Passarono 2 ore da quando i due ragazzi lasciarono Hakhill, entrambi con i propri sogni e le loro speranze. Dopo un viaggio passato per lo più in mezzo ai boschi, finalmente approdarono nei pressi della stazione ferroviaria di Ralem, una città famosa soprattutto per il loro super treno, in grado di collegare quella piccola cittadina a lontanissime città importanti, una fra tutti Veras, capitale del regno di Mykotos.
Per Erwin, che non era mai stato fuori da Hakhill, fu uno shock vedere così tante differenze fra la sua terra “natale” ed una piccola cittadina distante a poco più di due ore di viaggio: si rese subito conto che Hakhill, a differenza di Ralem, era molto indietro per quanto riguardava le infrastrutture; inoltre, la terra sotto i suoi piedi era asfaltata e quasi priva di qualsiasi imperfezione, a differenza delle strade di Hakhill che, oltre ad essere dissestate, in alcuni punti la sabbia spuntava fuori dal pavimento, con il fastidioso odore di pesce che la brezza marina trasportava per tutta la cittadina. Per la prima volta, poi, incontrò anche altre razze, tra cui alcuni elfi e nani, rimanendo sorpreso dalla statura di quest’ultimi, molto bassa rispetto alla sua, ma dal fisico incredibilmente robusto.
Un’altra cosa che lo stupì poi, fu il carattere della gente: oltre al fatto che i loro vestiti avevano una qualità decisamente migliore della loro, il loro comportamento sembrava essere molto freddo e distaccato, a differenza del carattere caloroso e simpatico che la gente di Hakhill possedeva. Nonostante fossero sempre a Mykotos, a Erwin pareva di essere finito in un’altro mondo.
“Incredibile…”
Erwin, perso fra i suoi pensieri, cominciò a girovagare senza metà, rimasto completamente esterrefatto da quell’ambiente così diverso, ma in un certo senso, anche così simile. Era così ammagliato da tutto quello che vedeva che per poco non andò a sbattere contro un muro, e se non fosse stato per Elaine, probabilmente si sarebbe fatto piuttosto male.
“Hey, Erwin, che diavolo stai facendo?” disse la ragazza, guardando Erwin con sguardo perplesso e leggermente stizzito dal comportamento del ragazzo.
“…Ah! Scusa, avevo la testa fra le nuvole… Sai, è la mia prima volta fuori da Hakhill, e certe cose non le avevo mai viste!”
“.. Quindi veramente non sei mai uscito da Hakhill?”
“No, è tutto nuovo per me… Non credevo ci potessero essere così tante differenze tra Hakhill ed il resto del regno. Sarà difficile per me ambientarmi.”
Elaine sperava che almeno qualcosa su com’era fatto il mondo fuori lo sapeva, così che potesse lasciarlo da solo di tanto in tanto. Il fatto che quel ragazzo non sapesse nulla di come “si stava al mondo”, la obbligava a seguirlo quasi come un segugio, per evitare che potesse dire qualcosa di stupido o di cacciarsi in brutti guai. Certo, non era propriamente sua responsabilità occuparsi di Erwin, ma doveva una sorte di favore a Ron, nonostante odiasse l’uomo.
“… Bene, dato che non sai niente sul mondo esterno, ti aiuterò io. Però prima, meglio salire sul treno. Dovrebbe partire a momenti.”
“…Uh? Sicura di quello che stai dicendo?” disse Erwin, che rimase sorpreso dalla proposta della giovane elfa.
“Si, non farmelo ripetere” – disse Elaine, dirigendosi verso la stazione – “Ed ora, ci conviene salire nel treno, o rimarremo bloccati qui.”
P.O.V di Erwin.
Fino a poco tempo fa, non credevo che Mykotos, il nostro continente, fosse così grande, ma mi dovetti ricredere, quando lessi su uno di quelli strani panelli illuminati che sitrovavano sul treno, che saremmo arrivati a destinazione per le 21.00 di sera; erano le 10 quando partimmo, quindi il viaggio sarebbe durato per ben 11 ore, senza contare che le avrei passate con Elaine, che oltre a lanciarmi qualche occhiataccia diabolica, non mi aveva ancora spiegato nulla….Che palle!
Un’altra cosa che mi stupì fu la velocità con la quale il magic train viaggiava: guardando fuori dalla finestra, potevo percepire che la velocità del treno era enorme, eppure, noi che eravamo seduti, non percepivamo la velocità alla quale viaggiava il treno: che fosse qualche sorta di magia? Ma non avevo tempo di pensare a questo, dato che, dopo molti minuti di silenzio, finalmente si decise di parlarmi.
