Mentre finisco l’ultimo sorso di zuppa, scruto la cella del mio nuovo amico, osservandolo camminare il tondo borbottando. Ogni tanto si avvicina al muro e tira un calcio ai giganteschi mattoni invecchiati dal tempo.
Chissà per quale motivo si è spinto fin quaggiù… non deve aver avuto scelta e con il suo caratterino non mi meraviglia che sia finito qui.
Appoggio la scodella a terra e mi alzo.
Cammino lentamente verso le sbarre e mi ci appoggio, incrociando le braccia e sorridendo nella direzione di Skaggi.
Lui subito si ferma e mi ricambia con uno sguardo in cagnesco.
“Per essere qui dentro sei uno che non si perde d’animo” ringhia mentre si avvicina anche lui alle sbarre.
“Che scelta ho?” gli rispondo sarcastico. “Quindi, ora che la situazione è più tranquilla, vuoi dirmi come mai Skaggi del clan Galehorn è rinchiuso qui?”
Il nano sembra rinvigorirsi nel sentire il suo nome.
Tutti i nani adorano raccontare storie… soprattutto se sono loro i protagonisti!
“Beh amico mio, una promessa è una promessa!” esclama sorridendo mentre si siede a gambe incrociate sul pavimento. Per la prima volta lo vedo rilassato in volto.
“Come probabilmente sai, la nostra gente è molto brava a scavare miniere e tunnel… anzi… siamo i migliori! Nessuno sa apprezzare più di noi le meraviglie del mondo sotterraneo! La magnificenza di un filone d’oro nel cuore della terra! Le gemme più disparate che si possono trovare sotto la superficie, un vero arcobaleno che pui toccare con le tue mani…. aaah che incanto!” Skaggi gesticola e viaggia con lo sguardo mentre racconta, ogni sua parola emana un’emozione pura ed autentica.
“Nonostante il tempo passasse, generazione dopo generazione, siamo stati sempre fedeli alle nostre tradizioni, ai nostri simili… alla nostra terra!” Poi, improvvisamente, la gioia lascia il posto allo sconforto. Abbassa gli occhi al pavimento e continua:
“La nostra Terra… che non è più quella di un tempo. Quando ci si trova sotto terra, si riesce quasi a sentire il respiro del pianeta stesso, il suo cuore che batte, il suo respiro. MA ultimamente tutto questo sta cambiando, sembra tutto diverso… in un senso sbagliato! Sempre meravigliosa ma meno… viva..” alza lo sguardo per capire se lo sto ancora ascoltando e nota con piacere che mi sono seduto anche io.
Sembra riprendersi un po d’animo.
“Comunque, non sono certo venuto qui per decantare le bellezze del Nord a voi gente di città! Qualcosa sta cambiando! E lavorare la terra e la roccia è sempre più difficile. Quando quei bastardi Imperiali ci hanno sfruttato per RUBARE i preziosi doni della madre terra, per poi ripudiarla, ci avevano donato degli strumenti magici per scavare. Ora la terra è cambiata e quegli strumenti non vanno più bene. Potremmo fabbricarli da soli ovviamente, ma le nostre forge hanno bisogno di essere riparate e per recuperare qualche pezzo di ricambio siamo scesi fin qui…”
“Siamo?” lo interrompo io.
“Esatto, non sono venuto qui da solo. La mia gente non ha fiducia nelle mie doti da mercante, ma nessuno conosce quelle forge meglio di me! Io posso rimetterle in moto e meglio di prima! Conosco ogni componente necessario e so esattamente quanto devo pagare! Probabilmente però il mio metodo di contrattazione non è … diciamo… ortodosso…”
“…”
Resto in silenzio, ma leggo nei suoi occhi che vorrebbe che gli chiedessi di cosa si tratta.
“E in cosa cons..” Prima che potessi finire la frase il nano balza in piedi ed esclama “Lotta nanica ovviamente! La più antica delle tradizioni! Le parole non bastano, contano i fatti!”
Sorrido.
Questo non deve avere proprio tutte le rotelle a posto.
