Uscita nord di Adarmas – Anno 652 – 2 Settembre – Ore 19:12 – Kevin’s POV
“AHAHAHAHAHAH! ALLORA?! CHE NE DICI DI QUESTA MIA ABILITA’?! FA MALE VERO?! NON POTRAI MAI COMPETERE CONTRO DI ME, QUINDI ARRENDITI E LASCIAMI LA RAGAZZA! In caso contrario, ti ucciderò immediatamente, sia chiaro.” Hikaru iniziò a ridere come un folle, alzando il suo viso verso l’alto per poi riabbassarlo subito dopo, godendo mentre mi stava guardando inginocchiato; continuai a soffrire dal dolore causato dalla sua abilità: dopo alcuni secondi ritornò con un sorrisetto fastidioso, continuava a fissarmi per vedere cosa avrei potuto fare. Si trovava di fronte a me a circa sette metri di distanza.
“Ugh…non lascerò che vada a finire così…non ancora…devo dire scusa ad Akane…e portare la pace…in questo mondo…sarà un desiderio folle ed esagerato…però una cosa è certa…i-io…non devo morire…” Dissi a bassa voce tra me e me, avendo uno sguardo sofferente chiudendo gli occhi e stringendo i miei denti più forte che mai; provai a rialzarmi, ma il dolore mi obbligò a ritornare in ginocchio: il sangue sullo stomaco aumentò leggermente, come se la ferita si stesse allargando.
“Pff…patetico, però è davvero incredibile come non sei ancora privo di sensi…dopotutto ti avevo colpito in pieno con la mia abilità appresa al livello 2!” Contemplando ciò con un sorriso, Hikaru iniziò ad avvicinarsi verso di me mentre ero indifeso: mi tirò altri cinque fendenti dritti e penetranti, trapassandomi il corpo e creandomi varie ferite sanguinanti in molte parti; iniziai a sputare sangue e continuai a rotolare all’indietro, avvicinandomi sempre di più verso la ragazzina che dovevo proteggere. Tenevo alcuni tagli e buchi sanguinanti nelle parti delle gambe, busto, stomaco e braccia, contando che ero anche sporco di polvere in tutto il corpo e nel viso.
“(Oh no…devo fare qualcosa per aiutarlo, ma che cosa? Forse fermare lo scontro così dal nulla? Il problema è che lui è pur sempre più importante di me, visto che è un nobile di primo rango, se mi intrometto potrebbe costringermi a fare cose imbarazzanti o peggio ancora…)” Akane strinse la mano destra sul suo petto, stringendo leggermente i denti e facendo traballare i suoi occhi dal nervoso mentre mi fissò intensamente; non sapeva cosa fare per potermi salvare. In quel momento ancora non lo sapevo che Akane e il fabbro mi stessero guardando.
“(Reagisci ragazzo!)” Il fabbro strinse il suo pugno destro e lo alzò fino all’altezza del petto; stava facendo il tifo per me mentre faceva il suo sguardo serio e intenso. Il nobile intanto fece alcuni passi per ritornare vicino a me: ero sdraiato a pancia in giù mentre tenevo nella mano destra la mia spada, non volevo separarmi per nessun motivo al mondo da essa; l’avevo comprata da poco e dovevo ancora sfruttare al massimo tutte le sue potenzialità. Rialzai leggermente il mio sguardo, vedendo almeno il viso di Hikaru.
“Ahahahah, ormai penso sia inutile dirlo…sono IO il più forte…magari in una prossima vita ti rifarai…ma per questa volta…accetta la tua morte!” Il nobile mi stava deridendo, facendo un sorriso malvagio e mezzo pazzo; esclamando con tutta la sua goduria quella frase, stava per sferrarmi il colpo finale: era indirizzato sulla mia testa per potermi penetrare il cervello, ma io non mi arresi e improvvisamente usai tutta la mia determinazione.
