<<Ogni anno si tiene un Esame di Qualifica, dove tutte le classi della Nazione di Giarogia partecipano per qualificarsi e intraprendere i loro sogni; che siano agricoltore, medico, guardia… Ad avventuriero.
Solo che per quest’ultimo è più difficile, dato che i voti dell’esame devono essere molto alti.
Le uniche due materie che mi bloccano? Scienza Magica e Rodyakan… Ma almeno in Matematica e Storia vado bene.
Si, solo queste quattro materie si pongono davanti al mio sogno; diventare un avventuriero.
Tralasciando che come avventuriero si prende molto bene, è sempre stato un mio sogno entrare finalmente nel Primo Anello di Giarogia…>>
Il mio nome era Virtus, non possedevo nessun cognome essendo che non ho mai conosciuto i miei veri genitori.
Un semplice ragazzo di 15 anni che aveva come sogno diventare un avventuriero e difendere le persone a me care.
Da qualche mese ho iniziato anche a far crescere un pochino i miei bianchi capelli, provando a farli diventare come quelli di mio padre.
Sentii diverse storie su di lui, raccontate da Draug e Dreug, e ciò mi portò a diventare sempre più come lui. Lo stimavo per tutte le eroiche imprese da lui compiute, ma ancora non riuscii a venirne al capo per il motivo per cui abbandonò mia sorella e me.
Con me si trovava anche Igea, due anni più piccola. Sfoggiava lunghi capelli color cremisi e occhi del medesimo colore, una vivacità assurda e tantissime energie.
Anche se passò brutti momenti anni fa, riuscì a superare tutti i problemi a testa alta con il sorriso sul volto e voglia di crescere.
Entrambi demmo il massimo per poterci integrare nella società, percorrere una serena vita scolastica e raggiungere i nostri obiettivi.
E questo era solo l’inizio.
Presi il mio ciondolo che tenevo sul collo; era un orologio da taschino, ma le lancette erano sempre ferme alle “23:59”.
Ma la cosa più importante era la parte esteriore dell’orologio: presentava un ingranaggio bianco e delle lancette disegnate con delle strane scie rosse.
<<Questo orologio non era un comune orologio, l’ho sempre saputo visto che mi venne dato dall’Ordine Praxis il giorno in cui mi salvarono, ribadendo che era dei miei perduti genitori e che avrebbero sempre voluto darmelo. Purtroppo non ho mai capito cosa successe al giorno della mia nascita, l’unica cosa che possedevo di loro è questo ciondolo… O anche orologio rotto, se vogliamo chiamarlo così.>> pensai, mentre rimisi dentro la mia maglia il ciondolo.
<<Storie buffe; alcuni provarono a comprarlo per 50000 Rod, giustificandolo come un acquisto che potrebbe addirittura cambiare le loro vite.
Questo era dovuto al fatto che circolavano molte voci di corridoio, tipo che questo ciondolo potrebbe aprire un varco tra la civiltà umana e il Rodyak, oppure che questo ciondolo sarebbe come un catalizzatore per richiamare uno spirito leggendario di un’era sconosciuta, per poter combattere contro una minaccia impellente. Oppure una ancora più pazzesca; che potrebbe unire addirittura due mondi! Ma conoscendo abbastanza storie di questo mondo posso essere più che certo di una cosa: che questo ciondolo sia solo un semplice cimelio di famiglia, e che non fa un bel nulla. E’ l’unico ricordo che potrei avere dei miei genitori, e non lo venderei per nessun prezzo al mondo.>> dissi tra me e me, ci tenevo molto a questo ciondolo, e semmai dovesse veramente significare qualcosa, essere il primo a scoprirlo di persona sarà mia unica responsabilità, in quanto possessore di questo ciondolo e cimelio di famiglia.
Nel mentre raggiungemmo la Scuola di Hallewart, e una volta raggiunto il portone di ingresso mi girai verso Igea;
<<Bene, io raggiungerò subito la mia classe, ci vediamo a casa. Uscirò prima, perciò non aspettarmi oggi.>> dissi, mentre iniziai a salutarla.
<<Hmm.. Va bene, tanto questo sarà il tuo ultimo giorno di scuola, quindi… Non avremmo più l’opportunità di tornare insieme…>> disse con tono debole e triste. Nel mentre si girò leggermente per l’imbarazzo, essendo che non si voleva far vedere da me con un volto così triste per un motivo così “banale” a detta sua.
