Capitolo 29

Valense. Una delle città di confine di Uthos, una tra le più antiche e fortificate. Il governo di questa città è affidato al Margravio Dracthir Zaelirad. Il casato dei Zaelirad ha da sempre servito sotto la casata ducale con impegno e devozione; tutti i suoi membri sono dal primo all’ultimo guerrieri abili ed eccellono nella strategia bellica difensiva, guadagnandosi il soprannome di ‘Casata Guardiana’. Cosa rara, per le specie di succubus e incubus che da sempre abitano la regione di Uthos.

Anche così, sono comunque fedeli alla loro natura in quanto, seppur disponga anche di infrastrutture militari, la città di Valense ospita anche un gran numero di infrastrutture dedicate all’intrattenimento rendendola, nonostante la sua funzione primaria, una meta turistica apprezzata.

In questo momento, sto camminando insieme ai miei sottoposti verso il punto d’incontro con il nostro cliente.

Il distretto a luci rosse in cui ci è stato dato appuntamento, tiene fede alla fama e alla natura della razza delle succubus ed incubus. Appena metti piede in questo distretto, non puoi non essere travolto dalla lussuria che permea l’aria stessa, unito all’odore di incenso e afrodisiaco, mentre le orecchie possono udire il suono di gemiti e urla di piacere, mentre coloro che sono liberi o libere cercano di attirarti con parole vogliose e sensuali.

Ugh. Devo resistere fino a quando non avremo ricevuto il pagamento. Dopodiché, potrò darmi alla pazza gioia~♪

Incontrarsi in questi posti aiuta a non passare nell’occhio quando ti trovi ad Uthos.

Anche se comunque acquisiscono nutrimento mangiando pietanze normali, non c’è un cittadino originario di Uthos che almeno una volta alla settimana non si offra di lavorare nel distretto a luci rosse. Per loro, è l’equivalente di andare ad un ristorante d’alta classe. Non a caso, anche al di fuori di Uthos, i bordelli gestiti o in cui lavora questa razza lussuriosa sono molto apprezzati.

Ad un certo punto della strada, vidi di fronte ad una via due figure incappucciate che sembravano di guardia. Quando uno di questi si girò verso di noi, fece un cenno.

Li seguimmo all’interno della via e dopo aver superato un’altra copia di figure incappucciate ci si presentò di fronte il nostro cliente, che si mise di fronte a noi. Vogliono pagarci in una via? Non sanno proprio leggere il luogo, huh… pensai deluso.

“Allora, è fatta?” parlò una voce maschile

“Come richiesto ci siamo occupati di quel piccolo convoglio, però…”

“Però?”

“Non ci avevate informati che era protetto da Drakekin ed una Kitsune. Ho perso più sottoposti del previsto a causa di questa svista.”

“Quindi?”

“Mi sembra che un aumento sia dovuto.”

La figura rimase zitta, ma poco dopo tirò fuori un sacchetto il cui contenuto emetteva il suono che più adoravo: il suono del denaro. Aprì il sacchetto e di fronte a me, aggiunse 10 fakrint dorati. Sorrisi a quella vista.

“Sono contento che il nostro cliente sia onesto.” affermai sfregandomi le mani

“Avete portato quello che ho richiesto?”

“Certamente.”

Dalla mia tasca, tirai fuori una scatola e la consegnai. Il cliente lo prese e allo stesso tempo, mi diede la borsa con i soldi. Lui aprì la scatola e fissò il contenuto. Non so cosa contenga, lui lo voleva e quindi gliel’ho portato.

“Ottimo lavoro.”

“Grazie mille. Ora con perme-”

*Swissh! Zack! Sploooosh!*

Uh? quello… è il mio corpo?

“Uccideteli tutti. Niente testimoni.”

*****

Lo scroscio di una cascata, la morbidezza di un letto e il viso dolce della mia amata che ancora dorme profondamente.

