Il suono di una cascata e di un picchiettare furono le prime cose che sentii non appena mi svegliai. Il rumore dell’acqua non era molto distante ma neanche troppo vicino, come il suono del ferro che colpisce la pietra. Aprii gli occhi, e vidi sopra di me un tetto che sembra fatto di pelle o cuoio.
Cosa… cos’è successo? Mi chiesi prendendomi la fronte Ricordo di essere entrata nella foresta insieme a ciò che rimaneva della mia guardia e poi… i ricordi pian piano tornarono e mi sedetti. Vero… quel mostro… spostando lo sguardo, notai che ero sdraiata su quella che sembrava una rudimentale branda. Non avevo catene ai polsi, ma nei punti in cui mi ero fatta dei graffi a causa degli arbusti, ero stata medicata. Gli abiti che indosso per quanto primitivi erano piuttosto comodi e larghi… adatti a me visto il pancione.
“Mia signora!”
Sentendomi chiamare, vidi ad un tavolo poco distante Sayuki e Chedhah alzarsi di scatto e si avvicinarsi a me. Entrambe erano vestite con abiti simili ai miei, il loro corpo fasciato nei punti in cui ricordo avevano subito delle ferite e sulle loro guance c’erano rimasugli di quello che sembrano briciole di pane.
“Si è svegliata mia signora.” affermò Sayuki inchinandosi di fronte a me insieme a Chedhah “Lode ad Atena.”
“Sayuki, Chedhah. Alzate pure lo sguardo. Sono contenta di vedere che state bene.”
“Non siamo degne della vostra premura, mia signora.”
“Ora stai esagerando Chedhah, però…” cominciai guardandomi attorno “Dove siamo? E dov’è Anse?”
“Vorremmo avere delle risposte da offrirle ma ne sappiamo quanto lei.” affermò rammaricata Sayuki “Le uniche cose certe è che ci troviamo in quella che sembra una tenda e non siamo trattate come prigioniere. Quando mi sono svegliata, mi ritrovai con le mie ferite medicate e fasciate, oltre a noi tre non c’era nessun’altro e sul tavolo erano state preparate delle vivande.”
“Lo stesso per me mia signora.” affermò Chedhah “Da quando siamo sveglie non si è mai presentato nessuno, ma percepisco due presenze fuori dall’ingresso e altre diverse all’esterno. Quindi non siamo sole e potrebbero sapere qualcosa di Anse.”
“Prego affinché si stia riprendendo in questo momento.” *guuu~* brontolò il mo stomaco “Hmm. Avete detto che c’è del cibo giusto?” affermai leggermente rossa per via del lamento del mio stomaco
“Sì, mia signora.” affermò Sayuki sorridente “Mi permetta di aiutarla.”
“Grazie.”
Con il suo aiuto, riuscii ad alzarmi e appoggiandomi al suo braccio venni accompagnata al tavolo dove erano sedute poco fa. Anche se alcune cose erano nel bel mezzo di essere consumate, sul tavolo era stato preparato latte, miele, frutta e pane.
“Vi prego, fatemi compagnia e riprendete il pasto.”
“Col vostro permesso…” “Sissignora.”
Per quanto fosse frugale e leggero, quello che era stato preparato lo trovai molto gustoso e soddisfacente, oltre a sentirmi un po’ più energica e allegra. Finito il pasto, eravamo tutte e tre di buon’umore e sazie.
“Ora, cosa facciamo?” domandò Sayuki
“Non possiamo ritenerci prigioniere visto che non ci sono ne sbarre ne catene ai nostri polsi. Però, se stanno facendo la guardia vuol dire che comunque non abbiamo una gran libertà di movimento.”
“Però… chi è che sta facendo la guardia?” chiese Chedhah
la domanda era piuttosto azzeccata. Oltre al fatto che eravamo di fronte ad un mostro e di essere ancora vive, non sapevamo chi effettivamente ci ha ‘tratte in salvo’ per così dire. Tutte noi, sappiamo che quando il mostro cominciò a cantare, poco dopo ci eravamo addormentate, ma cosa sia successo nel mentre è un completo mistero. Inoltre, l’assenza di Anse mi preoccupa……… a proposito ora che ci penso, non c’era anche un’uomo?
