Nel frattempo, in un posto lontano dal Terzo Anello.
Una Guardia con un’armatura di metallo si recò in una stanza dall’aspetto regale; era la nobile dimora del Re Darlus Xenovia III, che aveva chiesto la sua udienza alla sua Guardia più affidabile del Casato Reale.
<<Le faccio i miei saluti, sua Maestà.>> disse la Guardia inchinandosi. Sul petto aveva un distintivo color oro rappresentante il Cavallo Argentato, faceva parte del Casato Reale.
<<Buongiorno a te, Okada.>> il Re si sedette al trono, e dopo un sospiro di stanchezza chiese;
<<Oggi ci sta l’Esame di Qualifica delle scuole di Giarogia, huh?>> disse. Quando si sedette, si notò una pesante stanchezza sul viso, come se ormai la sua vita fosse al limite.
<<Esattamente. Questa sarà la 82esima generazione di cadetti.>>
<<La 82esima… Come è volato il tempo. Per come sono messo non penso che riuscirò a raggiungere la 85esima generazione…hm.>> disse, mentre si girò sul lato sinistro del trono. Lì stava allocata la sua fedele arma con cui lottò come Signore della Guerra, la sua Hexella Cluster. Manico color oro e un nucleo di Hexella all’interno di una sfera di vetro.
<<Come sta la sua situazione salutare? Ha avuto il suo controllo mattutino?>> chiese la Guardia alzandosi in piedi e osservandolo.
<<Si, e purtroppo non sta migliorando… Il mio tempo da Re è quasi terminato, e l’Hexella mi sta mangiando vivo. Dobbiamo subito trovare il prossimo erede, qualcuno al di fuori di qui tiene il sangue reale per poterlo fare.>> dopo un breve lasso di silenzio il Re disse;
<<Preparate già le accademie, sicuramente questa generazione sarà piena di ragazzi che vorranno entrar a far parte dell’Ordine della Guerraglia. Spero che porteranno in alto l’onore del Cavallo Argentato.>>
<<Sissignore!>> la Guardia esultò per poi uscire rapidamente dalla stanza. Il Re sorrise;
<<Me lo sento… Alice, sei tu a dirlo no? Nostra figlia…>>
Una figura trasparente si rivelò nella stanza. Sfoggiava dei lunghi capelli cremisi e degli occhi dorati, con un vestito lungo a gonna rosso.
<<Sì.>> rispose Alice, materializzandosi di fronte al Re Darlus. Portava un’espressione giovanile, matura e maliziosa.
<<Ormai è questione di anni, Darlus.>> continuò Alice con un tono allegro.
<<Non credo ci sia molto di cui esserne allegri… La mia vita è ormai al termine, e quelle armate ormai sono impellenti…>> disse, affacciandosi alla sua destra; si trovava un grosso cornicione di vetro in cui poteva vedere tutte e tre le mura di Giarogia.
<<Stanno cercando qualcuno, o qualcosa.>> rispose Alice, mentre si avvicinò a me.
<<Il sangue da Hexella Knight?>>
<<Molto probabilmente. Qualcosa nacque anni fa che creò un certo interesse per quei mostri. Fu colpa dei Signori della Guerra purtroppo, dovevano estinguerli tutti.>>
Il Re si mise a ridere con fatica;
<<Eh… Così mi fai sentire in colpa anche me. Forse se ci vedranno in difficoltà, la Santa Dea Blue ci potrà aiutare a respingerle.>>
<<Ancora credi alle favole, Darlus? Hai 203 anni, dovresti smetterla di credere a queste leggende. Nessuno ha mai avvistato queste persone che si fanno chiamare Divinità, sono solo delle leggende mitologiche per dare un credo all’umanità.>>
<<No… Loro esistono. La leggenda del Cavallo Argentato nacque per un motivo. Stessa cosa si può dire del potere Hexella: riesci sia a vederla che a sentirla, la Dea Blue. Se non si possiede il potere dell’Hexella, non si potrà mai comprendere. La Dea Blue ti dona vita e salute in cambio del tuo operato e annientamento del male, ovvero l’Umbrexella. La Dea Blue esiste, e anche i Draghi Creatori che crearono questo mondo, esistono. Ne sono certo, li sognai. I miei sogni sono premonitori, un giorno scenderanno in queste terre, donandoci ricchezze, e salvandoci da una minaccia impellente… Perché la Dea Blue vuole che noi diventiamo sempre più forti per poterli annientare.>>
<<Hai sognato una tale cosa? Conosco bene i tuoi sogni premonitori, ma dubito fortemente su questa storia.>>
<<Si… La sognai. Una favolosa Dea che ci avrebbe salvato da un’invasione dei Precursori.>>
<<Se ne sei convinto tu… Non interferisco nei tuoi sogni.>> Alice se ne andò divenendo nuovamente invisibile.
