Come ogni impero storico esso aveva un suo vanto, chi per le numerose legioni, chi per le forze navali, chi per le forze aeree e tante altri ancora sparse su tutto il proprio regno. L’impero NoGheminis dalla quarta generazione alla quinta ebbe come suo vanto la grandissima flotta spaziale. Composta da quattordici astronavi più l’astronave madre ed ammiraglia della flotta, la gloriosa Divina Libertà. Ogni astronave aveva un suo allestimento dedicato, un suo equipaggio, dei tecnici addetti alla manutenzione e tredici legioni composte da fanteria, mezzi pesanti, mezzi corazzati, mezzi pilotati e droni, oltre alle varie tecnologie di difesa, e navigazione interstellare e interdimensionale, e interuniversali. La loro progettazione e costruzione ha inizio dal periodo accademico del futuro imperatore Chaos. Infatti, durante i suoi studi accademici e le varie specializzazioni apprese, il giovane Chaos, realizzo un modello di astronave di ultima generazione, chiese al padre di poter realizzare un piccolo modello e di presentare ai cantieri aerospaziali.
– Padre, ho realizzato una nuova astronave, il modello matematico, ingegneristico, e tutto ciò che serve per la sua realizzazione è pronto. Posso sottomettere a mozione di giudizio ai nostri cantieri aerospaziali?
(Chiese il principe Chaos a suo padre Dioniso)
– Certamente figliolo, saranno impazienti di vedere cos’altro sei riuscito a creare durante i tuoi studi!
– Chiedi consiglio a loro. (Rispose il padre con tono orgoglioso)
– Se tuo nonno Keiji fosse vivo, sarebbe fiero di te!(Disse il padre con tono nostalgico)
– Sarebbe un sogno se lui la vedesse! (Confermò Chaos con tono malinconico)
– Purtroppo, sono quasi dodici anni che è scomparso. Non ci pensiamo. Sarà sempre orgoglioso della sua discendenza.
(Concluse il padre)
Così il principe si diresse ai cantieri aerospaziali, situati nel sottosuolo, nella zona remota chiamata “Cava dei Draghi”. L’ingegnere capo era Efesto di Baluris, già diverse volte visitò i cantieri per altri progetti sempre in campo militare e sanitario, poiché Efesto era sia ingegnere militare che civile. Così Chaos si diresse alla sede amministrativa dei cantieri situata all’interno di un palazzo cilindrico. Appena arrivato all’ingresso i vari addetti lo salutarono con tono amichevole.
– Salve signorino Chaos ben tornato!
– Cerco Efesto!
– È nel suo ufficio! Andate sarà contento di vedervi!
Ma quando arrivato alla porta dell’ufficio di Efesto lo trattarono come membro della famiglia imperiale.
– Salve vostra altezza, l’ingegnere Efesto vi attende in ufficio! Prego entrate pure!
– Bene, a dopo!
Si aprono le porte dello studio, seduto dietro ad una scrivania mentre guardava le fucine da una vetrata bellissima, il grande Efesto. Poi accortosi di Chaos, si girò ed in quel momento i suoi occhi brillarono di un rosso carminio. Efesto era un grande ingegnere, mastro artigiano e non aveva eguali nel suo campo. Aveva un abito rosso carminio come i suoi occhi, fatto da Chitone rosso carminio e un Clamide d’oro, aveva inoltre due bracciali che coprivano interamente gli avambracci anch’essi d’oro. La cintura era fatta da un cordolo d’oro. Sebbene tutta la struttura fosse ultramoderna i suoi ornamenti erano ispirati al mito greco. I capelli erano di media lunghezza e spettinati di un colore castano. Inoltre, la sua struttura corporea era imponente e muscolosa. Quando si alzo dalla poltrona si avvicinò al principe e mise le sue possenti mani sulle sue spalle e con gesti delicati ma decisi salutò il principe.
– Come state mio buon principe?
– Bene carissimo Efesto, voglio sottoporti questo nuovo progetto!
– Fatemi vedere, prego accomodatevi, fate come foste a casa vostra.
Efesto analizzò ogni aspetto del progetto, poi chiese al principe:
– Vogliamo realizzare un prototipo in scala?
– Va bene Efesto, quanto tempo ti ci vuole?
– Credo circa sei mesi, così potremo vedere se ci possono essere altri dettagli da aggiungere, quali materiali volete usare?
