«Sorellonaaaaaaaaaaaaa!!!!»
Liz con un balzo mi butta le braccia al collo avvinghiandomi la vita con le gambe. Abbracciandola, la sorreggo come avessi mia figlia in braccio. Sono ancora un po’ frastornata ma ogni momento è buono per ricevere le coccole dalla mia piccola e tenera cucciola!
A tratti stento a riconoscermi. Un po’ di calore e sentimento possono solo aiutarmi a metabolizzare e a ricordare chi sono realmente. Spupazzare Liz mi rincuora, fortunatamente riesco ancora a provare sentimenti positivi, umani.
Liz stacca le braccia dal mio collo e, restandomi avvinghiata, inizia a gesticolare in modo buffissimo.
«Sorellona Elf!… Woooooh!!! Hai fatto Swooosh, Sbang! E poi…Wrrrhack, Zack, e Sbabammm!!! Sei troppo forte!!! Insegnami come si fa!!!»
Terminata la bizzarra scenetta Liz si blocca all’improvviso diventando seria. Mi appoggia le manine sulle guance e, ad un palmo dal naso, inizia a fissarmi con i suoi due grandissimi occhi gialli.
Mi si stringe il cuore nel vederli appannarsi di lacrime.
«Ti prego… Ti prego Sorellona, ti scongiuro, insegna anche a me ad essere forte…»
Il giallo inizia a lasciare progressivamente spazio al nero. Le pupille le si dilatano occupando tutto lo spazio dell’iride. Sento ancora il solito ed inquietante tonfo nelle orecchie. La visione delle cose si sovraespone, un violento ruggito dal più profondo delle viscere mi fa tremare il cervello.
Kitty si è svegliata all’improvviso, senza nessuna minaccia all’orizzonte, cosa sta succedendo?
La violenza di questa sensazione mi fa irrigidire, non voglio assolutamente fare del male a Liz, ma allora perché la mia parte brutale e selvaggia si è risvegliata? Sento il viso stringersi in una smorfia sadica, un sorriso sanguinario. Tento invano di resistere. Liz mi fissa con gli occhi ormai completamente neri.
Senza la minima ombra di paura il suo sguardo diviene ancora più angosciante del mio.
Le orecchie mi si riempiono di un sibilo sempre più acuto, sembra che uno spillo sottile mi si stia inserendo nelle tempie. Per un istante mi assale un dolore lancinante alla testa, poi il nulla.
Una flebile musica rilassante accompagna il nascere di un ricordo nella mia mente, un flashback improvviso ma talmente vivido da sembrare reale.
Sto osservando la sala di una lussuosa casa di campagna, l’arredo è deliziosamente in stile Country e abbinato con un gusto che poche volte ho visto. I lunghi drappeggi delle tende, le pareti tappezzate di quadri dalle cornici finemente lavorate, i mobili in stile ottocentesco sapientemente disposti.
Tutto dentro a questa stanza trasmette calore e un gran senso di serenità.
Nel lussuoso divano al centro della stanza una ragazza gatto dall’aria distinta e serena è intenta a leggere un libro. Con la mano sinistra accarezza la testa alla bimba che le si è appisolata sul grembo.
L’espressione pacifica e beata della bambina trasmette un senso di protezione rassicurante. Accoccolata felice agita dolcemente la coda facendo sventolare il fiocco rosa fissato alla sua estremità. Siamo a livelli epici, sembra una fiaba. Mi sto commovendo quasi a piangere.
Aspetta, ma… ma è Liz?! Siiii!!! È Liz da cucciola! Una mini Liz super Kawaii!