“Innanzitutto, come ti ho detto prima, da oggi sono Lucy per te” – disse la ragazza, mostrandomi un passaporto raffigurante lei, sotto falso nome di “Lucy Landerblud”… Landerblud? Che cognome altisonante! – “Se ti chiedono qualcosa, di che sono una tua lontana cugina. Niente di più, niente di meno”
Cugina? Ok, questa aveva completamente perso la testa.
“Innanzitutto, non mi piace questa storia, facciamo finta di non conoscerci! E poi, non assomigli per niente ad una “Lucy”, anzi, dal tuo carattere assomigli più ad un maschiacc–!”
Prima che potessi finire la frase, quella dannata ragazza mi fulminò con lo sguardo, facendomi venire dei lunghi brividi lungo la schiena; non sapevo se era sempre così oppure se quello che l’era accaduto l’aveva cambiata, ma fatto sta che sapeva benissimo come intimidire la gente senza dire nulla.
“…Ok, Lucy”
“Bene” – disse Elaine, che si calmò subito – “Dimmi tutto quello che sai su Earthland ed i suoi regni.”
Sui regni, oltre al fatto che esisteva il regn o di Mykotos ed il regno di Lorien, non sapevo nulla, dato che Ron aveva più e più volte evitato l’argomento.
“Beh, a parte il fatto che siamo a Mykotos, non molto…” risposi leggermente imbarazzato, abbassando leggermente la testa. Alzando lo sguardo, non potei non notare lo sguardo perplesso di Elaine, che mi guardava come se fossì uscito da chissà quale grotta.
“Ahhhh….Cercherò di essere breve; su Earthland, esistono ben 4 grandi regni, e sono: Il regno di Mykotos, ovvero il regno dove siamo ora; Il regno di Lorien, regno dalla quale provengo io e terra natale degli elfi; il regno di Domul, ovvero il regno natale dei nani ed il regno di Orkalnd, ovvero il regno degli orchi, che a differenza dei 3 regni citati prima che si trovano tutti e tre “vicini”, Orkalnd oltre ad essere il più piccolo, forma un continente a se stante chiamato Erenion, e la sua locazione è nell’estremo sud del pianeta… tutto chiaro?”
Questo non era difficile da capire, tant’è che capii tutto quello che Elaine disse senza particolari difficoltà. Feci un cenno con la testa in silenzio, in segno d’approvazione.
“Bene, per il momento ci concentreremo sul regno nella quale ci troviamo, ovvero il regno di Mykotos.” – Disse l’elfa, tirando fuori da una sacca una bottiglia d’acqua – “Questo regno, in passato era abitato da solì umani, mentre gli elfi, i nani e gli orchi non erano propriamente i benvenuti; anzi, non erano per nulla benvenuti nella vostra terra, creando spesso situazioni di tensione fra i 4 regni, dato che Mykotos, che all’epoca non disponeva di molte risorse, spesso si intrufolava nei regni altrui per rubarne i vari beni… Tutto questo però cambiò dopo l’incoronazione di Re Atlas I, ovvero il primo Re della famiglia Atlas, quello che viene considerato da molti come i salvatore del mondo. D’allora, le porte di Mykotos vennero aperte per tutti i regni, instaurando rapporti d’amicizia con gli altri regni.
Per quanto riguarda la politica, questo regno, essendo il più grande al mondo, è difficile da gestire per una persona sola; quindi da ormai una centinai d’anni, il regno è stato suddiviso in 17 distretti, nella quale ogni distretto è formato da un’insieme di piccole città. Questi distretti, infine, vengono governati da altrettanti 17 uomini scelti dal re o dal suo portavoce, che vengono chiamati “Consiglieri” o “Sindachi”. Ad esempio, Hakhill e Ralem si trovano nel distretto 11 e 12, mentre Veras si trova nel distretto 0. Giusto per informazione, i distretti sono numerati in base alla loro vicinanza con la capitale, e generalmente, i distretti che vanno dal 0 al 8 sono quelli che generalmente dispongono di molte risorse e che quindi generano molti soldi, mentre i restanti distretti fuori dai primi 8, sono molto indietro per quanto riguarda le infrastutture, la tecnologia ecc. Ovviamente una delle poche eccezzioni è senza dubbio Ralem, dato che per via della sua posizione centrale rispetto all’intero continente, oltre a connettere i distretti “poveri” da quelli “ricchi”, i suoi treni arrivano fino alle città del regno di Lorien e di Domul… Questo ovviamente porta a grosse somme di entrata, per questo quindi, nonostante sia un distretto molto lontano dalla capitale, è molto avanti se paragonata ai primi 8 distretti. Questa disparità, inoltre, ha creato negli anni una forte discriminazione verso i distretti poveri, ed in alcuni di essi, a causa del malcontento generale, ci sono molte rivolte e guerre civili. Quindi, devi fare attenzione a come ti comporti ed a come parli, se non vuoi finire bersagliato dai ragazzini ricchi o dagli aristrocratici… ti è tutto chiaro?”
