imperatore, ho dei doveri e degli obblighi da rispettare!” spiegò l’imperatore.
“Sì, sire, ma avete anche dei diritti. Avete il diritto di vivere anche la vostra parte come genitore o un giorno vi pentirete di non aver avuto queste opportunità!” disse Kai.
“Ho fatto un voto di obbedienza. Non posso fare ciò che non mi è concesso!” rispose l’imperatore.
“Se è così, verrà il giorno in cui dovrete scegliere tra la vostra felicità e quell’obbligo siglato!” replicò Kai.
“Ora va, mio caro. Ti attendo qui!” concluse l’imperatore.
Kai Margas si diresse verso le stanze del giovane principe. A quell’epoca, Diòrtane era un ragazzo diligente, educato e di buon portamento. Kai bussò alla porta delle sue stanze e il principe lo fece entrare.
“Giovane principe, posso parlarvi?” chiese Kai.
“Prego, mio caro precettore, entrate pure!” rispose il principe.
“Va bene, entro!” disse Kai.
Le stanze del principe sono di una semplicità unica, un letto, una scrivania, e un enorme biblioteca. Il principe e su un divano intento nella lettura delle cronache di Andeos e di Yuben. I suoi abiti sono semplici, su un attaccapanni la divisa come primo ufficiale della flotta spaziale. Le stanze del principe Diòrtane sono semplici almeno fino alla sua nomina come vice sommo sacerdote e successivamente come sommo sacerdote. Per semplicità non significa non eleganti ma meno sfarzose di quelle degli altri principi e altri nobili che abitavano l’area residenziale nobiliare del palazzo di cristallo.
Il gran gonfaloniere si avvicina al principe con rispetto e preoccupazione.
“Vostra altezza, mio principe, vostro padre ha convocato una riunione urgente. Vi chiedo di seguirmi nella sala dei troni”.
Il principe annuisce, dimostrando di aver compreso l’importanza della situazione.
“Un attimo che mi cambio e poi sarò pronto”, risponde il principe, mostrando la sua determinazione.
“Il tempo stringe, mio principe. Vi prego di sbrigarvi”, risponde il gonfaloniere, visibilmente ansioso.
“Va bene, ti raggiungo subito”, conferma il principe, assicurandosi di mostrare rispetto e premura verso la situazione.
Il principe si veste con gli abiti principeschi ed esce dalle sue stanze, nulla a dire della sua eleganza e delle sue medaglie e soprattutto del suo portamento, non per altro era il principe ereditario. Il sommo sacerdote che nel frattempo era salito a palazzo era Atlantide Maris mentre il suo predecessore era stato mandato in missione al grande tempio. Diòrtane si reca al cospetto del padre e lì riceve l’ordine di partenza immediata da lì a un mese con desti-nazione Yuben dell’ottavo universo.
“Vostra altezza, il principe ereditario è qui!” disse il gran gonfaloniere.
“Fatelo entrare!” rispose l’imperatore.
“Benvenuto, Diòrtane! Sono felice di vederti di nuovo” disse l’imperatore.
“Padre, mi avete chiamato urgentemente. Qual è la mia prossima missione?” domandò il principe.
“Sì, figlio mio. La tua prossima missione è di recarti nell’ottavo universo dal re di Yuben, Aron Salem. È un re giusto e molto buono” disse l’imperatore.
“Mi invii per discutere della questione del pirata spaziale Diablo Erem e di come è stata decisa la sua sorte?” domandò il principe per conferma.
“Ti lascio una lettera sigillata da consegnare al re di Yuben. Se incontrerai Diablo, evita situazioni spiacevoli ma se dovrai affrontarlo, fallo senza remore. Ricorda che sei il comandante della tua astronave e dei tuoi uomini. Rifletti bene su come agire poiché la vita dei tuoi uomini è nelle tue mani. Ecco la lettera.” istruì l’imperatore.
“Capisco, padre. Farò del mio meglio” rispose il principe inchinandosi.
Diòrtane prende la lettera e poi cogli l’occasione per informarlo della sua decisione di accettare la nomina a vice sommo sacerdote.
“Padre, accetto di diventare il vice sommo sacerdote e ho scelto Atlantide Maris come mio mentore”, dice Diòrtane, consegnando la lettera al padre.
L’imperatore annuisce con un sorriso e Diòrtane si inginocchia davanti a lui, chiedendo il permesso di ritirarsi nelle sue stanze.
“Va pure, figliolo”, risponde il padre.
Diòrtane si congeda e torna alle sue stanze.
Kai, il suo consigliere, gli chiede cosa pensa del figlio.
“È un uomo molto onesto e scrupoloso, ma voi sire cosa ne pensate? Domandò Kai.
Il padre, però, ha un’altra opinione: “Io vedo in lui qualcosa che nessuno vede e questo mi spaventa. La superbia e la negligenza di chi non si cura di chi è sotto la sua protezione, ma gli darò un’altra opportunità con questa missione”.
“Spero che vi sbagliate, mio signore”, commenta Kai.
“Anche io, Kai, anche io”, risponde il padre, preoccupato per il futuro del suo regno.
