Era da poco sorta l’alba. Dopo un’esercizio leggero e una colazione abbondante, presi un cesto di vimini e come ogni mattina, mi diressi verso la foresta vicina, alla ricerca di ingredienti come funghi, erbe, bacche e simili. È un’abitudine che ho preso, nonché uno dei pochi momenti in cui posso rilassarmi.
Il cielo aveva assunto una leggera tonalità di rosa che stava diventando sempre più caldo, e in lontananza vidi delle nuvole nere. Sentii uno stormo di uccelli prendere il volo Stanno volando bassi… potrebbe piovere.
Arrivato al sottobosco trovai una gran quantità di erbe aromatiche e medicinali, con qualche fungo ogni tanto. Come riconoscere le varie piante mi è stato insegnato dall’erborista del paese in quanto ero alla ricerca di sapori sempre nuovi, ma se non sai distinguere una pianta velenosa da una che non lo è… beh, la cosa potrebbe essere problematica.
Non so quanto tempo fosse passato, ma mi ero inoltrato nel bosco. Non ho mai fatto affidamento sulla divinazione, se non per prevedere l’immediato futuro di un combattimento, ma forse questa volta avrei dovuto farlo. Sotto un’albero, trovai distesa quella che sembrava una grossa armatura nera molto barocca, con decorazioni argentee, ma c’erano anche delle macchie e linee rosse che non avevano alcun senso. Anche se sorpreso, mi avvicinai e subito iniziai a sentire un’odore ferroso provenire dall’armatura, l’odore del sangue. Probabilmente, chi la indossa è ferito.
Mi accostai in fretta e vidi che c’erano degli squarci nel petto e bruciature un po’ dappertutto, era chiaro che il proprietario aveva perso non poco sangue. Afferrai l’elmo nero e lo sollevai… lunghi capelli bianchi caddero dall’elmo e il volto di una donna bellissima che sembrava avere tra i venti e i trent’anni mi si presentò: pelle candida, labbra sottili, ciglia lunghe, un naso piccolo ma adatto a quel volto dai lineamenti delicati, orecchie leggermente a punta e due corna che assomigliavano a quelle dei tori. Ero ammaliato… Sarity ha un fascino sensuale, ma la donna davanti a me possiede qualcosa che raramente ho visto: una bellezza pura. Il mio cuore fece un balzo solo a vederla.
Mi ricomposi immediatamente e controllai se era ancora viva… respirava, però dati gli squarci nell’armatura era chiaro che il suo corpo non era messo bene. Non so quando si è ridotta così, ma di certo, questa donna è un’osso duro. Dovevo fare qualcosa. Le toccai la guancia e concentrandomi, iniziai ad usare i miei poteri su di lei. Feci fluire la mia volontà e vitalità nella carne della donna, al fine di donarle una rigenerazione rapida dei tessuti. Ci volle un po’ prima che la pelle cominciasse ad avere un colorito roseo e di conseguenza anche il respiro cominciò a farsi più stabile e profondo. Per un attimo la vidi aprire leggermente gli occhi, notando le sue pupille rosse come rubini.
“Hey, non muoverti e riposa. Ti prometto che ti rimetterò in sesto.”
Lei non rispose, ma sembrava avermi sentito dal momento che chiuse nuovamente gli occhi ricadendo in un sonno profondo.
Continuai il trattamento per molto tempo, ma non sapevo se le sue ferite si erano rimarginate quel che basta per poter affermare che sia guarita. Mi dispiace, ma non c’è altro modo. Scusandomi, iniziai a levargli l’armatura ed ebbi un’altra sorpresa. Il corpo della donna è molto meno imponente dell’armatura e anche lei ha un seno abbondante, ma era comunque in equilibrio con il suo corpo aggraziato. Le ferite che aveva si erano rimarginate quel che bastava affinché non sanguinassero più. Tirai un sospiro di sollievo.
“Però, non posso certo lasciarla qui.”
*****
Volevo soltanto la felicità dei miei simili. Come mai è andata a finire così? Perché ci hanno attaccato senza preavviso? Non abbiamo fatto niente per meritarci quello che abbiamo subito. Abbiamo perseverato per 15 lunghi anni e siamo anche riusciti a ribaltare la situazione. Speravo di riuscire ad ottenere un’agognata pace, ma poi è arrivato lui… insieme alle sue compagne.
Tutti i nostri sforzi, tutto ciò che abbiamo costruito, spazzato via in pochi anni. Perfino io sono stata sconfitta e credevo che sarei morta in quella sala fredda.
Era buio. Non so quanto tempo fosse passato, ma da un caldo doloroso ho iniziato a provare freddo. Mi chiedevo spesso, Che sia questo il posto in cui andiamo una volta morti? Poi sentii calore. Era gentile, avvolgente, come l’abbraccio di una madre. Mi diede un minimo di forza e aprii leggermente gli occhi e vidi la figura offuscata di una persona
“Hey, non muoverti e riposa. Ti prometto che ti rimetterò in sesto.”
Mi disse questo. Nella sua voce sentii che era preoccupato e frettoloso… eppure, per qualche ragione le parole erano rassicuranti. Chiusi nuovamente gli occhi e tornai a sognare. Quel tepore, così confortante, lo provai di nuovo.
