Capitolo sette
Siamo rimasti noi due. Soli.
«Scusa se non sono riuscita a fermarla prima che…» Saro si interrompe, mi guarda, è triste, i suoi occhi fissano il pavimento. Non è colpa sua, stringo le mie braccia intorno a lui.
«Hai fatto molto invece.» Avvicino la mia bocca alla sua.
Ho bisogno di essere amata.
Perché ogni volta succede questo? Sono una ragazza facile? Non voglio pensarlo. Saro volta la testa.
«Sidora, non è quello che vuoi, te lo leggo negli occhi. C’è qualcosa di strano e a me non piace approfittare del-»
«Non sapevo che fossi gay…» Mi scosto da lui.
«No, non sono omosessuale, almeno non adesso, poi, un giorno, se vorrò provare, come dire, altri stimoli, non credo di esitare.»
Scoppio a ridere, ma come fa? Ha sempre la risposta pronta, se ci penso sono stata fortunata a conoscerlo. La sua mano si posa appena sotto al mio occhio, lo asciuga. Stavo piangendo? Sto piangendo?
«Non ti preoccupare, è normale.» Con l’altra mano accarezza i miei capelli. «Piangi tutte le lacrime che vuoi, io sono qui.» Chiude le sue braccia dietro la mia schiena, ha capito tutto di me.
La mia bocca inizia a tremare, la vista mi si appanna. Mi abbandono alla pioggia, certo che è davvero strano, inizia a piovere sempre da un momento all’altro.
È passata un’ora e ho pianto senza sosta, penso che abbia esaurito tutta la mia riserva di lacrime, avrò i serbatoi prosciugati.
Le parole dell’anziana mi hanno distrutto, guardo le mie mani, sono tornate normali, tocco la mia bocca, è la stessa di tutti i giorni, ancora non ci credo di essermi trasformata.
«Sidora, vieni a letto, dobbiamo riposare. Stasera inizia la Luna Nuova. Anzi, è già iniziata.» Saro indica il suo polso, il simbolo è completamente nero, come è possibile che cambi?
«Cosa significa?» Anche il simbolo sul mio polso è cambiato.
«Vedi.» Saro si avvicina a me, sono seduta a gambe incrociate su una vecchia poltrona. «Questo viene chiamato “Il bacio della Luna” e tutti i mannari lo possiedono. In poche parole, è una proiezione della fase lunare sulla nostra pelle.» Resto senza parole, come può essere reale una cosa del genere? «Però adesso andiamo a riposarci, domani avremo tante cose da fare.» Saro avanza verso di me, ma i suoi piedi non lo reggono.
«Saro, stai bene?» Riesco ad afferrarlo appena in tempo, sembra essere molto più leggero.
«Ah, sì.» Ha l’affanno. «Questo è merito della Luna Nuova. Quando inizia questa fase, tutti i lupi mannari vengono privati delle loro forze, i più deboli non riescono neppure a superarla.» I suoi occhi si socchiudono. È incredibile vedere come una forza della natura come lui sia stata messa al tappeto in appena poche ore.
Poggio Saro sul bordo della poltrona, metto i piedi per terra, io sto bene, non mi sento per nulla sfiancata.
«Woo.» Barcollo su di un lato, sembra di essere su una nave e aver preso un’onda. La Luna sta facendo effetto anche su di me, sento le forze andare via.
«Attenta.» Saro cerca di rialzarsi poggiando le mani sulla poltrona ma la sua presa è troppo debole, scivola e non fa altro che dare una musata. «Cazzo.»
Divarico le gambe e riacquisisco l’equilibrio, uso le mie braccia come una gru e alzo il suo corpo. Ce la farò? Ho l’impressione che… cadiamo entrambi sul pavimento.
Cominciamo a ridere, che cazzata che ho fatto, come pensavo di poterci riuscire.
«Su, dobbiamo andare a letto, non alziamoci.» Saro poggia le mani a terra e io lo replico, stiamo gattonando come bambini, che bello, non ricordavo quando mi divertissi da bambina.
Perché gattonare è una cosa divertente che fanno tutti i bambini, vero?
Entriamo nella camera da letto, ci aggrappiamo al materasso e scaliamo la piccola collina di lenzuola, spostiamo i cuscini e ci spiaggiamo definitivamente. Sono esausta… però.
«Saro, ho una domanda, perché solo adesso? Perché sono speciale? Chi era mia madre?» Sono immobile, riesco a malapena a respirare, sento il respiro di Saro, lento e pesante, come se fosse una grattugia.
