…Bip… Bip… Bip…
«Signore, il dottore è riuscito a stabilizzarla, stia tranquillo e riposi… È fuori pericolo adesso, io vado… »
A stento riesco a muovere le palpebre. Ho gli occhi secchi, fa un male cane aprirli. Oh guarda… il soffitto. Ancora una volta mi tiene compagnia. Ormai ne conosco ogni singola crepa, ogni imperfezione e sfumatura nel suo candido bianco. In sei mesi siamo diventati molto intimi io e lui. È un compagno sempre presente.
Mi rimbomba la testa. Ho fame, mi sembra di avere una spugna in bocca al posto della lingua. L’odore dolce dell’ossigeno nella mascherina ormai mi dà la nausea… Sarà il silicone dei tubi o l’acqua dell’umidificatore, ma veramente non ne posso più. Ho freddo, ho i brividi.
Immagino di averla scampata di nuovo. Ricordo solo una tremenda fitta alla bocca dello stomaco. Adesso mi brucia il petto… Forse ho avuto l’ennesimo arresto cardiaco. Meglio se chiudo gli occhi. Il dolore che provo per mantenerli aperti è troppo… Un bagliore? Che succede? Hanno acceso le luci nella stanza? Strano non sentire parlare l’infermiera. Vediamo se riesco a vedere cosa succede. Che male, mi sembra di avere la sabbia negli occhi, il riflesso poi… che fastidio! Ma cosa?! È tutto sfocato… Ma porc… Un angelo?!
Sembra Lara Croft con la treccia verde… Ma che orecchie hai angelo?! Assomigli più ad un’elfa uscita da Tomb Rider! Ahahaha… Il dottore è andato giù pesante con gli oppiacei oggi, devo essere strafatto!!!
Però, aspetta… Cos’è questa sensazione? I suoi occhi… Li guardo e mi sembra di vedere dentro i miei. Elf? Perchè mi rimbomba in testa questo nome come se fosse il mio? Io sono Rioda… Perchè adesso sembra mi abbiano sempre chiamato Elf? Sei reale vero angelo? Lo sento, sei reale! Ti scongiuro portami con…
…BipBipBipBiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii……
«Rose ti prego, calmati, sono io… Cosa è successo?! Liz, tranquilla… È tutto a posto. Ragazze sono io!»
Ancora non ho chiaro cosa sia accaduto in quei pochi istanti in cui ho avuto la sensazione di essere stata catapultata nel mio mondo. L’unica certezza è che sia Rose sia Liz sembrano alquanto sconvolte e spaventate. Rose continua a fissarmi con quel suo sguardo magnetico e penetrante. Il profondo viola dei suoi occhi sta ardendo nuovamente, la sento scrutarmi fino agli abissi dell’anima. È una sensazione alquanto sgradevole, mi fa rabbrividire.
«Questa storia deve finire… Cosa ti è preso? Dal modo in cui ci guardavi sembravi pronta a scorticarci a mani nude. Sei stata fortunata che non ti sei mossa. I tuoi occhi erano quelli di un animale non di un’elfa!»
Liz è ancora aggrappata alla mia gamba e mi guarda con un misto di sospetto e sollievo. «Tranquilla Liz, sono io… È tutto a posto!»
«Sbrighiamoci, andiamo alla Gilda… Inizio a stancarmi di questa situazione. L’unico che può farci capire cosa sta succedendo è Plaoo. Avanti, svelte, seguitemi!»
Ci incamminiamo spedite lungo la viuzza, Rose sembra alquanto tesa. L’espressione seria sul suo volto la dice lunga.
Il vicolo finisce imboccando quella che sembra la via principale. Uscite da quella tranquilla ed isolata calle la sensazione è che ci abbiano proiettate in un altro mondo. La via della città è animata da un’infinità di razze diverse, ci sono uomini bestia, orchi, umani e molti altri che non riuscirei a definire. Sono tutti assorti in una quotidianità che al momento mi lascia spiazzata. Non avrei mai immaginato di riuscire a vedere con i miei occhi uno scenario del genere. Finora queste cose le avevo relegate esclusivamente al mondo della fantasia ma ora ci sono dentro, le sto vivendo realmente. Incredibile!
La lunga fila di bancarelle ai bordi della strada sembra non terminare mai. Il continuo vociare è lo stesso che potevo sentire al mercato rionale del mio paesino.
