Capitolo 26

“È arrivato. Ha risposto alla lettera e si è presentato.”

Furono quelle le prime parole che mio padre pronunciò quando ci sedemmo a cena tutti insieme. L’affermazione lasciò tutti sorpresi e la tensione salì come un lampo… Jack e Sarity in particolare erano tesi come una corda di violino. Solo i nostri figli seduti sui seggioloni non capivano cosa stesse succedendo, mentre giocavano con le posate. Perfino i servi riuscivano a percepire una certa tensione nell’aria.

Dopotutto parliamo di colui a cui devo la vita… e che per poco non la strappava a Jack e le altre… stiamo parlando di Guardiano.

Data la sua riservatezza, mio padre disse che aveva intenzione di incontrarlo con tutti noi nell’ufficio. La scelta era adatta; non si può mai sapere chi stia ascoltando nella sala del trono. Però, c’era una domanda che ci assillava e alla fine, fu Ridel a farla: come ha fatto il Re a sapere che Guardiano era arrivato? La risposta non si fece attendere. Si era presentato di fronte a lui chiedendo gentilmente udienza per il giorno dopo.

Come ci è riuscito? Il palazzo è una fortezza in tutto e per tutto. Nemmeno un topo riuscirebbe a passare inosservato, ma lui…… so che sono domande che non dovrei farmi dato che questa persona ha già dato prova di riuscire in imprese che molti ritengono assurde o comunque al limite dell’impossibile.

Ora, sono nell’ufficio di mio padre insieme ai miei genitori, mio fratello, mio marito e le mie compagne mogli. Davanti a noi c’è Guardiano. Indossa lo stesso mantello della prima volta che l’ho visto come anche la maschera di ferro. La sua posizione eretta era solenne e allo stesso tempo intimidatoria.

Al suo fianco, c’era un’altra figura incappucciata. Non riuscivo a vederne il volto o altri tratti particolari, ma era più bassa e sembrava misteriosa.

“Felice di vedervi in salute vostre maestà.” disse con voce metallica facendo un’inchino “Lo stesso vale per voi, lady Cordelia.”

“In parte è merito vostro… lord Guardiano.” risposi

Anche la figura incappucciata aveva fatto un’inchino, ma non pronunciò una parola.

“Ieri non ne ho avuto l’occasione, ma lasciate che mi presenti. Io sono Edward Calsay Belmont, Re di Thirus. Ti ringrazio per aver risposto così in fretta alla mia lettera.”

“Non serve tutta questa umiltà vostra maestà.”

“Invece devo. Ultimamente ha dovuto risolvere alcuni dei problemi che spettava a me appianare.”

“Alcuni problemi? Di cosa parla?”

“L’eliminazione dei banditi o il tentativo di sequestro per citare i più importanti… e per quest’ultimo, ti esprimo la mia più profonda gratitudine, sia come regnante che come padre.”

Mio padre stava per chinare la testa, ma si bloccò ancor prima che potesse farlo. O meglio, era come se qualcosa gli impedisse quel movimento.

“Non serve che lei chini la testa. Ho solo protetto il paese in cui sono cresciuto, quindi accetto solo i vostri ringraziamenti di padre. Inoltre, un Re non dovrebbe abbassare il proprio capo per una persona come me.”

Ora capisco. Non riesce a muoversi perché Guardiano glielo sta impedendo. L’affermazione del nostro ospite è vera. Quando un Re s’inchina, è come se lo stesse facendo la nazione stessa e di conseguenza è considerato un segno di debolezza.

“Comprendo.” affermò mio padre rinunciando all’idea di chinare il capo “Ora, passiamo al vero motivo per cui le ho chiesto di incontrarmi.”

“Sono tutto orecchi.”

“Anche se mio genero mi ha detto delle vostre intenzioni, volevo sentirlo direttamente da voi.”

“Hoo? Avete così poca fiducia in lui?”

“Tutti noi abbiamo piena fiducia in lui. Ma certe cose è meglio chiederle alla persona interessata-”

“Per capire se ha secondi fini o meno, giusto?” interruppe Guardiano ridacchiando “Sembra che lei sia bravo a leggere le persone… beh, non che possa fare diversamente considerato il vostro ruolo, però c’è un piccolo problema con me.”