“In effetti non si vede spesso un acquirente fare a botte con un mercante per uno sconto!” gli rispondo divertito.
“No infatti, perche siete dei rammolliti!” mi risponde lui, altrettanto di buon umore.
Svelato il mistero di come Skaggi il nano sia stato imprigionato.
“Hai detto che non sei venuto qui da solo però.” gli ricordo io “Qualche altro tuo compagno altrettanto legato alle tradizioni è qui con noi?” esclamo facendo finta di guardare nelle altre celle.
“Magari! Avremmo già raso al suolo questa topia! Ad accompagnarmi è stata Gertly, membro del clan Stonewind.” esclama lui, sempre più allegro.
“Lei non condivide le mie idee ma sicuramente sa cavarsela meglio con le chiacchere di me! Quando ho litigato con un mercante e sono arrivate le guardie, mi sono premurato di allontanarmi da lei per non metterla in mezzo… Chissà dov’è adesso…” il buonumore lascia il posto alla preoccupazione sul viso del nano, seguita quasi immediatamente da una vampata di furia. “Ed è per questo motivo che devo uscire il prima possibile da questo buco puzzolente!” conclude sbraitando.
Per fortuna che le pareti qui sono talmente spesse che non si sentirebbe neanche una cannonata o le guardie sarebbero già qui a metterlo a nanna.
Mentre si rimette a sedere, cercando di calmarsi, penso che alla fine non sia una brutta persona.
Un nano irascibile con un cuore d’oro!
“Quindi?” mi chiede Skaggi dopo qualche secondo di silenzio.
“Quindi cosa?” gli rispondo io, sorpreso della domanda.
“Una storia per una storia, amico!” esclama più sorpreso di me, come se il mio silenzio stia per offenderlo.
“Oh la mia storia è decisamente meno interessante della tua.” gli rispondo abbassando la voce. “Vedi, io sono un professionista nei passaggi di proprietà non convenzionali…”
“…”
Il nano mi guarda con fare interrogtivo.
“Sono un ladro, Skaggi.” gli rispondo con tono quasi seccato.
“Ah! Uno non molto bravo devo dire!” e scoppia a ridere.
Non mi aspettavo una battuta da lui.
“Allora anche i nani hanno il senso dell’umorismo!” gli rispondo ridendo io.
“E dimmi… cosa stavi rubando? Oro? Diamanti? Entrambi?!” la sua curiosità infantile mi stupisce ancora di più.
“No, quelli non portano alla fama… tutti saprebbero aprire un forziere o un baule con qualche trappola o serratura magica di pessima fattura.” continuo io. “Purtroppo però ho imparato che c’è sempre qualcuno di più furbo pronto a metterti i bastoni tra le ruote…” concludo abbassando lo sguardo con un amaro sorriso.
“Mai fidarsi di nessuno! Lo dico sempre io!” mi rimprovera Skaggi.
“Beh condivido il tuo pensiero ora, ma la cosa brutta è che non so neanche chi sia stato a fregarmi! Il colpo doveva essere facile! Forse troppo facile con il senno di poi…” concludo prima di perdermi nuovamente nei miei pensieri.
“Oh allora! Non farti pregare! Arriva al sodo!” mi intima il nano, ora in piedi attaccato alle sbarre.
“E va bene!”
Non mi fa piacere ripercorrere quegli eventi ma devo ricambiare la storia!
“Devi sapere che alcuni stregoni non possono portarsi sempre dietro il proprio libro degli incantesimi. Ogni tanto devono lasciarlo in un luogo ben preciso per ricaricarlo e poter attingere a pieno al potere dei suoi incantesimi. Questi luoghi possono essere naturali o creati tramite rituali. E alcuni incantatori, i più potenti, questo luogo lo hanno direttamente nella loro dimora…”
Skaggi strabuzza gli occhi.
“Tu… volevi derubare… uno stregone?!” mi chiede con un bagliore negli occhi, che sembra quasi paura.
“Esatto… volevo rubare il suo Grimorio!”