Ma sto immaginando questa scena? Ho la sensazione di vivere un sogno ma al contempo la sento parte dei miei ricordi. Poi un forte colpo, sento delle voci, non distinguo quello che dicono, è tutto ovattato, i suoni si fondono, sento distintamente solo quella musica rilassante in sottofondo. La donna si alza preoccupata, le cade il libro dalle mani e guarda spaventata dietro di sé. Quattro loschi figuri si introducono nella stanza intimandole qualcosa. Due iniziano a mettere la stanza a soqquadro, mentre gli altri palesemente minacciano la ragazza. Spaventata fa per proteggere Liz, ma un fendente le squarcia la schiena. Vedo Liz ricoperta di sangue che piange, uno dei tizi le sferra un pugno sul volto.
Ora vedo tutto nero. L’oscurità mi avvolge in un turbinio di odio. Sento la tigre dentro di me trattenersi dall’esplodere, vorrebbe fare a brandelli quei bastardi iniziando dai piedi e prendendosi tutto il tempo del mondo, ma è consapevole che stiamo rivivendo un ricordo, è tutto passato, non si può fare nulla.
La musica rilassante si affievolisce lasciando il posto ad uno stridio fastidioso che si sovrappone ai lamenti e ai pianti. Il ricordo inizia lentamente a prendere una nuova forma. È buio, dagli scossoni sembra l’interno di un carro, tantissimi ragazzini bestia sono stipati in condizioni raccapriccianti. Qualcuno piange, altri sono stesi sul fondo in posizione innaturale e non si muovono.
Sono tutti con le mani ed i piedi legati. Scorgo Liz in mezzo a quel carnaio, è raggomitolata in un angolo, immobile, in lacrime. I suoi occhi gialli riflettono la poca luce che a tratti filtra dalle fessure delle pareti.
Kitty ed io siamo perfettamente connessi nello stesso pensiero. Vorremo essere lì per trenta secondi, sarebbero sufficienti per soffocare con le proprie interiora chi sta facendo questo alla nostra piccola cucciola.
Il carro si ferma, dal fondo le porte si aprono. Due ceffi incappucciati urlano e fanno scendere in malo modo i ragazzini dal carro.
Posso sentire la determinazione di Liz. È spaventata, stanca, affamata, ferita ma nonostante tutto è riuscita a liberare le gambe dalle corde. Aspettando il momento giusto spicca un balzo, scavalca uno dei due tizi riuscendo ad assestare una ginocchiata in faccia al compare che cade all’indietro. Purtroppo viene subito afferrata per i vestiti dall’ altro che le assesta un tremendo ceffone in faccia. L’abito si strappa, intontita Liz cade quasi a peso morto. L’energumeno a terra si rialza, è furioso e fa per prenderla. Liz riesce a riprendersi quel tanto che basta da riuscire a rifilargli un morso al braccio, il bastardo urla vistosamente. Nel tentativo di scrollarsela di dosso, Liz viene catapultata a qualche metro di distanza. Da agile razza felina atterra in piedi ed inizia una corsa disperata verso la foresta. Riesce ad infrattarsi e a scomparire nel fitto di quella buia ed intricata vegetazione. Uno dei due tizi prova a rincorrerla ma inutilmente, alla fine rinuncia e torna a svuotare il carro assieme al compagno.
Percepisco l’angoscia di Liz mentre corre senza voltarsi.
Sento la sua rabbia sfogarsi in lacrime.
Sento il suo dolore per aver perso la famiglia.
Sento la sua frustrazione nel sentirsi persa, completamente sola al mondo.
Sento un nodo in gola, ne ha veramente passate di tutti i colori.
Ho improvvisamente come un risveglio, adesso sono in uno spazio vuoto, privo di rumore, il pavimento è un immenso piano illuminato, sovrastato da una notte colorata del buio più profondo che abbia mai visto.
Poco lontano da me c’è Liz, accovacciata a terra si regge le ginocchia dandomi le spalle.
Al mio fianco c’è lei: Kitty.
Quella sensazione, quel sentimento, quell’essenza viscerale, selvaggia e violenta che, per la sua brutalità ed efferatezza, io ho fantasticamente associato ad una tigre.
