Capitolo 50

A sud di Thirus, in mezzo al mare, vi è un’isola sperduta e vergine. Non è niente di speciale se non un’eccellente posto per costruirci una casa vacanza oppure renderla una meta turistica: spiagge bianche, un mare cristallino e talmente limpido da poterci vedere la barriera corallina che si trova a poche decine di metri al largo. In poche parole… un piccolo paradiso.

Ma ora…

“Se volevi una morte lenta e dolorosa… bastava dirlo.” affermò gelido un giovane uomo

Graeval è colui che ha scoperto questo piccolo paradiso. Più di una volta ha solcato queste spiagge e si è immerso in queste acque cristalline insieme alla moglie, la ex-Signora dei Demoni Liliht Stilno. Ma quest’oggi, era giunto qui con l’intento di scappare da una figura che lo seguiva e che si rivelò essere un Dio che stava attentando alla sua vita… e a quella della sua famiglia.

La confusione che aveva provato si trasformò in una gelida calma. Il dolore che prima provava divenne un mero fastidio. Gli occhi ghiacciati, diventati dorati perché aveva iniziato ad usare i suoi poteri, ora brillavano di accecante luce bianca e delle saette continuavano a generarsi da essi, esprimevano l’ira che provava, i suoi capelli blu come la notte cominciarono a muoversi come se fossero immersi nell’acqua ed erano diventati di una tonalità blu più chiara.

Bastò un singolo pugno. Un singolo pugno, in cui erano stati concentrati tutti i suoi poteri, colpì lo stomaco del Dio folle. Quel colpo, bastò a far fare il giro del mondo alla divinità e danneggiargli gravemente gli organi interni, il paesaggio dietro di lui venne menomato. Un canyon profondo decine di metri e lungo migliaia di metri si creò a causa della potente onda d’urto scatenata da quel singolo pugno. Le pareti incandescenti a causa dell’energia cinetica sprigionata, vennero raffreddate dall’acqua salata che si depositò in quella cicatrice.

In 42 secondi, il Dio aveva compiuto l’intero giro del mondo e nello stesso istante in cui si era ritrovato dietro Graeval lui si era girato e aveva schiacciato la sua testa per terra, facendogliela letteralmente baciare. Quel semplice colpo, generò lo stesso effetto di un piccolo meteorite che si abbatte sulla crosta terrestre: un cratere con un diametro di varie decine di metri si creò per la forza usata.

Il suo vecchio soprannome, ‘Dio/Demone Psionico’ non gli era stato dato per niente. Tempo fa, aveva detto all’eroe Jack Lingxin e alle sue mogli che ‘l’ultima volta che aveva combattuto con un briciolo di serietà aveva finito col livellare e distruggere un’area sufficiente da poterci costruire una città popolosa’. È una mezza verità: quel territorio si era trasformato in un lago profondo diverse decine di metri e le sue profondità erano la tomba delle creature che lo avevano obbligato a farlo diventare serio. La terra intorno a questo non era altro che una landa desolata, la cui sabbia era un misto di ossa, carni bruciate e polverizzate, mentre il tempo era talmente instabile che avrebbe potuto piovere o acqua tossica rossa, o pioggia acida e i fulmini si sarebbero abbattuti sulla terra, martoriandola ancor di più di quanto non lo fosse già.

In poche parole, la sua vittoria aveva comportato la mutazione dell’intero campo di battaglia e secondo gli esperti del suo precedente mondo, si ritenne che ci sarebbero voluti decenni affinché quel terreno fosse ritornato stabile.

Non appena spostò il piede dalla testa del Dio, gli tirò un calcio nello stomaco facendolo rialzare. I pugni di Graeval diventarono incandescenti al punto che l’aria stessa intorno a lui prese fuoco e cominciò a colpirlo. Rispetto al primo pugno, questi erano molto meno potenti tuttavia, ad ogni colpo, l’armatura della divinità si scioglieva come neve sotto il sole estivo.

