E anche questa giornata si è conclusa.
Anche se, come al solito, abbiamo fatto il servizio serale, questa volta c’è stata una leggera differenza: ho chiuso i battenti un po’ prima e riservato il ristorante solo per uso personale mio e di Lilith. Dopotutto, questa sera avremmo cenato al lume di candela in una delle sale private del piano superiore, la migliore che abbiamo.
Mentre ultimavo la preparazione di alcune pietanze, Lilith è andata a farsi un lungo e rilassante bagno ristoratore.
Hm? Beh, qualche volta facciamo molto tardi e quindi ceniamo e ci laviamo qui per comodità. Voi al lavoro non avete una mensa o una doccia?
Comunque, una volta tutto pronto, mi diedi una rinfrescata e mi misi un’abito un po’ elegante. Non era un frac, ma di certo era simile al tipico completo di giacca e cravatta.
La sala che avevamo scelto è una stanza chiusa, senza finestre alle pareti, ma con un lucernario ampio al posto del soffitto con una vista del cielo stellato mozzafiato. Oltretutto, oggi il cielo era limpido e quindi la luce bianca della luna e delle stelle, sembrava benedire il tavolo su cui avremmo festeggiato il nostro anniversario, coperto da una tovaglia candida ricamata con motivi floreali semplici ma carini, mentre per le posate e piatti tirai fuori il servizio migliore che avevo. Al centro del tavolo c’era posizionato un candelabro lucidato con le candele già accese, come anche sui lati della stanza, insieme a vari vasi di fiori.
Clack
Sentii la porta dietro di me aprirsi e col cuore in gola, mi girai. Davanti a me, c’era la donna più bella che avessi mai visto in tutte le mie due vite.
Lilith indossava un’abito da sera corto blu elettrico con una voluminosa gonna e un cristallo inserito nel corpetto poco sotto il seno; le calze autoreggenti sono di un marroncino violaceo e indossa scarpe con i tacchi neri decorati con brillanti. I suoi capelli raccolti in un’ampia treccia, tenuta alla fine con un fermaglio simile ad un fiore blu come il vestito e cadeva lungo la sua spalla sinistra.
Era un capolavoro. Il colore freddo e scuro dell’abito non faceva altro che risaltare la sua pelle candida, i suoi occhi rosso rubino e i suoi capelli bianchi. Mi sentivo come se volessi perdermi nello splendore delle sue pupille e immergermi nella bellezza dei suoi capelli candidi che sembravano seta. Le corna marroncine sembravano lucide per via della luce lunare che si rifletteva su di lei, le sue guance erano leggermente più rosate e sulle sue labbra aveva messo del rossetto.
Non volevo distogliere lo sguardo da lei…… mi rifiutavo di farlo.
“B-beh? Cosa ne pensi?” chiese timidamente Lilith
L’atteggiamento che mostrò in quel preciso momento, furono il tocco necessario a poterla definire un’opera d’arte d’eccellenza.
“Se esistono delle parole per dirti quanto sei bella…” cominciai avvicinandomi a lei e prendendogli delicatamente la mano “io non le conosco.” terminai facendole il baciamano
“……Mou.” cominciò Lilith con il volto rosso “Stupido.”
Sorridendole, le offrii il mio braccio e lei lo accettò. L’accompagnai alla sua sedia e l’aiutai a sedersi. Presi una bottiglia di vino bianco, ne versai un bicchiere e glielo offrii.
“Al nostro amore, Lilith.”
“A noi, Graeval.”
*****
“Hey… sicuro che non ci saranno problemi?”
“Certamente.” rispose dolcemente Graeval guardandomi “Anche dovessimo incrociare qualcuno, noi siamo invisibili ai loro occhi.”
“Un’altro dei tuoi trucchetti, vero?”
La cena per celebrare il nostro anniversario era deliziosa e romantica. Non c’erano umani o demoni, non c’erano dee o sante, non c’erano buone o cattive notizie… c’eravamo solo noi e il nostro amore.
L’abito che stavo indossando ha fatto in modo che riuscissi a rapire nuovamente il cuore di Graeval e quando ormai dovevamo dirigerci a casa mi chiese di non cambiarmi, mi prese come una principessa e iniziò a saltare da un tetto all’altro, quasi non volesse che la neve o la terra umida mi contaminassero.
Siccome avevo quel vestito, avrei dovuto sentire freddo, ma ancora una volta Graeval ci ha messo lo zampino e ha fatto in modo che fossimo circondati da una sfera di aria piacevolmente calda.
