Appena rientrammo in stanza ci buttammo tutti e tre sul letto, stanchi.
<<…E questa era solo una semplice cerimonia!>> esclamai con la faccia schiantata sul cuscino.
<<L’anno Accademico è appena iniziato, non battere già la fiacca.>> alzai la faccia dal cuscino e tirai un pugno nel letto situato sopra di me, dove giaceva Marco.
<<Parli proprio tu, che appena siamo arrivati sei saltato subito sul letto!>>
<<Ehi! Non ho saltato, sono salito dalle scale come ogni normale persona!>>
<<Si però— [bla bla bla]>>
Mentre io e Marco litigavamo, c’era Kevin che rideva mentre ci azzuffavamo, ma improvvisamente la sua risata venne interrotta non appena entrò il tanto atteso quarto ospite del dormitorio.
<<Oh…>> la persona sussultò un suono di meraviglia. Appena lo sentimmo io e Marco smettemmo di parlare.
<<Un altro maschio!>> esclamai con una faccia meravigliata.
<<Questa è una stanza con già tre ragazzi, secondo te potevano mettere una ragazza?>> chiese sconvolto Marco, mentre il ragazzo teneva un’espressione spaventata.
<<Però non sei male! Capelli biondi e dei profondissimi occhi blu! E porti un taglio sufficientemente corto! Non male non male~! Come ti chiami?>> chiesi alzandomi di furia dal letto e avvicinandomi vicino a lui.
<<M-Manuel…>> rispose il ragazzo imbarazzato.
<<Susu, vieni qui.>> disse Marco da sopra il letto chiamandomi come se fossi un cane.
<<Si, arrivo~.>>
Marco guardò Manuel, facendogli un cenno che andava tutto bene.
<<E pensare che fino a due secondi fa stavi morendo sopra il letto…>> disse Kevin perplesso.
<<Purtroppo Virtus è così.>> rispose Marco. Nel mentre mi ero ributtato sopra il letto.
<<Perché mi sento nuovamente nominato?>> chiesi.
<<Perché sei tu.>> rispose Marco.
<<Suona più come un insulto.>> risposi perplesso.
Dopo che tutto tornò alla normalità, Manuel ebbe l’opportunità di sistemare il suo borsone e mettersi comodo.
Appena finì, ci riunimmo tutti e quattro in cerchio al centro della stanza e parlammo per conoscere meglio il nuovo arrivato;
<<Da dove provieni?>> chiese Marco a Manuel.
<<Dalla città di Xenova.>>
Con questa risposta calò il silenzio.
<<Quindi tu sei uno di quelle persone?!>> chiesi con faccia sorpresa.
<<Calma ho detto!>> Marco mi tirò un pugno sulla testa.
<<Ahi ahi.>>
<<Non vi biasimo se mi vedete di mal occhio.>> disse Manuel con tono triste.
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In questa nazione una cosa ci divide a noi umani, e fu sempre un motivo di guerra e spargimento di sangue decenni fa; soldi e nobiltà.
Gli Anelli più interni erano sempre più avanti in fattore di tecnologie e beni primi, e per questo motivo allontanarono gli Anelli esterni.
Questo è sempre dovuto al fatto che la Nazione di Giarogia fu sempre una nazione povera, e gli Anelli interni vennero sempre cullati dal Casato Reale e li fecero vivere nel lusso, lasciando indietro la popolazione più esterna di Giarogia.
Nel corso dei secoli nacquero guerre, che portarono in rovina tutti gli Anelli, compreso il Primo. E da allora tra il Terzo e Secondo, e Secondo e Primo Anello cominciarono a nascere molte tensioni… E una di quelle era come il caso dell’altro giorno; con il padre di Lya e il suo nomignolo verso gli abitanti del Terzo Anello: “Ratti”.
Ma ormai a distanza di anni la situazione migliorò non appena Darlus Xenova prese l’eredità al trono, sbattendo via Zack Xenova e alcuni corrotti dell’Ordine della Guerraglia.
Ma questa pace potrà continuare anche dopo un suo futuro decesso? Questo era quello che tutti si chiedevano giornalmente.