Nonostante avesse subito il peso di quei due colpi, la Divinità… no Shidohr, non si era lasciato fermare e nel furioso combattimento, qualche pugno era riuscito ad evitarlo o a pararlo. Tuttavia, si facevano comunque sentire: anche se tecnicamente non poteva essere ferito con armi costruite dai mortali, rimase sorpreso nello scoprire che i colpi di quest’uomo avevano un peso non indifferente.

Ma che…?! cominciò Shidor guardandosi l’armatura mezza fusa Come fa a fondere la Laflite con del semplice fuoco?

La Laflite, una lega metallica di fattura divina. Solo gli Dei sono in grado di produrla ed è perfino più resistente dell’adamantio, che nel mondo di Aphy è ritenuto essere il più resistente e pregiato tra tutti i minerali. Shidor non era un fabbro e quindi non poteva saperlo, ma per permettere ad un’artigiano divino di poter lavorare quella lega, si deve letteralmente lavorarla usando il calore di un sole e dopo la lavorazione, nemmeno le temperature usate per forgiare tale prodotto potrebbero rifondere il metallo… già… ‘le stesse temperature’. Forse, a causa della sua natura divina che gli permette di combattere anche nel fuoco stesso, non può sapere che in questo momento le braccia e i pugni di Graeval stiano raggiungendo se non eguagliando le temperature di una nana bianca*. Nonostante le elevate temperature Graeval sta comunque cercando di contenere, seppur a stento, tale calore per impedire che tutto intorno a lui diventi una landa di fuoco o rischi di far evaporare il mare nel giro di pochi secondi.

*per intendersi, il sole è una stella classificata come classe G o nana gialla, in grado di raggiungere i 6’000 kelvin (o 5’726,85 °C). Una stella di classe A o nana bianca, può raggiungere i 10’000 kelvin (o 9’726,85 °C)

Shidor fece in tempo a finire di porsi quella domanda che delle lance che sembravano essere fatte di cristallo si avventarono su di lui. Alcune le parò o le distrusse ma quelle pochissime che riuscirono a colpirlo nei punti in cui la sua armatura non poteva più proteggerlo, non sembrarono causare alcun danno fisico ma gli sembrò di venir colpito da dei martelli da guerra. Ormai stanco di subire, si fece avanti con la spada in pugno e caricò l’avversario. Vedendolo arrivare, Graeval usò i suoi poteri per creare delle lame d’energia psionica violacee sopra ognuna delle sue braccia.

I due avversari si scambiarono svariati colpi ferendosi a vicenda e mentre Shidor faceva espressioni tinte di frustrazione e rabbia perché non riusciva a trovare un vantaggio contro l’avversario, quello di Graeval era inespressivo e freddo, quasi ogni sua emozione fosse stata rimossa.

Dopo che Graeval parò l’ennesimo fendente laterale di Shidor, venti ghiacciati si raccolsero intorno all’avversario e la forza di questi era tale che lo sollevarono da terra. Nello stesso momento in cui Graeval si allontanò, Shidor si ritrovò all’interno di un tornado composto da venti e schegge di ghiaccio che continuavano a colpirlo e tormentarlo. Quando, il tornado si dissipò era a diverse decine di metri d’altezza e un’accecante luce azzurrina si generò sopra di lui. Alzò lo sguardo e vide Graeval tenere in mano un’enorme sole azzurro che gli venne immediatamente scagliato addosso. Venne investito da quel colpo che sciolse definitivamente la sua corazza. Mentre veniva scagliato verso terra, il cielo tuonò e un gigantesco fulmine violaceo lo colpì causando una discesa ancor più rapida nel mare sottostante. Quando l’acqua venne a contatto con il sole ed il fulmine, ci fu un’esplosione di vapore talmente potente che il vento generatosi piegò tutti gli alberi dell’isola che erano vicino alla spiaggia.