Dopo essermi svegliato, girai il mio sguardo verso la mia amata Saliphe, che con un’espressione beata sta usando il mio braccio destro come cuscino. Sorrisi istintivamente e cominciai ad accarezzarle il volto, potendo così bearmi della morbidezza dei sui capelli stellati, mentre i miei occhi viaggiavano lungo le forme del suo candido corpo nudo, coperto da un lenzuolo leggero.

“Hmm~” gemette debolmente Saliphe aprendo gli occhi

“Buongiorno amore mio.”

I suoi occhi ambrati e assonnati, si fissarono sui miei. Al mio saluto sorrise e prendendo la mia guancia si avvicinò al mio volto, dandomi un bacio sulle labbra. È il suo modo preferito di darmi il buongiorno ultimamente

“Hai dormito bene?” mi domandò ancora mezza addormentata

“Lo devo a te.”

“Fufufu. Predatore adulatore~” affermò ridacchiando in maniera sensuale

“Da che pulpito.” affermai fissandola dolcemente

Sono passate due settimane dall’arrivo di Zailath e le sue compagne d’avventura. Non c’è stato niente che potesse essere definito ‘degno di nota’ in quel periodo, ma per evitare problemi, Saliphe mi chiese di poter passare le notti al villaggio, così che in caso di problemi con le ospiti, potessi rispondere più prontamente.

La Drago- no, la Drakekin Anse rimase addormentata per un paio di giorni. Quando si sveglio, Zailath e le altre furono le prime ad essere avvertite così che potessero spiegargli la situazione.

Uh? Ah… a quanto pare, i… la razza di Zailath, ufficiosamente parlando sarebbe Dragonkin tuttavia, quando Afrodite ha rubato il posto di Dea guardiana, la razza dei Dragonkin ebbe una frattura all’interno della sua società causandone una guerra civile che tutt’ora perdura: una fazione fedele e seguace di Afrodite i Dragonkin, mentre l’altra è rimasta fedele ad Atena ovvero i Drakekin. Anche se la guerra civile è ufficialmente ancora in corso, i Dragonkin si sono raramente presentati sui campi di battaglia insieme agli umani, in quanto sembrano più interessati all’accumulo e alla ricerca della perfezione.

Storia sociale a parte, Anse non era felice della sua situazione medica e tra tutte, lei era sicuramente la più diffidente nei miei riguardi. Beh, non posso dargliene una colpa visto che le due razze si ammazzano a vicenda da tempo immemore. Comunque, sa bene che il talento non è specifico di una razza e quindi, in quanto suo medico curante, rispetta le mie direttive al fine di farla recuperare più in fretta.

Due settimane huh? È stato un lungo periodo per noi due pensai stringendo leggermente la presa su mia moglie

“A cosa stai pensando, John?” mi domandò Saliphe notando la mia stretta

“Che sono state due lunghe settimane…” cominciai per poi avvicinarmi al suo orecchio “e che non voglio assolutamente lasciarti andare~”

“Nemmeno io ho intenzione di lasciarti andare.” affermò lei appoggiando la testa al mio petto “Però, sì. Da quando sono giunte quelle Sangue Caldo, abbiamo avuto il nostro da fare.”

Nessuna delle due parti poteva fidarsi l’uno dell’altro e costruire la fiducia tra queste è… complicato. Le demoni, seppur grate, sono costantemente vigili e ad alcune domande rispondono con mezze verità. Da parte dei Brethren’s Fang e di mia moglie, la sola presenza di persone esterne alla tribù è sinonimo di minaccia e tutt’ora, due Striagross sono sempre alle calcagna delle demoni, con il compito- no, l’ordine imperativo di non perderle di vista. Ma anche così non manca interazione e si può dire che bene o male, le due parti hanno cominciato a conoscersi meglio, anche se fraintendimenti o piccoli incidenti ricorrono a causa della diversa percezione culturale.

“*Sigh* Quelle due guardie del corpo sono sempre troppo tese.” sospirò Saliphe “Non appena riesco a trovare un po’ di tempo da passare con te, ecco che Lithise mi chiama per far sbollentare gli animi causati da chissà quale fraintendimento.” terminò facendo ruotare le sue dita sul mio petto

“Fufufu. Grazie per il tuo duro lavoro.”