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Giarogia – Distretto 33, Scuola di Hallewart – Anno 703 – 5 Minuti prima della fine degli Esami di Qualificazione
<<AAAAAAAAAAAAAHHH! QUALCUNO MI SALVI!! Maledetta Scienza Magica!! Come cavolo dovrei sapere come si trasmuta il Mana Hikari in un Mana densificato?! Io non sono mai riuscito a densificare il Mana, anzi, non l’ho ancora mai usata!!>>
<<Mancavano 5 Minuti alla fine dell’Esame, e per fortuna sembrava che esso andasse bene, però Scienza Magica era l’unica grande pecca! Purtroppo ho sempre odiato la Teoria Magica..>>
E senza che me ne accorgessi, passarono subito questi 5 minuti.
La professoressa Railton passò a prendere tutti i fogli degli alunni e ci sciolse terminando le lezioni di oggi.
Giarogia – Distretto 33, Scuola di Hallewart – Anno 746 – All’uscita della scuola, strada per il Distretto 33
<<*sigh* cavoli… Dobbiamo aspettare seriamente una settimana prima di prendere i nostri risultati?>> dissi mentre camminavo insieme ad Arata, Marco e Lya. Arata camminava più velocemente e si voltò verso di noi;
<<Che ne dite di andare a festeggiare?!>>
<<Huh?>> sussultammo in coro, poi Marco chiese;
<<Ma ancora non sappiamo nemmeno se siamo tutti e quattro qualificati!>>
Lya interruppe Marco con tono e sguardo scaltro;
<<Di chi stai parlando precisamente?>>
<<HA-AH! Sicuramente di lui…>> esclamò Arata.
<<Perché mi sento nominato…?> chiesi infastidito.
<<Beh è normale, tutti quanti sappiamo che avevi troppe lacune in Scienza Magica, e anche in lingua Rodyakan sei messo tanto male!>> esclamò Arata mentre mi guardava con faccia spensierata.
<<SI! MA—- almeno mi rimetto in sesto con Matematica e Storia, e se devo essere onesto le domande del Rodyakan non erano così tanto difficili. La Scienza Magica invece…>>
<<Virtus… Con quale domanda hai avuto difficoltà?>> chiese Lya girandosi verso di me. Nel mentre continuavamo a camminare.
<<Ehm… Beh, non è da vantarsi… Penso. Non sono riuscito a rispondere alla domanda riguardo la densificazione del Mana Hikari… Ecco.>>
<<Seriamente non sai come si densifica il Mana Hikari?>> chiese Marco, l’intellettuale di turno.
<<Beh scusami Signor so-tutto-io.>> risposi infastidito.
<<Anche i pervertiti a volte hanno problemi di comprendonio. Lascialo in pace, Marco.>>
<<Perché mi sento sia protetto che insultato allo stesso tempo?>>
Dopo un breve lasso di tempo ringraziai Lya.
<<Per che cosa?>> chiese Lya confusa.
<<Ecco, sicuramente se verrò promosso so già che sarà grazie al tuo portafortuna datomi. Quindi ti ringrazio già da ora, perché sono sicuro che sarà così!>> esclamai sorridendo verso di lei. Lya si girò imbarazzata.
<<N-non l’ho fatto perché ti volevo aiutare…>> rispose sottotono, distogliendo lo sguardo da me.
Mi chiedo se anche dopo questo lungo periodo di scuola, potremmo stare tutti insieme.
A divertirci, giocare, sorridere insieme… A discapito delle strade che sceglieremo di intraprendere.
Sarebbe un sogno.
──── Una settimana dopo ────
Passò una settimana, andai a scuola insieme ad Igea che mi accompagnò volentieri, e all’entrata della scuola ci stavano appesi numerosi fogli rappresentando tutte le classi del quinto anno, e dopo aver trovato il mio nome scoprii la verità riguardo l’andamento del mio esame;
<<81 PUNTI!! SIIIIII!!>> esclamai felicemente, scoprendo con grande sorpresa l’aver superato il mio esame.