Passerà un mese e l’astronave di Diòrtane fa rotta verso l’ottavo universo, da quel giorno passeranno due anni e passati questi Diòrtane sarà arrivato alle porte dell’ottavo universo, ad attenderlo non vi è Aron ma Diablo. Pochi mesi prima, su Yuben, il re Aron era in attesa di incontrare una persona, un suo amico. Yuben era un pianeta con mari, terre, ghiacciai e tanta vegetazione, il popolo di Yuben era un misto di razze e di popoli, elfi, nani, giganti, draghi, umani, streghe e maghi, il drago a difesa di Yuben era il drago della terra un draco unico nel suo genere e che si era affezionato al popolo del suo pianeta. Il drago ebbe una visione e si diresse al palazzo reale per informare il suo amico che yuben era in pericolo.
Arrivato a Palazzo, Zaderus si precipita dalla presenza del Re Aron per informarlo della visione del futuro che aveva avuto, e per chiedere che si mobilitasse l’esercito per difendere il pianeta.
“Vostra altezza, ho una visione del futuro da comunicarvi!” aveva corso per tutto il tragitto tanto era importate ciò che aveva da dire, nel mentre affannava.
“Zaderus mio caro, dimmi tutto! Cosa hai visto?” disse il re.
“Fra un mese esatto … il principe ereditario … arriverà sul nostro pianeta, ma … se non facciamo nulla, un diavolo lo catturerà e lo ucciderà” la sua voce si riprende piano piano.
“Diablo Erem, giusto?” Domandò per sicurezza.
“Esattamente, vostra altezza. Siamo a conoscenza di cosa è capace e non possiamo permettere che un membro della famiglia imperiale venga ferito, se non addirittura ucciso” Ribadì Zaderus.
“Concordo con te. Abbiamo già vissuto una brutta esperienza in passato e non possiamo rischiare di subire ulteriori perdite” disse il re.
“Sì, vostra altezza. Ma pochi sono a conoscenza della verità” disse Zaderus.
“Esattamente. Meglio tacere per evitare che qualcuno venga messo in pericolo. Convocare il gran ammiraglio e mobilitare una legione. Dobbiamo pattugliare tutto il perimetro del nostro universo” ordinò il re.
“Farò immediatamente come ordinate, vostra altezza. Non possiamo permetterci di correre ulteriori rischi” rispose zaderus.
Purtroppo, arriveranno tardi, Diòrtane incontra Diablo al valico del confine perimetrale dell’ottavo universo. L’incontro va per le lunghe ma alla fine prevale Diablo che non avendo il risultato desiderato attacca l’astronave di Diòrtane. In quell’istante in Diòrtane scatta qualcosa, un lato che lui stesso negava. Diòrtane da ordine di contrattaccare l’astronave nemica ma la differenza di forza era netta, l’astronave del principe era la Gloriosa, un’astronave di seconda generazione a differenza della flotta imperiale che sono inestimabili opere di ingegneria, le astronavi comuni utilizzate dall’accademia sono meno attrezzate perché usate solo per le missioni diplomatiche. La Gloriosa contrattacca ma nulla può fare contro la Xiev un’astronave pari a quelle della flotta imperiale.
In quell’istate Diòrtane rilascia i suoi poteri ma il colpo che subirà sarà quasi fatale. Diablo lascia il principe moribondo e ritorna nel suo settore. Arriva poche ore più tardi l’astronave di Aron e recupera il principe e i pochi sopravvissuti. Aron viene informato delle condizioni critiche del principe ma poi riceve un’informazione da una persona e comprende che deve salvare il principe ma non deve rivelargli cosa lo attenderà. Al risveglio del principe, Aron informa che egli è sul pianeta Yuben e che pochi membri della sua legione sono sopravvissuti, che lui stesso ha avvertito l’imperatore Chaos che ha mandato lì l’astronave Divina Providenza per condurlo nel suo regno e che la sua missione era stata annullata.
Al ritorno del principe nel suo regno, Chaos chiede ad Atlantide di prendere come discepolo suo figlio in modo da non porlo a grandi rischi. Nel frattempo, su Yuben, Aron incontra nuovamente quella persona che gli rivela la sua missione e cosa accadrà da lì a poco e quale sarà il suo ruolo.
Diablo scontento della decisione del principe cova ancora più rancore, è ignaro per ora della vera decisione del principe e quando sarà nominato suo sommo sacerdote sarà ancora più titubante ma nel giorno della sua nomina vedrà il lato oscuro del principe e deciderà di essere per sempre la sua spalla destra e il suo mietitore.
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Il lettore non può certo fermarsi qui, dopo aver appreso dei drammatici avvenimenti che hanno coinvolto il principe Diòrtane e la sua legione. La reazione dell’imperatore Chaos, la missione di Aron e la misteriosa persona incontrata su Yuben. Tutti questi elementi pongono molte domande e stimolano la curiosità del lettore. Ma le sorprese non finiscono qui, infatti il prossimo capitolo introdurrà il secondo volume della serie e svelerà le origini della famiglia NoGheminis, con una storia che si intreccia con quella dell’impero stesso. Non resta che continuare la lettura per scoprire cosa riserverà il futuro ai nostri eroi.