<<Da oggi in poi non sono più un bambino di nome Virtus. Io sono il nuovo spadaccino di Giarogia, Yukkito! E riuscirò ad entrare nel Casato Reale del Primo Anello per riprendermi Lya!>>
Un breve silenzio calò tra tutti noi non appena citai queste esatte parole, per poi diventare un sonoro;
<<COOOOOOOOOOOOOOSA?!>> esclamarono tutti appena sentirono ciò che ebbi da dire.
<<Sei serio? Quasi nessuno del Terzo Anello riesce ad entrare direttamente nel Primo Anello! Solo i Nobili ci vivono!>> esclamò Arata.
<<E’ vero che se uno prosegue la strada da avventuriero, tramite l’Ordine della Guerraglia riusciresti ad entrarci, ma è praticamente impossibile. L’Ordine della Guerraglia tiene sedi anche nel Secondo Anello, dunque è più probabile entrare lì che nel primo.>> teorizzò Marco mentre iniziò a pensare a molteplici possibilità. Lo interruppi e dissi;
<<Marco, metti di lato i tuoi lunghissimi e noiosissimi ragionamenti intelligenti, e capirai che se ti ci metti d’impegno ed animo, anche l’impossibile diventa possibile.>> risposi, avendo come risposta il totale silenzio di Marco, accompagnato poi con un “Forse hai ragione”.
<<Quindi il tuo obiettivo è diventare uno spadaccino?>> chiese Igea.
<<Spadaccino… Dal nome di Yukkito?>>
<<Si, questo sarà il nuovo me.>> risposi alla domanda di Igea.
<<…capito…>> si sentì un lieve dispiacere nelle sue parole. Un silenzio improvviso piombò tra di noi, quasi imbarazzante.
<<…Igea.>> dissi girandomi da lei e calandomi alla sua altezza.
<<Prima o poi sarebbe successo… No?>> chiese lei, cominciarono a calargli delle lacrime che tagliavano il suo viso. Cercai di asciugarle, strofinando il mio dito sulle sue guance. Erano morbide e candide, quasi un peccato rovinarle con delle lacrime.
<<…Igea, ormai sei cresciuta, sai cucinare, lavare… Tutte cose che io non ho mai saputo fare. E’ grazie a te se io sono sopravvissuto fino ad oggi, tu… Eri la mia ragione di vita, lo sei sempre stata. Ed è proprio per questo che da oggi ci dovremmo dividere per… Un po’ di tempo.>>
Cercò di calmarsi subito, essendo che le ho detto che era cresciuta e maturata, provò subito a rispettare le mie aspettative che avevo su di lei. Chiese;
<<Un po’… Per quanto?>>
Rimasi in silenzio, non volevo rispondere, ma poi decisi di farlo;
<<Un… Po’. Troppo. Mi dispiace. Ma ti verrò comunque a trovare appena avrò la possibilità! Te lo prometto. Sull’onore della nostra piccola famiglia.>> dissi porgendole il mignolo come facevamo da piccoli. Le feci svariate promesse quando eravamo più piccoli, ed una di questa era che saremmo rimasti insieme per sempre.
<<Dovrei… Fidarmi di questa promessa?>> chiese Igea, tentennando. Non si fidava di me…ma questa volta ero sicuro di quello che stavo facendo, e speravo con tutto me stesso che lei lo capisse.
<<Sì, te lo prometto.>>
Dopo un po’ mi porse il mignolo, rispondendo con un;
<<Fratellone… Ti aspetterò sempre, di nuovo a casa… Aspetterò la tua voce che dirà che sei tornato di nuovo… E io ti risponderò con un benvenuto, fratellone!>> disse iniziando a piangere sul mio petto, ed io la abbracciai. Nel mentre che Marco e Arata videro questa scena, sorrisero e Arata disse;
<<Quanto mi piacerebbe avere una sorellina…>>
<<Questa frase potrebbe risultare alquanto malinconica detta da te.>> rispose Marco con sguardo perplesso.
Dopodiché presi Igea sulle mie spalle e dissi;
<<Per oggi pensiamo a divertirci, non era stata proposta una festa poco fa?>>
Anche se era successo quel che era successo, non potevo far calare di troppo il morale di tutti quanti. Dunque, presi l’iniziativa e proposi il continuo della festa.
Arata si sentì nominato e rispose;
<<Sì! Una festa da passare tutti insieme! Alla nascita della missione “Salvare Lya Redefelt dalle grinfie del male!”>> esclamò eccitato.
<<Io oggi non ho nulla da fare, decidete quel che volete.>> rispose Marco, proponendosi libero tutta la giornata.
<<Beh, basta che ci divertiamo! Quindi leva questo muso lungo Mister Secchione!>> Esclamò Arata provocando Marco. Quest’ultimo non diede nessuna risposta ad Arata, bensì solo uno smacco di fastidio.