Continuò a saltare da un tetto all’altro fino a quando non arrivammo a poca distanza da casa nostra e assicurandoci che non ci fosse nessuno, mi poggiò per terra e mi fece indossare un pesante mantello blu con cappuccio. Non appena lo sollevai quel tanto che bastava per coprirmi le corna, il freddo m’investì simbolo che aveva annullato il suo potere. Mi porse nuovamente il braccio e io lo presi senza pensarci due volte… no lo abbracciai e appoggiai la testa sulla sua spalla.
Questa… è la serata più bella della mia vita. Fu questo il mio pensiero poco prima di arrivare di fronte a casa nostra. Già… di fronte a casa nostra.
Cinque persone incappucciate erano davanti alla casa… di fronte al nostro nido d’amore. Accorgendomene liberai il suo braccio e Graeval fece un passo avanti. La sua espressione che solitamente è gentile e allegra, ora è terribilmente seria.
“Chi siete?”
“Siamo noi… Graeval.” si fece avanti una di quelle persone con un voce femminile che ormai conosco bene.
“Sarity?” domandò sorpreso “Cos’é successo per farvi venire qui tutti e cinque?! …….Non dirmi che hai fame… ma davvero mangi come si deve?”
“………Perché la prima cosa che mi chiedi è sempre se mangio a sufficienza?” domandò Sarity sospirando pesantemente
“Per prenderti in giro è ovvio no?” affermò per poi ridacchiare “Anche perché sei sempre stata schizzinosa quando si tratta di cibo.”
“Parliamo di minimo 9 anni fa…”
“E su quello non sei cambiata… o sbaglio?”
Mentre Sarity faceva quell’espressione infantile io, così come anche gli altri quattro, riuscimmo a trattenere a malapena le risate.
“Ora che abbiamo cominciato con uno scherzo per alleviare la tensione…” cominciò per poi tornare serio “mi spiegate per quale ragione siete davanti a casa nostra?”
Le risatine scomparvero e anche Sarity era tornata ad essere seria
“Vorremmo parlare con tua moglie in privato.”
“’Parlare? E di cosa di preciso?”
“Per il tuo bene Graeval… non immischiarti.”
“Hey, hey. Siamo passati alle minacce ora?” domandò accentuando una punta di rabbia in quella domanda “Mi stai dando un’altra ragione per non lasciarvi fare quella chiacchierata privata.”
Sarity era palesemente esitante a volergli dire quello che voleva riferirmi. Vidi l’Eroe Jack metterle una mano sulla spalla come per dirle di lasciar fare a lui, ma lei fece un cenno negativo con la testa. Fece un profondo respiro.
“Graeval…so che è scioccante ma tua moglie Lilith, è un demone.”
“Huh?”
Mio marito sembrava leggermente incredulo, poi si massaggiò il mento ed infine si prese la fronte. Solo io lo sentii sospirare pesantemente. Come hanno fatto a scoprirmi?
“So che è scioccan-”
“Puh… Ahahahahah!!!” Graeval scoppiò a ridere… di gusto.
Il modo in cui se la ride così di gusto, prese alla sprovvista la sua amica d’infanzia e tutto il gruppo. Ad essere sincera ha sorpreso anche me
“……Cos’hai da ridere?” domandò Ishgat
“Hahaha:.. no è che…. ahahahaha! Muoio!!! Ahahahah!”
“No davvero cosa c’è da ridere tanto?!” chiese con tono arrabbiato Sarity
“Ahahaha.. haaa!” le sue risate si calmarono “Credevo che fosse chissà quale problema e invece si tratta solo di questo?”
“Solo di questo… stiamo parlando di un demone.”
“Appunto. Guardate che sapevo fosse un demone sin da quando l’ho conosciuta.”
Era calato il silenzio… che naturalmente non durò molto.
“““““HUUUUUUUUUH?!!”””””
“Perché tutta questa sorpresa? Credevate davvero che non lo sapessi? Andiamo, sono pur sempre suo marito.”
Detto quello mi fece un cenno con la testa, e capì che voleva che mi abbassassi il cappuccio. Sospirai pesantemente e lo calai, mostrando le mie corna, i miei capelli bianchi e gli occhi rossi.
Gli sguardi dell’Eroe e delle sue mogli erano un misto di disgusto e soprattutto di sorpresa. In particolare, negli occhi di Sarity mi sembrava di vederci qualcosa come umiliazione, risentimento e colpa. Non ne capisco il motivo… o forse lo capisco ma mi rifiuto di ammetterlo.
