Capitolo 5

Ciò che è giusto da fare

Prateria a nord di Adarmas – Anno 652 – 2 Settembre – Ore 9:55 – Kevin’s POV

Uscii dalla città nella parte nord, ritrovandomi in una enorme distesa d’erba molto simile a quella sud; volevo trovare un albero per potermi allenare a tirare fendenti, avendo l’obbiettivo di poterlo buttare giù, abituandomi anche al peso della spada. Allo stesso momento cercai di non allontanarmi troppo però, a causa di un motivo alquanto scontato che mi era tornato in mente.

“Mmmhh…però non voglio allontanarmi troppo, potrei rincontrare Akane se rimango nelle vicinanze, sperando che non sia partita prima di me, però penso di no…vorrà visitare almeno un pochino questo paese…spero.” Nonostante Akane fosse una semplice ragazza nobile incontrata per puro caso, ci stavo ancora rimanendo male per quello che le avevo fatto, abbassando il mio sguardo ed iniziando a pensare. Non volevo perdere una possibile amicizia per un motivo così futile; la paura che non potevo neanche più incontrarla pervadeva in tutta la mia testa.

“Se non dovessi più rivederla, mi auguro che non si cacci in qualche guaio, dopotutto le avventure possono rivelarsi improvvisamente pericolose, speriamo stia sempre bene.” Dopo aver contemplato ciò rialzai il mio sguardo, provando a ritornare determinato; in questo modo potevo iniziare a cercare un albero e cominciare ad allenarmi.

Passeggiai verso la parte sud-est della prateria, riuscendo a trovare un albero adatto per essere abbattuto. Subito dopo iniziai a dare colpi all’aria vicino all’albero per abituarmi al peso della spada, tiravo ogni tipo di fendente, da quelli verticali a quelli orizzontali e anche diagonali, si sentiva che era davvero pesante ad ogni attacco sferrato; difatti il mio braccio destro si affaticava molto e qualche volta cercavo di supportarlo con il sinistro.

“Sicuramente se riesco a buttarlo giù in un solo colpo, vuol dire che sarà stato un fendente abbastanza potente…per far capire che posso utilizzarla al meglio, con un’arma di ferro penso sia impossibile abbattere un albero…o perlomeno servirebbero più attacchi sicuramente.” Contemplai con volto concentrato mentre provai a tirare dei fendenti a piena forza, guardando anche per bene la robustezza dell’albero: era alto circa sui sette metri e teneva un tronco marrone abbastanza spesso, aveva anche parecchie foglie nei rami.

“Cavoli…è davvero pesante…non riesco a rimanere bilanciato per troppo tempo…” Continuai a tirare fendenti all’aria, stringendo i miei denti per lo sforzo e sudando leggermente. Spesso mi capitava di avere un coordinamento imbarazzante, tirando dei fendenti tremendamente casuali e senza forza. Decisi di continuare per alcune ore in questo modo, iniziando a notare dei miglioramenti.

Prateria a nord di Adarmas – Anno 652 – 2 Settembre – Ore 13:20

“Allora…finalmente penso di riuscire a fare qualche fendente decente…però mi sento il braccio distrutto ovviamente. Detto questo allora…penso che tra poco andrò a mangiare…ora che ci penso non ho fatto nemmeno colazione! Uff…spero di poterlo abbattere subito questo albero…anche perché in caso contrario…penso che sentirei un dolore assurdo al braccio, se dovessi fallire.” Il mio stomaco stava iniziando a brontolare, per varie ore avevo tirato fendenti all’aria come uno stupido per abituarmi al peso, la sentivo ancora pesante, però molto meno rispetto a qualche ora prima. Feci un respiro profondo e mi girai verso l’albero, tirando il braccio destro all’indietro per caricare un fendente: mi trovavo a qualche centimetro di distanza da esso, sperando di poterlo abbattere con un fendente fisico. In quel momento riuscivo almeno a coordinarmi, ma non ero rapido come quando usavo la spada di ferro, per tornare alla mia velocità d’attacco originale avevo bisogno di più tempo. Tenevo uno sguardo determinato e ferreo anche se esausto, fissando l’albero intensamente per alcuni secondi, decidendo infine di tirare un fortissimo fendente orizzontale.