<<Congratulazioni Fratellone!>> esclamò a sua volta Igea felice.
Improvvisamente si avvicinò Lya che stava dietro di me, iniziando a parlare;
<<Ah, ci sei anche tu, Virtus. Congratulazioni per aver passato l’esame.>>
<<Grazie mille Lya! Alla fine te l’avevo detto che mi avrebbe portato fortuna!>> esclamai ancora con tanta felicità e mostrando un pollicione come segno di soddisfazione.
<<Ah, tu sei la tanto parlata Lya quindi…>> disse Igea avvicinandosi a Lya. Molti miei compagni di scuola non li aveva ancora incontrati, e questa fu la prima volta per Lya.
<<Si, sono io. Hai qualcosa da dirmi?>> rispose Lya con volto e tono indifferente.
<<No nulla, solo che… Cosa vuol dire quel braccialetto che gli hai regalato? Vorrei tanto saperlo.>> chiese Igea, puntando con il dito il braccialetto che tenevo sul polso destro.
<<Una bambina di 13 anni non dovrebbe immischiarsi nelle faccende dei grandi.>> rispose Lya con aura di autorità suprema.
<<Nono aspetta, perché si sta definendo grande?>> pensai sorpreso, iniziando a notare un aura di sfida da entrambe.
Tra le due ragazze sembrava che stessero scattando delle scintille di combattimento, e gli sguardi divennero penetranti.
Si era creata un po’ di tensione, che per fortuna si distrusse all’arrivo di Marco e Arata.
<<Ehilà ragazzi… Huh, che avete voi due?>> chiese Arata; Lya e Igea risposero in coro:
<<Non sono affari tuoi!>>
<<Okay… Ci sono guai grossi qui.>> disse Arata spaventato, indietreggiando di due passi.
<<Non ti so rispondere nemmeno io…>> risposi perplesso.
Improvvisamente un cavallo bianco con un carro iniziò a sentirsi in lontananza, e Lya lo adocchiò.
Dopo qualche secondo di silenzio, Lya parlò;
<<Ragazzi, grazie mille per avermi sostenuta in questi anni.>>
<<A cosa dobbiamo questa frase improvvisa?>> chiese Arata, ma Lya non diede risposta. Improvvisamente davanti alla scuola si sostò un carro trainato da un cavallo bianco.
<<Un cavallo bianco…? E’ bellissimo, non ne ho mai visto uno!>> esclamò Igea elettrizzata alla vista, ma non sapeva ancora cosa stesse per accadere.
La vista di quel cavallo bianco era tutt’altro che positiva.
<<Il fatto che un cavallo bianco abbia sostato qui puzza…>> contemplò Marco. Lya sospirò e subito dopo si incamminò verso la carrozza.
<<E’ tuo?!>> esclamammo in coro, ma Lya rispose solo con un;
<<Scusatemi, ma oggi è l’ultima volta che ci possiamo vedere.>> un tono più debole uscì dalla sua bocca, accompagnato da una tremarella notabile dalle sue braccia.
<<Dovrò seguire le orme del mio Casato Redefelt da oggi in poi. Normalmente non dovevo venire qui, e avere ulteriori contatti con voi… Ma almeno volevo avere l’opportunità di vedere i vostri sorrisi per un’ultima volta. Spero che mi capirete, e mi perdonerete.>> finì Lya, iniziando ad incamminarsi verso il carro.
<<Non può essere…quindi...>> pensai, ricordandomi del braccialetto che ci regalò. Improvvisamente compresi che il motivo dietro l’averci regalato quei braccialetti era per far si che noi non ci saremmo mai dimenticati di lei. Quel sorriso… Non era felicità, era un sorriso…
<<No aspetta Lya!>> esclamai, scattando in avanti e tirandola per il braccio.
<<Perché devi andare, pensavo che saremmo rimasti insieme… Per sempre, noi quattro… Abbiamo ancora tanta strada da percorrere insieme!>> gli gridai contro, ma Lya non riuscì a reagire. Tremava, sicuramente si stava trattenendo dal piangere.
<<Lya…>> ero rimasto perplesso da quel che vidi, non voleva farsi vedere debole in quel momento, eppure sembrava che stesse combattendo contro sé stessa.
