Ormai era il tramonto quando lasciai insieme a lady Brotel il tea party di Malotta. A causa della mia maledizione, non ho potuto godere a pieno del tea party perché ho avuto un ruolo da protettrice per la povera ragazza. Dopotutto, ogni generazione ha da sempre avuto il ‘Capro Espiatorio Nobile’. Un ruolo disgustoso che è volto a prendere di mira quelle persone che non hanno una personalità e soprattutto una mentalità abbastanza forte da essere in grado di affrontare le angherie dell’alta società. Dopotutto, tra tutti i passatempi, i nobili vivono e respirano dei pettegolezzi, talmente potenti da poter far affondare anche il più prestigioso dei nobili nel peggiore degli incubi.
Ripensandoci, Logo- John era caduto in quel ruolo già da quando eravamo bambini…
Molti di questi capri finiscono come reclusi nelle loro case, si ritirano a vita monastica oppure si suicidano perché non riescono a sopportarne il peso. Sono ben pochi che accettano tale ruolo per evitare che altri subiscano lo stesso stress psicologico che devono affrontare… e John, aveva volontariamente intrapreso quel ruolo per testarci. Sorrisi con nostalgia a quel pensiero
“C’è qualcosa che la diverte, lady Coleger?”
“Hm? Oh, non è niente lady Brotel.” affermai per poi guardare nuovamente fuori “Stavo solo pensando a qualcuno che fino a quattro anni fa… era nella tua stessa situazione.”
a quell’affermazione, lady Brotel mi guardò con occhi sorpresi e allo stesso tempo spaventati, poiché cosciente di quel disgustoso ruolo in cui si era ritrovata contro la sua volontà
“Era qualcuno d’importante?”
“Questa è una domanda leggermente personale, lady Brotel.” l’ammonii leggermente
“M-mi dispiace.” si scusò immediatamente
“Comunque, sì. Era qualcuno che era molto importante per me.” affermai sorridendole gentilmente “Si è fatto carico del tuo ruolo sin da quando aveva coscienza del mondo che gli girava intorno. Lo ha fatto solo per testare la sua famiglia e me.”
“Testarvi?”
“Quattro anni fa ero molto diversa da adesso. Anche io m’intrattenevo in ogni tipo di cattiveria ed ingiustizia nei suoi riguardi. Lui non faceva niente. Non rispondeva, non piangeva, non si vendicava… ci guardava con occhi disinteressati e colmi di pietà.” cominciai a raccontare “Era considerato inutile anche dalla sua famiglia. Sai, venne rinnegato da loro e come ultimo atto di cattiveria, volevo dargli una falsa speranza. Ignobile non credi?”
“Ad essere sincera, lady Coleger, non riuscirei ad immaginarla sotto questa luce. Voglio dire, tutti si riferiscono a lei come la ‘Santa dell’Accademia’.”
“Quel soprannome è il peggiore che si potrebbe usare per descrivermi. Il motivo per la persona che sono adesso, è proprio lui.” affermai con sarcasmo e stanchezza “Riprendendo la storia, lo rincontrai il giorno dopo. In un solo giorno era diventato un’altra persona nel vero senso della parola. Cambiò il nome e la personalità definendo la persona che era, una semplice maschera volta a testarci. Mi guardava con pietà, delusione e tristezza… quel suo sguardo e quelle sue affermazioni volte più ad insegnarmi che a rimproverarmi fecero ancor più chiarezza sul perché mi accanivo su di lui e perché volevo continuare a farlo… mi fece sentire marcia dentro. Buffo non trovi? La persona ritenuta più inutile di uno straccio si è rivelato essere, probabilmente, il più grande genio che io abbia mai conosciuto.”
Lady Brotel mi guardava con tristezza, confusione e sorpresa. Di certo, si starà chiedendo come mai le sto raccontando tutto questo…
“Ha ancora contatti con lui?”
“Neanche uno. Eppure, ogni giorno mi sveglio pregando per la sua sicurezza, nella speranza che un giorno posso rincontrarlo.”
“Quindi… ne è ancora innamorata?”
a quella domanda sono certa di aver sorriso, ma vedendo l’espressione sorpresa di lady Brotel, dovevo avere l’espressione di una donna innamorata. Ad essere sincera, non so se sono ancora innamorata, ma…
“Chissà~” affermai giocosa “Ma la tua vera domanda al momento, è perché ti racconto tutto questo. Non è vero?”
Alla mia domanda, lady Brotel arrossì leggermente e annuì affermativamente
“Per aiutarti, offrendoti un esempio.” affermai tornando a guardare fuori dalla carrozza “La persona che mi ha cambiata, si è fatto carico di un peso come quello che stai sopportando perché aveva un’obbiettivo. Immagino che anche tu abbia un desiderio, un sogno nel cassetto o un’aspettativa per il tuo futuro, non è vero?”