Una nebbia di vapore si alzò, talmente fitta che era impossibile vederci attraverso. Il silenzio calò per un’istante e Graeval fissava il punto in cui Shidor era caduto con gli occhi ancora bianchi e saettanti.

D’improvviso, ricreò la stessa lama di energia psionica e mosse il braccio. Dalla nube, dei fendenti di fuoco rosso accesi gli andarono incontro, ma vennero respinti dalla lama. Immediatamente dopo, diverse ombre uscirono da quella nube, scagliandosi contro di lui. Ben presto, quelle ombre si rivelarono essere cloni del suo avversario. Senza battere ciglio, Graeval notò che quelle erano semplici illusioni ma tutti i loro attacchi avevano comunque il potere di causare danni fisici. Erano illusioni… e allo stesso tempo non lo erano.

L’espressione di Graeval non mutò. Alzò la mano e dal suo palmo si generarono tante spore verdi che andarono a depositarsi su tre dei cinque cloni.

“!! Gah! BLUEEERGH!!!” vomitò sangue e pus una delle copie

Anche se le altre due non avevano subito alcun effetto particolare, l’ultima si vide la carne annerirsi e gli organi interni iniziarono a marcire quasi fosse un cadavere in decomposizione… no, ora lo era per davvero.

Ma non era finita lì. Graeval cominciò a pronunciare quelle che sembravano parole incomprensibili e frasi senza senso nonostante i continui attacchi dell’avversario ed i suoi cloni.

Shidor non aveva mai sottovalutato un avversario. Il suo maestro gliel’aveva sempre ripetuto. Gli diceva sempre “Il giorno in cui sottovaluterai qualcuno, sarà il giorno della tua morte”. Poiché Graeval era un mortale, aveva pensato che non ci fosse bisogno di preoccuparsi più di tanto e quindi gli venne istintivo sottovalutarlo. Eppure, nonostante le dimostrazioni di forza e potere di Graeval, stava comunque persistendo nell’errore… persiste nel sottovalutare l’unico mortale che mai si dovrebbe sottovalutare. Il suo stesso orgoglio dell’essere un potente Dio della Guerra, era la pala che stava scavando la sua fossa.

Quelle frasi pronunciate da Graeval sembravano senza senso, ma in realtà erano maledizioni di morte, tutte dirette a Shidor e ai suoi cloni. Quelle condanne… quelle parole… erano un mezzo che andavano ad influenzare una delle tre cose fondamentali per la vita… andava ad intaccare l’anima e in questo caso, la capacità di una divinità a non soffrire danni da un’oggetto o una persona il cui mana sia inferiore al suo.

Shidor non se ne era reso conto e persistette nell’attacco, inconscio del fatto che la protezione derivata dalla divinità si era indebolita al punto che anche un mortale adesso sarebbe stato in grado di ferirlo.

Il tempo sembrò rallentarsi intorno a Graeval. Tutti i cloni perirono con un fendente della lama psionica. Non l’originale. Il vero Shidor si ritrovò con la mano di Graeval al collo che lo teneva saldo e cadeva ad alta velocità verso il mare. Appena la punta del piede di Graeval toccò l’acqua salata, ci fu un’altra esplosione di vapore. Dopo che anche questa nube si dissipò, le acque calde del mare erano diventate ghiaccio… un’altra isola fatta completamente di ghiaccio era stata creata di fianco a quelle preesistente.

Al centro di quest’isola, in un profondo cratere, Shidor era bloccato in quella che sembrava una prigione ghiacciata, costretto a soffrire quel freddo pungente e le sue smorfie di dolore esprimevano i danni subiti dallo schianto contro il ghiaccio e il dolore che ne derivava dal stare a contatto con temperature così basse. La maledizione di morte lanciata da Graeval… sarebbe durata ancora per molto tempo.

*****

“…-e per questo motivo volevo un tuo parere.” affermò Aphy

“Umu. Capisco.”