“Bene…preparati a essere tagliato in due…” Con tono prepotente tirai un fendente orizzontale con tutta la potenza che avevo, in quello stesso momento la spada si illuminò di viola e rilasciò una scia magica del medesimo colore, attuando un fendente magico che viaggiò per tantissimi metri in avanti. Dopo qualche istante l’albero iniziò a cadere, ma ciò successe grazie alla mia forza fisica, il fendente magico era solo un qualcosa in più che ero riuscito a compiere. L’albero cadde all’indietro e creò un grande frastuono appena si schiantò con la terraferma, facendo alzare un leggero polverone all’impatto che scomparve dopo pochi secondi. Iniziai a fissare il vuoto, rimanendo stupito di ciò che avevo fatto.

“Wow…cioè è come mi aspettavo ma…cos’era quel fendente magico…? Era come se avessi lanciato del mana tramite la spada…aspetta un attimo…voglio riprovare.” Rimanendo perplesso decisi di riprepararmi per tirare altri fendenti, provando a trasferire di nuovo del mana tramite la mano sulla mia arma. Mi concentrai per alcuni secondi, mentre tenevo la spada dietro di me per poter caricare l’attacco; dopo averlo fatto, tirai la bellezza di ben cinque fendenti consecutivi, tutti quanti avevano ottenuto l’effetto desiderato: ovvero quello di rilasciare dei colpi energetici, che tenevano la stessa forma del colpo attuato poco prima, erano sempre di colore violaceo a causa del potere della spada.

“Incredibile…chissà quanti poteri contiene questa spada che dovrò ancora scoprire! Per ora penso possa bastare…è meglio che vado a mangiare qualcosa. Ho una fame da lupi e Akane non l’ho vista per niente…” Triste e con volto leggermente abbattuto, rimisi la spada nel fodero e tornai dentro Adarmas, trovando un ristorante per poter mangiare qualcosa. Verso il pomeriggio feci dei lavoretti per guadagnare qualche moneta, in questo modo potevo almeno sopravvivere nei prossimi giorni, fin da bambino avevo già imparato a fare queste cose: sistemare delle baracche tutte disordinate, aiutare con dei pacchi per il trasferimento di oggetti, oppure spostare delle casse molto pesanti. Se non si avevano soldi era meglio fare quelle attività ogni giorno, almeno ci si poteva garantire un pasto decente.

Adarmas – Anno 652 – 2 Settembre – Ore 18:30

Lavorando per varie ore si era fatto tardo pomeriggio, notando che la mia tessera da avventuriero teneva illuminate 8 stelle su 10. Il sole stava iniziando a tramontare, difatti il cielo era completamente arancione.

“A quanto pare la signora della guildhouse intendeva nel vero senso della parola…che qualsiasi sforzo sia fisico che mentale ti aumentava il numero delle stelle illuminate…perfetto. Penso che ora sia meglio trovare un modo per dormire, potrei accamparmi oppure trovare qualche pos- ” Smisi di parlare improvvisamente, sentendo l’urlo di una ragazzina non troppo distante, stava chiedendo e implorando aiuto. Mi trovavo in un percorso pieno di bancarelle in legno ai lati della strada; dietro ad esse c’erano delle case ben fatte e ben strutturate: sembrava un quartiere benestante dove le persone non potevano avere problemi sul guadagno. La strada era larga circa una decina di metri e lunga quaranta, finché non ci stava un bivio sia a destra che sinistra. Mi girai e notai che un ragazzo stava trascinando la ragazza che implorava aiuto.

“Lasciami stare! Non ho fatto nulla di così grave per meritarmi questo!” La ragazzina si mise ad urlare, provando a liberarsi dalla presa del ragazzo, ma non ci riuscì.

Il ragazzo aveva capelli neri stirati normalmente e occhi rossi: vestiva di un abito blu con delle strisce di colore bianco e un fazzoletto di stoffa dello stesso colore sul colletto, insieme a dei pantaloni e scarpe nere. Aveva un fisico abbastanza snello ed era alto 1,75 m, si poteva notare anche uno sguardo poco rassicurante sul suo volto. Invece la ragazza era vestita con un’uniforme scolastica grigia: dotata di una gonna e calze abbastanza corte del medesimo colore; nella parte superiore, all’incirca dove stava il seno, si poteva notare l’interno del vestiario che era completamente bianco, dove parte di essa veniva coperta da una cravatta di colore rosso. Aveva i capelli castani a caschetto e occhi neri, era anche molto snella e alta circa 1,60 m, infine indossava delle scarpettine di colore marrone adeguate alla sua uniforme.