Per qualche minuto, lady Brotel rimase in silenzio ma poi col volto tinto d’imbarazzo, rispose alla mia domanda
“Ad essere sincera, lady Coleger… non è qualcosa a cui avevo pensato prima d’ora.”
“Allora, credo che sia saggio che ci pensi.” affermai rivolgendo di nuovo lo sguardo a lei “Se trovi un’aspirazione… se trovi quello che vuoi ottenere e credi valga la pena, tientelo stretto e non abbandonarlo mai. Potrebbe essere quella cosa in più, che ti permetterà di sopravvivere in questa carneficina conosciuta come alta società.”
“……Anche lei ne ha uno?”
“Non è niente di grandioso ed è alquanto egoista, ma sì… anche io ne ho uno.”
La nostra conversazione s’interruppe lì e non proseguì oltre. Lady Brotel rivolse lo sguardo verso l’esterno, pensierosa e io non ero da meno. Un giorno, quando ti rivedrò, mi presenterò a te come una donna degna del tuo perdono Logoch… no, John Phoenix Warden.
*****
È passato un’altro mese da quando Alwena è partita per continuare il suo viaggio. Anche se non è stata una scena strappalacrime molti residenti, soprattutto maschili, e la Gilda di Azure Fort erano dispiaciuti per la sua partenza per ovvi motivi. Mettendo da parte le ragioni ovvie degli uomini, Alwena è pur sempre un’avventuriera di Rango A e quindi qualcuno che non si può certo trovare dietro l’angolo e Azure Fort poteva già ritenersi fortunato ad averne tre, escludendo Alwena, di avventurieri di quel rango. In quanto avamposto di confine e vista la foresta che è solita ospitare mostri di una certa pericolosità, avere un’avventuriera di Rango A in più, può tranquillamente fare la differenza.
“Cosa ne pensi di questo abito, maestro?”
“Saliphe, puoi chiamarmi per nome sai?”
“S-scusa. Mi è venuto istintivo… John.” affermò grattandosi la guancia leggermente rossa dall’imbarazzo
Saliphe era uscita dal retro del negozio con indosso un abito color rosso mattone, con maniche lunghe ma data la sua altezza, la gonna le arrivava solo poco sopra le ginocchia. Quello era l’abito più grande che avevano al momento e anche se era comunque più coprente di quello che indossa solitamente il suo seno stava… cercando una via d’uscita da quanto era compresso.
“Fufufu. Sei adorabile quando fai così. *Smack*” le diedi un bacio sulla guancia prendendola di sorpresa “Ma purtroppo, questo abito ti sta stretto… non è vero?”
“…..!UH? Ah… s-sì! Sì è così.”
Ora che poteva prendere forma elfica, Saliphe mi chiese di farle visitare Azure Fort per comprendere meglio come funzionasse un paese umano. In poche parole mi sta chiedendo di portarla ad un’appuntamento. Non che mi dispiaccia. Ma prima di tutto, dovevo procurarle dei vestiti un po’ più coprenti perché se avesse tenuto i suoi soliti… mi da fastidio il pensiero che qualcun’altro possa guardarla con intenzioni lussuriose. Potevo farle indossare il mio mantello tutto il tempo, ma non è proprio una temperatura adatta per indossarlo.
Abiti o meno, lei già di base risalta per la sua statura e soprattutto per la sua bellezza. A dimostrazione di questo, quando eravamo all’ingresso e anche quando siamo entrati dopo l’identificazione, nessuno le staccava gli occhi di dosso. Ovunque andassimo tutti avevano gli occhi incollati su di lei. Raggiunta la sarta dell’avamposto, chiesi se avessero degli abiti adatti a lei, ma già la scelta era scarsa visto quanto è alta. Quando decisero di prendere le sue tre misure….. per qualche ragione l’anziana sarta aveva gli occhi che bruciavano dalla passione, con una punta di gelosia.
Sì conosco le sue tre misura e no, non ho alcuna intenzione di rivelarvele.
“Non è un problema!” esclamò l’anziana “Gli faccio una semplice modifica e nel frattempo comincio subito a cucire abiti adatti alla sua figura. Voglio dire, non capita tutti i giorni di poter vestire qualcuno che possiede un corpo perfetto!”
“N-non c’è bisogno di spingersi a tanto.” affermò preoccupata Saliphe “Mi basta un solo a-”
“Lo faccio volentieri e applicherò anche un super-sconto!” esclamò nuovamente l’anziana spingendo nuovamente Saliphe nel retro del negozio “Forza!! non perdiamo altro tempo!!!”
“He-hey!!!”
