“Non c’è traccia dei banditi che abbiamo assoldato per razziare Fago.”
“Cosa?! È già il sesto gruppo!” esclamai sbattendo il pugno sul tavolo “Dove diavolo sono spariti tutti quei banditi?!”
“Con il vostro permesso, siamo sicuri che tutti abbiano raggiunto il nascondiglio che abbiamo trovato per loro, ma il giorno dopo sono scomparsi tutti.”
“Non ha senso che siano spariti nel nulla! Sapevano che sarebbero stati pagati alla fine del lavoro! Potevano rifiutare fin da subito!”
“Abbiamo assoldato altri quattro gruppi e arriveranno nei pressi di Fago domani.”
“Questa volta assicuratevi che non scompaiano. Anzi mi dirigerò lì personalmente e li terrò d’occhio.”
“Mia signora?! Non è avventato?”
“Zitto! Non posso perdere questa opportunità.”
“Opportunità?”
“Sono in quel paese. Non posso permettermi di perdere altro tempo. Non posso permettermi di perdere l’occasione. Ne va del nostro futuro!”
*****
La Festa del Raccolto inizierà domani e con gran sorpresa del paese, si è venuti a sapere che Sarity e Sua Altezza Cordelia parteciperanno a questa celebrazione. Alla fine, erano arrivate prima del convoglio effettivo, giunto praticamente il giorno dopo, per mascherare il loro arrivo. Una precauzione adatta a mio parere. Non si può mai sapere cosa potrebbe accadere.
Beh, in parte sono contento delle loro intenzioni. Mercanti di compagnie particolarmente importanti, una volta ricevuta la notizia, si sono precipitate qui con l’obiettivo di poter avere anche il più piccolo collegamento con le mogli dell’Eroe e quindi con Jack. Non solo mercanti. Anche alcuni nobili appartenenti alle varie fazioni si sono precipitati. A quanto pare, sembra difficile avere un’udienza con l’Eroe ed è raro che accetti i vari inviti usando come scusa il fatto che le riforme emesse stiano impegnando tutto il suo tempo.
Comunque, anche se accadono cose positive, seguono quelle seccanti. Con l’incredibile aumento di partecipanti, le provviste che dovranno essere usate per la festa molto probabilmente potrebbero non bastare, il che mi costringe a cambiare il menù e la quantità.
Anche se la maggior parte dei nobili preferisce accamparsi insieme ai loro seguiti dato che l’unica locanda di paese non è “adatta” a loro, la loro arroganza si riesce a percepirla ovunque, sebbene non siano presenti. Nemmeno il mio ristorante è stato risparmiato e sono stato costretto a chiedere aiuto a Sua Altezza per impedire che i cavalieri o i nobili egoisti mi costringessero a “forzare la mano”. Gli affari sono incrementati, ma la fatica psicologica è triplicata.
Sento il bisogno di uccidere qualcuno.
*****
Di solito la luce della luna permette di vedere un po’ nonostante il buio, ma al momento era coperta da una nuvola di passaggio. La nostra banda si era accampata qui su consiglio del tizio che ci ha assoldato e di certo l’offerta che ci hanno fatto è molto appetibile: 5 monete d’oro a testa e la possibilità di tenere il bottino e le donne catturate a Fago. Chissà che avrà di speciale quel paese per volerlo assaltare ad ogni costo?
Forse non ha chissà quale valore però, dal momento che non è ancora stato razziato da altre bande, sarà ancora pieno di ricchezze e belle donne. Però, qualcosa di speciale c’è l’ha… ma non ricordo cosa.
“Hey Elliot! Non starai mica dormendo vero?!”
“Ugh! Certo che no Lizette!”
Lizette è un membro della banda ed è entrata a farvi parte prima di me. È una delle poche donne che sono state accettate ed è un’osso duro. Anche se non molto abile con l’arco è un’ottima combattente. Non ha mai raccontato a nessuno il suo passato ma molti affermano che fosse un’ex ufficiale dell’esercito.
“Stavo solo pensando…”
“A cosa stavi pensando per farti distrarre in questo modo?”
“A quanto sei piatta…” sussurrai per non farmi sentire ma in qualche modo mi ha sentito visto che c’è un coltello conficcato nel tronco dell’albero su cui sono salito
“Credo di aver sentito male… puoi ripetere?”
Ma perché le donne come lei hanno sempre quel complesso?! Mi domandai intimorito dalla sua sete di sangue
“Volevo dire… chissà perché tutta questa fissa con questo paese. Voglio dire, ci sono solo contadini.”