“Silenzio villica! Dovevi guardare meglio mentre andavi verso la bancarella…invece di corrermi addosso facendomi cadere, adesso avrai una punizione che solo quelle come te meritano, ovvero che ti porterò a casa mia.” Lo sguardo del ragazzo era tra l’arrabbiato e il perverso nello stesso momento; continuando a trascinare la ragazzina con tutta la sua forza.

“Nooo! Ti prego…lasciami stare! Ti scongiuro!” La ragazza continuò a urlare e aveva un volto terrorizzato con gli occhi spalancati. Provava in tutti i modi a tenere i piedi piantati per terra, ma non era abbastanza forte per resistere contro il ragazzo violento. Le persone iniziarono a girarsi, chiedendosi cosa stesse accadendo, ma non la aiutavano comunque, rimasero fermi solo a pensare mentre quel ragazzo pian piano la stava trascinando via tirandole il polso.

“Per come si sta atteggiando…non mi dire che…” Iniziai a correre verso di loro, stringendo i miei denti e avendo un volto abbastanza irritato. Appena mancarono pochi metri, cercai di trovare un modo per farmi notare, facendo subito una domanda per farmi sentire:

“Ehi…cosa vuoi fare a questa ragazza? E che cosa ha combinato per farti arrabbiare in questo modo?” Chiesi all’individuo con uno sguardo molto irritato e tono autoritario; avvicinandomi a lui, notai che aveva un’arma sottile in un fodero, era appesa sulla vita della gamba destra.

“E tu chi diamine sei? Non sono affari tuoi! Vai via e torna nella spazzatura da dove sei venuto, una persona comune come te non ha il diritto di intralciarmi.” Fece uno sguardo di disgusto, insultandomi con tono irritato e continuando a trascinare la ragazza con sé subito dopo, dandomi le spalle. Dopo alcuni secondi, presi coraggio e la aiutai.

“Se nessuna la aiuta…allora lo farò io…” Corsi verso il ragazzo, spingendolo e facendolo cadere per terra: iniziò a rotolare per alcuni metri e rimase in silenzio per qualche secondo; subito dopo presi la ragazza per poterla mantenere, in questo modo non rischiava di cadere. Le persone mi guardarono come se avessi violato un regolamento; infatti i cittadini comuni non dovevano mai intralciare i nobili nelle loro scelte, anche se ne valeva la dignità di una persona, una regola che era giusta in alcuni casi, ma in altri no; anche per questo le persone stavano sicuramente ferme a guardare, non volevano rovinare la loro stessa vita per salvare una ragazzina.

Cosa ha fatto?

Sarà forse impazzito?

Spero sia un nobile anche lui, almeno per quello che ha appena fatto.

Non penso, guarda come è vestito.

Riuscivo a sentire le frasi dei cittadini anche se in un modo non del tutto chiaro, ma una cosa l’avevo capita molto bene, ovvero che era un nobile.

“Ehi tu…verme…come hai osato mancarmi così di rispetto?!” Il nobile mi urlò contro, rialzandosi più furioso che mai e girandosi verso di me; strinse i suoi denti in un modo abbastanza prepotente e aveva gli occhi più spalancati di prima. Innanzitutto cercai di capire chi fosse.

“Potrei anche risponderti…però prima vorrei sapere una cosa…chi sei TU…? Presentati!” Dopo avergli fatto una domanda, cercai di obbligarlo a farlo rispondere: mettendomi ad esclamare con la voce alta. Tenevo la ragazzina ancora stretta a me, mentre spostai il mio braccio destro lateralmente.

“Tsk…io sono un nobile di PRIMO rango! Mi chiamo Hikaru Drobat.” I nobili di primo rango avevano il potere quasi assoluto, a volte maltrattavano persino coloro che erano di secondo rango, difatti l’importante per loro era avere tutto. Che fosse sbagliato o giusto non gli importava molto; ovviamente non tutti erano così, ma la maggior parte ne era partecipe di questa nobiltà corrotta.