– Pensavo a questi materiali: Xiadoforime, Dragonite e la Kaminocodrixinas.
– Spiegami nei dettagli le proprietà e dove dovrebbero essere utilizzate.
– Vabene, Efesto!
Così il giovane principe enunciò i vari materiali e vari dettagli. Spiccavano tra i tanti materiali:
la Xiadoforime, un materiale proveniente dalla dimensione Akadfield dell’ottavo universo, verrà usata per la struttura scheletrica e le varie compartimentazioni, poiché risulta ottima, date la sua proprietà di elasticità e flessibilità. Indispensabili per sostenere le più forti sollecitazioni e le massime pressioni positive e negative che si incontrano durante un viaggio interstellare;
La Dragonite materiale proveniente dalle squame dei draghi si possono ritrovare facilmente sul pianeta Drago del settimo universo, resistente alle alte temperature e agli impatti con polveri o detriti cosmici è ottimale per essere usata sul fasciame esterno dell’astronave;
La Kaminocodrixinas un materiale proveniente dal dodicesimo universo, è un materiale che crea un grande scudo antipoteri sovrannaturali e alle radiazioni cosmiche. Forma lo strato intermedio tra la Dragonite e la Xenosgradem la si trova in abbondanza sul pianeta Kamis del quarto universo;
La Xenosgradem, materiale sia durissimo che flessibile. Costituisce il fasciame interno dell’astronave che protegge tutti i locali di quest’ultima. Inoltre, sia le vernici che le varie parti interne saranno di materiale di ottima qualità per rendere l’astronave sia una nave di battaglia sia una nave per i lunghi soggiorni. In fine l’astronave madre sarà la più grande che ci sia.
Con una forma affusolata e di una bellezza mozzafiato sarà il nuovo vanto dell’impero. Avrà molti boccaporti, posizionati strategicamente, sia per la difesa, sia per l’attacco ma anche per operazioni commerciali e/o tattiche. Gli saranno istallati numerosi dispositivi, partendo dagli scudi elettromagnetici, agli scudi di antimateria fino ad arrivare ai cannoni laser come artiglieria contraerea e ai due super cannoni a raggi gamma posti ognuno su una torretta che fuoriesce a seconda dei casi da due grossi boccaporti sulla parte superiore e quest’ultimi distanzieranno tra loro circa trecento metri longitudinalmente. Essi saranno capaci di coprire sia la vista frontale che quella laterale tranne la parte cieca della struttura dove vi sarà la plancia esterna dell’astronave che sarà difesa a poppavia da due cannoni più piccoli ma dalle stesse peculiarità. Nella cavità prodiera per tutta la sezione trasversale e 1 dodicesimo della lunghezza totale dell’astronave vi sarà il cannone ad antimateria, il più grande che ci sia. Intorno ad esso un grande anello d’oro, infatti, oltre ad essere un’arma sarà anche il dispositivo per aprire i tunnel spaziotemporali e/o aprire la via per accedere alla via astrale che collega tutti gli universi esistenti. Potrà essere usato anche per creare nuovi accessi ad essa e collegare altri mondi inesplorati fin ora.