Ora capivo perché c’era una così netta differenza tra Hakhill e Ralem. Questo in poche parole voleva dire che alcuni distretti venivano trascurati, mentre altri, per la loro vicinanza alla capitale, godevano di privilegi che gente come me poteva anche solo immaginare… Iniziavo a rendermi conto che il mondo al di fuori di Hakhill era molto diverso da come me lo ero immaginato, e che non era tutto rose e fiori. Rimasi così in silenzio, senza dire una parola, con lo sguardo fisso nel vuoto; mi ero appena reso conto che, oltre al fatto di dover affrontare molte difficoltà per diventare il miglior mago, forse dovevo fare i conti con un problema di cui non sapevo nemmeno l’esistenza.
“Il mondo fa schfio, non è così?” – disse Elaine, che probabilmente aveva notato la mia piccola delusione nello scoprire certe cose, rivolgendo lo sguardo verso la finestra, con gli occhi fissi ad ammirare il paesaggio che sfrecciava velocemente davanti a lei – “Questa è una delle realtà più dure a Mykotos. Quando ero piccola, mio padre mi raccontò delle bellissime storie riguardanti Mykotos e la sua bellezza, raccontandomi come quel regno fosse incredibile e che tutti venivano messi sullo stesso piano, ma ormai, sembra che quei racconti siano un lontano ricordo, dato questo mondo nessuno ti regala nulla, quindi è meglio se ci fai l’abitudine…”
Nella stanza regnò un fastidiosissimo silenzio, e dopo pochissimi minuti Elaine, forse stanca per la fatica accumulata, si addormentò lentamente, con la testa appoggiata sulla finestra.
“Beh, non che ci possa fare qualcosa…” dissi dopo molti minuti di riflessione, sbuffando rumorosamente e scuotendo la testa: Era si un problema che dovevo affrontare, ma non potevo lasciare che questo intoppo mi rallentasse .
Mi addormentai anch’io senza nemmeno accorgrmene, ed all’improvviso, io ed Elaine fummo svegliati da una voce femminile altisonante, che si diramava per tutto quel gigantesto treno
“Signori, siamo arrivati a Veras. Grazie per aver viaggiato con noi, e vi auguriamo un buon proseguimento di serata.”
Aprendo gli occhi, mi resi conto di aver dormito più del dovuto, dato che fuori dlla finestra, era già calato il sole, ed il cielo aveva assunto un colore rosato, mentre in alcuni punti il cielo diventava sempre più nero. Elaine era già sveglia, e senza dire una parola, stava già prendendo le sue cose per uscire dal treno.
“Potevi per lo meno svegliarmi, non credi Elaine?” dissi aggrottando la fronte, stiracchiandomi lentamente, fino a sbadigliare rumorosamente.
“Lucy, vedi di non sbagliare davanti agli altri…” disse Elaine, senza che mi degnasse di uno sguardo, ma sono sicuro che fosse infastidita dal fatto che non la chiamassi con quel nome fittizio.
“Sisi, ho capito, Lucy …” dissi facendo un piccolo gesto di stizza con le mani, alzandomi a mia volta dal mio posto, per prendere le mie cose.
Uscimmo da quel treno, e ci ritrovammo dinanzi ad un’immensa stazione, e con molti treni simili a quelli con la quale avevamo affrontato il viaggio;
Uscimmo da quella stazione, e se Calem mi colpì per la sua bellezza, Veras era ancora meglio per quanto fosse tecnologica ed avanzata; Anche i nostri vestiti erano completamente diversi da quelli della gente, e per questo, una volta messo piede fuori dalla stazione, molta gente ci guardava con aria perplessa e curiosa. Quel posto sembrava essere uscito dal futuro, anzi, sembrava il paradiso sceso in terra.
“Q-Questo posto è incredibile…” dissi a bocca aperta, girandomi più e più volte su me stesso, ammirando tutto il panorama davanti a me.
“Non farci l’abitudine” – disse però Elaine, che fermò uno di quei veicoli che venivano chiamati “tacsi”, almeno credo – “Tutto questo è una semplice distrazione. Se ti farai distrarre da tutto questo, stai certo che fallirai nel diventare mago.”