<<Igea… Ciò non vuol dire che non passeremo più tempo insieme, anzi quando potrò ti verrò a prendere a scuola.>> Igea rispose solo con una smorfia.
<<Non dire queste cose imbarazzanti tutto d’un tratto…!>> esclamò girandosi di scatto e camminando verso l’entrata della scuola. Dopo un po’ sussurrò;
<<Alla fine tu vuoi seguire la tua strada, no? Diventare un grande avventuriero.>>
Rimasi fermo a contemplare ciò che disse, sentivo uno strano senso di colpa da questa frase che lei disse. Igea si fermò a metà strada e continuò sempre con tono debole;
<<Posso capirlo, dopotutto vuoi diventare come papà. Io purtroppo non so cosa fare della mia vita, essendo che della mamma non so nulla. Potrei diventare un’ottima donna di casa, ma se tu non dovresti più esserci per via dei tuoi impegni da avventuriero…>>
Si fermò subito dopo;
<<Ahah, scherzo!>> esclamò alla fine, ritornando col suo vigore di prima ed iniziando ad incamminarsi.
<<Igea…>> rimasi di fronte alla porta principale. Non compresi ciò che voleva dirmi, forse… Aveva paura di rimanere sola?
<<Uff…>> alzai lo sguardo, osservando la scuola; era alta tre piani, struttura di legno e delle finestre per ogni aula.
<<Mi chiedo semmai sto facendo la cosa giusta.>> mi chiesi ancora, iniziando ad entrare dentro la scuola.
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Raggiunsi il corridoio della scuola, era abbastanza semplice.
E per stare nel Terzo Anello era abbastanza ben fornita, ma sicuramente non aveva nulla a che vedere con le scuole più interne di Giarogia.
Aveva un pavimento e mura di legno, con motivi diversi che decoravano il pavimento e le mura unicamente dipinte di color marrone.
Ogni aula in cui si accedeva aveva una porta scorrevole, ed ogni stanza scolastica era abbastanza grande per contenere almeno 25 banchi.
Questa scuola contava più di 300 studenti, tutti provenienti dal Terzo Anello.
Appena arrivai, tirai un bel fiatone e dissi;
<<Okay, è arrivato il momento. Finalmente ho 15 anni e se dovessi superare questo Esame finalmente riuscirò a diventare veramente un avventuriero.>>
Dal corridoio passò un mio professore. Era quello di Scienza Magica e indossava una camicia bianca e pantaloni neri, capelli neri e occhi dello stesso colore.
<<Buongiorno, professor Shigato.>> pronunciai in modo formale.
<<Guarda chi c’è, buongiorno a te, Virtus. Ti sei preparato per l’Esame di Qualifica?>> chiese il professore fermandosi. Teneva un libro blu in mano, era il libro didattico per Scienza Magica.
<<Già, non sto più nella pelle! Mi sono preparato a dovere per oggi, anche se…>> esclamai tutto carico, ma ci stava un punto che doleva tanto.
<<Spero che avrai studiato a dovere allora. Purtroppo non sei mai stato un portento nella mia materia, e l’ho sempre notato.>> rispose, sottolineando quanto facevo schifo in Scienza Magica.
<<Già… Ho provato a ripassarla nuovamente ma… Non mi vogliono entrare alcune teorie.>> dissi perplesso, purtroppo l’ho sempre odiata la materia magica, anche se di per sé, amo le magie.
<<Ah, le teorie eh? Sicuramente è un tema molto difficile per voi, non a caso viene integrata solo alla quarta classe. Ma fidati che quando si riguarda di magia le teorie di un libro non ti serviranno a molto.>> citò il professore, poi si avvicinò a me, abbassandosi arrivando alla mia altezza e toccando con l’indice il mio petto, concludendo;
<<Tutta la teoria sta dentro il vostro cuore, voi siete i padroni della vostra magia.>> una volta finita la frase, si alzò e si incamminò verso la sua classe.
<<Buona fortuna con gli Esami, Virtus.>> e se ne andò.
<<Il padrone della mia stessa magia..?>> pensai tutto il tempo, mentre iniziai a camminare verso la mia aula.
<<BUUUU-OOONGIORNO!~~>> sentii un urlo arrivare dall’altro lato del corridoio, si intravedeva una persona correre, con dietro altre due che provavano a stare al suo passo. Mi girai e notai che erano;
<<Oh.. Arata. Noto che oggi sei più carico del solito.>> risposi vedendo Arata correre verso di me.