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Kevin si avvicinò a Manuel poggiando la sua mano sulla sua spalla e disse;
<<Stai tranquillo, con noi non devi farti questi problemi. In fin dei conti noi due non siamo molto diversi, anche se apparteniamo ad anelli differenti.>>
Manuel sorrise e rispose;
<<Grazie mille per avermi accolto tra di voi…>> il suo sguardo era pieno di gioia, ma non lo diede a vedere molto.
<<E’ solo un piacere per noi.>> rispose Marco.
<<Potrai contare anche su di me!>> esclamai in successione. Marco e Kevin mi guardarono con un occhio sinistro, e infastidito chiesi;
<<Cosa vogliono dire questi vostri sguardi?>>
Giarogia – Nubilon, Accademia della Spada Argentata – Anno 703 4 Settembre
Passò la nottata, emanando l’alba di una nuova, lunga e tortuosa giornata…
<<Buongiorno Cadetti!>> esclamò ad alta voce uno sconosciuto, svegliandomi dal mio lungo sonno.
<<UWAAAAAAAAAAAAAAAH!!>> saltai dal letto sbattendo la testa contro il letto di Marco.
<<Ahi ahia… Cosa diavolo era?!>> chiesi leggermente stordito.
<<Cos’è stato questo baccano?>> chiese Marco alzandosi normalmente.
<<Mi sorprende il tuo modo di rimanere impassibile.>> risposi sconvolto mentre cercai di rimettermi sotto le coperte.
Dopo un tratto anche Kevin e Manuel si svegliarono, e la voce sconosciuta riprese a parlare;
<<Oggi inizierà il vostro primo giorno d’addestramento. Vi voglio vedere tutti al campus dietro l’Accademia alle 7:30. Chi si azzarda solo una volta ad arrivare in ritardo verrà subito espulso!>> con ciò, la voce sparì. Ero lievemente confuso.
<<Che ore sono?! Ditemi che avete un orologio!>> esclamai in crisi, alzandomi dal letto e guardando in faccia a tutti.
<<Io purtroppo non ne ho uno.>> rispose Marco.
<<Non guardatemi nemmeno, vi sembro uno che tiene una cosa simile?>> chiese Kevin.
<<Manuel? Dimmi che ne tieni uno!>> Manuel mi guardò, si alzò e prese la sua borsa;
<<Si, ne tengo uno.>> rispose, uscendo un orologio da taschino.
<<Grazie al Rodyak!>> esclamai felice, poi chiesi;
<<Che ore sono?>>
<<Abbiamo 15 minuti per arrivare al campus.>>
Calò il silenzio.
<<MEEEEEEEEEEERDAAAAA!!>>
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<<Ngaah..!>> siamo arrivati per un pelo prima che scattasse l’orario. Vicino a noi ci stavano altri 8 ragazzi, facevano tutti parte della classe 1F.
Rentaro Moonslight, 17 anni, Distretto 50
Un ragazzo dal tono calmo, carattere riservato e atti misteriosi.
Corti capelli neri ed occhi dello stesso colore, vestiva sempre di abiti scuri e sfoggiava uno sguardo di indifferenza.
La sua famiglia non era conosciuta nel terzo anello, e nessuno conosceva le sue origini.
Eugen Bishmark, 16 anni, Lantern
L’esatto esempio della calma prima di una tempesta: ecco cos’era Eugen.
Un giovane cadetto con scompigliati capelli marroni e occhi del medesimo colore, vestito con una semplice tuta.
Anche se la sua famiglia non era conosciuta, non bisognava provocare una furia latente come la sua, essendo che la sua doppia personalità poteva travolgerti in un secondo.
Sakura Water, 14 anni, Nubilon
Sakura era quello che rappresentava il Casato della Melodia, e anche quello a cui puntava.
Un’energetica ragazza con lunghi capelli rosa ed occhi dello stesso colore, teneva un viso che riportava quello che potevi cercare da una futura cantante di Giarogia.
Tuttavia, ognuno si domandava perché una cantante del Casato della Melodia dovesse seguire la via del cadetto; la domanda non aveva ancora risposta.
Edward El, 15 anni, Rostcore
Un potenziale cadetto proveniente dal Casato El, eroi dell’Era Oscura.
