Prologo – parte 1

Per noi, tra 200 anni

Due cose mi sono chiare nella vita:
Il fatto che venni abbandonato dai miei cari, e che la mia vita fu sempre insignificante in questo mondo.

Disperso sotto una tortuosa pioggia – insieme all’unica ragione di vita, mia sorella Igea.
Camminando lungo una strada che mi avrebbe portato verso una meta sconosciuta, alla ricerca di salvezza.
Salvezza, un qualcosa a me sconosciuto, e che mi venne estorto alla mia nascita da coloro che normalmente si fanno chiamare genitori.
Non che io li abbia mai odiati, veramente. Non compresi mai il motivo delle loro azioni, per cui resto qui a pensare che tutto successe per un bene di qualcuno.
Come io ora combatto per un bene superiore, mia sorella Igea. Solo ed esclusivamente per lei.
Vagando per le strade del Terzo Anello; senza un letto, né cibo. Senza nulla su cui io possa fare affidamento e far stare bene Igea.
Vivendo come dei reietti. Rubando cibo per sopravvivere e donando le mie vesti per far stare bene lei e non farla cadere ammalata.
Forse… Fu proprio questo il mio obiettivo. Per vedere e vivere in prima persona quello che il nostro mondo realmente sia.
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<<Per vedere e vivere in prima persona quello che il nostro mondo realmente sia.>> sussurrai, mentre camminavo insieme ad Igea in un vicolo stretto, tenendola per mano. Era buio, pioveva a dirotto e si udiva un lontano temporale. Stavamo scappando dalla pioggia, volevo evitare a tutti i costi che la mia sorellina si ammalasse prendendo un influenza.
<<F-fratellone…>> disse con tono disperso e debole;
<<Riposiamo… Non strafare!>> continuò, mentre mi fermai dalla corsa. Mi girai e notai che anche se era inzuppata d’acqua mi sorrise. I suoi lunghi e spenti capelli color cremisi coprivano il suo abito di cuoio marrone, e i suoi occhi del medesimo colore continuavano a fissarmi con convinzione, sussurrando di seguito:
<<Non voglio più che le tue condizioni peggiorino per colpa mia…ti prego.>>
<<Igea…>> mi sorprese, essendo una bambina di sei anni, era molto intelligente.
<<Sta’ tranquilla, finché stai bene, anche io starò bene.>> risposi, cercando di rassicurarla con un sorriso. Da fratello maggiore, dovevo assicurarmi che lei stesse sempre bene. Ci differenziavamo solo di due anni, però non era motivo per abbandonarla a se stessa.
Strinsi la sua mano sinistra e continuai a camminarle fianco a fianco, raggiungendo un nuovo posto al coperto per passare la giornata di pioggia.
E così fu.
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<<AAAHNNN!!>> sentivo delle strane urla mentre dormivo, erano di Igea.
<<Lasciami…andare!!>> continuava, risvegliandomi dal mio sonno. Appena aprii gli occhi vidi due uomini maliziosi che stavano stringendo Igea con una corda, mentre io stavo già legato.
<<E-ehi… Chi siete voi due?! Cosa state facendo alla mia sorellina?!>> esclamai, mentre provavo a liberarmi dalla stretta della corda, ma senza successo.
<<Oh? Il moccioso si è svegliato, fratello!>> esclamò l’uomo che stava legando Igea, era abbondantemente in carne, e cercava di legare con forza Igea. Nel mentre l’altro individuo malizioso – apparentemente il fratello – camminò verso di me e chiese;
<<Vuoi tornare a dormire? Non accettiamo future talpe.>>
<<Tornare…a dormire…? NON DIRE STRONZATE! LIBERAMI E BASTA! NON TOCCATE LA MIA SORELLINA!!>> iniziai ad urlare, dimenandomi sempre di più.
<<Ahahahah!>> improvvisamente l’individuo in carne si mise a ridere, esclamando;
<<Sai che sarà un ottimo bottino? Una bambina simile verrebbe pagata in oro pur di averla! E’ carina e tiene un colore di capelli mai visto prima d’ora… Una vera rarità! Fratello, questo pasticcino ce lo pagheranno anche per 150000 Rod! Ahahah!>>
<<Ehi, parla meno e lavora. Non perdere il tuo obiettivo.>> disse l’altro individuo, mentre aveva uscito un coltellino dal taschino e me lo puntò dritto in gola.
<<Pensandoci però… Possiamo rivendere anche te. In questi tempi, il Mercato Nero accetta di tutto.>> continuò. Iniziai a vederci appannato, iniziando a piangere dalla disperazione.
<<Per favore… Vi prego di lasciarla in pace, vi supplico! Lei è tutto per me… Lasciatela, e fate quel che volete con me!>>
Arrivai al punto di proporre la mia vita in cambio di quella di Igea, sperando che la lasciassero andare.
L’uomo in carne iniziò a ridere, spezzando la mia ragione e il cuore.
<<Ahahah, ne hai di palle per dire queste cose! Secondo te siamo qui per contrattare? Questo pasticcino è adesso di nostra proprietà, e tu puoi solo che restare a guardare!>> esclamò, mentre la prese e la buttò dentro un sacco di patate vuoto.
Iniziai a perdere il controllo delle mie emozioni.
<<Lasciatela andare, brutti stronzi!!>> iniziai a dimenarmi con ancora più aggressività, cercando di liberarmi dalla corda. Il coltellino mi tagliò lievemente la gola, fregandomene.
Dalle mie mani iniziò a fuoriuscire una strana aura rossa, non sapendo cosa fosse l’individuo esclamò;
<<Quello… Non è magia?>> chiese, non riusciva a percepire una fonte magica dall’aura rilasciata da me.
<<Fratello, ho caricato la prima merce, cosa stai facendo? Tsk, e poi ti lamenti della mia lentez–>>