“Non posso nemmeno divertirmi, eh?” dissi a bassavoce, entrando dentro quella rumorosa vettura, per poi partire per la volta dell’accademia.
Mentre il taxi ci portava verso la nostra destinazione, ammiravo i mille negozi, tra cui le varie pasticcerie, l’armeria, i negozi d’abbigliamento, i bar e mille altre cose che non avevo mai visto ad Hakhill. Con la testa, poi, pensai a come sarebbe stata la mia vita per i prossimi 5 anni a Veras: nonostante cercai di non pensarci, le parole di Elaine mi rimbombavano nella testa, e per quanto facessi finta di niente, dentro di me stava nascendo un senso di timore verso i ragazzi che avrei incontrato.
[Diamine, pensa positivo…pensa positivo!] pensai tra me e me, dandomi un colpetto sulla testa. Mi stavo facendo condizionare prima ancora di affrontare l’eventuale problema; Se questo era il mio carattere, non sarei sopravvissuto in quel luogo.
Dopo diversi minuti, arrivammo dinanzi alla maestosa Veras Magic Academy: l’accademia, chiamata anche “il quartiere dei prodigi”, occupava uno spazio davvero immenso, probabilmente lasola accademia era più grande di Hakhill; tutto quello spazio poi, era recintato e supervisionato da guardie altamente addestrate, che difficilmente si facevano sfuggire qualcosa. Dall’ingresso principale, si potevano vedere i numerosissimi edifici immensi anche a chilometri di distanza; non sapevo se fosse una cosa normale che tutti gli edifici che avevo visto fin’ora qui a Veras fossero esageratamente grandi, ma sono certo che questi edifici avrebbero impressionato chiunque, pure Ron!
Ci avvicinammo verso l’unica piccola struttura con l’insegna “segreteria”; Quando entrammo, vedemmo una decine di persone riempire, riordinare o parlare con una voce uscente da diverse sfere blu. Per quanto riguarda l’ultima cosa citata, era una cosa che non avevo mai visto, ma dopo oggi, non mi stupiva più nulla.
“Salve, ragazzi!” – disse una signora di fronte a noi, l’unica che non fosse occupata in quel momento – “Posso esservi utile?”
Stavo per prendere parola, quando però, in modo arrogante, Elaine mi passò davanti, dandomi un leggero colpo con la spalla. [Dannato donna dalle orecchie a punte…!]
“Si, io e mio “cugino” vorremmo affrontare il test d’ammissione dell’accademia” disse Elaine, facendo un piccolo inchino in segno di rispetto.
“Ah, bene! Posso vedere i vostri documenti?”
Elaine mi fece un segno con la testa, per invitarmi a dare alla signora tutto l’occorrente; non amavo quel suo comportamento, ma per ora, non potevo farci nulla, e di conseguenza avrei dovuto fare finta di nulla.
Diedi alla signora entrambi i documenti, i quali vennero visualizzati con cura: la signora guardò in particolar modo il passaporto di Elaine, cominciando ad osservare l’elfa, mettendole pressione; diame, se fosse successo qualcosa, non gliel’avrei mai perdonata.
“Oh beh” – disse la signora con il sorriso sul volto, riconsegnandoci entrambi i passaporti – “Sei decisamente bella, sig. Lucy. Ecco a voi i vostri documenti!”
Poi, tirò fuori da un cassetto una piccoa macchinetta fotografica, e scattò un paio di foto a me ed a Elaine. Successivamente, ci consegnò due schede da compilare, invitandoci di sedersi attorno ad un piccolo tavolino che si trovava lungo il corridoio
[Nome..età….peso…altezza…segni particoari….età risveglio del core…scelta del corso che desidero affrontare e scelta del corso secondario? Che roba è?] pensai tra me e me, leggendo le voci che c’erano scritte su quel foglio; a molte di loro sapevo rispondere, ma per quanto riguardava la voce dei corsi, non sapevo proprio cosa scrivere; erano davvero necessarie tutte queste domande?
“Hey El– volevo dire, Lucy! tu sai quali corsi ci sono in questa scuola?”
“M-Ma tu non sai nemmeno questo!?” sbottò sbalordita Elaine, guardandomi con sguardo sbigottito ed infastidito.
Cominciò a confabulare qualcosa, guardandomi con uno sguardo infuocato, poi fece un lungo e profondo respiro, calmandosi lentamente.