Corti ed ordinati capelli biondi, occhi verdi e corpo leggermente più minuto in confronto agli altri.
Era un ragazzo molto sicuro di sé stesso e aveva un comportamento ironico con gli altri.
Ryuuji Poker, 17 anni, Nubilon
Un giovane ragazzo dal volto gelido, in grado di infliggerti danni solo col suo unico sguardo.
Era una persona molto seria, asociale e non gliene fregava nulla dei suoi compagni.
Portava dei capelli blu scuri, occhi verdi scuri con sguardo penetrante. Nessuno si azzardava avere a che fare con uno come lui.
Miku Enoshima, 14 anni, Distretto 33
Miku era una mia ex-compagna di scuola, fin dalle prime classi avevo a che fare con lei ma dopo il terzo anno ne ebbi di meno.
Portava dei corti ma morbidi capelli di color marroncino con un ciuffo color rosso verso l’occhio sinistro, e occhi azzurri.
Il suo carattere era enormemente gentile ma goffa, essendo che pensava solamente agli altri senza contare sé stessa.
Questo suo carattere era dovuto al suo casato che l’abbandonò fin da piccola per via del fatto che venne etichettata come “demonio”, un maleficio del Kazumu.
Da allora anche lei venne aiutata dall’Ordine Praxis, ma decise comunque di tenere il cognome datole da coloro che avevano decisa di abbandonarla.
Lucy Muramasa, 17 anni, Nubilon
Una ragazza che se la vedi non sembrava per nulla esserlo, per via dei suoi muscoli e carattere forte che aveva.
Vestiva abiti tipici di un maschiaccio, corti capelli neri e occhi dello stesso colore.
Il suo casato seppur piccolo, sembrava che abbia passato molte battaglie ed evoluzioni nel settore militare, divenendo uno dei casati più abili con le Katane.
Kiba Lyusan, 17 anni, Lantern
Ultimo membro della classe 1F era… Un Elfo.
Membro del Casato Lyusan, era uno degli ultimi sopravvissuti della nazione di Skoten.
La loro estinzione era dovuta a Shükanz durante l’Era Oscura, ma maggiori dettagli sono sempre stati archiviati dall’Ordine della Guerraglia.
Aveva un aspetto giovane, orecchie a punta e un’altezza fuori dalla norma; molto probabilmente toccava i due metri.
Occhi color azzurri e capelli lunghi color bianchi, gli toccavano quasi i fianchi.
Il suo carattere era enormemente riservato, e sembrava che non avesse mai voglia di parlarne con qualcuno.
Del suo passato non si sapeva assolutamente nulla…
Provai a salutarli, e l’unica che era felice di vedermi era Miku.
Nella nostra vecchia scuola non aveva amici, e io fui l’unico a stargli vicino.
<<Per caso ci sono altri ragazzi della nostra scuola?>> chiesi a Miku, una volta che la raggiunsi.
<<Hmhn no, non mi è sembrato… E poi onestamente…>> Miku iniziò a giocherellare con le sue dita, connettendo le punta dei suoi indici insieme.
<<…Non ho completamente parlato con nessuno e nel dormitorio mi sono nascosta subito sotto le coperte, quindi… Non ho nemmeno visto con chi ho dormito stanotte. Tehehe…>> finì con una faccia compiaciuta.
<<Ma come cavolo è possibile ciò…? E poi perché ne sembri stranamente fiera?>> chiesi perplesso.
<<Sbaglio o conosci molta gente stramba?>> chiese Kevin con espressione sconcertata.
<<Non è come pensi!>> esclamai alzando il tono.
Improvvisamente al Campus arrivò il nostro tutore.
Era un uomo di 57 anni, alto 1,75m e muscoloso.
La sua carnagione era leggermente più scura e il suo sguardo mostrava la sua determinazione.
Nel suo fianco destro portava una spada di metallo, una benda rossa in testa e una divisa verde con il logo della Spada Argentata sul petto sinistro con altri stemmi; una di essa era uno stemma di una fiamma rossa.
I suoi occhi erano neri, mostrando anche il capo pelato.