ZACK.

Improvvisamente il braccio dell’individuo in carne volò via, facendo fuoriuscire una grossa quantità di sangue.
<<Se vuoi vivere, ti consiglio di andartene entro due secondi.>>

L’uomo cadde a terra dal dolore, e guardando di fronte a sè una strana figura incappucciata apparve.
Nella mano destra teneva impugnata una lunga spada verde e il mantello del medesimo colore, che nascondeva il suo viso da cui sgorgavano delle pupille color smeraldo.
<<Zero.>>

ZACK.

Un altro taglio netto, stavolta venne colpita la gamba sinistra.
<<Ti avevo avvisato di andartene entro due secondi.>>
<<M-ma…due secondi…impossibile!!>>
<<Per voi, luridi bastardi, due secondi sono anche troppi.>> disse la strana figura vestita in verde, teneva una voce calma e pacata, eppure stava commettendo una strage. Dopodiché si girò dall’altro uomo con sguardo assassinio. I suoi occhi risplendevano al buio.
<<No…nonono!! I-io non c’entro nulla, giuro! Eseguivo solo i miei ordini per soldi! Risparmia la mia vi──>>

ZUM ZACK.

La strana figura non lo uccise, bensì taglio i suoi vestiti.
<<Vattene, e non tornare… Mai più.>>

E senza pensarci due volte, l’uomo scappò via lasciando il suo fratello indietro.
Egli si girò subito dopo verso di me, osservandomi per qualche secondo.
<<Chi…sei tu…>> sussurrai, mentre egli non mi diede nessuna risposta. Piuttosto, decise di saltare sopra i tetti, lasciando il posto alle guardie Praxis.
<<Ehi, la segnalazione era vera, ci sono delle vittime qui!>> esclamò un uomo vestito con un’uniforme marrone e cravatta rossa. Teneva una grossa spada dietro la schiena e c’era un collega che gli correva dietro.

Da quel giorno, non rividi mai più quella persona.
Non sapevo chi fosse, né sapevo perché ci salvò, eppure gli ero debitore.

Una volta che Igea venne liberata e salimmo sopra il carro delle Guardie Praxis, provarono a rompere il ghiaccio con me.
L’uomo che ci salvò, che stava seduto insieme a noi dietro il carro disse;
<<Sapete, è pericoloso stare nei bassifondi senza un arma nascosta dietro la schiena. E’ pieno di molestatori e contrabbandieri di organi. Non è nemmeno posto per dei bambini come voi.>>
Nessuno rispose, ma lo aveva previsto e continuò;
<<Non avete una famiglia voi? Immagino di no. Capita spesso.>>
<<Noi…>> provai a rispondere, ero ancora traumatizzato, ma poi deglutii e finalmente mi uscirono le parole;
<<Noi non abbiamo mai visto i nostri genitori.>>
La Guardia ci guardò molto attentamente e poi chiese;
<<Come avete fatto a sopravvivere così tanto tempo come dei vagabondi? Siete solo dei bambini… Eppure siete riusciti a sopravvivere così a lungo senza nessuno.>>
Non pensavo che fosse un’impresa ardua, ma non potevo nemmeno ammettere i miei crimini per riuscirci. Ovvero rubare per vivere.
<<Noi… Ci siamo riusciti.>>
La Guardia ci guardò sempre più attentamente.
Ci analizzò, sia me che mia sorella, per poi capire qualcosa che non compresi.
<<Può essere…>>
Qualcosa cominciò a frullare nella testa alla Guardia Praxis.
<<Dreug, scortiamoli fino a casa nostra.>>
Dreug, colui che portava il carro si girò verso suo fratello e chiese;
<<Sei sicuro di quello che dici, Draug?>>
<<Si, loro due… Sono i figli che cercavo da anni.>>
Guardai stranito, a cosa si riferiva?