“Apri bene le orecchie, razza di troglodita: In questa scuola, esistono 6 “corsi scolastici” che sono: Comprensione della magia, Teoria della magia, Teoria del core, Pratica, Teoria della lotta ed Attività motoria. Questi corsi sono obbligatori per tutti, ed ogni giorno, fino a 5 anni, ti verrà insegnato tutto quello che c’è da sapere. Oltre ai 6 corsi obbligatori, esistono anche 4 corsi, della quale se ne devono scegliere obbligatoriamente 2, senza la possibilità di cambiare tale scelta in futuro; il primo, è il corso di magia a distanza, denominato corso “Cecchino”, ed è un corso basato sulle magie a medio-ampio raggio; Abbiamo poi il corso del combattimento corpo a corpo, denominato corso “Meele”; c’è poi il corso dei “cavallieri magici”, che si basa sull’arte della spada e del combattimento a corto raggio, ed infine, c’è il corso “Abiura”, che è un corso che riguarda l’apprendimento di un ampia gamma di magia di protezione. Questi corsi, infine, fanno parte di due grandi famiglie, che sono i POTENZIATORI e gli EVOCATORI. I potenziatori sono coloro che grazie al mana, potenziano le loro abilità fisiche per combattere, come i meele ed i cavallieri magici. Il loro punto debole è il fatto che non possono lanciare magie ad ampio raggio; Gli evocatori invece sono maghi che attraverso l’interazione tra il loro mana e quello esterno, possono lanciare magie molto potenti; il loro punto debole è il fatto che per lanciare tali incantesimi, ci vuole un po’ di tempo e che consumano molto mana. Ovviamente, ognuno sceglie il corso più affine alle sue abilità fisiche, mentali e magiche… Quindi scegli bene, Erwin.”
“Oh, ora capisco. Te che corsi sceglierai?” chiesi incuriosito da che scelta volesse fare, dato il suo turbolento passato;
Elaine rimase in silenzio, con sguardo fisso nel vuoto; poi alzò lo sguardo, come se avesse trovato risposta alla mia domanda.
“Il primo corso che vorrei fare, è il corso “Cecchino”, il secondo…beh, punterò tutto sul corso segreto.”
“Sei sicura della tua scelta?” dissi in modo perplesso, dato che non sapeva minimamente su cosa si basava il corso speciale. Ma a giudicare dal suo sguardo, pareva non aver nessun dubbio.
“Devo imparare qualsiasi cosa pur di diventare più forte di quello che sono ora. Non ho tempo da perdere…” disse Elaine, che si ricocentrò sul compilare la sua scheda.
Sapendo tutte quelle informazioni, probabilmente avrei fatto delle scelte diverse. Però non avevo tempo di preoccuparmi per lei, dato che non avevo ancora riempito la mia scheda. Pensai alle mie abilità ed a quello che sapevo fare, e la risposta venne da se, dato che mi ricordai del mio tallona d’achille rispetto agli altri maghi;
Dopo un paio di minuti, Consegnammo i fogli alla signora, che li mise in un fascicolo insieme ad altri fogli, probabilmente anche quelle erano i dati di altri ragazzi venuti qui apposta per effetturare il test.
“Bene ragazzi, avete un posto dove dormire?”
“No, speravamo di poter alloggiare in uno dei vostri dormitori..” disse Elaine, con modo educato.
La signora della segreteria ci guardò dall’alto in basso, mentre i suoi colleghi, alle sue spalle, ridacchiavano lanciandoci qualche occhiata; Cosa c’era di tanto divertente in noi?!
“Oh beh, non so se potete permettervelo, però se volete posso chiedere alle guardie se possono ospitarvi…”
“Non c’è ne bisogno.”
Elaine tirò fuori dalle sue tasche 20 monete d’oro, lasciando di sasso tutte quelle persone che fino a un momento fa stavano ridendo di noi.
“Che c’è, credevate che dato che veniamo da un distretto povero, lo fossimo anche noi?” – disse Elaine, con un sorriso provocatorio fra le labbra – “Non dovreste mai giudicare un libro dalla copertina, sappiatelo. Ed ora, dateci le chiavi le chiavi delle nostre stanze. Non voglio perdere un minuto di più in questa maleodorante stanza.”
Cavolo, quella ragazza sapeva esattamente come comportarsi! La signora della segreteria, che fino ad un momento fa rideva, aveva l’espressione di una persona imbarazzata, e mestamente, raccolse le monete dal tavolo, dandoci poi due chiavi ed una tessera per me e per Elaine.