La sintesi profonda del mio essere Cremisi ha preso forma ed è lì, a un passo da me e cammina al mio fianco. Una presenza effimera in grado di schiacciare e soverchiare ogni certezza, un fantasma impalpabile che ruggisce, sbava e strazia qualsiasi speranza con i suoi artigli.
Vorrei avvicinarmi alla mia tenera cucciola e confortarla, ma qualcosa dentro di me mi blocca, sento che è giusto così.
Chi avanza invece è Kitty.
Liz si alza e si gira, sono faccia a faccia. Ha l’espressione seria ma non sembra turbata. La tigre spalanca le fauci e ringhia, mostra i denti come la più spaventosa delle fiere. Liz, dolcemente, chiude gli occhi e sorride.
«Sorellona, mi fido di te. Fammi… diventare… forte…»
Un ruggito spaventoso e le fauci fameliche la sovrastano completamente. La stretta si chiude possente e violenta, al contempo la tigre svanisce in una nebbia nera che soffice come la neve scende leggera. Al suo posarsi a terra delle scintille infuocate danzano fluttuando prima di spegnersi.
Liz è in piedi, ha la testa rivolta verso l’alto e gli occhi chiusi. Tiene le braccia distese, leggermente staccate dai fianchi, i palmi delle mani in avanti.
Lentamente abbassa la testa e spalanca gli occhi: il giallo dell’iride ora si fonde al cremisi dando forma e consistenza ad un nuovo fuoco che devastante arde in lei.
La tigre le ha donato un frammento di se stessa. Nei ricordi, nelle abilità, nella forza e nel coraggio sento che siamo ora, in qualche strano modo, connesse. Nessun vincolo di sangue, patto o promessa potrebbe mai legare in modo così profondo e viscerale due entità.
Tutto si spegne.
In un istante il nero totale ci avvolge implodendo in un lampo fulgido come il diamante.
Torniamo alla realtà.
Le gambe non mi reggono ed iniziano a tremare, ho come la sensazione di aver perso tutte le forze, di essere stata svuotata. Cado e mi inginocchio a terra, ho ancora in braccio Liz che mi fissa, mi guarda commossa, scoppia a piangere.
«Sorellona ho visto cosa ti hanno fatto… Cosa hai passato per diventare così forte… Buhaaaa!!! »
Io di converso non posso che assecondarla.
«Cuccioletta, vieni qui… Fatti stringere… Come puoi dire che non sei forte?! Te la sei cavata tutta sola fino ad adesso! Buhaaaa!!!»
Il nostro tenero teatrino è seguito poco distante dagli sguardi straniti di Rose e Plaoo, ovviamente non possono averci capito nulla, ai loro occhi Liz mi è saltata addosso e poi siamo cadute entrambe piangendo a dirotto.
Rose abbassa la guardia con fare sconsolato, rinfodera la spada e si porta la mano sinistra alla testa inarcando leggermente la schiena
«Plaoo… Queste due sono una più fulminata dell’altra, siamo sicuri di quello che stiamo facendo vero?!»
Neppure il tempo di rispondere e la porta si spalanca sbattendo rumorosamente contro il muro.
«Tutto bene qui?! Abbiamo sentito un gran frastuono e siamo venuti a vedere cosa stesse succedendo! Ma che cosa…?!»
Katya fa irruzione nella stanza assieme ad un manipolo di avventurieri armati fino ai denti. Alla vista di quello scenario restano tutti immobili, interdetti, incapaci di dare un senso all’accaduto.
Prima ancora che qualcuno possa fare domande, interviene Plaoo mentre Rose lo sta ancora aiutando a rialzarsi.
«Grazie Katya, stiamo tutti bene… Crediamo sia stato un attacco a sorpresa da parte degli Stregoni dell’Ovest, non c’è tempo da perdere! Dite alle Guardie Imperiali di chiudere qualsiasi accesso o uscita alla città e di erigere immediatamente una barriera magica su tutto il perimetro. Fino a contrordine, dalla città non deve entrare o uscire neppure una mosca!»