Arrivammo nella casa dei due fratelli, era una casa situata a Nubilon, la città più vicina al secondo anello di Giarogia.

<<Wuah… E’ enorme…>> dissi entrando dentro la casa. Era una delle case più altezzose della città di Nubilon, tramandata dal Casato Rentown, fondatori dell’Ordine Praxis.
Draug prese un oggetto da un cassetto di un mobile color bianco. Uscì una busta sigillata.
<<Aspettai questo momento da anni… Questo è tuo. Ti appartiene.>> disse porgendomi una busta, che subito senza pensarci la aprì. Era uno splendido orologio da tasca color oro, con la parte esteriore che rappresentava un ingranaggio color bianco e delle lancette disegnate. La cosa più strana era che attorno a quell’ingranaggio c’erano disegnate delle strane scie color rosso che avvolgevano lo strano ingranaggio in una presa. Non riuscivo a comprendere cosa quel disegno stesse a significare, ma la situazione era alquanto strana.
<<Questo orologio apparteneva a tuo padre, Virtus.>>
Come faceva a sapere il mio nome?! E cosa sapeva su mio padre!?
<<Mio padre..? Cosa sai su mio padre!! Dimmelo!>> esclamai ripetendo tutto il tempo la stessa domanda.
<<Tuo padre… Combatteva per il Casato Reale, faceva parte dell’Ordine della Guerraglia sotto il nome da Signore della Guerra. Prima di partire per una spedizione, passò da me insieme a vostra madre incaricandomi di darvi questo orologio, per quando sarebbe arrivato il momento in cui vi avrei incontrato. Non so altro, ho solamente sbrigato il mio lavoro.>> rispose Draug.
<<Come hai fatto a capire che fossi io, il figlio che cercavate?>> chiesi. Draug rimase in silenzio, e poi con uno sguardo di compassione rispose;
<<Sei molto simile a tuo padre, e il fatto che voi siete riusciti a sopravvivere sino ad oggi… Conferma le mie aspettative. Ma non avrei mai pensato che voi foste stati abbandonati, sennò vi avremmo cercati prima.>>
Non capivo. Draug credeva veramente che il fatto che fossimo sopravvissuti sino ad oggi fosse dovuto a qualche strana abilità? Saranno solo delle coincidenze.
Lo lasciai stare, alla fine gli ero debitore. Salvò la vita a me e mia sorella.
Mi guardai dietro, c’era Igea che stava attaccata alla mia schiena, e guardava ogni angolo della casa come se fosse un posto di cui non fidarsi.
Gli lanciai uno sguardo di compassione, pensando a quanto potesse essere spaventata in quel momento. Dreug gli si avvicinò e chiese se avesse bisogno di qualcosa, voleva farla sentire a suo agio e magari agire per fare qualcosa riguardo questo trauma che ricevette da quei trafficanti. Lei si allontanò da Dreug con le gambe che gli tremavano e cominciò a piangere. Vederla sempre così mi spezzava sempre di più il cuore, volevo fare qualcosa ma non sapevo cosa.
<<Purtroppo attualmente sono tutti in ferie, però il prima possibile la manderemo in un corso di recupero per farla ritornare in sè. Non sarà facile però, ci vorrà molto.>>
<<…Immaginavo.>> risposi triste, purtroppo era questa la verità; non potevo aiutare la mia sorellina.