“S-Se seguite le indicazioni all’interno del campus, troverete i due dormitori dei ragazzi e delle ragazze. Sull’etichetta, la prima lettera indica il blocco dove si trova il vostro dormitorio, mentre il secondo numero indica il numero della stanza.. – Disse la signora, che in quel momento doveva essere terribilmente imbarazzata – “La tessera invece serve per poter partecipare al test di domani…B-buona fortuna…”
Elaine, senza ricambiare, strappò le chiavi dalla mano della signora, prese le sue cose e si diresse verso l’uscita di quel ufficio
“Forza Erwin, andiamo…”
Presi le mie cose ed insieme uscimmo dalla segreteria. Mostrammo le chiavi alle guardie davanti all’ingresso, che ci lasciarono entrare senza alcun problema. Camminammo nel lungo marciapiede seguendo le indicazioni indicate su alcuni pannelli, fino ad arrivare ad un bivio; a destra, c’erano i vari dormitori maschiili, mentre a sinistra, c’erano i dormitori femminili.
“Bene, io vado. Vedi di non metterti nei guai.” disse Elaine, che si voltò senza salutarmi.
“Aspetta!”
La bloccai con un braccio, e lei si voltò per guardarmi con sguardo perplesso; era da prima che c’era una cosa che mi turbava; era una cosa che non mi ero chiesto perché pensavo agli affari miei, ma ora che il grosso era fatto, ero talmente curioso di sapere perché avesse deciso di venire con me, che non potevo aspettare domani.
“Ascota Elaine… Perché sei venuta qui? Non stavi forse scappando da quel Rudolf?”
Elaine mi guardò in un modo strano, sbuffando e scuotendo la testa in segno di disappunto.
“Era questa la tua domanda?” – disse l’elfa, staccandosi con forza dalla mia presa – “Beh, di certo non sei sveglio come Ron… Non sono venuta qui per uno stupido sogno come il tuo o per qualsiasi altra cazzata; io sono venuta qui con te solo per diventare forte in un luogo dove quei bastardi non si azzarderebbero ad entrare, e quando fra 5 anni diventerò abbastanza potente, partirò per Lorein per liberare la mia terra…”
Avevo il vago sentore che fosse questo il motivo, ma sentirlo dire da lei mi aveva dato conferma di ciò che sospettavo da un po’ di ore. Aveva uno sguardo freddo freddo mentre diceva tutte quelle cose, ed in un certo senso, quegli occhi pieni di rabbia ed odio mi ricordarono vagamante Ron.
“… Capisco che tu voglia vendicarti, ma se tu lo uccidessi, non pensi che qualcuno voglia ucciderti per vendetta? E poi, non hai forse detto che tuo padre ha dei rapporti con gli aristrocratici di Mykotos? Non puoi chiedere aiuto a loro?”
Elaine strabuzzò gli occhi, e dopo alcuni secondi, scoppiò in una sonora risata, che per via dell’eco si espanse un bel po’ nell’aria.
“C’è una cosa che non hai capito” – disse Elaine, girandosi e dirigendosi verso i dormitori, lasciandomi dietro da solo – “Questo non è un problema di Mykotos, ma mio e della mia famiglia, quidi sarò io ad occuparmene persoalmente; non ho bisogno d’aiuto. E non preoccuparti per la mia incolumità, dato che dopo che avrò ucciso Umarth ed i suoi figli, sterminerò tutta la loro lurida casata ed i suoi seguaci, come ha fatto lui con la mia famiglia. Non rimarrà più nulla di loro, è una promessa…”
Un brivido scese lungo la mia schiena sentendo quelle parole: non la conoscevo bene, ma ero sicuro che quando disse quelle frasi, ogni parola che usciva dalla sua bocca fosse al 100% seria. Non so quale sarebbe stato il suo piano, ma una cosa era certa, quella pazza non stava per nulla scherzando.
Senza poter dir nulla, mi diressi verso il mio dormitorio, e quella fu la prima delle mille sfide che avrei dovuto affrontae; Lo spazio dedicato ai nostri dormitori era talmente grande che mi persi come minimo 10 volte nel tentativo di trovare la mia stanza; ormai faceva completamente buio, e se non fosse stato per una delle guardie che si trovava in quel momento in pattugliamento, di sicuro mi sarei perso.
Entrai nell’edificio, ed appena misi piedi, mi accorsi di un ragazzo che stava praticamente dormendo per terra. Il ragazzo, avvolto nella coperta, si svegliò brevemente e mi guardò brevemente con sguardo inespressivo, per poi girarsi verso l’altra parte. Pensando che non avessero una stanza tutta loro, gli ignorai, e presi uno strano macchinario chiamato ascensore, che aveva il compito di portarmi su e giu per i diversi piani del dormitorio. Quando scesi dall’ascensore, subito alla mia destra, si trovava il numero della mia stanza. Ma non appena entrai nella camera, mi accorsi che nella stanza non ero presente solo io, ma un’altro ragazzo, che si stava esercitando nell’uso della spada, impugnando una grossa spada di legno; Il ragazzo portava dei folti capelli arancioni, che gli arrivavano finò a metò della sua schiena; il colore dei suoi occhi erano marroni chiaro, simile al colore dell’ambra; fisicamente era imponente per la sua età, ed i suoi muscoli erano esageratamente sviluppati, al punto che i suoi pantaloni in cuoio, sembravano diventati un tutt’uno con la sua pelle, per quanto erano diventati aderenti con le sue gambe.