A poppa avrà due propulsori ausiliari e tre propulsori principali ed uno di emergenza centrale, sfrutteranno le radiazioni cosmiche e l’antimateria dello spazio esterno per creare una propulsione di crociera superiore alla velocita Mac80 e all’occorrenza a volte raggiungere la velocità della luce. L’astronave navigherà con un sistema di navigazione di ultima generazione per viaggiare tra gli universi e le dimensioni, nel più breve tempo possibile, ma anche di navigare nei più svariati fluidi esistenti. La fonte di energia sarà un sistema di energia pulita e rinnovabile e tale sistema alimenta i motori di tutta l’astronave. Questa fonte di energia consente anche la creazione, nei luoghi che riproducono aspetti planetari l’atmosfera e la gravità. Ha circa duecento quaranta tre astronavi minori divise tra ricognitori, tattiche, spionaggio e trasporto passeggeri e/o truppe e merce varie. Inoltre, avrà abbastanza cabine su trecento ponti con cinquanta aree divise tra zone pranzo, riunioni, sala da gala, ricevimenti, relax e così via. Avrà una capienza di un milione di cabine. L’ottantasei per cento sarà adibito agli ospiti ed il restante quattordici per cento all’equipaggio e all’esercito. Possiede, inoltre, un grande ospedale e vari laboratori scientifici. Una copia dell’interno del Grande Tempio e della sala dei troni. In fine, è talmente grande che possiede due scuole, un’università e portali di accesso ai vari mondi conquistati dall’imperatore Keiji, otto giardini e piccoli oceani. Senza dimenticare di lasciare lo spazio per tutte le attività di corazzata e base
militare. Infatti, l’astronave sarà grande abbastanza da essere considerata più come un pianeta vagante per lo spazio che una semplice corazzata gigante di ultima generazione. Ha due quartier generali, il primo, posto sulla plancia esterna, e l’altro posto, al centro della nave in un punto strategicamente protetto. Lunga otto volte tanto la città sacra del pianeta Sion ed alta due volte tanto sarà la manifestazione della grandezza del futuro imperatore su tutti i fronti. Il comandante a capo dell’equipaggio dell’astronave nonché il responsabile della vita degli ospiti a bordo, sarà il primo ministro della guerra, ovvero il Grand’Ammiraglio. Passarono mesi, e i vari prototipi venivano sempre più delineati. Dopo otto anni, furono varati le prime astronavi minori e poste nei vari hangar progettati su misura. Ad ogni varo la famiglia imperiale era lì ma solo il primo genito Chaos li battezzò. Egli chiamò le prime quattordici astronave con i seguenti nomi:
Divino Amore, Divino Coraggio, Divina Fede, Divina Giustizia, Divina Prudenza, Divina Speranza, Divina Temperanza
Divina Luce, Divina Fortezza, Divina Lealtà, Divina Verità, Divino Spirito, Divina Sapienza, Divina Providenza.
Chaos diede alla sua astronave il nome di “Divina Libertà”, affinché fosse il simbolo della sua missione principale, ovvero, rendere liberi qualsiasi popolo ammetterli nella grande famiglia imperiale, creando così il suo più grande desiderio “un unico popolo”. In un suo discorso disse che l’impero NoGheminis, per lui non era da considerare come istituzione, ma una grande Famiglia. Successivamente sarà nominata anche come Astronave madre. Ogni astronave sui due fianchi avevano lo stendardo imperiale che raffigurava però non lo stemma dell’imperatore Dioniso, ma quello del primo genito, Chaos NoGheminis. In alto nell’unico albero maestro posto al disopra della plancia di comando sventolava la bandiera imperiale. L’astronave madre stanziava esternamente alla città Santa, a circa cinquanta mila metri dalla grande muraglia, ma era raro che stanziasse così tanto, per lo più era in continua missione di controllo di tutto l’impero, così come per le altre gemelle minori. Efesto fu così felice di essere stato l’ingegnere capo addetto alla loro costruzione, non tradì mai il suo giovane principe. Morirà difendendo i cantieri aerospaziali dal primo genito di Chaos, Diòrtane. Saputo che il suo amato principe era stato ucciso cercò in tutti i modi di non far avere la stessa tecnologia all’usurpatore. Morì in un rogo di fuoco distruggendo sia i cantieri che sé stesso. L’ultima sua frase fu:
“Non vi ho mai tradito, mio principe, così ora vi seguirò anche io, nella prossima vita”
Mentre il principe Diòrtane, l’usurpatore, guardava con volto colmo di rabbia la morte di quest’ultimo. Le cripte della capitale vennero invase dalle fiamme per tre giorni e tre notti. Questo causò un indebolimento delle strutture ma non intaccò la sicurezza delle fondamenta, Efesto era il miglior ingegnere di tutto il regno ma anche lui aveva un discepolo che però sparì prima della nascita di Chaos, da quel giorno Efesto non volle più nessun allievo. Con la sua morte ogni tecnologia del regno venne meno. Era il rettore della facoltà di ingegneria dell’università della capitale ed era anche la quinta persona con la carica più alta nell’esercito imperiale. La sua morte e la successiva divulgazione di tale cronaca nera fu la seconda notizia che distrusse i cuori di tutti i superstiti.
Nulla di lui sopravvisse al rogo.
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Non ci resta che chiederci: cosa succederà ora? Senza Efesto, senza tecnologie e senza un degno successore, come faranno i nostri protagonisti a difendersi dall’usurpatore e a salvare il regno? La situazione sembra disperata, ma non perdiamo la speranza. Il futuro è incerto, ma una cosa è certa: la storia è appena all’inizio. Continuate a leggere per scoprire cosa succederà nel prossimo capitolo.