<<Lasciami stare… Per favore.>> sentì sussurrare da lei. E senza pensarci, lasciai lentamente la presa del suo braccio. Non volevo che continuasse a soffrire, visto che ci pensai solo dopo che anche per lei non fosse facile abbandonarci. Prima che salisse sopra il carro le chiesi in lacrime;
<<Cosa farai da oggi in poi?>>
Non rispose, bensì uscì un uomo con una camicia bianca dal carro che disse;
<<Vieni Lya, non devi più aver a che fare con questi ratti.>>
<<Ratti…?>> chiesi, nel mentre Marco avanzò di qualche passo e chiese, alzando la voce;
<<Chi hai osato chiamare ratti?!>>
L’uomo teneva un monocolo nell’occhio sinistro, e uno sguardo fiero tipico di un nobile.
Dal suo fisico gli avrei dato 35 anni.
<<Voi siete dei ratti, e dei ratti non possono raggiungere un pappagallo.>>
Marco si mise a ridere;
<<Heheh… E che ci faceva un pappagallo in mezzo a dei ratti allora?>>
L’uomo strinse i suoi pugni, ma Lya prese il suo braccio e supplicò;
<<Per favore, padre. Lasciali stare. Ti chiedo solo questo.>>
<<Come, quello è suo padre?>> chiese Arata.
L’uomo strinse ancora di più il pugno del braccio in cui Lya si era poggiata, per poi scansarla via e salendo sopra il carro.
Lya lo seguì subito dopo salendo nel lato posteriore del carro, chiudendo lo sportello.
Dopo un breve lasso di tempo, il cavallo inizio a nitrire e lentamente lasciarono la piazza della scuola, abbandonandola con un’aria di tristezza e desolazione.
Non vedemmo più Lya.
<<Che razza di problemi aveva quell’uomo? E poi un cavallo bianco, come minimo arriva dal Primo Anello. Ma che ci faceva qui da noi?>> chiese Marco.
<<Non lo so, una cosa è certa, Lya ci ha sempre mentito sulla sua identità.>> risposi io.
<<Lya… Chi sei veramente? Il Casato Redefelt cosa ha in mente di farti fare?>>
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Tutto inizia da ora…
La mia vita fu sempre senza significato, abbandonati da tutti e da tutto.
Ma da quando venni salvato da quell’uomo, e preso cura dall’Ordine Praxis, tutto cambiò.
Igea, Arata, Marco e… Lya.
Grazie a loro, sono quello che sono oggi.
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<<La ritroverò.>> dissi improvvisamente.
<<Cosa? E come scusa?>> chiese Marco.
<<Sei fuori di testa, Virtus!>> esclamò Arata.
<<Fratellone, cosa hai in mente?>>
<<Da oggi in poi non sono più un bambino di nome Virtus. Io sono il nuovo spadaccino di Giarogia, Yukkito! E riuscirò ad entrare nel Casato Reale del Primo Anello per riprendermi Lya!>>
Esclamai queste esatte parole prima di ritornare ad incamminarmi verso casa, ed iniziare a cambiare la mia vita per sempre.
Da quel momento in poi avevo solo un obiettivo; salvare Lya Redefelt dal suo casato. Nient’altro era importante per me in quel momento.
──── Nel mentre… ────
<<E così anche io ce l’ho fatta, eh?>>
Uno strano ragazzo stava sfogliando dei fogli nella segreteria della scuola, notando che passò l’esame di qualifica con un 93.
<<Bene… Così il Casato delle Lame del Destino mi potrà accettare.>> sussurrò, mentre prese i fogli e li poggiò nel bancone della segretaria.
<<Vuoi una copia?>> chiese la segretaria che stava lavorando nella sua scrivania.
<<Sì.>>
<<Dimmi il tuo nome.>>
<<Kevin… Kevin Nakano.>>
La segretaria iniziò a creare una copia con penna e documenti nuovi, mentre il giovane ragazzo Kevin rimase in pensiero.
<<Bene. Ecco la copia, buona fortuna, che la Dea Blue sia sempre con te.>>
Prese la copia e se ne andò.
<<La mia vita, inizia da ora!>> pensò Kevin, pronto ad entrare nell’Accademia della Spada Argentata per seguire il suo obiettivo: diventare il nuovo membro delle Lame del Destino.
◖Fine Capitolo 3◗