Il ragazzo, a giudicre da quella pozza di sudore sotto i suoi piedi, si stava allenando ormai da diverse ore, ma nonostante tutto, i colpi che eseguiva erano quantomeno puliti nei movimenti e decisi. Ad ogni fendente che faceva, generava uno spostamento d’aria tale che gli oggetti della stanza vibravano, seppur per un breve periodo.
“C-Ciao…”
Salutai quel ragazzo, ma non fui degnto nemmeno in una risposta; era talmente concentrato nei suoi allenamenti che non mi aveva nemmeno sentito; Beh anch’io ne sapevo qualcosa…
“HEY!”
Urlai a voce alta per attirare la sua attenzione, ma quello che accadde non me l’aspettavo minimamente, nel momento in cui urlai per attirare la sua attenzione, il ragazzo, con un movimento rapido, tentò di colpirmi con la punta della spada rivolto verso il mio viso; Nonostante rimasi sorpreso dalla velocità di quel colpo, riuscii comunque ad evitare il suo rapido attacco, ma essendo completamente sbilanciato, il ragazzo misterioso mi colpi sullo stomaco con un calcio, cadendo rovinosamente per terra.
“H-Hey! cosa diavolo stai facend—?!”
Senza lasciarmi tempo per rispondere, tentò di colpirmi verso l’occhio sinistro. Spostai rapidamente la testa verso destra, evitando di poco il colpo, che andò a bucare letteramente il terreno. Scioccato, osservai la spada, e vidi una flebile luce circondare la sua gigantesca spada di legno: Avevo dei dubbi già dall’inizio su quella spada, ma ora che potevo osserverla da vicino, ero quasi certo che era avvolto in uno strato di mana, anche se non avevo mai visto una tecnica del genere.
“Bene! Hai evitato il colpo!” Disse il ragazzo, con il sorriso sulle labbra, stranamente compiaciuto da come le cose stavano andando. Però a me la situazione non piaceva tanto. Anzi, per niente.
[..MA CHE CAZZO HA DA RIDERE?!]
Stizzito da quel comportamento senza senso, lo allontanai da me colpendolo con un violento calcio rivolto verso il mento, mandandolo in aria; Pensavo che il colpo sarebbe bastato per sconfiggerlo, con mia sorpresa, prima ancora di cadere ritrovò l’equilibrio in una posizione quasi innaturale, cominciando a ridere ancora di più.
“Bene, sei promosso!” disse il ragazzo, mentre si puliva quel poco di sangue che gli usciva dalla bocca. Il suo mento era leggermente tumefatto, ma sembrava che non gli avessi fatto praticamente nulla.
“P-Promosso?! Quindi sono ammesso nella scuola?!” dissi perplesso, abbassando la guardia, dato che non avvertivo più nessuna minaccia da quel ragazzo.
“Eh? No! Hai passato il test per poter dormire nella mia stanza! Non hai visto un’idiota dai capelli argentei dormire vicino gli ascensori? ecco, lui ha fallito miserabilmente il mio test!”
Pensandoci bene, mi ricordai bene quel ragazzo, ma non immaginavo che potesse essere stato picchiato da questo pazzo scatenato.
“M-Ma perché lo hai fatto? Non ti sembra di esagerare?” – dissi guardandolo in modo scettico – “Vado a chiamare quel ragazzo, così che possa—!”
Prima che potessi uscire dalla stanza, il ragazzo bloccò il mio braccio.
“Hey, stai forse sfidando la mia autorità?” disse il ragazzo, guardandomi con occhi furiosi.
[Questo.. è totalmente scemo..] pensai tra me e me, liberandomi della sua presa, e prendendo le mie cose dalla stanza: non potevo dormire con un bastardo come lui.
“Cosa cazzo stai…?”
“Me ne vado, non starò in stanza con un’idiota come te.”
Senza dargli la possibilità di controbattere, uscii da quella camera, sbattendo violentemente la porta e dirigendomi velocemente al piano di sotto; Quel ragazzo non mi piaceva per nulla, ma se mi fossi realmente battuto con lui, non credo che sarei riuscito a batterlo.