Saliphe, nonostante la sua forza mostruosa, non riusciva ad opporsi all’anziana sarta Quando si parla di un’artigiana appassionata del suo lavoro… mi chiedo se non sia così anche io.
Ci vollero una ventina di minuti prima che Saliphe potesse essere liberata dalla sarta. Era esausta, ma l’abito era stato modificato con una scollatura a V un po’ ampia per permettere al seno di essere accomodato meglio. Sinceramente, non volevo un design così provocante ma sempre meglio degli abiti sexy che di solito indossa
“John! Torna tra qualche giorno per gli altri abiti.” affermò la sarta ancora carica
“…Giusto per sapere… quanti hai intenzione di cucirne?”
“Che t’importa della quantità! Starà bene con tutto quello che le cucirò!”
“Mi importa invece!!!” esclamai preoccupato “Limitati a cinque abiti o mi assicurerò di non far passare qui di fronte mia moglie neanche per sbaglio!!!”
“N-non ose-”
“““““MOGLIE??!!!”””””
Quel coro di voci femminili con alcune tonalità maschili proveniva da fuori e dall’interno del negozio. Girandomi, vidi che c’erano almeno una quindicina o più persone che ci guardavano stupefatte
“Da quando c’era tutta questa gente?” domandò curiosa l’anziana sarta
“Ehm, poco dopo che sono entrati mastro Warden e la sua compagna Saliphe-” cominciò la sua assistente
“Mastro Warden! Sta mentendo, vero?!” domandò una delle ragazze interrompendo l’assistente
“Non è una sua allieva o sorella?!”
“Oggi avevo intenzione di dichiararmi!”
tutte le ragazze si lanciarono su di me iniziando a pronunciare frasi disperate, confessioni affrettate e domande di conferma. Gli uomini invece se ne andarono sconsolati ma nonostante la gelosia nei loro occhi, mi guardavano anche con occhi compassionevoli. Sapevo che avevo un certo fan club all’interno dell’avamposto ma non avrei mai immaginato una cosa del genere. È a dir poco soffocante. Guh! In questi casi! Lanciai una moneta d’oro alla sarta e mentre questa era ancora in aria, tirai a me Salihe prendendola in braccio in stile principessa
“!! J-J-John?!”
“Tieniti a me!
“““““Kyaaaa!”””””
Senza risponderle corsi fuori dal negozio generando un leggero spostamento d’aria che fece alzare molte gonne e lasciando tutte le presenti senza parole. *Tling!*
“““““MASTRO WARDEEEEN!”””””
Sentendo le voci femminili disperate dietro di me, accelerai ancor di più correndo senza meta per l’avamposto fino ad un albero solitario che si trovava nell’area nord. Quella è una zona che non è molto frequentata durante quest’ora del giorno. Assicurandomi che fosse così guardandomi intorno, mi appoggiai al tronco.
“*Huf huf* Seminate.” affermai respirando affannosamente
“Uhm, John.” mi chiamò timidamente Saliphe “O-ora, credo che tu possa farmi scendere.” affermò con occhi tinti d’imbarazzo e il volto rosso
“Oh! S-scusa.” mi scusai facendola scendere gentilmente
“N-non preoccuparti. A-anzi, spero di non essere troppo pesante.”
“Ahaha. No, sei leggera come una piuma, amore mio.” le risposi sedendomi ai piedi dell’albero “Però, questa situazione non me l’aspettavo.”
“A-ad essere sincera.” cominciò sedendosi al mio fianco “Non è così sorprendente che tu abbia così tante pretendenti. Sei troppo gentile, educato e il fatto che sei di bell’aspetto non fa altro che dare peso al tuo fascino.”
“Oh ho, cosa sentono le mie orecchie.” affermai guardandola dolcemente “Tu che fai dei complimenti?”
“N-non guardami così!” affermò imbarazzata “A-anche io sono in grado di fare dei complimenti.”
“Ma se è la prima volta che me li fai.” affermai facendo un sorrisetto “Cos’è? Stai provando ad adottare la mia tattica per farmi imbarazzare? Quanto sei carina.”
“N-n-non è vero!!” esclamò cercando di negare tutto ma col volto completamente rosso
Non potendo resistere oltre all’adorabile creatura che ho di fronte a me, la baciai. E quando mi separai, la vidi con l’espressione che preferisco di più: rossa dall’imbarazzo, occhi colmi di sorpresa e labbra contorte in uno splendido sorriso colmo di felicità.
“Fai attenzione amore mio. Se continui a diventare carina, finirò col mangiarti~”
“??!!! S-s-stupido!” esclamò prendendomi la testa e obbligandomi ad appoggiarla sul suo grembo, prendendomi di sorpresa
“Saliphe?”