“Non provi neanche a negarlo……” parlò disgustata Emilyn
“Perché dovrei?” domandò freddo Graeval “Dato che l’avete scoperto, non ne vedo il minimo motivo.”
“Bamboccio, perché non hai denunciato la cosa o non l’hai uccisa tu quando l’hai trovata?” domandò Ishgat
“Perché avrei dovuto?”
“Perché è un demone, che domande sono?!”
“Graeval non ti rendi conto degli orrori e dei massacri che hanno commesso quelli della sua razza?! Di quanti innocenti abbiano sofferto?”
A quella domanda mi sentii stringere il cuore… Innocenti…? Ora sareste voi le vittime…?! Voi che ci avete attaccati per primi?!! sentivo la rabbia crescermi dentro. Quella domanda non era altro che un’insulto. Anche se si trattava dell’amica d’infanzia del mio amato, volevo colpirla con tutta la mia forza.
Mi sentii stringere la mano. Nonostante non mi guardasse, Graeval aveva percepito il mio stato d’animo e quello era il suo modo per dirmi di calmarmi.
“Orrori? Massacri? Innocenti che hanno sofferto?” domandò Graeval
“L’ho visto con i miei… no l’abbiamo visto con i nostri occhi!” si fece avanti Jack “I crimini che hanno compiuto contro i civili e gli inermi. Non è stato affatto un bello spettacolo. Tu non sai quante madri, padri, parenti ho visto piangere per i loro defunti.”
C’era chiaramente odio nei suoi occhi. Io non so a cosa si riferisse perché me ne sono stata distante dalla prima linea, ma è possibile che non abbia tenuto a bada i miei subordinati come si doveva.
“Ahahaha! Davvero… cos’è questa commedia? Da dove esce tutta questa disgustosa ironia?” domandò Graeval dopo aver ridacchiato
“Cosa ci trovi di divertente?! Graeval, tu non sai niente!! Pensi che stiamo scherza-”
“Penso che stamattina vi siate guardati allo specchio e ora stiate scaricando la vostra buona dose di crimini su mia moglie.”
L’interruzione di Graeval lasciò Sarity con gli occhi spalancati, quasi non riuscisse a comprendere
“Cosa-”
“Tuo marito ha appena detto che non so in quante persone abbiano pianto i loro defunti in quella guerra no?” cominciò e io notai una leggera punta di rabbia in quelle parole “Ora vi chiedo: quante madri? Quanti padri? Quanti zii e zie? Quanti figli, cugini e nipoti? A quante famiglie di demoni VOI avete sottratto qualcuno?!”
Nessuno rispondeva… o meglio, nessuno sembrava sapere come rispondere. Queste sono domande che non si fanno in battaglia. E sembra che loro non se le siano fatte neanche dopo la fine della guerra …Solo perché siamo demoni.
“Non mi rispondete perché non conoscete la risposta o perché non volete affrontarla?”
“Noi-”
“Solo perché sono demoni credete che siano solo un concentrato di malvagità? Ma non prendetemi per il culo. Se proprio bisogna parlare di colpa, non solo avete ucciso soldati, ma anche vecchi, donne e bambini solo per la loro razza.” ogni parola di Graeval era tinta di disgusto “Voi non siete eroi. Siete solo dei criminali, degli assassini. Quindi ve lo ripeto: non riversate le VOSTRE colpe su MIA moglie solo perché è un demone e voi non vi volete guardare allo specchio.”
Graeval aveva espresso tutto ciò che pensavo. Non gli avevo mai raccontato molto del mio scontro con gli umani e lui nemmeno me lo aveva chiesto per rispetto. Ma il fatto che lui, un essere umano, abbia compreso come mi sentissi non solo io ma anche i miei sudditi e lo abbia riversato sui colpevoli… mi rendeva felice
“Graeval…”
Lo chiamai timidamente e gli strinsi la mano. poi sentii qualcosa scorrermi lungo le guance. Un momento dopo, mio marito mi strinse a se e mi asciugò la lacrima che stava viaggiando lungo la mia guancia. Fece un’amorevole sorriso …Davvero… sono felice di averti conosciuto… sono felice che tu sia mio marito
“Santa pazienza.” affermò Graeval sospirando pesantemente “Questa doveva essere una serata felice per noi due e voi l’avete rovinata. Fatemi il favore di andarvene prima che cominci a perdere la pazienza.”
“…….to?”
“Hm?”