Ritornai al piano di sotto, e non appena l’ascensore si apri, il ragazzo che incontrai prima all’entrata mi stava osservando dall’angolo in cui si era messo. Il ragazzo aveva un fisico molto simile al mio, e portava dei corti capelli argentei, con il colore degli occhi che erano gialli simile all’oro ma più chiaro, con l’iride di colore rosso sangue, con una forma simile a quella di una croce;
“Dimmi, è stato quello stronzo a mandarti qua giù?” chiesi senza girarci intorno.
“Beh, se anche tu sei qui con me, sai già la risposta, no? Ti ha sconfitto, per caso?”
“Beh…” – mi avvicinai al ragazzo, per poi sedermi per terra di fianco a lui, appoggiando la schiena contro il muro – “Non volevo rimanere nella stessa stanza di quello stronzo..Così, eccomi qui!”
“Non ti biasimo: chi vorrebbe stare in stanza con un energumeno come lui?” – disse il ragazzo sorridendo, per poi inaspettatamente progermi la sua mano – “Comunque, il mio nome è Driuk. Driuk Zyssis per essere precisi, piacere di conoscerti.”
“Io invece sono Erwin Zedhyrix, piacere di conoscerti.” dissi con un leggero sorriso, porgendogli a mia volta la mano.
Non so perché, ma quando gli strinsi la mano, sentii come se tra noi sarebbe cresciuta una grandissima amicizia. Gli lasciai la mano, e per tutta la notte parlammo di molte cose; scoprii che anche lui proveniva dai distritti poveri, precisamente il 17; quindi anche per lui, così come per me, fu uno shock tutto quello che avevamo visto fino ad ora. Lui, così come il bastardo di sopra, era uno spadaccino, e sperava di diventare un giorno “Un cavalliere magico”. Inoltre, mi spiegò alcune cose dell’accademia, come il fatto che un anno “scolastico” durasse 9 mesi, o che ogni 3 mesi tutti gli studenti dovevano affrontare dei test pratici per osservre il nostro miglioramento, e che se alla fine dell’anno, sommando le varie valutazioni, eravamo carenti anche in una sola materia, si poteva venir espulsi dalla scuola. La cosa mi mise un po’ in tensione, ma allo stesso tempo ero anche eccitato dall’idea di sapere che le mie abilità erano sempre messe in discussione; questo voleva dire che mi bastava solo superare i miei limiti. Anch’io parlai un po’ di me, raccontandogli la mia esperienza di come ad esempio risvegliai il mio mana, e fu sorpreso nello scoprire che non possedevo alcun tipo di elemento naturale.
“Wow, la tua storia è molto interessante. Comunque, sei stato coraggioso nello scegliere questa accademia, lo sai? Fossi stato in te, avrei scelto un’altra accademia..”
Ovvio che lo sapevo. Di fatti, questa scuola era famosa per rifiutare qualsiasi mago senza elementi, che venivano chiamati “Elementless”, e quindi le mie possibilità erano prossime allo zero. Ma dovevo quantomeno provarci, nonostante tutto.
“Beh, lo so. Ma ho molta fiducia nelle mie capacità. Penso che sarò il primo studente di amgia elementless della storia di questa accademia!”
Druk mi fissò per alcuni secondi, per poi darmi una leggera pacca sulla spalla.
“Beh, allora dovremmo darci da fare, ognuno per realizzare i prorpri sogni…” disse Druk, che si ricoprì con le lenzuola, per poi girarsi dall’altro lato per dormire – “Meglio se dormi, sennò domani non avrai forze per affrontare l’esame. Buonanotte”
Io invece rimasi sveglio ancora per un po’, iniziando a realizzare che il mio viaggio stava per iniziare proprio fra poche ore. Ero talmente eccitato dall’idea che cominciai a ridere da solo come un’idiota.
[Diavolo! Datti una calmata!] Dissi a bassavoce, mettendomi sotto la coperta che Druk mi aveva dato.
Prima di addormentarmi, pensai a mio padre, a quanto sarebbe stato fiero di me se fossi passato. Quando ero piccolo, mi disse che un giorno saremmo partiti per l’avventura insieme, e che saremmo diventati il duo di maghi padre e figlio più forte della storia. Ora non c’ero più, ma il mio obiettivo non era cambiato poi così tanto.
[Non ti deludero!]
Infine, mi addormentai piano piano, senza che nemmeno me ne accorgessi; domani, sarebbe stato l’inizio del mio lungo viaggio.
FINE CAPITOLO 8