“Anche se mi fa piacere sentirtelo dire…” cominciò facendo un’espressione imbronciata “non mi piace fare gli straordinari.”

Solitamente, Saliphe rimane sempre nella sua forma elfica anche quando svolge i suoi incarichi per la tribù. Il motivo per cui lo fa, secondo lei, è che non le piace letteralmente guardare i suoi sottoposti, e soprattutto me, dall’alto in basso a causa del suo simbolo femminile troppo grande che le copre parte della vista, preferendo invece avere una conversazione allo stesso livello. In realtà, secondo me, anche se fa di tutto per non darlo a vedere, lo fa perché non vede l’ora di saltarmi addosso. Già. Come Atena mi ha raccontato, le Echidne sono incredibilmente passionali. Solitamente, Saliphe viene a casa mia a dormire, ma da quando sono giunte le ospiti, non può allontanarsi troppo dalla tribù. Di conseguenza, mi ha… supplicato di trasferirmi a casa sua per il tempo necessario. Ovviamente, usando parole diverse.

Dettagli a parte, a causa di queste incomprensioni, Saliphe si vede costretta a rimanere nella sua forma originale più a lungo in quanto, seppur più uniche che rare, tali incomprensioni sfociano in violenze. Anche se nella versione elfica mantiene la sua potenza originaria, fermare con la forza uno Striagross incazzato non gli viene facile. Comunque, sia la parte lesa che colpevole porgono a vicenda le loro scuse arrivando così ad una successiva comprensione. Dopotutto, come me, Saliphe è ben cosciente della differenza culturale e della sfiducia che c’è tra i due gruppi. Serve un qualche evento che permetta alle due fazioni di aprirsi e approfondire la fiducia che bene o male hanno costruito, ma…

“…sarà dura.”

“Hm? Hai detto qualcosa?”

“Niente d’importante.” affermai sorridendole e dandole un bacio sulla fronte “Però, ho una cosa da chiederti.”

“Cioè?”

“Saresti disposta a condividere con Zailath e le sue compagne alcune informazioni?”

“……” la sua espressione, anche se pensierosa, diceva tutto “Anche se fossi tu a chiedermelo amore mio, non credo che rivelerei certe cose a cuor leggero. Sinceramente, credo che lo stesso valga per loro.”

“Tuttavia, siamo in un limbo in questo momento.” affermai “Loro sanno che non gli faremo del male poiché le stiamo curando, ma nonostante questo, tra entrambe le parti c’è una certa diffidenza che non si sbloccherà finché una delle due non farà un passo avanti.”

“Comprendo il tuo punto di vista John.” affermò pensierosa “Ma dal mio punto di vista, già il fatto che le ospitiamo al fine di farle riprendere dalle loro ferite, è simbolo della nostra fiducia verso di loro. Devono essere loro a cominciare ad aprirsi, perché sanno che se ci succede qualcosa a causa del loro silenzio, non ce ne staremmo con le mani in mano.”

“Quindi, stai aspettando che si facciano avanti… sotto forma di pagamento?”

“Possiamo metterla così.”

“Capisco.” affermai prendendomi il mento Meglio cambiare discorso~ “A proposito Saliphe, non è che mi hai ingannato?”

“?! Ingannato?! Cosa vuoi dire?!” scattò leggermente spaventata

“Ti ricordi cosa mi hai detto due settimane fa nella foresta mentre eravamo da soli?”

“Credi che ti abbia detto una bugia sulla loro origine o abbia alterato-”

“Mi riferivo al fatto che sarebbe stato un’ottimo giorno per fecondarti.”

Puff!! Il suo volto si tinse immediatamente di rosso

“T-t-ti riferivi a quello?!” esclamò con misto di sollievo e imbarazzo “Mi hai fatto preoccupare per niente.”

“Fufufu. Però la tua reazione è stata splendida.”