“Vi sssiete sssvegliate finalmente.”
Questa voce femminile sibilante ci fece scattare. All’ingresso della tenda, c’era un’enorme serpente con un busto umanoide femminile, il colore delle squame è grigio-azzurra mentre i suoi grandi occhi sono gialli, il suo seno è coperto da un reggipetto di pelle e ha anche un gonnellino che sembra fatto dello stesso materiale.
Chedha e Sayuki si misero tra me e lei in guardia e pronte ad agire, ma il mostro che abbiamo di fronte a noi non sembrava minimamente preoccupata… anzi sembrava aspettarselo. Senza fretta o paura, portò la mano sinistra sul cuore e chinò leggermente la testa serpentina come segno di saluto e rispetto
“Io sssono Lithissse, rappresentante del capotribù dei Brethren’sss Fang.” si presentò “Chiedo perdono ssse vi abbiamo portate qui contro la vossstra volontà, ma quando sssiete giunte nel nossstro territorio, non eravate nelle migliori condizioni fisssiche. La nossstra capotribù e il nossstro maessstro ci hanno chiesssto di occuparci del vossstro benessssere fisssico.”
Nonostante i sibilii, il suo modo di parlare era molto raffinato ed elegante, come anche il suo modo di porsi: ha tenuto quella posizione di saluto per tutto il tempo dimostrando sia umiltà che rispetto. Non si mosse nemmeno quando finì di parlare e rimase in attesa. A fatica, mi alzai dalla sedia e spostai le mie guardie del corpo che seppur preoccupate, non m’intralciarono.
“Io sono Zailath.” mi presentai omettendo i miei cognomi “Vi ringrazio per averci soccorse nonostante non avevate alcun obbligo nel farlo. È una gentilezza che ci assicureremo di ripagare.” finii cercando di copiare la sua posizione di saluto
“Non ssserve che copia il nossstro saluto.” mi fermò Lithise che era tornata in posizione retta “Per il bene della prole che covate nel vossstro ssstomaco, non c’è bisssogno che sssi sssforzi. Il sssolo aver risssposssto alla mia presssentazione è più che sssufficiente.”
“La ringrazio per la premura.” con covare… sarà il loro modo per dire che hanno notato la mia gravidanza…
“La prego, sssi sssieda pure mentre le sssue compagne sssi presssentano.”
Facendo un sorriso ed un leggero cenno con la testa, feci come disse mentre Sayuki e Chedha si presentarono a Lithise. Come me, anche loro non hanno riferito dei loro cognomi. Anche se è chiaro che abbiamo a che fare con dei mostri, e per di più ben educati, non sappiamo cosa potrebbero farci se pronunciamo il nostro status sociale. Di certo, non ci ucciderebbero dal momento che avrebbero potuto farlo già da molto tempo, ma non sappiamo nemmeno cosa vogliano da noi.
“Dama Zailath, dama Sssayuki, dama Chedha, è un piacere ed un’onore conossscere il nome delle nossstre ossspiti.” affermò facendo quello che sembra più un inchino che non un saluto “Presssumo che avete delle domande, ma non sssarò io a rispondervi.”
“Sì, in effetti avremmo dei quesiti da porre.” dissi confermando il suo presentimento
“Allora, sssono più che felice di riferirvi che la nossstra capotribù è ben lieta di fornirvi le risssposte che cercate.” dopo l’affermazione Lithise usò la sua coda per portare dentro una sedia con le ruote “Sssu consssiglio e premonizione del nossstro maessstro, vi porto la sssedia con ruote preparata apposssta per lei, dama Zailath. In quesssto modo, potrà giungere alla tenda della nossstra capotribù sssenza dover camminare o fare affidamento sssu di noi.”
“Questa premura l’accetto con gioia. In effetti, camminare a questo stadio della gravidanza è più stancante. Ringraziate il vostro maestro da parte mia.”
“Sssono certa che sssarà felice di ricevere il vossstro ringraziamento.” affermò Lithise facendo un sorriso “Finite pure di mangiare. Vado ad informare la capotribù del vossstro risveglio.”
Dette quelle parole, il mostro serpentino fece un ultimo leggero inchino con la testa e lasciò la tenda. Io guardai le mie compagne e con molta probabilità, io avevo la loro stessa espressione sorpresa.