«Subito direttore! Do immediatamente disposizioni! Qui serve aiuto? Vi lascio qualcuno?»
«No Katya, qui ce la caviamo noi, dai priorità a quello che ti ho detto ed usa pure tutte le risorse che ti sono necessarie, fai presto!»
«Lo consideri già fatto Direttore! Presto voi, seguitemi!»
Con la determinazione e la risolutezza di un ufficiale militare esperto, Katia abbandona la stanza con al seguito il drappello di energumeni, questi ultimi, con la coda dell’occhio, cercano fino all’ultimo di capire cosa sia accaduto in quel marasma.
Sento le forze ritornare velocemente ma non forzo le lacrime a fermarsi. Provo un grandissimo senso di liberazione e l’abbraccio di Liz mi rassicura e conforta. Vorrei che questo nostro piccolo momento non finisse mai.
Ad interrompere l’idillio però ci pensa Rose, ormai sembra essere diventata una sua consuetudine.
«Che diamine state combinando voi due in mezzo a questo casino?! Vedete di darvi una sistemata, l’attacco potrebbe non essere ancora finito…»
Liz seccata si gira a guardarla, nel preciso momento in cui i loro sguardi si incrociano l’iride gialla di Liz si accende esternamente di un bagliore cremisi. Sento il suo abbraccio irrigidirsi, le sue dita iniziano a premermi sulla schiena come a voler affondare nella carne, il suo sguardo si fa torvo e sinistro. Come dal nulla, un istante dopo, torna la solita tenerissima cuccioletta. Anche la sua stretta su di me ritorna tenera ed affettuosa. Rimango un momento interdetta.
Rose non si scompone e continua a fissarla immobile con un’espressione alquanto eloquente.
«Plaoo… Penso che qui abbiamo un problema…»
Plaoo è appoggiato con le mani sul bancone che regge la grande sfera, ha gli occhi strabuzzati e la bocca aperta, sembra un bambino che ha appena sorpreso Babbo Natale in casa. Dalla sua posizione ha avuto un posto in prima fila nel vedere quello che stava succedendo.
«Santi numi, in mezza giornata ho più cose da raccontare che in ottocento anni! Liz, stai bene? Ti senti strana? »
«Certo Plaoo, mai stata meglio! La sorellona mi ha appena insegnato ad essere forte, mi sento una favola!!!»
«Ehh…? Ehhhh…? Cosa, cosa?! Cosa ti ha insegnato Elf? Fatti un po’ vedere…»
Plaoo nel dirigersi verso di noi scosta frettolosamente Rose come fosse una sedia che gli intralcia il cammino. Mette delicatamente una mano sulla fronte di Liz e con il pollice dell’altra le abbassa leggermente la palpebra scrutandole minuziosamente l’occhio.
«Incredibile… Assurdo… Quindi è possibile?! Vieni Liz… Vieni con me!»
Plaoo mi guarda esterrefatto, la afferra per un braccio e, sradicandomela letteralmente di dosso, la porta con sé dirigendosi verso la sfera.
Io resto triste a terra, privata prematuramente del mio caldo e tenero peluche. Rose ancora deve capire bene cosa stia succedendo e resta impalata lì, vicino a me. Per la prima volta tra me e lei, guardandoci, scatta uno sguardo complice… Siamo state entrambe totalmente ignorate!
«Sorellonaaaa…. Sorellonaaaa… Uffa! »
Liz è alquanto seccata dall’ improvviso “rapimento” di Plaoo che, spinto dalla curiosità e dalla sorpresa, non si è neppure accorto di aver agito bruscamente.
«Avanti Liz, appoggia le mani sulla sfera!»
«Subito, subito…Ok! Non spingere!»
Liz, scocciatissima, appoggia le mani sulla superfice. Un lampo illumina la stanza e le appare il bracciale luminoso. È blu.
«Oh Cielo…! Assurdo, incredibile! Due livelli… Sei salita di due livelli!!! sei diventata un cinque!!!»