<<Allora andiamo nel prato della piazza Lyusula?>> chiesi io, aggiungendo: <<Igea, ti va di preparare un pranzo al sacco per tutti?>>
<<Va bene, vi preparerò dei manicaretti che ricorderete per sempre!>> esclamò Igea eccitata per la festa.
<<Così ti voglio. Allora andiamo!>>
E così, passammo un altro giorno a divertirci, insieme, pure se la mancanza di Lya a volte si faceva sentire.
Passarono ore, facendosi sera. Non sapevamo che ore erano, ma visto l’infinito cielo notturno, pieno di stelle, potevamo dedurre che sia successivamente tardi per cominciare ad andare a casa. Ma così non andò, rimanendo sotto quel lenzuolo blu infinito chiamato cielo, continuando a parlare e scherzare insieme.
Igea dopo un certo punto si addormentò sopra le mie gambe.
<<Guarda un po’ te… Ci credo, oggi ha dato tutto se stessa ed è rimasta senza energie.>> dissi tra me e me, accarezzando la testa di Igea dormiente.
<<Sei fortunato ad avere una sorellina simile.>> disse Arata. Io ridacchiai e risposi;
<<Tu dici? Beh, onestamente l’ho sempre pensato. Sai… Lei ed io non abbiamo mai conosciuto i nostri genitori. Quindi ho un po’ assunto il ruolo da padre per lei… E lei il ruolo da madre per me. Ci completiamo a vicenda, in un modo o nell’altro. Lei ha pianto per la mia futura mancanza, e io pure se non l’ho dimostrato, muoio dentro a doverla abbandonare. Non avrò pianto, ma il mio cuore piange a doverla lasciare. Però… Devo diventare forte, e riuscire a portare indietro Lya, provando a rispolverare in qualche modo il mio passato. Ho troppi obiettivi, e lei si deve cercare la sua strada personale, i suoi obiettivi. Non voglio che segua il mio stesso tragitto.>> dissi mentre continuavo ad accarezzare la testa di Igea.
<<Sei un buon fratello.>> rispose Marco.
<<Ahah… Non penso proprio, anzi, sono un brutto esempio di un tipico fratello maggiore. Soprattutto per quello che dovrò fare.>>
<<Io non ho avuto né fratelli né sorelle. Sono sempre stato figlio unico, e non ebbi mai una figura al mio fianco. Ecco perché reputo la relazione tra te e tua sorella fantastica. La invidio parecchio, e credo che lei abbia un ottimo fratello al suo fianco.>> disse Marco mentre era disteso sul prato, tenendosi con le sue mani per non far toccare la sua schiena sulla rigorosa erba.
<<E sono sicuro… Che se anche la sua bocca dice che non vorrebbe mai separarsi da te, in realtà lei vuole che tu sia semplicemente felice. Se tu trovi la felicità nel riunirti con Lya, allora lei spera nel successo di questo tuo obiettivo.>> continuò, mentre sospirò alla fine della frase.
<<Eeeh, non credevo fossi anche filosofico.>> disse Arata con tono ironico.
<<Non è filosofia, è semplicemente la verità. Non avrò mai avuto una sorella o un fratello minore, ma so bene cosa le persone come Igea possano pensare. Non è difficile da comprendere.>>
<<Questo lo dici tu! Quando si tratta di queste cose sei sempre così furbo. Io invidio questo di te.>> continuò Arata mentre fece un espressione infastidita.
<<Al posto di lamentarti sempre di queste cose, puoi agire per cambiare. Lamentarti sempre non ti porterà a nulla. Anche Virtus ci riesce.>> rispose Marco sospirando alla fine.
<<Visto! Continui con i tuoi discorsi filosofici!>>
<<Aspetta…perché sono stato nuovamente usato per un esempio negativo?>> chiesi sconcertato.
<<Ma dopotutto Marco ha ragione.>> dissi dopo un lasso di tempo, spezzando improvvisamente il silenzio. Poi continuai;
<<Rimuginare su noi stessi mentre il mondo va avanti, non serve a nulla.>>
Marco sorrise alle mie parole.
<<Ben detto, Virtus.>>
<<Beh, devo ammettere che il tuo modo di parlare sta influenzando anche me. Alla fine, anche io tengo grossi obiettivi in futuro e non sono per niente pronto ad affrontarli! Ahah.>> disse Arata grattandosi il capo mentre rideva forzatamente.
<<Posso ben capirlo. Io non dissi mai che fossi pronto a diventare un avventuriero. A dire il vero, non so neanche come impugnare una spada, né tantomeno usare il mana. Sono una completa catastrofe, non ho nessuna abilità unica e l’unica cosa che so fare al momento è improvvisare. Anche se…>>
Improvvisamente nella mia mente passarono dei flashback del passato, quando quell’uomo mi salvò da quella gente…
Quegli occhi smeraldo rimasero impressi nella mia mente.