──── 2 anni dopo ────

<<Hmhnn…>> mi svegliai, erano le 6 del mattino.
<<Nemmeno oggi sono riuscito a dormire a lungo, cavoli.>> risposi a me stesso, mi alzai e andai a controllare se Igea avesse già lasciato casa per andare al corso di recupero. Era da una settimana che si svegliava da sola e quindi ero un po’ in pensiero.
<<Ce la sta mettendo tutta… Ne sono felice.>> dissi, mentre guardavo il letto vuoto dove dormì Igea. Presi le sue coperte e gli sistemai il letto, sussurrando;
<<Si dimentica sempre di sistemare il suo letto, cavoli…>>
Improvvisamente sentì bussare alla porta;
<<Hm? Avanti.>>
Dalla porta entrò Draug, che chiese;
<<Buongiorno Virtus, anche oggi a sistemare la stanza ad Igea?>>
<<Heh, già. E’ l’unica cosa che posso fare in questi tempi. E poi Igea è sempre indaffarata nelle faccende domestiche e il suo corso, se la aiuto a sistemare la sua stanza perlomeno gli faccio un favore.>>
Draug rise e rispose;
<<Già, Igea è una bambina veramente forte, non ci sono molte bambine di 8 anni che si danno così da fare.>>
<<E’ semplicemente fuori dal normale ahah.>> risposi, alla fine potevo essere molto orgoglioso della mia sorellina. Una volta finito di sistemare la stanza di Igea, passammo in cucina. Draug preparò due tazze di caffè.
<<Grazie mille, Draug.>> rispose Dreug prendendo il caffè preparato da Draug.
<<Sempre un piacere, Signor Dreug. Anche oggi sei di fretta?>>
<<In confronto a te, ho diversi ordini d’ispezione di molteplici casate che fanno richieste di mantenimento e sicurezza. In fin dei conti ho il dovere di controllare tutto quanto per bene, nel mentre che tu ti bevi una tazza di caffè insieme ad un bambino.>>
<<Acido come sempre. Penso che ci hai fatto l’abitudine, vero Virtus?>>
<<Heh, deduco…>>
<<Comunque sia,>> disse Draug prendendo in mano una valigia.
<<Oggi avrò anche io molto da fare.>>
Era un enorme valigia nera, con una serratura a proteggerla.
<<Che cosa devi fare?>> chiesi, nel mentre sentì Dreug uscire di casa.
<<Devo occuparmi di una cosa importante che riguarda l’Ordine della Guerraglia. Pure a distanza di anni, quell’Ordine continua a fare affidamento ai Praxis. Ma ci colpa il Casato Reale in fin dei conti, se solo non l’avessero diviso.>> si prese due secondi di pensiero, e poi continuò;
<<Beh in fin dei conti tu non ne sai molto su quello che successe, sei troppo piccolo.>>
<<Ne voglio sapere!>> esclamai improvvisamente.
<<Huh? Non dirmi che tu..>>
Guardai intensamente Draug negli occhi.
<<Si, voglio sapere di più riguardo l’Ordine della Guerraglia!>>
Draug mi guardò, come se avesse appena sentito una barzelletta.
<<Perché mi guardi così?>> chiesi. Lui tirò un sospiro e chiese;
<<Cosa vuoi farci dentro quell’Ordine? E’ solo una pazzia entrarci.>>
<<Io…>> volevo rispondere alla domanda, ma improvvisamente la risposta mancò dalla mia bocca. Draug si alzò dalla sedia, prese un giubbotto nero e me lo passò;
<<Andiamo, sarà un lungo cammino. Ed è meglio che ti prepari per vedere di tutto.>>
Ero felice, finalmente potevo vedere ciò che avevo sempre sognato di diventare, ma non sapevo ciò che mi aspettava.

Fine Prologo 1

MaDoShi

MaDoShi

Stato: In corso Tipo: Autore: Rilascio: 2023
Virtus, un bambino orfano si risveglia in un mondo in rovina insieme alla sua sorellina Igea. La coppia di fratelli, grazie all'Ordine Praxis, riescono a vivere con quello che riescono ad avere e vivere una normale vita. A distanza di anni, Virtus riuscì ad entrare in un accademia chiamata "Accademia della Spada Argentata", conoscendo tantissimi compagni d'armi ed allenandosi duramente ogni giorno, solo per proteggere le persone che amava e salvare la sua amata; Lya Redefelt, presa in prigionia dal suo casato con l'intento di sfruttarla e farla salire al trono di Giarogia dopo la morte dell'attuale Re Xenova. Ma non tutto andrà come come vorrà, e sarà costretto a combattere duramente contro temibili razze come i Tex-Mechaniker e i Mostri dell'Hyllfring. Questa è la storia di Virtus, in un mondo ricolmo di segreti e razze da scoprire.
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