«Sidora, queste sono tre domande.» Si ferma, «Scommetto che in matematica non andavi tanto forte.»
«Dai, non fare lo stronzo.» Mi sento in imbarazzo, porto la testa sotto le coperte alla velocità di un bradipo.
«Vedi, quando appare questo simbolo non si può più tornare indietro.» Si ferma di nuovo, è davvero in difficoltà. «Tua madre ha scelto di farsi uccidere per darti una protezione. Fece un, chiamiamolo “patto” con la Luna.» Riporto la testa fuori.
«Saro, non prendermi in giro.» Patti con le maledizioni? Siamo all’asilo? Dove se perdiamo ci inventiamo le regole?
«Puoi anche non credermi.» Il ragazzo tossisce, è davvero privato di ogni forza. Il primo giorno di Luna Nuova deve essere quello più distruttivo, almeno lo spero, spero che non sia come il ciclo, dove al secondo muori. Prego che il giorno peggiore sia oggi, non resisterei a dolori peggiori.
«Però non ho capito una cosa…»
«Dimmi.» Il suo respiro rallenta ancora.
«Voi… anzi, noi lupi mannari possiamo morire solo facendoci uccidere? Cioè devono assisterci per morire?»
Saro prova a ridere, e tossisce, sembra un pesce fuor d’acqua che si dimena. Il letto inizia a cigolare, abita davvero in una topaia, però è accogliente alla fin fine. A me piace.
«Cos’hai da ridere?» Gli grugnisco contro, la mia è una domanda più che lecita.
«Diciamo che non ti ha detto tutto l’anziana, vedi, noi lupi mannari siamo deboli ai sentimenti.»
«Ok, questa è una cazzata copiata da qualche libro. Io credevo fossimo vulnerabili all’argento, a paletti di legno, all’aglio, ai crocifissi, all’acqua santa-»
«Frena Sidora, stai mischiando un po’ di cose.» Chiudo gli occhi, ha ragione, non ci sto capendo più nulla, mi gira la testa.
«Certo, l’argento ci fa male e anche il mercurio, ma sono i sentimenti che ci uccidono davvero. Prova ad immaginare, un lupo mannaro che non ha più voglia di vivere, anche se ha la capacità di rigenerazione alle stelle, il suo corpo seguirà i suoi pensieri e a lungo andare lo lascerà morire. Certo è un processo prolungato visto che va contro all’evoluzione perpetrata nei secoli dalla nostra specie.
«Quindi ci sono altri modi per morire?» Perché mi ostino a continuare questa conversazione? Come pretendo che il mio cervello ricorderà tutte queste cose? Sono esausta, voglio solo dormire.
«Sì, e possiamo suddividerli in due modi: il primo è questo dei sentimenti, se la voglia di farsi uccidere supera l’istinto della sopravvivenza, il corpo la seguirà; il secondo, quello più atroce, quando le ferite mortali surclassano la nostra capacità di rigenerarsi.» Rabbrividisco, è davvero possibile?
«C-Chi può fare una cosa del genere?» Deve esserci un chi, ne sono sicura.
«Fidati. C’è.» Il respiro di Saro si interrompe, non sta scherzando.
Il buio che è intorno a noi viene accompagnato da un manto di silenzio. Perché tutto questo? Che senso ha cacciare i lupi mannari? Siamo uguali agli essere umani, no? Possiamo vivere in pace, insieme.
Perché allora succede questo, perché…
«Sidora.» La mano di Saro striscia sotto le coperte e afferra la mia. «Non ci pensare, domani staremo già meglio. La Luna Nuova è così, una volta salita in cielo ti distrugge, ma deve passare solo la prima notte.» Mi rassicura, menomale, non è come il ciclo. Saro ha la faccia completamente gronda di sudore, respira a fatica. Non voglio vederlo così, ma ho bisogno di sapere ancora qualcosa, sono egoista?
«Saro, non hai risposto alle altre mie domande però, perché sono speciale e chi era mia madre?»
«Beh, sei speciale perché sei unica. Come lo sono io, sono u-n-i-c-o.» Si gira su di un fianco e mi dà le spalle. «Invece su chi era tua madre…» Esita. «… te lo dirò domani mattina, magari davanti a una bella tazza di caffè. Buonanotte.»
«No, Saro, dai, non puoi lasciarmi in sospeso.»
«Buonanotte, sto dormendo.»
Il ragazzo comincia a russare, sembra un trombone bucato. Faccio un grosso respiro, butto tutta l’aria fuori, mi giro anch’io sullo stesso fianco, poggio un braccio intorno al suo addome e lo stringo a me.
«Buonanotte.»