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“Perdonami…” è semplicemente quello che ti vorrei dire.
Purtroppo da oggi in poi, le nostre strade si dovranno dividere.
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Mi alzai prendendo in braccio Igea.
Mi girai da Marco e Arata e chiesi;
<<Quali saranno le vostre strade da oggi in poi?>>
<<Io seguirò l’obiettivo del nostro Casato Hasegato, lavorerò all’azienda di famiglia che mi aspetta al Secondo Anello!>> rispose Arata mentre si alzò in piedi, con espressione e tono fiero di sé stesso.
<<Cosa?!>> esclamammo io e Marco. Un ragazzo stupido come lui stava avendo un’opportunità di vita di fronte a sé. Fu completamente inaspettato.
<<Si, il nostro Casato è famoso nel Secondo Anello, gestiamo un’azienda che fornisce beni primi in quelle zone, esportandole addirittura nella Nazione di Arlebast. E abbiamo contatti con l’Ordine della Guerraglia, quindi Virtus… Anzi no, Yukkito, se riuscirai ad entrare nell’Ordine della Guerraglia, ci potremmo addirittura incontrare.>> spiegò Arata con un sorriso buffo in viso.
<<Ora capisco le tue paure. Beh, stupido come sei, so che sei molto orgoglioso della tua famiglia. Non vedo l’ora di avere nuovamente contatti con te in futuro!>> esclamai, mentre anche Marco con tono serio e conciso disse la sua;
<<Il Casato Hasegato detiene un’azienda di esportazione merci in tutta Giarogia. Non ci pensai mai, ma non mi aspettavo che ti facessero entrare subito nella sede principale.>>
<<Ma no, non è di certo così! Cioè nel senso, mi fanno entrare nella sede del secondo anello, ma non credere che lavorerò negli uffici! Molto probabilmente scaricherò merce e la organizzerò nei magazzini, tutto qui.>>
<<Sono felice per quello che diventerai! Tu invece, Marco?>> chiesi, girandomi verso Marco.
<<Io… Seguirò le tue stesse orme. Penso proprio che mi unirò all’Accademia e proverò ad entrare nell’Ordine della Guerraglia.>>
<<Anche tu? Come mai questa scelta? Credevo che fossi più ostinato a non diventare un avventuriero… Con i tuoi voti e conoscenze, daresti molto di più in altri settori.>>
<<Lo dicono tutti. Ma credo che proprio per questo motivo voglio diventare un avventuriero. Dopo aver passato anni a studiare, voglio mettere in atto le mie conoscenze e doti per diventare un comandante di qualche gruppo esplorativo oppure per supportare la mia squadra.>>
<<Visto il tuo modo di comportarti, mi aspettavo che diventassi uno scienziato oppure un professore didattico…>> risposi con tono perplesso.
<<Già vero, lo credevo pure io…>> arrivò subito dopo Arata con stesso tipo di tono.
<<Per chi mi avete preso?!>> chiese spaventato Marco.
<<Comunque si, sono deciso di entrare nell’Ordine della Guerraglia. Se ti lascerò da solo in questo percorso, non so dove finirai.>> disse Marco con tono ironico ma espressione indifferente.
<<Apprezzo molto le tue parole…anche se l’ultima parte te la potevi evitare…>> risposi con una goccia di sudore.
<<Quindi ci rivedremo tutti quanti presto. Questo non è un addio, ma un arrivederci!>> esclamò Arata colmo di energie.
<<Ci puoi contare!>> risposi ad Arata. Misi la mia mano al centro, e non appena la videro Marco e Arata misero la loro sopra. Dopodiché ci dividemmo, nella speranza di poterci rincontrare.
Giarogia – Distretto 33, Casa di Igea – Anno 703 – Il giorno dopo
<<Fratellone? Sei sveglio?>> Igea entrò dentro la mia stanza. La stanza era vuota e desolata, il letto sistemato ed un biglietto sopra di esso.
Igea si avvicinò al letto, avendo paura che potesse essere quello che pensava.
Si calò e prese il foglio in mano, iniziando a leggere il testo che scrissi;
“Buongiorno, Igea. Spero che avrai dormito bene.
Ecco… Non sono molto bravo in queste cose, quindi farò più breve possibile;
sappiamo entrambi che salutarci avrebbe peggiorato la situazione,
dunque ho deciso di abbandonare la nostra città senza dirti nulla, non volevo ferirti ulteriormente.
Spero che mi perdonerai per questo, e mi aspetterai, nel giorno in cui ritornerò.
Ti voglio bene,
tuo fratello Virtus.“
Rimase in silenzio, cadendo a terra con le ginocchia.
<<Virtus…sei proprio uno stupido.>>
Iniziò a piangere, tenendo il foglio nel suo petto.
Purtroppo il giorno prima o poi, sarebbe dovuto arrivare.
◖Fine Capitolo 4◗