“CHE COSA HAI FATTO A GRAEVAL, DEMONE?!” urlò Sarity rabbiosa
*****
Non posso perdonarla. Come ha osato ingannare la persona a cui tengo di più? Come ha osato portarmi via Graeval?! È colpa sua se si era dimenticato di quella promessa 3 anni fa?!! È questa la sua vendetta su di me?!!!
Erano soltanto questi i miei pensieri in quel momento. Pensare che Graeval avesse sposato un demone mi ha spaventato, ma il fatto che lui lo sapesse e ora ci sta accusando di quelle falsità… non posso tollerarlo. Devo salvarlo a tutti i costi. Dobbiamo ucciderla per liberare Graeval dal suo giogo.
“Io… non gli ho fatto niente…” rispose la demone timidamente
Vederla lì, mentre viene abbracciata dolcemente da Graeval mi fa imbestialire. Mi sento insultata. Come osa toccare Graeval… come osa toccare il mio amico d’infanzia?
“Devi avergli fatto il lavaggio del cervello. Non vedo altra spiegazione.” affermò deciso Jack
“Cosa?! Lavaggio del cervello? Di che state parlando?” domandò la demone quasi non sapesse di cosa stessimo parlando
“INUTILE CHE FAI LA FINTA TONTA. AVRAI USATO UNA QUALCHE MAGIA PER RENDERLO TUO SCHIAVO.” urlai furiosa
“Non esistono magie simili!” controbatté
“CONTINUI A NEGARLO?!”
“…Sono sorpreso. Pensare che vi siate abbassati anche a questo… *Sigh*” sospirò pesantemente Graeval.
“……[Wind Cutter]”
Come se aspettasse quel momento di distrazione, Ridel lanciò un’incantesimo mirando alla coppia. Accorgendosene, la demone spintonò Graeval per impedirgli di essere colpito. Non aspettavo altro.
“SPARISCI! [Holly Javelin]!!”
Lanciai il mio incantesimo ancor prima che la demone potesse ancor toccare terra. Un giavellotto bianco che si materializzò di fronte a me partì a una velocità tremenda.
All’inizio volevamo separarli così da eliminarla senza che Graeval lo sapesse, ma visto che era rimasto e ha detto tutte quelle cose, era chiaro che non l’avrebbe mai lasciata sola. Quindi decidemmo di creare una situazione in cui avremmo separato i due, anche se di poco, così che potessi farla fuori usando uno dei miei incantesimi. Quest’ultima parte era improvvisata, ma ero contenta che il nostro affiatamento non sia scemato nonostante il tempo. Ora Graeval sarà di nuovo mio.
Ormai la demone non poteva più schivare il colpo. Si coprì il volto pronta ad incassarlo. Già assaporavo il momento in cui l’avrei distrutta.
“Quindi è così che ve la volete giocare, huh?”
“CO-?!”
Graeval comparve dal nulla davanti alla demone e afferrò a mani nude il mio incantesimo bloccandolo come se niente fosse.
Probabilmente, la mia espressione era la stessa degli altri. Stupore e smarrimento. Anche se non è efficace contro gli essere umani, [Holy Javelin] rimane comunque una lancia e comunque può uccidere un uomo se piazzata bene. Inoltre essendo un’incantesimo, se non sei un mago o non possiedi protezioni contro la magia, è impossibile da fermare e in caso contrario risulterebbe comunque difficile da deviare o da bloccare.
Graeval lo ha semplicemente preso al volo e dopo averci giocherellato un po’, strinse ancor di più la presa sull’incantesimo distruggendolo e trasformandolo in tante particelle dorate.
“Fiuuu. C’è mancato poco. Lilith, stai bene?” domandò Graeval alla demone porgendogli la mano
“Sì. Grazie Graeval.” affermò accettando la mano per rialzarsi
“Com’è possibile?! Come ha fatto ad arrivare lì in così poco tempo?”
“Non sto sognando vero?!”
“Ha bloccato e distrutto un’incantesimo a mani nude?!”
Le mie compagne stavano tirando fuori quelle domande perché non riuscivano a trovare risposta ad un fatto che si era appena compiuto davanti a noi. Anche io ero senza parole.
“Dato che avete deciso di intraprendere il cammino che finirà per farmi arrabbiare…” cominciò Graeval girandosi verso di noi “giocherò a carte scoperte. Rispondetemi. Siete certi di voler uccidere la moglie di Guardiano? Siete sicuri di volermi come nemico?”
Gi iridi di Graeval che erano sempre stati grigi quasi sembrassero avere il colore del ghiaccio, si tinsero d’oro e una potente aura cominciò a circondarlo.