Mentre mi gustavo la mia tazza di the, Aphy stava esponendo il suo problema a Xalan. Xalan è un’altro Dio della Guerra soprannominato il “Saggio trionfante”. È una mia vecchia conoscenza in quanto più volte avevo chiesto il suo aiuto durante eventi che erano accaduti sul mondo che dovevo amministrare. Come se non bastasse, è anche il Dio della Guerra più anziano e nominato dal nostro sovrano Fiemis “Esarca dei Guerrieri”, titolo che gli dà piena autorità sulle altre divinità della guerra.

Di media statura, rugoso, con una lunga barba e calvo, sembra un vecchio qualunque che ha bisogno del suo bastone solo per poter camminare.

Oltre all’apparenza, lui stesso si ritiene troppo vecchio per il suo ruolo ma è tutta scena: lui è l’autore dello sterminio di numerosi Fallen ed è tutt’ora ritenuto essere il migliore. Secondo alcune voci, lui risponde solo a lord Fiemis e questo, unito al fatto di aver cacciato e ucciso decine di centinaia di Fallen, gli ha fatto guadagnare, il rispetto, la riverenza ed il timore delle altre divinità. Nonostante ciò, è sempre benvoluto tra gli Dei in quanto figura paterna per alcuni, e mentore per altri data la sua millenaria saggezza.

Aphy sapeva che più di una volta avevo ricercato il suo consiglio e quindi mi chiese di contattarlo per poter aver conferma dei suoi sospetti.

Xalan fece un tiro con la sua vecchia pipa mentre la sua espressione era riflessiva. Successivamente espirò

“*Fuuu* Da come mi hai descritto la situazione, sembra naturale pensare che ci sia un Fallen all’opera. Però… mi viene comunque difficile confermarlo.”

Come pensavo. Gli eventi descritti da Aphy, come il suo falso messaggio divino recepito dalla papessa del suo mondo o lo spirito oscuro impazzito fuso con il Mornfiend, fanno venire naturale pensare che fosse opera di un Fallen. Tuttavia, tali eventi non necessariamente potevano essere generati da uno di loro. Potrebbero essere state inventate o scoperte dagli stessi mortali.

Dopotutto, è risaputo che l’avidità, la sete di conoscenza e l’invidia sono da sempre state le… ‘qualità’ predominanti dell’essere vivente. Ora sia chiaro, non vi è nulla di male nel voler ricercare la conoscenza, ma ci sono alcune cose… alcuni misteri… che è meglio rimangano tali.

Uh? Chi sono? Beh, i Fallen sono i nomi con cui vengono identificati gli Dei caduti, divinità che per qualche ragione hanno un solo desiderio: sovvertire l’equilibrio naturale che noi tentiamo di preservare. Anche per noi Dei sono un mistero, in quanto non si sa come vengano al mondo. Alcune teorie affermano che nascano dalla concentrazione di forti emozioni negative generate dagli abitanti dei vari mondi, altre che siano Dei impazziti a causa della fine del loro mondo e che ora desiderano far provare il loro stesso sentimento anche alle altre divinità per trovare conforto, altre ancora che nascano dalle profondità più oscure e inesplorate dell’universo. Sono tutte possibili teorie… e tali rimarranno.

Come vi ho già detto, i Fallen sono una minaccia per il delicato equilibrio dell’universo e vanno sterminati senza pietà. Non a caso, questa è la missione principale degli Dei della Guerra ed è dall’alba dei tempi che questo scontro continua senza vedere mai la fine… al punto che alcuni ritengono che nonostante le loro intenzioni, i Fallen siano comunque necessari per l’equilibrio. Ma quale che sia la verità, rimane il fatto che questo scontro non ha mai avuto fine.