“E sarebbe?” domandò mio fratello

“Come può leggermi se i miei movimenti ed espressioni sono nascoste sotto una maschera ed un mantello?”

Se si tengono nascoste le proprie espressioni e il linguaggio del corpo, è praticamente impossibile capire cos’abbia in mente la persona interpellata. È un modo come un’altro per dire che non si fida di nessuno.

“Allora perché non si rivela?” domandò mia madre questa volta

“Io mi fido dell’uomo…” cominciò Guardiano rivolgendosi verso di lei “ma è del diavolo che risiede in ognuno di loro che non mi fido. Dopotutto, non è detto che una volta rivelata la mia vera identità, possa continuare a vivere pacificamente.”

“Allora lo stesso discorso vale per lei… come possiamo fidarci?” domandò mio fratello con un tono leggermente accusatorio

“Non potete e non ho intenzione di spingervi a farlo. Dopotutto, la fiducia va guadagnata.”

“Quindi perché è stato diverso con me, le mie mogli e la maestra?” chiese Jack

“Molto semplice…” cominciò girandosi verso mio marito “perché sapete che non vi conviene fare i furbi con me.”

La stanza era come diventata gelida. Mio marito e le mogli deglutirono pesantemente e cominciarono a sudare freddo. Erano stati chiaramente traumatizzati dal loro scontro con Guardiano, aiutandomi anche a capire il motivo per cui gli era stata rivelata la sua identità: sono talmente terrorizzati che preferirebbero morire per mano di altri piuttosto che per mano di Guardiano.

“Ad ogni modo…” riprese facendo tornare alla normalità quell’atmosfera che aveva creato “non ho alcuna intenzione di minacciarvi o farvi provare quello che ho fatto passare a loro. Dopotutto, loro hanno raccolto quello che hanno seminato. Con voi non ho il minimo motivo per farlo.”

Nessuno rispose a quell’affermazione. In parte, eravamo sollevati perché era chiaro che non ha cattive intenzioni però ha rafforzato una nostra convinzione: è molto pericoloso se istigato. In parole povere, è meglio tenerselo buono piuttosto che trasformarlo in un’avversario.

“Capisco-”

“Tuttavia…” riprese Guardiano “che sia un popolano, un mercenario, un nobile… chiunque dovesse diventare una palese minaccia a me o ai miei protetti, dovrà affrontare le conseguenze di una scelta tanto folle.”

“State insinuando di essere superiore alla legge?” domandò con una parvenza di calma mio fratello

“Assolutamente no. Io ho sempre rispettato la legge e non ho intenzione di infrangerla per il mio egoismo. Se avessi voluto farlo, Ludmilla Westhead non avrebbe nemmeno affrontato un processo e la sua famiglia l’avrebbe raggiunta nell’aldilà.” disse facendo spallucce “Dopotutto, sono tanto gentile quanto spietato e non sono uno che perdona facilmente.”

Avrebbe spazzato via un’intera famiglia solo perché uno di loro ha attaccato Fago?!

“Fatta eccezione dei bambini naturalmente.” cominciò girandosi verso di me “Loro non hanno alcuna colpa. Ma al contrario, l’educazione di un genitore spesso si riflette nei figli. E comunque, anche se non perdono, non mi piace sporcarmi le mani di sangue.” mi rispose

Come ha fatto a capire cosa penavo?!

“Quindi… conferma quello che mi ha detto l’Eroe sulle sue richieste?” domandò mio padre cercando di deviare il discorso

“Assolutamente. A meno che non venga provocato, io non farò niente. Dopotutto io adoro vivere pacificamente.”

“*Sigh*…Comprendo.”

“Perfetto. Ora che le cose sono state chiarite, credo che possiamo salutarci.”

“Aspetti ancora un momento.” lo fermò mio padre “Non posso lasciarla andare senza averle dato una ricompensa per la risoluzione dell’incidente causato dalla primogenita della famiglia Westhead.”

“………Anche se ho una mezza idea di quello che vuole offrirmi, la prego di illuminarmi.”