“D-d-devi essere stanco dopo quella corsa.” cominciò distogliendo lo sguardo ancora rossa in volto “A-altrimenti non diresti certe assurdità! Q-q-quindi a-approfitta della mia generosità e riposa s-sul mio grembo!”
Davvero… come può mia moglie essere così carina ogni volta che la stuzzico “Credo, che accetto la tua offerta.”
Il grembo di Saliphe è morbido e soprattutto fresco, probabilmente per la sua natura rettiliana. Chiusi gli occhi e godetti appieno di quella sensazione fresca, il tutto completata dalla sua mano che mi accarezzava la testa. Un venticello leggero si alzò e la chioma dell’albero frusciava. Poco dopo, mia moglie cominciò a canticchiare e sebbene non pronunciasse parole, la sua voce per me era come il miele.
*****
“~~♫”
Fufufu, si è addormentato. John, stava dormendo serenamente sul mio grembo, con un’espressione pacifica.
Santa pazienza. Devi smetterla di dirmi quelle cose… finirai col farmi morire dall’imbarazzo e dal desiderio.
John, da quando si è dichiarato rendendomi la femmina più felice del mondo, non fa altro che esprimere sinceramente i suoi pensieri su di me, dandomi della carina o dell’adorabile. Ogni volta che lo fa mi rende tanto felice quanto imbarazzata, al punto che spesso e volentieri non riesco mai a rispondere come dovrei. Lui si diverte sempre a stuzzicarmi in quel modo e i suoi attacchi mi lasciano sempre una dolce nota sulle labbra, facendomi battere il cuore a mille e sentendo la mia temperatura corporea salire al punto che mi chiedo se non mi sia ammalata. No… sono malata d’amore ridacchiai al pensiero
“Ti amo, John.” gli sussurrai gentilmente all’orecchio
Come risposta alla mia affermazione, vidi un sorriso comparire sulle sue labbra. Probabilmente, è stata una reazione istintiva, ma comunque mi ha reso felice.
Ora che posso prendere forma umana, volevo vedere il posto che John frequenta per ottenere molti dei materiali che anche noi qualche volta richiediamo. Ero curiosa di vedere un’insediamento umano così da prendere ispirazione per lo possibile creazione di un villaggio per i miei fratelli e sorelle. Anche se non era molto grande, questo posto è ben organizzato, con alcune strutture diverse ma la maggior parte erano costruite in legno e mattone con dimensioni molto simili che, da quel che mi ha detto John, sono stabilimenti abitativi ovvero dove vivono e dormono le famiglie. Una specie di nido d’amore. Volevo imparare a cosa servisse quel piccolo spiazzo chiamata ‘piazza’ in cui c’era il ‘negozio’ di quell’anziana umana iperattiva, però… abbiamo attirato più attenzione di quel che credessi sorrisi a quel pensiero e lo ammetto, per un attimo sono stata gelosa.
Prima di John… no, prima ancor di affrontarlo la prima volta, per i nostri simili era naturale accoppiarsi anche con più individui del sesso opposto quindi, credevo che anche ora che posso stare al suo fianco, non avrei avuto problemi ad accettare altre razze del sesso opposto che si erano infatuate di lui. Dopotutto, i maschi forti hanno sempre attratto le femmine. Ma dopo l’evento da poco passato, in cui alcune femmine umane si sono dichiarate a lui, sentii un fitta al cuore e cominciai a provare anche una certa paura.
Quindi, è questo quello che vuol dire essere gelosi? Quando John mi aveva detto che come prima tappa saremmo andati a comprarmi dei vestiti, gli chiesi cos’avessero che non andavano quelli che indosso di solito
“N-non voglio che qualcun’altro ti veda vestita in quel modo. Sei troppo accattivante. Anche io posso essere geloso.”
Se è quella, è la prima volta che provo un’emozione simile. Non è molto piacevole però… cominciai per poi riportare lo sguardo sul mio amato Mi ha reso felice. È scappato insieme a me da quelle femmine in calore. Sentii il bisogno di cantare in quel preciso momento, per esprimere la mia felicità.
“Capotribù! Capotribù!!”
*Sigh!* “Cosa succede Lithise?” risposi alla comunicazione telepatica “Deve essere urgente se mi contatti nonostante sapessi che non volevo essere disturbata.”
“Mi perdoni capotribù, ma è una situazione urgente e anche molto delicata. Abbiamo bisogno- no, necessitiamo della saggezza sua e del maestro capotribù.”
“Capisco. Arriveremo il prima possibile. Intanto, monitorate la situazione e limitatevi a difendervi in caso di pericolo immediato.”
“Come desidera. Attenderemo il vostro arrivo.”
Sospirai nuovamente. Posai il mio sguardo sul mio amato. Non so quanto tempo era passato da quando si era addormentato e in questo momento, non volevo svegliarlo. Peccato.