Con un tono da comandante iniziò ad urlare;
<<Benvenuti a tutti voi Cadetti nel vostro primo giorno dell’addestramento all’Accademia della Spada Argentata! Oggi vi sottoporrete a dei test iniziali per vedere la vostra resistenza fisica e tutte le vostre abilità nel campo aperto. Il primo che esiterà battendo la fiacca verrà buttato a calci in culo fuori dall’accademia!>> appena terminò la frase, continuò con tono più calmo;
<<Una cosa non vi è stata ancora detta, ma ogni 3 mesi verrete sottoposti a degli esami speciali, precisamente tutti e 150 studenti, e chi non lo passerà verrà espulso senza pretese dall’Accademia.>>
<<EEEHH?!>> esclamammo tutti in coro.
<<Quindi se vorrete rimanere in questa accademia…>> il tutore prese un volto poco rassicurante e finì;
<<Dovrete spaccarvi il culo come mai avete fatto in vita vostra.>>
<<Mi sto già pentendo di essere entrato qui dentro…>> sussurrai cadendo in ginocchio.
<<Detto ciò, vi do nuovamente il benvenuto nell’Accademia della Spada Argentata; io sono l’istruttore Zack Pawson, piacere di conoscervi, cadetti!>>
Dopo essersi presentato ci fece presentare uno alla volta, e una volta finito il giro cominciò la giornata di addestramento.
<<Come prima attività dovrete correre per tutto il perimetro dell’Accademia.>>
<<Va bene dai… Non è troppa strada…>> contemplai mentre mi riscaldavo con piene energie, ma le mie speranze vennero interrotte dal professor Zack.
<<Per cinque volte.>>
<<Cosa?>> il mio sguardo si gelò improvvisamente.
<<Ecco cosa succede quando parli troppo.>> disse Marco girandosi verso di me e camminando verso il punto di partenza.
<<Non vedo il problema, ce la faremo.>> disse il cadetto Eugen, con un tono rassicurante.
<<Sì, vero…?>> chiesi a Eugen alzando leggermente il mio sguardo depresso. Improvvisamente Eugen cambiò volto, mostrando una persona completamente differente;
<<Spaccheremo tutto e non lasceremo nemmeno un briciolo di terra nel nostro percorso, cazzo!!>> disse subito dopo con una voce terrificante e convinta, aveva appena cambiato personalità o cosa…? Dopo un attimo contemplai;
<<Non ne uscirò vivo da qui dentro. Sono tutti pazzi!>>
Prima di iniziare, la cadetta Sakura iniziò a toccarsi la pancia e chiese al professor Zack;
<<Posso farne solo 2? Non mi sento molto bene oggi…>>
<<SEI SOLO AL PRIMO GIORNO E VUOI GIA’ BATTER FIACCA?!>> urlò il professor Zack contro Sakura.
<<E-ehhh… E-ecco… Improvvisamente mi sento meglio…eheheh…>> rispose iniziando già a correre.
<<Andiamo anche noi?>> chiese Marco. Kevin, Manuel ed io rispondemmo;
<<Sì! Mettiamocela tutta!>>
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.
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<<No! Non ne posso più!>> dissi in lacrime mentre continuavo a correre con tutte le mie forze. Nel mio stesso punto si trovava anche Marco.
<<Siamo solo al terzo giro, Virtus.>> disse Marco ancora pieno di energie.
<<Ma stamattina non abbiamo nemmeno fatto colazione!>> risposi in lacrime.
<<Nemmeno io.>> rispose Marco senza batter ciglio.
<<E LO DICI COSI’ TRANQUILLAMENTE?! E’ una cosa vitale la colazione! Non posso fare 5 giri dell’accademia senza aver mangiato…>> risposi sempre in lacrime.
<<Virtus, tu neanche se avresti mangiato ce l’avresti fatta.>>
<<B-beh, dipende.>> nel mentre arrivò pure Kevin che era rimasto leggermente indietro;
<<Stai già battendo fiacca? Vedi che rischi di essere espulso.>>
<<Non mettertici pure tu… Ngaaaaaaaaaaaaaah!!>> con le mie poche forze rimaste iniziai a correre più arduamente.