Ogni tanto un venditore sbraita attirando l’attenzione. C’è chi vende cibo, chi strane verdure, carni, attrezzi vari… E’ una bizzarra mini fiera che si dipana per tutta la lunghezza della via, sia davanti che dietro di noi.
«Che fai lì impalata?! Vuoi sbrigarti? In mezzo a questa confusione rischiamo di perderci, vedete di tenere il passo! » La voce di Rose mi dà una smossa. Liz mi prende la mano e continuiamo il cammino.
Subito un particolare attira la mia attenzione… La gente al nostro passaggio ci cede il passo. Non vi è dubbio che tutti gli sguardi siano su di noi ma non sento nessun apprezzamento sgradevole o battutina. In fondo siamo due gnocche galattiche di elfe, non mi sarei stupito del contrario. Gli sguardi che ci riservano invece sono chiaramente di ammirazione mista a timore. Probabilmente Rose è conosciuta e temuta. Nessuno sano di mente rischierebbe il collo facendogli una battutina vista la facilità con cui le ho visto far volare teste… Non so, ho una strana sensazione, mi sento quasi una vip ma allo stesso tempo gli sguardi dei passanti mi inquietano non poco. Strano.
Percorso circa un chilometro la via principale si apre a formare una piazza. Gli edifici che la delimitano vanno ben oltre l’altezza di quelli che abbiamo incontrato finora. Si intuisce subito dalla loro sontuosità che devono essere adibiti alla gestione pubblica della città. Proseguiamo tagliando per la piazza fino ad immetterci nuovamente nella via principale. Dopo poche centinaia di metri Rose si ferma.
«Eccoci, siamo arrivate!»
La Gilda degli Avventurieri si presenta come un edificio imponente, non altissimo, e dalla forma che ricorda a grandi linee un tempio greco. Saliamo la scalinata e Rose spalanca la gigantesca porta come nulla fosse. Entriamo.
A primo impatto la sensazione è quella di essere in un pub. La sala principale è un open space pieno di tavoli. Su ognuno un gruppetto di tre, quattro, cinque persone è intento a ragionare guardando un foglio piazzato al centro del tavolo. Sulla sinistra un’area senza tavoli con appesa alla parete una grandissima bacheca piena di fogli appuntati, sulla destra un bancone dove due ragazze in divisa riempiono boccali per poi portarli ai tavoli. Al centro un corridoio libero da tavoli porta dritto ad una reception dove, anche lì, tre ragazze in divisa sono intente a maneggiare fogli, fare timbri ed entrare e uscire da una piccola porta alle loro spalle.
Appena entrate il gran vociare nella stanza si ammutolisce. Percorriamo il corridoio con tutti gli occhi puntati addosso. Un leggero mormorio inizia a sostituirsi al silenzio. Arriviamo davanti alla reception e la normale attività delle persone riprende, la stanza si riempie nuovamente del brusio originale.
Rose appoggia le mani sul bancone. Senza salutare, sporgendosi in avanti, si rivolge alla ragazza che sembra coordinare la reception.
«Katya, devo vedere immediatamente Plaoo!»
«Certo Rose, accomodati pure che…»
«Subito!!!»
La voce tonante e profonda di Rose ammutolisce nuovamente la stanza. Ci guardano tutti. L’attenzione generale è nuovamente focalizzata su di noi, adesso però la tensione che permea l’aria fa capire chiaramente che qualcosa non va.
I vari gruppetti si sussurrano qualche breve battuta, qualcuno annuisce, altri incrociano le braccia e ci fissano. Tutti in quella stanza hanno capito dal tono di quel “subito” che è in ballo qualcosa di grosso.
Katya resta un momento interdetta, le altre due ragazze della reception si fermano con i fogli in mano guardandosi turbate.
Alza la voce Rose e una gilda di avventurieri si ferma in blocco. Mecojoni!
«Ro… Rose… Non ti ho mai vista così, cos’è successo?!… Vieni, seguimi!»
Katya scosta la transenna di corda che impedisce il passaggio alla reception e ci fa strada lungo l’ampia scalinata a lato. Dopo due rampe siamo al piano superiore.
La struttura è molto semplice, un lungo corridoio con a destra una serie di finestre e a sinistra delle porte. Sul fondo un’arcata dagli intarsi molto ricercati adorna l’ingresso dell’ufficio del direttore.