“Data la sua risolutezza a proteggere Fago, credo che consegnarle quel paese e i suoi campi coltivati, sia la ricompensa migliore a cui possa pensare.”

“Rifiuto.”

La sua risposta non si era fatta aspettare e a parte mio padre, tutta la mia famiglia aveva gli occhi spalancati dalla risposta secca. Non so se stavo facendo un’espressione sorpresa, ma sono certa che gli altri stiano pensando Per quale ragione dovrebbe rifiutare? Il motivo è molto semplice a dire il vero e sono certa che questa ricompensa fosse una prova posta da mio padre per capire se quello che aveva detto era vero.

“Per quale motivo rifiuta questo dono?!” domandò mia madre “Se lei prendesse in mano la gestione di quella terra, non avrebbe alcun problema a proteggerla.”

“Il problema sta alla base di quella ricompensa vostra maestà.” rispose con calma Guardiano “Accettando quella terra, avrei inconsciamente anche accettato un titolo nobiliare.”

Ottenere un titolo nobiliare è da sempre ritenuto un’enorme onore per un popolano o comunque un’abitante di ceto medio basso, nonché una garanzia per ottenere fama, potere e denaro. Il mondo aristocratico è di suo molto complicato in quanto matrimoni o eseguire un servizio domestico all’interno di altre casate sono spesso e volentieri volti a creare dei legami o contatti con famiglie prestigiose o influenti, o rinforzane quelle già fatte. Naturalmente anche la politica di corte non è cosa che si possa ignorare, come anche i pettegolezzi e le voci che si diffondono tra le nobildonne in quanto possono danneggiare irreparabilmente la fama di un nobile. Molte casate sono cadute in disgrazia per via di questi crudeli giochi di corte.

“Io non voglio avere niente a che fare con la politica di questo paese e non credo che riuscirei a sopportare le lingue biforcute dei nobili. Come ho già detto, non sono uno che perdona facilmente.”

“Capisco. Perdonatemi se vi ho messo alla prova.”

“Non ha niente di cui farsi perdonare.”

“Comunque, fatto sta che non posso non ricompensarla per il suo aiuto. Cosa vorrebbe?”

“Non ho bisogno di niente… ma se questo servisse a non farla sentire in debito, allora le chiedo di destinare alcuni fondi e materiali per la ricostruzione di Fago. Dopotutto, riporta ancora le ferite dell’imboscata di quattro mesi fa.”

“Ora che ci penso, ho notato anche una statua che la rappresenta. Sono finiti li i fondi dei miei compaesani?” si intromise Sarity

“………La prego di non ricordarmelo. Non ho mai chiesto niente del genere.”

“Davvero?”

“Sono serio Sa-… somma Santa.”

Per quanto breve, quello scambio di battute sembrava possedere un’atmosfera stranamente familiare. Quasi come se Sarity e Guardiano fossero molto intimi. Ma potrebbe essere stata solo una mia impressione.

D’improvviso la porta si aprì di colpo e una cameriera entrò. Era sudata, con i capelli in disordine e respirava affannosamente

“Vostra Maestà è terribile!” i suoi occhi erano spalancati e spaventati “Sua altezza! Sua altezza la principessa sta-”

Non le diedi il tempo di terminare la frase che già ero corsa fuori dall’ufficio per recarmi nella camera di mia sorella. Non so cosa succedeva intorno a me. Sentivo solo dei rumori indistinti mentre correvo, col cuore in gola preoccupata per la mia adorata sorellina. Entrai nella sua camera spalancando la porta vedendo quello che non avrei mai voluto vedere.

Bassilla stava tossendo violentemente e si teneva il cuore mentre lo faceva. La sua carnagione già chiara era diventata pallida e sotto gli occhi c’erano ombre nere ben definite, sembrava non dormisse da giorni. I medici, i servi e perfino un mago esperto in magia curativa stavano facendo il possibile per calmarla.

“Bassilla!”

Mi feci strada tra i servi e presi la sua mano preoccupata. La chiamai ma non riusciva a smettere di tossire… sangue. Ho paura. Tremo dal terrore all’idea che ormai sia arrivata al capolinea; gli occhi viola che solitamente erano gentili dicevano che voleva continuare a vivere, che stava combattendo strenuamente. Chiusi gli occhi.