“NON CI PENSO PROPRIOOOOOO!” Usando tutta la mia forza, tirai un fendente diagonale verso l’alto mentre ero sdraiato, respingendo il colpo di Hikaru e facendolo indietreggiare. Con tanta fatica cercai di rialzarmi, riuscendoci dopo alcuni secondi; feci uno sguardo serio e determinato, respiravo affannosamente e i miei occhi sembravano più accesi di prima. Intanto senza che me ne accorgessi, la nona stella della mia tessera si illuminò dentro il taschino del mio abito. Il mio avversario mi guardò intensamente appena si rimise dritto, rimanendo leggermente sorpreso e fissandomi con uno sguardo serio.
“Mmhh…sei davvero resistente…mi duole ammetterlo…ma ti faccio i miei complimenti per riuscire a resistere così tanto tempo…contro uno come me. Però ti farei il favore di non opporti più…diventeresti piuttosto fastidioso e rischierei di arrabbiarmi.” Mentre faceva il suo sguardo serio, verso la fine della frase ricominciò a sorridere, usando un tono ironico che sembrava anche minaccioso. Continuai a respirare affannosamente, cercando di penetrarlo con i miei occhi e fregandomene altamente delle sue inutili minacce: dal suo punto di vista stavo leggermente di profilo, con il braccio sinistro penzolante e con il destro che invece teneva la spada in modo saldo.
“Uff…uff…ci vuole di più per buttarmi giù…continuerò a resistere fin quando il mio corpo non andrà in frantumi!” Esclamando con tanta grinta queste parole, mi rimisi ben dritto e iniziai a sferrargli vari fendenti magici: erano esattamente quattro, di cui due orizzontali e tutto il resto diagonali. L’avversario provò a mettere lo spadino davanti a sé e diagonalmente come difesa, ma non riuscì a incassare troppo bene i colpi; subito dopo creò del fumo intorno a lui e decisi di approfittarne: il palmo della mia mano sinistra iniziò ad illuminarsi di rosso, puntandolo verso il nemico.
“Flaming Roar!” Urlando il nome della magia con tanta violenza, sferrai un’intensa fiammata al nobile che era ricoperto dal fumo, riuscendo sicuramente a prenderlo in pieno: si sentivano le fiamme che andarono a contatto con un altro corpo; passati circa cinque secondi, il fumo iniziò a dissolversi, facendo vedere Hikaru sporco di polvere in varie parti del suo abito.
“AAAAGGGHHHH…!” Facendo un verso di sofferenza mentre stringeva i suoi denti, Hikaru abbassò il suo sguardo e si mise in ginocchio appoggiando la sua mano sinistra sul pavimento, in questo modo rischiava di non cadere a terra: con la destra teneva ancora saldo lo spadino.
“(Perfetto! E’ andata come volevo!)” Presi fiducia in me stesso usando un tono determinato e carico, mantenendo allo stesso tempo uno sguardo concentrato e stringendo in un pugno la mia mano sinistra. Il ragazzo nobile rialzò il suo sguardo verso di me e mi vide con disprezzo e rabbia, i suoi occhi stavano traballando ed erano spalancati dalla collera.
“Tu…villici come te…SONO LA SPAZZATURA DI QUESTO MONDO!” Urlando questa frase a dir poco offensiva, usando un tono disdicevole e raccapricciante, iniziò a venirmi incontro a grande velocità; sicuramente era pronto a riempirmi di ferite con i suoi attacchi pungenti.
Anche io decisi di andargli incontro nel modo più veloce possibile; appena mancarono pochi centimetri fra di noi, facemmo scontrare le nostre due armi diagonalmente: iniziando un duello di forza che durò alcuni secondi tra vari scintillii e versi di sforzo. Passati i secondi spinsi il colpo in un modo davvero deciso, riuscendo a far indietreggiare di alcuni metri il mio avversario; anche se ero sfinito decisi di dare il massimo, ritornandogli incontro e iniziando a tirare tantissimi fendenti diagonali e fisici verso di lui, Hikaru fece la stessa cosa. Entrambi stavamo cercando di schivare i colpi dell’altro: facendo varie capriole laterali e salti all’indietro, dando vita ad uno scontro veloce ed equilibrato dove le nostre armi sbattevano varie volte fra di loro, nessuno di noi due voleva cedere in quel momento. Ad un certo punto Hikaru riuscì a farmi indietreggiare, tornai a dare le spalle alla ragazza che dovevo salvare, distando da lei di circa cinque metri; subito dopo il nobile fece diventare la sua mano sinistra illuminata di verde.