“Sembra che tu proprio non capisca. Quel paese… Fago giusto? È il paese natale della Santa.”
“Eh? Non è che ci ritroveremo in un mare di guai?”
“Lo siamo già quindi che importa se se ne aggiunge un’altro? Inoltre, sembra che in questo momento, molti nobili si stiano riunendo al paese.”
“Ma allora non sarà difeso meglio di una fortezza?!”
“Non durante la festa… probabilmente”
“Quando dici probabilmente mi preoccupo…”
“Hey è il capo che se ne esce con i piani. Noi dobbiamo solo fare quello per cui siamo stati pagati.”
Il capo da lei nominato si è costruito una fama nelle zone meridionali. Non c’è nessuno lì che non conosca il nome di Shark Carlisle responsabile della razzie di numerosi paesini e dell’assalto a varie carovane mercantili. È spietato ma i suoi hobby sono-
*Frush*
D’improvviso sentii un fruscio e incoccai una freccia pronto a scagliarla. Anche Lizette si è preparata per un possibile scontro. Una figura uscì da dietro un cespuglio. La nuvola che copriva la luna in quel momento se ne andò e la candida luce lunare illuminò la figura. Era un umanoide probabilmente con indosso quelli che sembrano abiti scuri semplici; il cappuccio e il mantello crema con l’interno rosso sono usurati, strappati e bucati in più punti ma nonostante ciò, sembra dargli un’aria solenne. Si fermò a qualche metro dall’albero su cui ci eravamo arrampicati e guardò verso di noi. Sotto quel cappuccio, c’era una maschera di ferro.
Lo percepii… gli occhi che non riuscivo a vedere mi stavano fissando, mi scrutavano. La mano destra dello sconosciuto venne rivolta verso di me, notando che era guantata. In preda all’istinto, tesi l’arco per scagliare la freccia-
*Kakrack!*
Era un suono secco e tonante, nella mano della figura umanoide sembravano sfrigolare dei fulmini ma soprattutto, non mi sentivo più lo stomaco e la mia spalla destra. Guardai in quei punti: avevo un buco in pancia e il mo braccio destro non c’era più. Il dolore mi assalì.
“AA-!!!”
Non so quando è successo, quell’essere era davanti a me e mi colpì all’altezze della gola bloccando il mio urlo. Lizette lo assalì ma come se niente fosse, la figura bloccò l’ascia del mio superiore e poi l’afferrò alla gola.
Prima che l’oscurità mi avvolgesse, sentii la figura dire
“Grazie per l’informazione.”
*****
Sempre… il solito… posto… è sicuramente un punto ben nascosto dal momento che è piuttosto distante dalla via principale nonché abbastanza inoltrato. Ma quello che continuo a chiedermi è… perché proprio quel posto visto che c’è ne sono altri molto simili o con caratteristiche identiche? Beh… al momento poco importa.
Le due sentinelle di prima le ho eliminate con semplicità, anche se ho dovuto fare una bella incursione mentale nella donna visto che sembrava avere una certa importanza, azzeccandoci. Sono riuscito a ricavare l’organizzazione dell’accampamento, il numero dei banditi, il nome del capo e il suo passatempo. È tipico dei banditi rapire donne per il loro piacere personale… però, Lizette sembrava non volerne sapere niente di quali sceglieva il capo… a quanto pare è riuscita a rimuoverselo dalla testa. Ad ogni modo, anche se entrare nelle teste altrui è un’ottimo modo per ottenere informazioni, non mi piace usare molto questo potere in quanto personalmente lo ritengo poco “etico” e come effetto collaterale causa la letterale esplosione del cervello della vittima. Beh, che sia per mano mia o di altri, era comunque condannata a morte…
Ora, vediamo di introdurmi nel campo senza dare nell’occhio e dato che è notte non c’è momento migliore per penetrare. Concentrandomi sulle ombre generate sia dalla luce della luna che dal fuoco dell’accampamento, questa sembrò aprirmi un passaggio e mettendovi dentro piede, venni avvolto da essa. Camminai letteralmente nell’ombra. Nessuno riusciva a vedermi. Il mio obiettivo è la tenda di quel tizio… Shark Carlisle. Dato che è lui a tenere le donne che si portano dietro dalle razzie, credo sia la scelta più immediata, così che dopo non debba preoccuparmi tanto di ostaggi o di colpire degli innocenti.
Arrivato davanti alla tenda interessata, mi assicurai che non ci fosse nessuno nei dintorni e uscii dalle ombre che mi avevano permesso di arrivare fin lì. Spostai il telo della tenda.