“Potrei comprendere il falso messaggio, ma il caso dello spirito oscuro? Non vi è mai stato alcun precedente da quel che ricordo.” affermò Aphy dubbiosa

“*Fuuu*… devi sapere giovinotta.” cominciò Xalan espirando “Che i mortali sanno sempre come sorprenderti. Se solo lo vogliono, col tempo e l’impegno, riescono a compiere ciò che noi crediamo sia impossibile per loro. Ad esempio, alcuni mortali la cui struttura fisica non è adatta al volo, sono riusciti a costruire mezzi che gli permettono di farlo seppur per un breve periodo di tempo.”

Xalan si riferisce ai progressi tecnologici che pian piano compie ogni civiltà mortale. Come ho detto prima, la sete di conoscenza non è una cosa malvagia, ma è una lama a doppio taglio in quanto può portare sia speranza che morte. In questo caso, anche il fenomeno di fusione tra uno spirito ed un mornfiend potrebbe essere considerato un ‘successo tecnologico’ raggiunto dalla civiltà dei demoni. Però, anche questo non è completamente accettabile in quanto gli spiriti sono comunque creature che possiedono un frammento di divinità. È per questa ragione che la magia spiritica, per le civiltà in grado di usarle, è considerata un’arte tanto difficile da apprendere quanto potente, poiché gli spiriti sono molto indipendenti e soprattutto capricciosi. Tuttavia onorano sempre i patti che stipulano, indipendentemente dalla persona o dalla situazione.

“*Sigh!* Capisco…” disse sconsolata Aphy “Quindi potrebbe davvero essere soltanto frutto del caso.”

“Anche fosse…” m’intromisi “non abbassare comunque la guardia. Sai che i Fallen sono infidi.”

“Comprendo.”

“Hohoho. Beh, anche se non credo che prenderanno di mira tanto facilmente il tuo mondo, giovinotta.”

“Da cosa lo può affermare?”

“Semplice. Shidor, il mio pupillo, è il tuo fidanzato no?” affermò accarezzandosi la barba “Quel moccioso indisciplinato è diventato un Dio della Guerra in tutto e per tutto. Non esagererei nell’affermare che potrebbe diventare un degno successore.”

“*Ugh*” Aphy fece un’espressione turbata “Non l’ho mai accettato come mio fidanzato.”

“Ma non puoi negare di essertela cercata.” m’intromisi guardandola esasperata

“Non mettertici anche tu Daenas. Te ne pre-”

“LADY APHY!! LADY APHY!!!” urlarono dalla distanza

Uno dei subordinati di mia sorella spalancò la porta con violenza e cadde subito ai nostri piedi. Quando alzò lo sguardo, vidi che nei suoi occhi c’era una sola emozione: disperazione.

“Un po’ rude da parte tua entrare qui così.” lo rimproverò Aphy “Cos’è successo per entrare qui in quel modo?” domandò bevendo un sorso di the

“È TERRIBILE! GRAEVAL!!!” cominciò urlando dalla disperazione “UNA DIVINITÀ HA SCATENATO L’IRA DI GRAEVAL!!!”

“!!! *COGUH* *COUGH*” tossì Aphy “CHE COSA?!!!”

“LO SCONTRO STA CAUSANDO ENORMI DANNI AL PIANETA!!! DEVE INTERVENIRE SU-!!!”

Senza dargli il tempo di finire la frase, Aphy corse verso il suo ufficio. Prima che corresse fuori dalla stanza, potei notare che Aphy era impallidita dalla preoccupazione… e lo sono anche io.

“Graeval? Cos’è un Graeval?” domandò smarrito Xalan

“Ha-haha. Glielo spiego mentre raggiungiamo mia sorella. Credo che avrà bisogno del nostro… no, del suo aiuto.”

*****

Quando il mio subordinato era entrato in quel modo e mi ha detto cosa stava succedendo, corsi a perdifiato verso il mio ufficio. Sull’immagine del pianeta che sopraintendo, un punto rosso brillava inquietante su un’isola del mare meridionale di Thirus. Un’altro mio subordinato mi portò subito dei documenti e li lessi velocemente, confermando quello che il mio sottoposto mi aveva riferito.