“Che cos’abbiamo appena visto?” domandò Chedhah con aria smarrita “Un mostro che conosce etichetta ed educazione?”
“Affermare che conosca l’etichetta è un po’ esagerato, ma di certo, si è esposta in modo chiaro ed elegante.” affermai riprendendomi un po’ dalla sorpresa
“Anche fosse, non è una cosa che s’impara istintivamente.” affermò Sayuki “Anche io ho avuto bisogno di diversi anni per imparare l’etichetta e apprendere come parlare.”
“Ora che ci penso… ha nominato un maestro, giusto?” domandai
“Sì. Ma… un maestro? Dei mostri?”
Quelle domande riempirono la nostra mente per un po’, ma non avendo elementi per arrivare a possibili risposte, decidemmo di seguire il consiglio di Lithise e terminare il pasto.
*****
“Il Capotribù vi attende nella sssua tenda. Vi prego di ssseguirmi.”
Fu quella l’affermazione che fece Lithise, tornata pochi minuti dopo che noi finimmo il pasto offertoci. Senza farci troppo attendere, mi accomodai sulla sedia con le ruote che ci era stata portata e uscimmo dalla tenda, con Sayuki che camminava di fronte a me e Chedhah che spingeva la sedia. La prima cosa che vidi uscita dalla tenda fu la luce del sole che attraversava l’acqua di una cascata, ma quando poi mi abituai alla luce, notai che eravamo in una grotta in cui erano state montante svariate tende di grandi dimensioni. Sentendo qualcosa strisciare, notai che si erano affiancati altre due creature serpentiformi simili a Lithise, ma molto più muscolosi e massicci che tenevano in mano quella che sembrava un pesante martello di cui una testa aveva una punta a forma di becco.
Lithise ci fece passare per molte tende, ove potei notare anche altri mostri che sembravano una versione più massiccia dei Lizardman mentre svolgevano varie attività, molte di cui non sarei mai aspettato: alcuni lavoravano l’argilla, altri sembravano intenti ad aiutare mostri simili a Lithise nella lavorazione di oggetti metallici, altri ancora erano intenti a tener d’occhio un pascolo di mostri simili a bovini. Quello che però mi restò impresso, fu la visione di una classe ove quelli che sembravano i piccoli, apprendevano come leggere da una simile di Lithise.
Davanti ad una tenda svariate volte più grande delle altre e alla cui entrata erano posizionati quattro di quei mostri serpentiformi che ci scortavano, con alcune differenze fisiche, di colore e armamento ma era palese che erano delle guardie.
“Ho portato gli ossspiti come richiesssto dalla capotribù. Chiedo il permesssso di entrare.”
“Esssecutiva Lithissse, prima di procedere dobbiamo esssseguire una perquisizione delle ossspi-.”
“Lasssciatele passssare.” parlò una voce femminile proveniente dall’interno della tenda Uh… questa voce è familiare
“Ma, capotribù, sssecondo le direttive del maessstro-”
“Non mi hai sssentita Dephusss? Lasssciale entrare.”
“……Come desssidera.”
Senza proferire una parola di più, le guardie spostarono i lembi che coprivano l’ingresso permettendoci di entrare con più facilità. Entrando notai che al centro c’era un’enorme braciere che produceva calore e fungeva anche da generatore di luce all’interno della tenda e posizionati di fronte ai pilastri che tenevano il tessuto, vi erano altri di quei mostri serpentiformi che avevamo visto all’ingresso. Superato quello, Lithise s’inchinò di fronte alla capotribù e vedendola, capii perché quella voce mi era familiare: seduta su un quello che sembra un trono di roccia, vi era il mostro che avevamo incontrato quando eravamo arrivate alla pozza d’acqua; indossa degli abiti molto provocanti di una tonalità rossa e con le due mani destre, tiene un bastone ricco di rampicanti e fiori di vario genere. Rispetto al nostro primo incontro, adesso dimostrava un portamento regale e solenne e i suoi grandi occhi gialli ci guardavano disinteressati.
“Come da voi richiesssto, vi ho portato gli ossspiti.”
“Grazie per il tuo lavoro. Puoi pure andare… Lithissse.”