Somma Aphy… mi venne automatico Ti prego, non separarmi da lei! Non voglio ancora dirle addio!!

D’improvviso, la tosse si calmò e la forte presa di mia sorella si allentò. Spaventata aprii gli occhi… Ma che cosa? Intorno al letto si era creata quella che sembrava una cupola di cristallo dorato, dove stavano cadendo dei batuffoli simili alla neve. Quando questa si appoggiava su qualcosa scompariva… ma quando si appoggiava su di me, mi sentivo… sollevata. La disperazione di poco fa si era trasformata in speranza e sicurezza, la mia mente era limpida e calma come uno specchio d’acqua.

Rivolgendo il mio sguardo verso mia sorella, la vidi dormire serenamente. Così serenamente, quasi la crisi di un momento fa fosse una menzogna… un’illusione. Sentii qualcuno che mi teneva le spalle e quando mi girai, vidi che mio marito mi stava tenendo.

Quando mi girai, notai anche le altre mie compagne mogli, mio padre, mia madre e mio fratello con volti sollevati e allo stesso tempo meravigliati.

“Non c’è niente di male a seguire le proprie emozioni…” parlò una voce metallica al mio fianco “ma alcune volte, è bene mantenere la calma.”

Guardiano, il proprietario di quella voce che per un’attimo mi è sembrata completamente sconosciuta, era di fianco al letto insieme alla figura incappucciata con cui era venuto: il suo corpo emanava una flebile luce bianca. Ogni secondo che i miei occhi si posavano su di lui, mi sentivo sempre più come se l’impossibile sarebbe diventato possibile.

“Povera ragazza.” cominciò fissando mia sorella “Da quanto è in questo stato?”

“Da 10 anni.” rispose mia madre con le lacrime che le scorrevano lungo le guance “10 anni fa una malattia sconosciuta ha cominciato a torturarla. Nemmeno sua santità è riuscita a fare qualcosa.”

Mi sembrò che Guardiano avesse bisbigliato qualcosa, ma subito dopo il suo sguardo si pose su tutti i miei famigliari ed infine su di me. Tornando a guardare Bassilla disse

“In segno di buona fede, proverò a fare qualcosa per questa ragazza.”

L’affermazione mi fece spalancare gli occhi dalla sorpresa e probabilmente, anche quelli di tutti i presenti. Istintivamente, la mia mano si allungò verso di lui. Presi e strinsi il suo mantello consunto. Lui si girò verso di me

“Davvero… ne sarebbe in grado?”

“……Farò il possibile, ma non voglio darvi false speranze. Alla fine…” si girò nuovamente verso Bassila “tutto dipenderà da lei.”

*****

Quando Cordelia era corsa via dall’ufficio senza permettere alla cameriera di finire la frase, capii che stava succedendo qualcosa di grave. Insieme ai suoi cari, la seguii fino a raggiungere una camera da letto, tutti all’interno stavano assistendo una ragazza molto somigliante a Cordelia.

Soffriva e mi sembrava di scorgere un’ombra sinistra vicino a lei e soprattutto nella sua mente. Riuscivo a percepire da lei una certa forza di volontà… ma mi sembrava che la sua volontà, ormai stesse scemando. Santa pazienza. Non mi piace approfittare delle disgrazie altrui. Espansi la mia volontà e creai intorno a me una cupola e condivisi con tutti la mia calma, la mia volontà… per così dire prestai la mia forza interiore.

Quando lo feci, la malata si calmò e si addormentò. Anche se la sua volontà era stata rafforzata dalla mia, non appena avrei annullato il mio potere, quell’ombra avrebbe ripreso a consumarla.

Quando chiesi cos’avesse e mi risposero che aveva incontrato una malattia 10 anni fa, capii subito che non era una malattia. Dopotutto, grazie alla benedizione di Aphy, Sarity è in grado di curare praticamente qualsiasi cosa.

“In segno di buona fede, proverò a fare qualcosa per questa ragazza.”