“Muu~ sei cattivo John.” cominciò con un’espressione imbronciata “Però… sono sicura che la fecondazione abbia avuto successo~”

“…Davvero?” le domandai sedendomi di scatto

Le mi guardò con un’espressione dolce e divertita allo stesso tempo. Si mise seduta anche lei, facendo cadere le lenzuola che le coprivano il corpo, mostrandosi a me. Si massaggiò leggermente il ventre

“Ne sono certa.” affermò sorridente “I nostri piccoli hanno cominciato a prendere forma dentro di me. Tocca e osserva attentamente.”

A quell’affermazione, mi prese la mano e la portò al ventre. Sento una forma regolare sotto la sua pelle e ora che lo noto, il suo ventre è leggermente più gonfio rispetto a due settimane fa. Tutti, dai Lizardman agli Strittilian e dagli Agnis alle Phasne sono ovipari. Ma Saliphe…

“Sei Ovovivipara?”

“Non so cosa significhi quella parola ma…” cominciò ridacchiando “c’è almeno un uovo fecondato che sta pian piano crescendo dentro il mio ventre………?! John? Perché stai piangendo?”

“Uh?”

sentendo la sua affermazione, cominciò a scorrermi qualcosa di caldo lungo la guancia.

Anche nella mia vita precedente, ho avuto dei figli con la mia ex-moglie. Oggi come allora mi sentivo al settimo cielo. Versando alcune lacrime, l’abbracciai.

“John?!!”

“Sono felice.” le risposi “Sono felice della splendida notizia che mi hai dato. Diventerò… padre.”

Non la lasciai e nonostante l’iniziale incredulità, alla fine anche Saliphe ricambiò l’abbraccio

“Forza John…” cominciò separandosi da me per poi raccogliere una mia lacrima con il suo dito “ora stai esagerando…… *Slurp* è salata.” affermò leccandosi le labbra

Il modo con cui bevve la mia lacrima era incredibilmente sensuale. A quella vista, le mie lacrime smisero di scendere, ma alcune ancora scorrevano sulla mia guancia. Con un movimento sensuale e un’espressione desiderosa, si avvicinò a me e cominciò leccare i tratti lasciati dalle mie lacrime. ??!

“S-sei già in dolce attesa, Saliphe.” cominciai riottenendo un po’ di lucidità

“E allora?” domandò con un tono sensuale e sentendo il suo respiro “Anche se sono stata fecondata, non vuol dire che non possa accettarti dentro di me. E anche la tua verga, non sembra importagliene~” finì allontanandosi leggermente

“Ugh. Il mio corpo è troppo sincero.”

“Non mi dispiace affatto~. *Chu*” affermò per poi baciare il mio soldato

Si portò sopra di me. Le sue porte di carne appoggiate poco sopra la mia chiave che voleva in quel preciso momento inserirsi.

“Che ne dici di un po’ di attività mattutina?”

“E la tua agenda?”

“Credo che non succederà niente se tardo 5 minuti~”

Il suo bacino cominciava ad abbassarsi e le porte di carne ad aprirsi

“CAPOTRIBÙ. DEVE VENIRE SSSU-”

Lithise piombò nella stanza urlando. Ma le sue parole si fermarono non appena ci vide che eravamo pronti a cominciare l’atto.

“……”

“……”

“……….Credo che torno do-”

*Sigh* Ormai l’atmosfera è rovinata Lithise.” sospirò dispiaciuta Saliphe spostandosi da me, mentre il suo corpo s’illuminava riottenendo la sua forma originale “Cosssa è sssuccesssso quesssta volta?” domandò con un tono leggermente infastidito, prendendo l’abito che la sera prima avevo buttato per terra

“AH! Giusssto! La demone incinta! Sssta nassscendo il piccolo!”

*****

*Toc toc*

“Avanti.”