Il suo nome era Arata Hasegato, un mio caro amico, nonché il primo compagno con cui strinsi amicizia quando arrivai per la prima volta in questa scuola.
Portava dei capelli arancioni e occhi dello stesso colore, ed era una persona ben energetica.
Il suo aspetto era tipico da ragazzino innocente, anche se il suo carattere era molto impulsivo, facendogli fare delle scelte senza pensarci due volte.
Non era una persona molto affidabile, ma gli si voleva bene lo stesso.
<<Ci siamo anche noi.>> disse una voce maschile, il suo nome era Marco Ronbaru.
Portava dei capelli marroni e occhi verdi, era una persona molto intelligente e matura, al contrario di quello che mostrava Arata.
Era il secchione della classe, eccellente in tutte le materie e anche un ottimo compagno affidabile.
Insieme ad Arata, erano due amici su cui avevo il massimo appoggio, avendomi accompagnato lungo questi anni scolastici.
Anche se era estremamente serio e maturo, riusciva ad adattarsi al nostro gruppo demente ed ironico.
<<Tu che mi ignori? Impossibile.>> disse subito dopo una voce femminile con un tono pacato e dolce.
Il suo nome era Lya Redefelt, aveva dei lunghi capelli argentati e occhi gialli.
Il suo modo di acconciarsi era molto elegante ed altezzoso, come il suo carattere.
Era molto criptica come ragazza, non mostrava molti sentimenti né lo dava a vedere spesso.
Tuttavia, era molto dolce e quando qualcuno aveva bisogno, lei c’era sempre.
<<Che vai a dire, Lya?>> risposi con uno sguardo imbarazzato.
Ah giusto, si rendeva anche perennemente vittima di cose che non accadevano realmente!
Mi accusava sempre di atti lascivi anche quando non era vero.
<<Devo stare attenta anche oggi? Non saprei.>> chiese con uno sguardo che esclamava un “sei solo un pervertito dopotutto”.
<<Lya, oggi è l’ultimo giorno di scuola, potresti provare un po’ di pietà per questo ragazzo.>> disse Marco in mia difesa, girandosi verso Lya che si trovava alla sua destra.
<<Grazie Marco!! Almeno tu provi a difendermi!>> dissi con le lacrime agli occhi.
<<Ah! Giusto.>> esclamò improvvisamente Lya con un’espressione di stupore.
<<Hm? Cosa c’è Lya?>> chiesi incuriosito. Lya prese la sua borsa scolastica e fece uscire fuori tre piccole scatole. Erano incartati male, come se le avesse fatte di fretta e furia, ma si notava che erano delle scatoline da regalo.
<<Q-questi sono per voi tre.>> disse porgendoci queste piccole scatole, mentre il suo sguardo era rivolto verso la finestra del corridoio. Era troppo imbarazzata per guardarci in faccia?
<<Uhh! Un regalo per noi? Grazie mille Lya!!>> esclamò con felicità Arata mentre prese in mano la sua scatola.
<<Lya…>> sussurrai prendendo in mano il mio regalo;
<<Grazie mille.>> Lya si girò da me e io le sorrisi. Arrossì e lei si rigirò;
<<Pervertito.>>
<<Eh?>> rimasi di pietra alla sua risposta, mi stava prendendo in giro? Nel mentre Arata e Marco aprirono la scatola, dentro c’era un braccialetto fatto di rame. Da Arata c’era il segno del coniglio, da Marco il leone e da me il cuore.
<<Che vuol dire questo..?>> chiesi alla vista del mio bracciale, Lya si girò e mi chiese con volto estremamente imbarazzato;
<<Non ti piace?>>
Il suo sguardo arrossito e i suoi occhi pieni di speranze e aspettative colpirono pesantemente il mio cuore, mandandomi in una crisi isterica.
Come se il tempo fosse improvvisamente rallentato, i miei pensieri iniziarono ad andare spediti come la luce.
<<ASPETTA UN ATTIMO! Non è che non mi piaccia… Cavoli, il mio cuore sta battendo a mille e non so nemmeno cosa rispondere!! Però sono abbastanza sicuro che il fatto che mi abbia regalato un cuore non è per niente affatto una cosa normale! Dai, per fortuna pensando ho tutto il tempo per ragionare── no ma che dico! Lei tra poco penserà che non mi piace e io sto ancora qui a pensare cose che non dovrei—- però lei sta aspettando una risposta perciò io devo dire qualcos…AAAHH──!!>>
<<B-beh, è un cuore.>> risposi.