“Davvero… ne sarebbe in grado?”

“……Farò il possibile, ma non voglio darvi false speranze. Alla fine… tutto dipenderà da lei.”

“Huh? Cosa intende dire?!”

“Tutti voi uscite.” dissi a tutti i presenti ignorando la domanda di Cordelia “Se volete che qualcuno rimanga qui, solo chi conosce la mia identità può farlo. Gli altri, fuori!”

Alla mia affermazione, tutti i presenti si fermarono con occhi sorpresi e dubbiosi. Nessuno sembrava volersene andare ma alla fine, il primo ad uscire fu lo stesso Re, come per dare l’esempio. In altre parole, mi sta affidando la vita di sua figlia. Pian piano, tutti uscirono. L’unica a rimanere, fu Sarity

“Rimarrò io… a testimonianza del tuo successo o fallimento.”

Quando la porta si chiuse, Lilith abbassò il cappuccio mostrando i suoi capelli bianchi e le corna. Andò verso la porta e la chiuse a chiave.

“Quindi…” cominciò tornando al mio fianco “cos’hai intenzione di fare tesoro?”

“Questa non è una malattia. Questo è chiaro.”

“Cosa?!”

“Mi pare ovvio.” affermai guardandola esasperato “Grazie alla benedizione di Aphy i tuoi poteri curativi sono eccezionali. Se davvero fosse una malattia, a quest’ora questa ragazza starebbe saltando da un posto all’altro come un coniglio.”

“Allora che cos’é?”

“Una maledizione.” affermò mia moglie guardando triste la ragazza “E a quanto pare è anche molto potente.”

“L’unico motivo per cui ora si è tranquillizzata, è perché sto condividendo con lei la mia ferrea volontà.” cominciai togliendomi la maschera “E si trova all’interno di un santuario che ho creato per dar protezione al suo corpo e allo stesso tempo rinvigorirlo. Ma fatto sta… che questa maledizione ha eroso per questi 10 anni la sua volontà di vivere.”

“Una maledizione di morte?!”

“La conosci?” domandò Sarity all’esclamazione di mia moglie

“Sì. Dopotutto, la nostra magia oscura comprende anche le maledizioni e questa è considerata la più terribile in quanto è molto lenta e dolorosa. Sono impressionata dal semplice fatto che sia ancora viva.”

“Sei in grado di rimuoverla?” le domandai

“Purtroppo, è una di quelle maledizioni che possono essere spezzate solo da colui che l’ha lanciata.” affermò scuotendo la testa

“Mi prendi in giro… vero?”

“Secondo te che motivo avrebbe per farlo?” chiesi a Sarity infastidito “Ad ogni modo vuol dire che dovrò andare alla radice per eliminare la maledizione.”

“Intendi cercare chi ha lanciato la maledizione?” chiese mia moglie dubbiosa

Sorrisi inconsciamente e presi la mano della principessa iniziando a donarle parte della mia forza vitale molto lentamente, così che le possibili ferite fisiche potessero riprendersi.

“No.” negai guardando dolcemente mia moglie “Intendo aiutarla a sbarazzarsi della maledizione stessa.”

Detto questo, spostai la frangetta della ragazza, feci un respiro profondo e appoggiai la mia fronte sulla sua. Chiusi gli occhi e nel buio che si vede di solito, vidi una luce indistinta in lontananza. Quella era la mia destinazione. Quello era l’inizio.

The Guardian Chef

The Guardian Chef

Stato: In corso Tipo: Autore: Rilascio: 2022
In un mondo di spade e magia, Graeval è figlio di umili contadini, una persona qualunque con un talento particolare per la cucina. I suoi compaesani lo conoscono per i suoi piatti deliziosi, per essere l'amico d'infanzia della Santa eletta dalla Dea Aphy e per essere sposato con una donna bellissima. Ma è davvero tutto qui? Certo che no. Altrimenti perché racconteremo la sua storia? Egli non è un ragazzo qualunque. La sua natura fredda, realista e calcolatrice era da sempre fin troppo matura per qualcuno della sua età. Ma illuso segreto è tanto immenso... quanto il potenziale della sua mente.
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