“(Dannazione…è un nobile di primo rango…sicuramente in questo paese sarà famosissimo e molto forte; mi sono cacciato in un bel guaio, potrebbe chiamare qualcuno per uccidermi, oppure vorrà farlo lui stesso…ma se dovesse essere così, come faccio a…no…devo difendere questa povera ragazzina.)” Pensai dentro di me; inizialmente ero preoccupato ma poi mi ripresi, facendo uno sguardo determinato e serio contro di lui. Hikaru continuava a fissarmi con rabbia.

“Giovane avventuriero se ne vada…me la caverò da sola, non si preoccupi…non voglio che si cacci in grossi guai a causa mia.” La ragazza dicendomi queste parole, mi stropicciò parte dell’abito, era agitata e si sentiva in colpa. Cercai di confortarla subito dopo.

“Tranquilla…ho fatto io questa scelta, non deve sentirsi responsabile.” Subito dopo con un sorriso, lasciai la ragazza dietro di me, visto che ormai riusciva a tenersi in piedi. Mi avvicinai verso Hikaru, cercando di risolvere la situazione in un modo pacifico; ovviamente non mi andava bene il suo comportamento, ma in quel momento era meglio pensare molto bene con il cervello.

“Uff…signor nobile Drobat…con tutta la gentilezza e l’umiltà di questo mondo, le chiedo di lasciare in pace la ragazzina qui presente, per qualunque cosa scorretta che le possa aver fatto.” Dicendo questa frase con tono formale ed educato, feci subito dopo un inchino veloce come segno di rispetto.

“Te lo scordi!” Ricevetti l’effetto contrario, Il nobile si arrabbiò di più a sentire queste parole; presentava uno sguardo molto cupo ed infuriato.

“Eh…ma cosa?” Dopo che mi ero rimesso composto, spalancai i miei occhi e rimasi sconvolto; nonostante le mie sincere ed educate scuse, non voleva lasciarci andare via illesi. Subito dopo Hikaru fece un sorriso sospetto, sicuramente voleva fare qualcosa che non mi sarebbe piaciuto.

“Pensi che vi lascerei andare così su due piedi…anche dopo quello che hai fatto te? Mai e poi mai!” Esclamò il nobile alzando la voce, sicuramente era parecchio arrabbiato, ma lo nascondeva in quello strano sorrisetto stampato sulla sua faccia. Iniziai ad irritarmi ed alzai la voce; nel mentre la ragazzina si stava preoccupando sempre di più.

“Lei non ha nulla a che fare ora con noi due! Se proprio devi, prenditela con me e basta…falla tornare a casa!” Iniziare ad urlare, stringendo i miei denti e facendo un volto parecchio infastidito; ma lui non decise di cambiare idea.

“Nono…lei non può andarsene…anzi…se proprio insisti…che ne dici se la risolviamo alla vecchia maniera?” Dopo che fece questa domanda con tono arrogante, il suo sorriso divenne ancora più sospetto, appoggiando il suo braccio destro sulla vita.

“I-in che senso?” Domandai con tono perplesso, rimanendo sempre con lo stesso sguardo.

“Pff…pensavo lo avresti capito…sto parlando di un duello ovviamente…se tu vincerai…lascerò in pace te e la ragazza…ma se perderai…ti dovrai far uccidere dal sottoscritto. Anzi…ancora meglio: ti affronterò direttamente all’ultimo sangue, provandoti ad eliminarti in tutti i modi nel duello. Ovviamente solo io avrò diritto di ucciderti sia chiaro, oppure puoi pur sempre scappare adesso insieme a lei; ormai conosco il suo aspetto, quindi mi basterà un altro momento per poterla punire, ahahahah!” Dopo queste parole scoppiò a ridere e si passò la lingua sulle labbra, continuando a sorridere in un modo davvero irritante. Allargò le sue due braccia mentre spiegava cosa volesse fare. Rimasi qualche secondo in silenzio, facendogli poi una domanda:

“Khk…! Che livello saresti? Solo per sapere.” Gli chiesi con tono irritato ma agitato allo stesso momento, i miei occhi nel mentre stavano traballando leggermente. Se dovevo affrontare un nobile come lui, la mia vita sarebbe stata in pericolo.