<<Aspetta…cos’ho appena detto?>>
<<Si, è un cuore, Virtus.>> rispose Marco guardandomi con una faccia perplessa e una goccia di sudore.
Stavo iniziando a sudare.
<<PERCHE’ DEVO DARE DELLE RISPOSTE COSI’ INSENSATEEEEEE!!
Allora calma un attimo, forse sto fraintendendo tutto? Forse è una sua solita trappola per potermi dare del pervertito? Però se non lo fosse e mi ama veramente potrei ferirla, pure se io non voglio— però non so cosa rispondere!!>>
<<Cosa ne pensi?>> chiese subito dopo Lya, guardandomi sempre con i suoi occhi pieni di aspettative. Più mi fissava così, più andavo nel panico.
<<NON METTERMI FRETTA SANTO RODYAK!! Non so neanche come rispondere e mi metti così tanta fretta?! Normalmente in queste situazioni dovrebbe suonare la campanella, ma perché ancora non sta suonando?! Basta non ne posso più!>>
Prendo le spalle di Lya e la guardo intensamente negli occhi, per lanciarle uno sguardo galante.
Lei si sorprese alla mia presa, sussultando brevemente e guardandomi con uno sguardo pieno di panico.
Iniziò a tremare, io invece presi tutto il coraggio che avevo, puntando la mia ultima scommessa in una semplice e diretta frase;
<<Mi spiace, ma siamo troppo giovani per sposarci.>>
Il mio sguardo continuava ad essere serio, ero convinto al 100% di quello che stavo facendo.
Lei smise di tremare, il suo imbarazzo scomparve e si trasformò in pura rabbia.
<<Okay, dopo questa mi merito di essere chiamato nel peggiore dei modi.>> pensai, comprendendo ciò che feci.
<<Virtus… Se vuoi dopo l’Esame organizzeremo un funerale in tuo onore.>> rispose Marco mentre si mise il suo braccialetto nel suo braccio sinistro.
<<Grazie, ne avrò bisogno.>>
Giarogia – Distretto 33, Scuola di Hallewart – Anno 703 – Inizio degli Esami di Qualificazione
Una volta arrivati in classe e preso posto, entrò la nostra professoressa: Hinata Railton.
<<Bene classe, ci siamo tutti… Oggi è un giorno importante per tutti voi. Quest’oggi tutti gli studenti del quinto anno dovranno compiere un Esame che li porterà verso le loro sognate strade. Voi, da oggi dovrete inseguire il vostro obiettivo e tenere in alto il nome del Cavallo Argentato! Voi siete il futuro della Nazione, onorando le persone che ci abitarono e contribuirono per l’evoluzione dell’umanità.>> disse sbattendo il pugno sul suo petto, in segno di rispetto per la nazione di Giarogia. Il Cavallo Argentato era il simbolo della nazione umana, la bandiera che l’umanità scelse per onorare la Dea Blue.
<<Bene, detta questa premessa passiamo all’Esame. Questo Esame si dividerà in quattro fasi, che prenderà di mira le quattro materie principali della Scuola: Scienza Magica, Rodyakan, Matematica e Storia. Ogni Materia potrà fornirvi 25 punti, quindi potrete accumulare massimo 100 punti. L’Esame inizierà alle 9, e avete massimo 4 ore per finire.
E ricordatevi… Per passare l’Esame con la sufficienza vi serviranno 80 Punti.”
L’orologio appeso al muro di fronte a noi puntava le 8:59, e la lancetta dei secondi si muoveva molto lentamente verso l’alto, creando una tensione assurda in classe. Davanti a me si trovava un malloppo di fogli girati, pronti per essere presi in mano e lavorati da me.
Nel mentre, presi il mio orologio da taschino in mano. Era come un portafortuna per me, sperando che avrei avuto il supporto di mio padre tramite ciò.
Poi ricordai che tenevo anche il braccialetto regalatomi da Lya, che mi misi nel braccio destro.
Anch’esso era diventato un portafortuna per me.
Guardai nuovamente i fogli di fronte a me.
Dentro quei fogli si trovava la risposta che cercavo da anni.
Dentro quei fogli si trovava la verità che mi venne sempre nascosta.
Dentro quei fogli… Ci stava il mio destino.
Quei giorni di sofferenza mi avevano portato a questo, quando quell’uomo con occhi smeraldo mi salvò dalla morte…
Fu così che scattò la campanella, e l’Esame ebbe inizio.
◖Fine Capitolo 2◗