Non avevo più forze; le mie gambe tremavano, ma dovevo metterci tutta la mia anima per finire questa tremenda corsa, ne andava tutto il mio orgoglio!
<<Virtus, ti ricordo che stai facendo una sola corsa──>>
<<Zitto Marco!>>
Ripresi la mia corsa individuale.
Non lo facevo solo per me, ma anche per Igea! Non dovevo… Fallire, non ancoraaaaa!!!
Alzai la rincorsa, cominciai a sputare sangue, ma non mi interessava più!
<<Virtus, non stai sputando un bel niente.>>
<<Ho detto di non immischiarti Marco! Questa è una sfida tra me e questo tracciato!>> esclamai mentre rischiai di cedere, ma ripresi subito il ritmo.
<<Okaaaay…>> Marco e Kevin iniziarono a correre più velocemente, lasciandomi da solo.
Stavo a metà del percorso dell’ultimo giro. Non appena girai l’angolo vidi una baracca con degli alberi ed il nostro professor Zack.
Stavo per raggiungere il traguardo…! Igea… Il tuo fratellone… Ce l’ha fa…tta…
Alla fine svenni, ma raggiunsi il traguardo.
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<<Virtus? Sei ancora vivo?>> chiese Kevin mentre con un bastone mi toccava la guancia.
<<Aspetta, so io come svegliarlo.>> disse Marco.
<<Eh?! Come? Potrei farlo io…>> chiese Miku con tono timido.
<<No, non posso sacrificare la tua vita.>> rispose Marco.
<<Da come lo descrivete, Virtus sembra essere una persona molto pericolosa…>> disse Manuel.
<<Lo è, difatti. Pensa che una nostra amica lo chiamava sempre pervertito, non è un nomignolo dato al caso.>> spiegò Marco.
<<Huh…>> rispose Manuel con segno di meraviglia. Appena sentii questa conversazione stavo per aprire bocca;
<<Vedete che vi ho sentiti…>> non appena dissi questa frase Marco chiese;
<<Ah, allora eri sveglio. Cosa hai sentito?>>
<<Tutto, dannato te! Non dare una brutta immagine di me!>> risposi alzandomi di scatto e prendendo Marco dal colletto.
<<Il fatto che sei svenuto dopo una corsa non la da in automatico?>> chiese Marco indifferente.
<<Q-quello è un’altra cosa… Ehi, non cambiare discorso comunque! Questa corsa era dannatamente difficile!>> esclamai, restando subito dopo in silenzio, poi chiesi;
<<Quindi tutti ce l’hanno fatta?>> subito dopo lasciai il colletto di Marco e guardai in giro.
<<Sì, tutti quanti abbiamo superato la prima prova.>>
<<Capisco.>>
Il professor Zack arrivò con due spade di legno in mano e disse;
<<Siete tutti vivi, non me lo aspettavo. Solitamente con la prima prova molti si arrendono già.>>
Rimanemmo zitti, subito dopo Zack continuò;
<<Allora, possiamo passare alla seconda prova, spero che vi siate riscaldati per bene.>>
<<Ah… Come? Riscaldamento?>> chiesi perplesso.
<<E-era solo il riscaldamento?!>> esclamai subito dopo.
<<Sì, prendete qui.>> si girò e lanciò una spada verso Edward. Egli la prese al volo e chiese stranito;
<<Che dobbiamo fare…?>>
<<Combatterete uno ad uno contro di me, fatemi vedere di cosa siete capaci.>>
<<Un combattimento contro di lei? Non so se ne siamo ancora capaci.>> disse Edward guardando la spada di legno, era molto leggera e grande. Facile da impugnare.
<<Difatti io non combatto, siete voi che dovrete colpire a me; io mi concentrerò alla sola difesa.>> rispose il professor Zack.
<<Non ne ho mai usata una…>> contemplai la spada di legno che Edward teneva impugnata. Ero preoccupato sull’averne una in mano, essendo che non la usai mai.
<<Inizieremo da te, cadetto Edward.>> disse il professor Zack, continuò;
<<Fatti pure avanti.>>
◖Fine Capitolo 5◗