Arriviamo davanti alla porta, Katya fa per bussare ma Rose precedendola la scosta ed entra.
«Plaoo! Devo parlar…»
«Buongiorno Rose, vedo che come al solito le buone maniere sono il tuo biglietto da visita! Già avevo intuito che eri tu da come ti ho sentito salire le scale…»
A lato della splendida scrivania una figura slanciata dai lunghi capelli argentei ci dà le spalle mentre sorregge un libro. Entriamo anche io e Liz, Katya si congeda con un inchino e chiude la porta.
«Scusami per l’intrusione Plaoo ma questa faccenda richiede immediatamente la tua attenzione, sei l’unico che potrebbe venirne a capo…»
«Stranamente capiti al momento giusto, stavo per farti convocare, anch’io ho qualcosa di urgente da dirti»
Plaoo chiude il libro, con delle movenze quasi divine appoggia il libro sulla scrivania e si siede. Riesco finalmente a vederlo in faccia. Il suo volto è di un’armoniosità incredibile, non che me ne intenda molto di uomini, ma indiscutibilmente i suoi lineamenti sono perfetti. Da come ne aveva parlato Rose mi immaginavo un anziano signore sulla settantina ma invece a occhio non dimostra più di trentacinque anni. Tremendi questi elfi!
Liz è già a suo agio e sta esplorando la stanza, da come Plaoo la osserva non sembra infastidito dal fatto che ne sta esaminando ogni centimetro.
«Bene Rose, prima di iniziare direi che potresti presentarmi i tuoi amic…»
Plaoo inizia a parlare e i nostri sguardi si incrociano.
Si zittisce improvvisamente restando un istante attonito a fissarmi. Senza neppure darmi il tempo di respirare, con una mossa fulminea, estrae una spada da sotto la scrivania e la scavalca con un unico balzo.
Siamo alle solite… Come ormai avviene di consueto mi ritrovo con una lama alla gola.
«Rose cosa significa questo??!! Perchè c’è un Elfo Cremisi dentro al mio ufficio???»
Sento la punta della spada affondare sempre di più nelle carni, inizio a sanguinare. Dagli occhi grigi di Plaoo traspare chiaramente una rabbia feroce intrisa di terrore. Ha paura, si vede.
Io me la sto facendo letteralmente sotto, si vede.
«Plaoo! Abbassa la spada! Elf non è una minaccia… Calmati e lascia che ti spieghi!!!»
Plaoo non sembra farsi convincere dalle parole di Rose, lei appoggia delicatamente una mano sul suo braccio e lo accompagna facendogli abbassare l’arma.
Plaoo indietreggia di qualche passo.
«Questa poi… Non avrei mai pensato di riuscire a vederne uno in carne ossa, e soprattutto di poterlo anche raccontare… Rose, penso che tu ed io avremo parecchie cose di cui parlare oggi!»
L’atmosfera finalmente inizia a farsi meno tesa, Plaoo continua a fissarmi puntandomi la spada. Anche se si è calmato tiene la guardia alta.
Non so perchè ma per sdrammatizzare la situazione me ne esco con le presentazioni.
«Salve Plaoo, io sono Elf…»
Udendo le mie parole Plaoo resta un momento attonito, poi, a denti stretti, abbozza quasi un sorriso. Posa la spada sopra la scrivania, restando in piedi ci si appoggia contro e fa un sospiro. Sembra sollevato come uno studente che ha appena scampato l’interrogazione.
«Pure un nome hai… In più di ottocento anni questa è una delle situazioni più strane in cui mi sia mai imbattuto… Avanti Rose, inizia tu. Parti dal principio senza tralasciare neppure il più piccolo particolare!»
Rose inizia a raccontargli tutto, senza tralasciare nulla, da quando vide la luce nel vicolo, fino al momento in cui siamo entrati nel suo ufficio. Plaoo l’ascolta attentamente senza proferire motto e con lo sguardo concentrato. Di tanto in tanto mi guarda ancora sospettoso ma a quanto pare il suo istinto omicida sembra essersi placato. Liz nel frattempo è sempre in esplorazione. Zompettare spensierata è ormai per lei quasi un lavoro.
Finita la spiegazione Plaoo porta pensieroso la mano al mento. Guarda Rose, poi guarda me.