“Oohh? Io sono di livello 3…caro avventuriero villico.” Il nobile rimise le sue braccia normalmente; era sicuro di sé stesso e continuò a sorridere, usando un tono da sbruffone.

“NON ACCETTARE! VAI VIA E SCAPPA!” La ragazza mentre stava dietro di me si mise ad urlare, preoccupandosi parecchio mentre mi guardava con gli occhi intimoriti; aveva paura che io potessi morire.

“A…andrà tutto bene, non preoccuparti per me…Hikaru Drobat…ACCETTO LA TUA SFIDA!” Inizialmente consolai la ragazza, subito dopo mi rigirai verso il nobile, esclamando queste parole in un modo a dir poco determinato. Il mio sguardo acceso e quello arrogante del nobile, si scontrarono aggressivamente tra di loro.

Fine Capitolo 5

Extra:

Adarmas – Anno 652 – 2 Settembre – Ore 16:00 – Kevin’s POV

In quel momento stavo lavorando per poter guadagnare qualcosa, dopotutto se si voleva avere qualche pasto decente, non si poteva di certo ottenerli senza spendere qualcosa. Mi trovavo nel lato di una strada, dove in quella zona si trovava un carro pieno di scatoloni in legno; il lavoro consisteva di spostare alcuni di essi per portarli nel marciapiede.

“Dai forza! Abbiamo parecchie scatole da spostare ragazzo!” Mi esclamò un uomo con la maglietta bianca e pantaloni grigi: aveva parecchia barba nera ed era abbastanza grosso e muscoloso; era anche molto alto ed aveva gli occhi marroni con una sfumatura di capelli del medesimo colore.

“Si aspetta…non sono forzuto come voi!” Esclamai infastidito, prendendo una colonna di tre casse posizionate una sopra l’altra, stavo avendo un po’ di difficoltà a tenerle tutte insieme, visto che mentre passeggiavo, stavano traballando e pesavano tantissimo. Ci trovavamo in una strada vuota dove passava poca gente, c’erano solamente alcune case e negozi ai lati della strada.

“Oh? C’é l’hai fatt- ma che diamine?!” L’uomo spalancò gli occhi appena si girò verso di me; notava che stavo avendo difficoltà mentre trasportavo le casse, rischiando di cadere e rovinare tutto il lavoro compiuto.

“Ugh…aiuto…non penso di resistere a lungo aaahhh, non riescoooooo!” Mentre esclamai queste parole con un tono preoccupato e volto teso, stavo per cadere in avanti; il peso degli scatoloni era troppo elevato per me. L’uomo si stava preoccupando e provava ad allontanarsi lentamente.

“Ma che diamine stai facend- aahhh…non farmele cadere addoss-” Nel momento esatto in cui stava per finire la frase, mi sbilanciai completamente e feci cadere tutti gli scatoloni addosso all’uomo muscoloso. Cercai di rimettermi composto dopo alcuni secondi di silenzio tombale, mentre l’individuo era stato abbattuto da tutti gli scatoloni, rimanendo a terra.

“Aahh…mi hai detto te di fare veloce però…” Mi sedetti per terra, rimanendo sfinito e con il fiatone, appoggiando anche le mani nel terreno per cercare di non sdraiarmi. Dopo qualche secondo vidi che le casse si stavano muovendo, sicuramente l’uomo stava provando a liberarsi.

“Oggi avrai la metà delle monete che ti spettano!” Urlava l’uomo in modo prepotente, mentre era schiacciato dagli scatoloni che cercava di liberarsi.

Hoshi no Kishi (The Knight of the Stars)

Hoshi no Kishi (The Knight of the Stars)

Stato: In corso Tipo: Autore: Rilascio: 2023
Un ragazzo chiamato Kevin Nakamura, ovvero un abitante dell'impero della luce, decise di diventare un avventuriero per proteggere il suo popolo, da una imminente minaccia futura proveniente dall'impero delle ombre. Nella sua avventura li aspetteranno molte sfide impegnative e sofferenti, insieme alla scoperta di nuove zone e nazioni sconosciute, con dei nuovi compagni che incontrerà nel suo lungo cammino, così da dover diventare abbastanza forte per proteggere le persone a lui care.
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