L’avessi mai fatto.
Quell’essere… mi dava le spalle ma quello che stava facendo accese un’ira ed un disgusto dentro di me che raramente avevo provato: era sopra una bambina… la picchiava e la stuprava allo stesso tempo… i suoi occhi erano vuoti eppure piangeva… lui rideva e godeva nel vederla così.
Quell’immondo non era un’uomo… omicidio… stupro… violenza su minore…
Anche se sono cosciente che saranno passati pochi secondi da quando ho posato lo sguardo su quel pedofilo senza Dio, mi sembravano passate ore e ogni minuto di quelle ore, odio, rabbia, disgusto… non ne potevo più!
Lo presi sul capo e anche se se ne era accorto… era troppo tardi. Proiettai nella sua mente e nella sua anima i più terribili orrori che lui ed io abbiamo mai visto nelle nostre limitate vite. La morte non sarebbe bastata… doveva soffrire, doveva raschiare il fondo della disperazione e provare ogni tortura carnale.
Mi limitavo ad ucciderli per pietà. Tutti i banditi che ho eliminato fin’ora li uccidevo e basta. Invece questa volta lo ucciderò e mi assicurerò che la sua anima soffra prima del trapasso. Non importa quanto mi implorerà. Per la prima volta in questa vita, scatenerò tutta la mia spietatezza.
Imbavagliai quella feccia ancor prima che potesse aprir bocca e la scaraventai a terra.
“MMMMHHH! MMMMMMMMMHHHH!!!”
Si contorceva come per la belva che era. Il dolore fisico causato dalla mia manipolazione dei vasi sanguigni che facevano bollire il sangue, lacerandoli, riparandoli e lacerandoli nuovamente nei punti in cui lo avrebbe fatto soffrire di più, mentre l’anima e la mente venivano dilaniate da dolore e disperazione. L’ho detto prima… non avrà un trapasso rapido ed indolore come gli altri. Sarà solo dolore e disperazione, ripetuta fino a quando non riterrò che abbia sofferto abbastanza.
Mentre lasciavo l’escremento alla tortura che gli imponevo, mi girai verso la bambina che era sulla branda. Non era una semplice bambina, ma un’alta elfa. I suoi occhi spenti sono di un’azzurro limpido, mentre i suoi capelli sono biondi. I continui maltrattamenti avevano rovinato quello che doveva essere un bel viso, mentre il respiro calmo nonostante le lacrime mi fecero capire che l’ha drogata. Con gli urli soffocati di sottofondo, strinsi dolcemente la mano della bambina e cominciai ad infondere la mia vitalità in lei, come avevo fatto con Lilith la prima volta. Le lacrime che erano ferme, cominciarono a scendere. Non ci riusciva per via della droga… ma voleva piangere con tutto il cuore.
“MMMMMGGGGGH!!! MMMMMMMMMMHHHHHHH!!!”
Per ogni lacrima che vedevo, la sofferenza dell’immondo aumentava.
Dopo poco, l’elfa smise di piangere e chiuse gli occhi che erano diventati rossi per il pianto. Le lasciai la mano e mi alzai. Un fruscio e subito evocai dei fulmini psionici nella mia mano pronto a lanciarli. Mi sono allarmato per niente. Quel fruscio proveniva da quello che sembra un tavolino quadrato con tovaglia. C’era qualcuno lì sotto. Quando alzai leggermente il velo, notai che c’era una base di metallo con tante gambe. Al pensiero che potesse essere una gabbia e cosa potesse contenere, mi si strinse nuovamente il cuore.
“MGGGGGGGGGHHHHHHHH!”
Andai dall’altro lato della gabbia e sollevai il velo quel che bastava per poter rivelarne il lato… altre bambine…due appartenevano alla razza dei beastman e una a quella umana. Vedendomi si spaventarono e si portarono dall’altra parte il più lontano possibile da me.
Erano terrorizzate fino al midollo. Quella era sicuramente la prima reazione che avrebbero avuto dopo aver sperimentato quello che ho visto prima.
Mi abbassai il cappuccio e poi mi tolsi la maschera. Le guardai dolcemente
“Va tutto bene… ora vi porto via da questo incubo.” allungai la mia coscienza, entrai nelle loro menti, stuzzicando sempre di più la loro sonnolenza e quando si addormentarono, manipolai il loro centro mnemonico in modo che potessero avere solo dei bei sogni. “Perdonatemi… se non sono arrivato prima. Perdonatemi per la mia ignoranza.” una lacrima scendeva lungo la mia guancia.