Quando aprii nuovamente gli occhi, c’era un soffitto in legno e il suono della pioggia che batteva. Il posto era spoglio, qualche sedia, un tavolo, una cucina e un sacco appeso al soffitto. I miei sensi stavano tornando e in quel momento sentii che la mia mano era tenuta da qualcosa di caldo. Guardai verso di essa e vidi un ragazzo che dormiva in ginocchio accanto al letto, i suoi capelli arruffati sembravano avere il colore della notte, il suo volto era squadrato ma sembrava gentile. Ma soprattutto, era un umano.
Rimasi sorpresa, nello scoprire che uno dei nostri nemici mi stesse tenendo la mano. Volevo allontanarmi velocemente, ma il mio corpo era debole e non riuscivo a muoverlo come volevo.
Percependo lo spostamento delle mie dita, il ragazzo si svegliò e vedendomi a mia volta sveglia con i suoi occhi grigi, mi sorrise guardandomi con dolcezza.
“Finalmente, ti sei ripresa.” affermò con tono sollevato.
Si alzò e si stiracchiò mentre sbadigliava. Una volta finito, si avvicinò e mi mise la mano sulla fronte, poi mi prese il polso.
“Il tuo battito è regolare e non hai febbre. Direi che ti sei ripresa bene. Riesci ad alzarti?”
Non rispondendo ci provai, ma il corpo non voleva ascoltarmi e dopo essermi alzata di pochissimo, il ragazzo cominciò a massaggiarsi il mento come se stesse riflettendo. Si diresse verso la cucina e prendendo un coltello, cominciò a muovere le mani mettendo tutto quello che preparava in una pentola che aveva riempito d’acqua. Dopo poco tempo, ne riempì una ciotola, prese una sedia e si mise di nuovo vicino a me. Riempì il cucchiaio che aveva con se e assaggiò il primo boccone, deglutendolo.
“Come vedi non è avvelenato.” affermò guardandomi negli occhi, poi riempì di nuovo il cucchiaio e lo portò vicino alle mie labbra “Bevilo, ti aiuterà a riprenderti.”
Anche se restia, nonostante mi avesse dato prova della genuinità della zuppa, avvicinai le mie labbra al cucchiaio e lentamente cominciai a berla. Era leggera e saporita, ma la cosa più incredibile era un’altra: per ogni cucchiaio che mandavo giù, sentivo il mio corpo rinvigorito, quasi stesse spazzando via la stanchezza in tutto il corpo. Bastarono pochi sorsi che riuscii a sollevarmi.
“Ottimo. Sembra che il Shimo-Tsuto sia davvero un salva vita.” affermò il ragazzo consegnandomi ciotola e cucchiaio.
Sotto quello che alla fine era brodo, c’erano dei chicchi molto chiari. Immersi il cucchiaio fino in fondo prendendo anche quelli e quando li misi in bocca, rimasi sorpresa. Era riso, intriso del sapore del brodo e molto morbido. Ad ogni boccone, non solo riuscivo a recuperare le forze, ma il mio corpo reagiva soddisfatto alla consistenza del riso, risvegliando una fame di chissà quanto tempo.
“Ancora!” affermai dandogli la ciotola vuota, il ragazzo sorrise
“Arriva subito!” affermò prendendo il piatto.
Stavolta, sentii un leggero odore di carne cotta ed aromatica. Quando tornò, nella ciotola c’era una zuppa rossa, con delle palline all’interno. Assaggiai… il sapore del pollo mi prese alla sprovvista e l’acidità del pomodoro lo avvolgeva dolcemente; come il piatto di prima, più lo mangiavo, più sentivo il corpo recuperare energia Che abbia usato lo stesso brodo?
“Ti è piaciuto?”
Alla domanda mi girai verso di lui e annuii. Prese la ciotola vuota, il cucchiaio li mise in una tinozza e cominciò a lavarli.
Ora che ero sazia e piena di forze grazie a quel brodo… lo notai. Quel ragazzo, non possiede alcuna presenza. O meglio, non riesco a percepire mana provenire da lui. Com’è possibile? Anche se la cosa mi incuriosiva, non era il momento per preoccuparsi di quello. Lui è un’umano. La sua razza ha distrutto il nostro sogno. È un nemico. Eppure, perché…
“Perché mi hai aiutata?”
A quella domanda, il ragazzo alzò lo sguardo sorpreso. Mise da parte le stoviglie che aveva lavato e mi guardò
“Perché non avrei dovuto?” chiese mentre si asciugava le mani
“Sono un demone. Le nostre razze sono nemiche. Perché mi hai aiutata? Perché non mi hai uccisa?”
“Perché davanti a me c’era una donna bisognosa.”
“SONO UN DEMONE! NON SONO UMANA!”
“E quindi?” domandò con espressione incerta “Io non faccio tante distinzioni tra razze. Se qualcuno ha bisogno di una mano, perché dovrei ignorarlo?”
“Come ho-”
“È vero che le nostre razze si stanno facendo la guerra. Ma tu non hai fatto niente che possa spingermi a ucciderti… almeno, non a me. Perché dovrei trattarti come un nemico solo perché sei un demone? Decido io chi è mio nemico o meno.”
Per quanto assurde, le sue parole erano sincere. Anzi, sembrava stesse parlando col cuore. Era il primo umano… a parlarmi in quel modo. Tutti quelli che ho incontrato finora avevano intenzione di uccidermi senza pensarci due volte. Ma lui… Che strano umano. Ma anche così, non potevo fidarmi.
“A proposito, non mi sono ancora presentato. Io sono Graeval. Come ti chiami?”
“Lilith… Lilith Stilno”
In quel momento non sapevo che il mio destino e quello di Graeval si sarebbe intrecciato così profondamente.