“Stormy Vortex!” Puntando la mano sinistra verso di me, iniziò ad uscire da essa un grande vortice di colore verde che mi stava venendo addosso in modo diretto; non me lo aspettai, quindi venni preso in pieno e volai per parecchi metri facendo un urlo dolorante: andai addosso alla ragazzina che dovevo proteggere, insieme ad altri che stavano assistendo facendoli cadere; persino loro rischiavano di volare via a causa della potenza del vortice. Sia la ragazza che le altre persone fecero dei versi confusi, cercando di rimettersi in piedi subito dopo; invece io dovevo levarmi da sopra la ragazzina, altrimenti avrei continuato a schiacciarla col mio peso. Passati circa cinque secondi riuscii con successo a togliermi sopra di lei, rialzandomi e facendo alcuni passi in avanti, ma caddi subito dopo: sdraiandomi a pancia in giu.
“N-non…c’è la faccio più…q-qualcuno…mi aiuti…n-non posso morire…non ora.” Non avevo più forze mentre dicevo queste parole con un tono forzatissimo e spento, gli occhi del mio viso non si videro, ma bensì si notava solo la mia bocca sofferente: era leggermente sanguinante dal labbro inferiore. Il mio corpo mi stava abbandonando e a malapena riuscivo a sentirlo, se avessi perso i sensi Hikaru non avrebbe perso tempo ad uccidermi, riuscendo a portare anche via la ragazza con sé.
“Hai visto cosa succede a mettersi contro di me? Noi nobili di primo rango siamo sempre i più forti, nessun individuo comune dovrebbe osare opporsi contro di noi: farebbe solo una brutta e dolorosa fine. Noi abbiamo il potere assoluto e lo sfruttiamo a nostro piacimento, ce lo meritiamo, chi è più forte governa…e chi è più debole viene schiacciato; anche i soldi…sono la nostra fonte del potere: viviamo bene, abbiamo già il futuro assicurato e tutto quanto può essere nostro…AHAHAHAH…! MA UNO COME TE NON PROVERA’ MAI QUESTI PRIVILEGI! SEI SEMPLICEMENTE UNA PERSONA CHE VIVE PER FARE NUMERO…NON VALI NIENTE…EHEHEHEH!” Lo sguardo pazzo ma pieno di goduria del nobile era davvero inquietante, aveva gli occhi spalancati e mi guardava con pietà mentre urlava tutte quelle parole. Persino le persone che stavano assistendo rimasero impietrite e sconvolte con gli occhi spalancati; vedendo da sé la massima cattiveria che poteva avere un individuo di quel genere. Stavo ancora a terra e provai a reagire senza successo: continuavo a sputare sangue dalla mia bocca, cercando di parlare ma non ci riuscii; improvvisamente nella mia testa mi venne in mente una persona, che faceva parte della nobiltà proprio come Hikaru: con i miei occhi che continuarono a non vedersi, mi rialzai molto lentamente, respirando affannosamente e tenendo sempre in modo saldo la mia spada sulla mano destra.
Tutte le persone erano preoccupate, soprattutto la ragazza che dovevo proteggere: stava tenendo le sue due mani unite sul petto mentre mi fissava intensamente. Anche Akane ed il fabbro erano parecchio preoccupati, ma continuavo a non sapere che mi stavano guardando in quel momento. La situazione era molto grave e continuai ad avere l’affanno; mentre i secondi stavano scorrendo, pensai ad un modo per poter ribaltare le sorti dello scontro. In tutto il duello stavo provando a dare il meglio di me, ma il nobile continuava ad avere il controllo quasi completo su tutta la battaglia; quindi se volevo vincere, dovevo superare i miei limiti a tutti i costi.
Fine Capitolo 7