Senza alzare il capo, Lithise arretrò qualche passo per poi alzare la testa ed uscire dalla tenda. La capotribù si sporse in avanti e ci osservava mantenendo un’espressione neutra per tutto il tempo.
“Avete dormito bene?” domandò appoggiandosi nuovamente allo schienale
Non c’era alcuna tensione nell’aria e la sua domanda sembrava volta a farci capire che non eravamo in pericolo. Toccai il braccio di Sayuki che era di fronte a me e capendo le mie intenzioni, me lo porse così da potermi aiutare ad alzarmi.
“La ringrazio per la premura nei nostri confronti nonostante il nostro primo incontro.” affermai una volta in piedi “Sono spiacente per quello che è successo.”
“Dopo averci riflettuto, ammetto di non aver tenuto conto della vossstra sssituazione quando ci sssiamo incontrate. Chiedo il vossstro perdono per la reazione esssagerata che ho avuto al tempo.”
“Allora credo che sia corretto affermare che siamo pari.”
“Concordo.” affermò prendendosi il mento “Però, ora che sssiamo tutti più calmi e lucidi… io sssono Sssaliphe, capotribù dei Brethren’s Fang. Potrebbe presssentarsssi e ssspiegarmi come sssiete giunte qui?”
“Grazie per la vostra presentazione capotribù. Io sono Zailath, mentre loro sono Sayuki e Chedhah. Prima di spiegarle gli eventi che ci hanno portato al nostro incontro, posso porvi una domanda che mi sta a cuore?”
“Ssse sssono in grado di risssponderle, prego.”
“Oltre a noi, c’era un’altra donna della mia stessa specie gravemente ferita. Saprebbe dirmi cosa le è successo?”
“Oh lei, huh?” esclamò mantenendo la stessa espressione neutra “Quella donna era effettivamente in pericolo di vita. Il mio… no, il nossstro maessstro si è fatto carico della sssua vita e chiedendo la mia collaborazione, sssiamo riusssciti a sssalvarla. Al momento, si trova in una tenda ssseparata cosssì da darle ssspazio e poter monitorare meglio la sssua sssalute.”
“La ringrazio. Sapere questo mi ha tolto un peso dal cuore.”
“Immagino. Ora, potrebbe ssspiegare come sssiete giunte fin qui?”
“Certamente, anche se non è una storia così particolare.” cominciai “Io e le mie compagne siamo avventuriere… o meglio, loro lo sono. Essendomi accasata, mi sono ritirata poiché è comunque un lavoro pericoloso e avendo un marito ed una figlia amorevole, ho intenzione di conoscere i miei nipoti prima di morire. Essendo la mia seconda gravidanza, dovevo fare una visita di controllo ma il villaggio in cui la mia famiglia risiede è stato fondato da poco e ancora non è stato eretto un tempietto. Quindi, accompagnata dalle mie compagne di avventura, sono andata in un paese vicino. Al ritorno, subimmo l’imboscata di alcuni mostri e nella foga siamo scappate verso la foresta che era l’unica via libera. Siamo in qualche modo riuscite a seminarli e il resto… credo che lo conosca.”
Il mio racconto è una bugia in cui ho mischiato anche della verità. Anche se questi mostri serpentiformi hanno formato una comunità… hanno dato il via ad una civiltà, certamente non conoscono il senso comune del mondo esterno. Non posso fidarmi di loro, questo è certo perché nemmeno loro possono fidarsi di noi, tuttavia posso renderli amichevoli e raccontare questa falsa verità è pur sempre un inizio.
Il problema, è che non so se la capotribù possa crederci o meno poiché, sin da quando sono entrata nella tenda, ha sempre mantenuto quell’espressione neutra, quasi non fosse capace di esprimere alcun tipo di emozione. No… ora che ci penso, l’ho vista fare alcune espressioni diverse quando ci siamo incontrate. Per qualche minuto, mi fissò con quegli occhi gialli disinteressati
“Capisssco.” Huh? Ci ha creduto? “Deve essssere ssstata dura. Immagino che la sssua famiglia sssarà preoccupata.”
“G-grazie per il vostro pensiero.”
“Ora mi è chiara la sssituazione e immagino vogliate ripartire al più presssto per ricongiungervi ai vossstri cari.”
“Idealmente parlando-”
“Non potete.” affermò secca interrompendomi “O almeno non nell’immediato.”
