Lo ammetto, quella mattina ero impreparato. Non studiai veramente nulla, a stento ricordavo perché ero lì. Riuscivo a malapena a tenere un contatto visivo con il quaderno. Certo, era stata un’idea abbastanza stupida da parte mia guardare tutti gli episodi della mia serie tv preferita in una sola notte; ma cosa potevo farci? Stava per uscire l’ultimo episodio, era d’obbligo rivedersi tutto, no? Capii anche che dormire solo tre ore per poi andare a scuola non aveva senso, meglio dormire e basta.
Torniamo a noi
«Oda allora? Sto aspettando. Cosa sai dirmi riguardo la sua gioventù?»
Mi venne quasi un brivido al pensiero della famosa e agognata “gioventù”.
Sei giovane, frizzante, pieno di buoni propositi e carico di aspettative per il tuo futuro. Stai per finire la scuola, manca poco al diploma e già ti immagini con un piede nel mondo del lavoro. Molti definiscono la gioventù come la migliore fase della nostra vita. Certo, potrebbe anche essere, perché no? Ricolmi di emozioni, ci si imbarca nel lungo viaggio della vita, marchiando il biglietto con le amicizie, l’uscire, l-l’amore… Sono cose che scopri in giovane età e che ti accompagneranno per sempre. Ma sono davvero così necessarie? Anzi, meglio dire: perché devo averne per forza bisogno? Ormai, se sei solo, DEVI essere aiutato, se non vuoi uscire, DEVONO portarti fuori a tutti i costi, se sei stato rifiutato…
È solo colpa sua, non ti merita.
Chi sei tu per giudicarla?
Credere di aver diritto di parola nella mia vita solitaria, ormai è un errore comune tra coloro che pensano di conoscermi perché gli passo gli appunti di matematica. A coloro che pensano di avermi aiutato, notizia flash: fanculo.
Certo, come se potessi dirlo veramente
«Ah, professore, ho dimenticato di dire una cosa molto importante: non ho studiato»