“Devo scendere immediatamente!”

“Calmati giovinotta.” affermò Xalan entrando insieme a mia sorella “Non credo che il tuo intervento possa aiutare.”

“Ma se continua così, non so cosa potrebbe succedere.”

“Da quando ti preoccupa un mortale… un po’ troppo speciale?”

“Non sono preoccupata per lui!” affermai mentre mi dirigevo alla scrivania “Sono preoccupata per l’idiota che lo ha fatto arrabbiare!”

“……Non ti seguo.” affermò perso Xalan

“Allora venga con noi e capirà!”

“E io cosa centro?!” domandò mia sorella sorpresa dal fatto che l’ho messa in mezzo

“I danni causati non sono cosa che posso riparare da sola e se lo scontro dovesse continuare, non riuscirei nemmeno a contenerli.”

Quando feci quell’affermazione, mia sorella aprì gli occhi ricchi di sorpresa.

Non ci furono altri scambi e in preda alla fretta presi le mani sia di Daneas che di Xalan e li portai sul mio mondo. Non appena la luce si dissolse, il mio corpo rabbrividì.

Quell’isola era un piccolo paradiso scoperto da Graeval tempo addietro con spiagge bianche, un mare cristallino e una foresta rigogliosa, sprizzante di vita e colori. Io stessa mi recavo lì qualche volta quando volevo prendermi una piccola pausa o restare da sola.

Nuvole nere cariche di fulmini e tuoni sovrastavano il cielo, fumo scuro saliva da alberi bruciati, alcuni erano stati vetrificati e altri ancora ridotti ad ammassi di cenere grigia. Le spiagge bianche ora sembravano cenere, con pozze di lava e stalattiti che spuntavano qua e là. Il mare era scuro, con alcune pozze di un qualche liquido, unto e con fiamme che bruciavano in esso, altre pozze erano verdi e sembravano malsane, mentre corpi di pesci e mostri acquatici morti venivano portati sulla spiaggia annerita. Un vento strano soffiava… era freddo e caldo allo stesso tempo, permeato dall’odore di sangue e marcescenza. Una potente sete di sangue permeava quel posto e quando mi girai lo vidi

“Oh… merda!”

I capelli blu di Graeval fluttuavano quasi si trovasse sott’acqua, nella mano sinistra il busto di quello che doveva essere un’uomo: non aveva un braccio ed entrambe le gambe erano assenti, il volto sfigurato, annerito e bruciato. Nella mano destra teneva una spada che avevo visto spesso.

“Quella spada…!” esclamò Xalan sorpreso “Shidor!” esclamò

“M-m… mae… stro… a-a… iut-”

La voce era quella di Shidor. Ma era flebile e morente.

Graeval alzò la spada di Shidor e lentamente la portò al collo del suo padrone. Ma la ritrasse subito per parare un fendente che Xalan menò per cercare di salvare il suo allievo. Allora li vidi: gli occhi di Graeval non erano del solito colore dorato. Brillavano di luce bianca e fulmini saettavano da essi. Quegli occhi… erano furiosi… freddi… spietati. Sono una divinità, ma in cuor mio pregai- no, supplicai di non vedere mai più quegli occhi.

The Guardian Chef

The Guardian Chef

Stato: In corso Tipo: Autore: Rilascio: 2022
In un mondo di spade e magia, Graeval è figlio di umili contadini, una persona qualunque con un talento particolare per la cucina. I suoi compaesani lo conoscono per i suoi piatti deliziosi, per essere l'amico d'infanzia della Santa eletta dalla Dea Aphy e per essere sposato con una donna bellissima. Ma è davvero tutto qui? Certo che no. Altrimenti perché racconteremo la sua storia? Egli non è un ragazzo qualunque. La sua natura fredda, realista e calcolatrice era da sempre fin troppo matura per qualcuno della sua età. Ma illuso segreto è tanto immenso... quanto il potenziale della sua mente.
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