“Potrebbe spiegare?” domandò Sayuki
“Le vossstre condizioni fisssiche non sssono ancora ottimali, sssoprattutto la donna che era con voi. Secondo il nostro maessstro, ci vorrà almeno un messse prima che lei posssa riprendere a camminare. Inoltre…” il suo indice indicò il mio grembo “In quel periodo, in bassse ai sssuoi esssami, lei potrebbe partorire la sssua prole.”
“Esami?” domandai leggermente preoccupata
“Dopo aver sssalvato la vita alla vossstra compagna, sssi è preso cura anche della vossstra salute riferendomi i risssultati. Oh!” esclamò prendendosi il mento “Ora che ci penssso mi ha detto di condurvi da lui per un controllo medico.”
Si alzò da quel trono e cominciò ad avvicinarsi. Il suo corpo cominciò a brillare di luce bianca e la capotribù divenne la stessa elfa che avevamo incontrato la prima volta.
“Vi accompagno da lui. Seguitemi.”
Forse era una mia impressione ma quando fece quell’affermazione, per un attimo l’ho vista sorridere. Impressione o meno, dopo essermi riseduta sulla sedia con le ruote, seguimmo la capotribù che ci portò verso la cascata e successivamente uscimmo dalla grotta. Il sole all’inizio era molto forte e ci coprimmo gli occhi. Ci vollero alcuni secondi prima di abituarci.
Poco distante, notai diverse file di lizardman che tenevano in mano bastoni e scudi di legno dall’aspetto pesante. Di fronte a loro, un loro simile ma molto più grosso e muscoloso parlava in una lingua a me sconosciuta, ma ogni volta il pesante scudo di legno veniva usato per colpire un’avversaio immaginario e successivamente, il bastone corto calava sullo stesso nemico. Erano perfettamente coordinati e sincronizzati, i loro volti stanchi sembravano esprimere anche sofferenza, potevo vedere il loro corpo tremare leggermente, ma il loro sguardo era pieno di determinazione.
Quando prima passavamo per le varie tende tutti, senza eccezioni, porgevano i loro omaggi alla capotribù, ma mentre passavamo di fianco a questo gruppo di lizardman intenti a fare allenamento, nessuno si scompose o mosse. Ma quando fummo poco distanti da quello che era di fronte a loro
“[Salutate la capotribù!]” urlò spostandosi di lato e portando la mano artigliata poco sopra la testa, quasi avesse alzato il paravolto di un’elmo
Con un singolo movimento perfettamente sincronizzati, tutti i lizardman s’inchinarono di fronte a noi, lasciandomi leggermente sorpresa
“Thruk. Come sono le nuove reclute?” domandò Saliphe
“Imparando. Poco disssciplinati, ma determinazione no mancare.”
“Capisco. Sai dove si trova John?”
“Maessstro? Grande albero. Lezione medicina a nossstre cugine.”
“Grazie per l’informazione. Riprendete pure.”
“Sssisssignora! [Bene pappemolli, in formazione!]”
Mentre continuavamo per la nostra strada verso il bosco vicino notai che c’erano anche altri lizrdman, loro simili più grossi o come quelli che ci stanno scortando intenti nell’eseguire varie manovre e allenamenti nell’uso di qualche arma.
Entrammo nella foresta e data la difficoltà, dovetti alzarmi dalla sedia a ruote e proseguire a piedi ma il viaggio non fu tanto lungo. In un piccolo spiazzo, sotto un grande albero, un gruppo di mostri della stessa specie di Lithise che poco alla volta sembravano prendere appunti e osservare una loro simile mentre eseguiva un’azione su quello che sembra un manichino di legno. Ad un certo punto, si girarono e vedendo Slaiphe, tutte loro s’inchinarono.
“Ottimo lavoro sorelle.” salutò Saliphe “Jhon dov’è?”
“Benarrivata Saliphe.” “Hurruuuu~”
Volgendo lo sguardo verso l’origine di quella voce e di quel ruggito, c’era un owlion accucciato ai piedi del grande albero, e un umano con occhi azzurri e dai corti capelli grigi eccetto per un ciuffo nero, appoggiato con la schiena sulla pancia della bestia.
Il maestro… è un’umano?!