«Purtroppo questa faccenda sembra essere connessa con quello che dovevo dirti Rose… Seguitemi, se i miei sospetti sono fondati potrebbe essere imminente una delle più grandi catastrofi mai accadute!»
Plaoo si piazza davanti alla libreria che occupa tutta la parete sinistra della stanza, armeggia con dei libri fino a quando si sente uno scatto secco. Una sezione della libreria si muove in avanti per poi scivolare sulla sinistra. Si libera il passaggio ad una stretta ed angusta scalinata che scende verso il basso. Un passaggio segreto che dal primo piano conduce direttamente ai sotterranei della Gilda.
Plaoo ci precede, poi scende Rose, io ed infine Liz. Alla fine del cunicolo si apre un’ampia stanza illuminata con delle strane candele luminosissime. Sembra di essere in una cantina ma l’aria è secca e calda. Siamo letteralmente attorniati da libri stipati accuratamente su tutte le pareti. Sono quasi esclusivamente dei vecchi e grossi volumi dalla rilegatura finemente lavorata, ma logora dal passare del tempo. La loro presenza dà alla stanza un’aura mistica e allo stesso tempo mi incute soggezione.
Al centro della stanza è posizionato un grande tavolo con sopra alcuni tomi e vari oggetti bizzarri a me sconosciuti. L’unico che riesco ad associare a qualcosa di familiare è una specie di alambicco con all’interno un liquido blu quasi fluorescente. Incassata nel lato corto della stanza, opposto a quello dove sono, spicca una robusta porta metallica con un piccolo spioncino al centro.
Plaoo, borbottando qualcosa, scorre i vari libri sulla parete di sinistra per poi fermarsi davanti ad uno dei più imponenti, lo estrae dallo scaffale e a fatica lo appoggia sul tavolo senza sbatterlo. Liz sembra stranamente guardinga, in questa stanza qualcosa la turba. Sta dietro di me e si guarda in giro con fare circospetto. Considerando il sesto senso che ha sempre avuto finora, inizia a salire un filo di ansia anche a me. Nella testa mi passano centinaia di pensieri e di dubbi. Che abbia fatto bene a seguire Rose fin qui considerando che finora mi hanno riconosciuto come “Elfo Cremisi” in due ed entrambi non vedevano l’ora di farmi fuori? Le risposte che trovo sono tutte a mio svantaggio.
L’ansia cresce.
Plaoo si avvicina alla porta metallica e vi appoggia sopra le mani che al contatto emanano un flebile bagliore. Si percepisce lo scocco di una serratura, Liz sobbalza e si nasconde dietro di me. Ho tutti i sensi all’erta, l’ansia inizia lentamente a fare posto alla paura. Vorrei essere ovunque tranne qui, poi ricordo dov’ero fino a ieri… e in qualche modo dentro di me trovo un po’ di coraggio.
Plaoo apre la porta, entra ed esce furtivo richiudendola come fosse il caveau di Fort Knox. In mano stringe due pendagli con delle delle grosse gemme irregolari, una verde smeraldo e l’altra nera brillante.
Guardo Rose, ha la faccia tesa. Evita il mio sguardo e questo non lascia presagire nulla di buono. Arretro istintivamente guardandomi intorno, alla ricerca di una via d’uscita che ovviamente non c’è. Mi sento un topo in trappola. Liz mi si stringe forte ad una gamba, sento che trema.
Non so a cosa servano quei due pendagli ma vista la reazione di Rose e Liz mi sono già antipatici, anche senza sapere il loro scopo!
Plaoo fa per avvicinarsi, al suo passaggio con quei due affari in mano Rose si scansa vistosamente strabuzzando gli occhi.
Sento alle mie spalle un “Miaowrrrrssssshhh”, Liz molla la presa dalla mia gamba e si eclissa manco avesse visto un cane rabbioso correrle incontro.
Ok, adesso quei due affari mi stanno proprio sulle palle… Anche se non le ho più la percezione è identica!!!
«Bene Elf, adesso vediamo chi sei… Anzi, “cosa” sei. Potrebbe farti un po’ male ma tu sei un Elfo Cremisi, per te sarà una passeggiata!»
Il tono sarcastico della voce di Plaoo e l’irritante ghigno stampato sul suo viso non lasciano spazio ad alcun dubbio: io quegli arnesi che ha in mano li odio!