Non appena sentii mio padre dare il permesso di entrare, aprii la porta. Lui era chino sulla scrivania a compilare vari documenti e notandolo, non dissi niente e aspettai davanti alla porta. Non passò molto prima che alzasse lo sguardo notandomi. I suoi occhi sono viola come i miei, e il suo aspetto è ancora giovanile nonostante abbia raggiunto i 50 anni, la barba nera ben curata ha cominciato ad ingrigirsi come i suoi capelli,ben curata sembra renderlo più anziano. Questo è mio padre, il Marchese Mazhev Coleger, Ministro della Giustizia.

La sua espressione era allegra, ma i suoi occhi esprimevano stanchezza a causa del suo lavoro… e della preoccupazione che gli causo per via della mia maledizione. È sempre stato un padre affettuoso e amorevole verso la famiglia… Ora che ci penso, credo che sia un padre migliore rispetto al Duca Flinne.

“Mi ha fatto chiamare padre?”

“……Sì. È così.” affermò dopo una lunga pausa “Siediti pure.”

Indicando il divanetto che era vicino a me, mi sedetti e attesi che mio padre parlasse. La sua espressione era… complicata. C’era sollievo ma anche una certa esitazione.

“Joetta.”

“Sì padre?”

“…Voglio chiederti un’altra volta. Quale è stato il tuo crimine.”

“………”

Non risposi. Non ho mai risposto a quella domanda. Che fosse stato mia madre, mio padre o mio fratello… non ho mai risposto. Questo è un fardello che devo portare da sola… che devo redimere io stessa.

Mio padre non è contento del mio silenzio, ma allo stesso tempo non intendeva forzarmi, perché sapeva che non avrebbe ottenuto risposta.

“……Ho ricevuto notizie dal tempio per ciò che riguarda la tua maledizione. Dicono che forse c’è una soluzione.”

Quando si tratta di malattie e maledizioni, i primi a venir contattati sono i membri del clero di nostra signora Afrodite. Tra i quattro culti che compongono il clero, quello di Afrodite Genetricis è quello specializzato nell’individuare e debellare malattie, come anche purificare le persone dalle maledizioni. Nessun membro di quel riverito culto, era riuscito a rimuovere la maledizione da me desiderata.

“Di nuovo?” domandai sorpresa “Hanno già tentato più volte di liberarmi dalla maledizione, ma nessun loro tentativo ha mai funzionato.”

“Ne sono cosciente.” affermò mio padre sospirando “Ma questa volta, la notizia no è arrivata dalla Genetricis, ma dalla Victris.”

“Cosa?!”

Il culto di Afrodite Victris. Il braccio militare della chiesa e forza d’élite i cui membri sono tutti cavalieri che hanno giurato di servire la divina per ricambiare la benedizione divina ricevuta. Sono cacciatori di demoni, eretici e non-morti secondi a nessuno, come anche eccellenti cavalieri ritenuti superiori perfino all’elitaria guardia reale e rispondono solo all’attuale Arcivescova Pola Jaffré o alla Papessa stessa. Attirare lo sguardo della Victris… spesso e volentieri è sinonimo di morte con l’accusa di eresia.

“Perché la mia maledizione… dovrebbe attirare l’attenzione della Victris?”

“Non è niente di grave.” mi rassicurò mio padre vedendo la mia preoccupazione “Semplicemente, uno dei suoi membri afferma di poter far qualcosa per trovare la radice della tua maledizione e quindi, poterla estirpare.”

“In poche parole, potrebbe essere in grado di trovare la fonte della mia maledizione.” Potrebbe portarmi da John. Però…non sono ancora pronta per affrontarlo. “Però padre, come mai quell’espressione grave?”

“……Colui che ha fatto quell’affermazione, in cambio, chiede che tu diventi la sua sposa.”

“……Huh?”

Ghost Vanguard

Ghost Vanguard

Stato: In corso Tipo: Autore: Rilascio: 2022
Ha vissuto la sua vita da soldato, come marito e padre, ma gli è stato negato l'eterno riposo.
Reincarnato contro la sua volontà come Flinne Logoch per l'egoismo di una dea pigra e narcisista, egli farà di tutto per non compiere la missione affidatagli...
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